La farsa continua

 

 

30.10.2013 - A.Riccio http://www.giannimina-latinoamerica.it

 

 

 

Per la ventiduesima volta l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha condannato il blocco che gli Stati Uniti mantengono contro Cuba con il pretesto di favorire cambiamenti democratici in quel paese.

 

Come nella votazione dell’anno scorso, 188 nazioni del mondo hanno votato contro, tre si sono astenuti (Micronesia, Palau e Isole Marshall), e due hanno votato a favore del blocco: Stati Uniti e Israele. Se non fosse da vergognarsi ci sarebbe da ridere, e infatti sia Israele che gli USA sembrano essere assolutamente privi del senso del ridicolo mantenendo una predica così palesemente insostenibile e minoritaria e, per di più, da un pulpito che non consente né all’uno né all’altro di farsi paladini di democrazia e di diritti umani.


Il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez, nel suo diritto di replica ha affermato che “il blocco è un atto incolto che impedisce il libero movimento delle persone, il flusso dell’informazione, lo scambio di idee e lo sviluppo di relazioni culturali, sportive, scientifiche”, ricordando anche che Cuba è l’unica destinazione al mondo proibita ai cittadini statunitensi.

 

Effettivamente, pensare che quell’isola tropicale sia l’unica meta di viaggio così pericolosa da essere vietata, ancora una volta dimostra la mancanza del senso del ridicolo delle amministrazioni USA. Rodríguez ha anche ricordato che “il Presidente Obama potrebbe utilizzare le sue ampie facoltà costituzionali senza bisogno di passare per il Congresso, per generare una dinamica che cambi la situazione”. Il Presidente Obama ha poteri così forti da poter autorizzare omicidi mirati contro chi costituisce una “minaccia per la sicurezza nazionale”, da consentire e avallare lo spionaggio massiccio perfino dei capi di stato alleati, potrebbe dunque graziare i quattro cubani ancora in galera, far chiudere il carcere di Guantanamo e magari restituire quel territorio a Cuba, farla finita con la persecuzione finanziaria dei conti bancari cubani in tutto il mondo, consentire l’acquisto di tecnologia di punta per scopi sanitari, ecc. ecc.


Niente di tutto questo. Obama ha molte gatte da pelare in questo momento, ma la questione cubana è ormai arrivata a un punto che non trova più nessuna giustificazione, soprattutto quelle giustificazioni ipocrite che parlano di democrazia, diritti umani, libertà di viaggi e di comunicazioni.


Fra tutte le contraddizioni che riguardano la sua amministrazione, una delle peggiori è il sostegno che Obama dà all’uso dei droni, in barba al diritto internazionale, con la cinica spiegazione che “si risparmiano molte perdite” fra i suoi soldati invasori.

 

E’ notizia di oggi che il Congresso ha ascoltato per la prima volta delle vittime dei droni: una bambina di 9 anni, suo padre e suo fratello che hanno ricordato il momento in cui quel micidiale ordigno è piombato sulla famiglia uccidendo la nonna e ferendo altri membri della famiglia. La giovanissima Nabeela ur Rehman ha detto di temere la bella giornata e il cielo azzurro. E’ proprio nella bella giornata che il drone piomba sui villaggi a portare morte e sterminio. Secondo la cronaca, solo pochi rappresentanti democratici si sono presentati ad ascoltare il terribile racconto di quanto avvenuto un anno fa nel Waziristan.


Ma la farsa del grande paese culla della democrazia moderna e paladino dei diritti umani, continua.