Cosa mai succede

a Yoani Sanchez?

 

 

23.02.2013 - M. H. Lagarde http://cambiosencuba.blogspot.it/

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ukSzfOuhLWk

 

 

Nel corso di una manifestazione in cui la gioventù brasiliana ha reso chiaro che la blogger mercenaria può compattare i rappresentanti di una destra che desidera essere ingannata ma non i giovane uno dei manifestanti ha chiesto alla blogger Yoani Sánchez perché, a Cuba, non ci sono grandi mobilitazioni popolari contro il governo. Al che l'agente della CIA senza credenziali ha risposto: "Forse non vogliono che accada a loro lo stesso che a Yoani Sanchez".


Ma cosa sarà ciò che é successo a Yoani Sanchez che i cubani non vorrebbero che accadesse loro? Si riferisci, la blogger, ad essere apprezzata dai diplomatici statunitensi a L'Avana come la speranza della sovversione sull'isola o la possibilità d'incontrare i funzionari a casa propria o nelle loro sontuose dimore?


Si tratterà di ricevere
premi a bizzeffe e senza senso per pagare, in questo modo, il suo "lavoro" di diffamare Cuba? Sarà che i cubani con vergogna non vogliono che li chiamino agenti della CIA o mercenari, sia a Cuba che in qualsiasi altra parte del mondo?


Ciò che é realmente accaduto a Yoani, che non accade ai cubani, ed anche ad altri svergognati del suo genere, è che alcune
"piccole persone" le hanno pagato un giro del mondo in 80 giorni in cui la blogger oltre al suo
lavoro di megafono delle menzogne contro il suo paese, è impegnata, nel passaggio, ad interferire nella politica interna delle nazioni che visiterà.


Proprio ieri, nel corso di un'intervista al quotidiano Estado de Sao Paulo, la mercenaria, che ciò che sa di politica e realtà cubana è ciò che le insegnano i  suoi tutori dell'Ufficio degli Interessi degli Stati Uniti a L'Avana, ha avuto il lusso di mettere in discussione la politica del governo brasiliano nei confronti di Cuba affermando che l'attuale governo brasiliano: "Ha mancato durezza o franchezza sul tema dei diritti umani sull'isola. Nel caso del governo brasiliano si é avuto troppo silenzio".


Avrà la sua origine, tale dichiarazione, in un'altra tirata di quelli che muovono la marionetta da Washington o è solo il modo che la blogger ha trovato per restituire il favore a coloro che l'hanno invitata a "lavorare" in Brasile?


E' logico che la stragrande maggioranza dei cubani non voglia condividere la sorte di Yoani Sánchez. Oltre a lavorare per lo stato, con l'aggiornamento del modello economico che viene effettuato nell'isola, i cubani hanno 181 modi per guadagnarsi da vivere per conto proprio.
Nessuna di essi è il tradimento.

 

 

Que le pasa a Yoani Sanchez?

Durante una manifestación donde la juventud brasileña dejó claro que la bloguera mercenaria puede tupir a los representantes de una derecha que desea ser engañada pero no a los jóvenes, uno de los manifestantes le preguntó a la bloguera Yoani Sánchez por qué no hay en Cuba grandes movilizaciones populares contra el gobierno. A lo que la agente de la CIA sin credencial respondió: "Quizás ellos no quieran que les pase lo mismo que a Yoani Sánchez".
¿Pero qué será lo que le ha pasado a Yoani Sánchez que los cubanos no quisieran que les pase? ¿Se referirá la bloguera a ser valorada por los diplomáticos norteamericanos en La Habana como la esperanza de la subversión en la Isla o a la posibilidad con que cuenta de reunirse con dichos funcionarios en su propia casa o en sus suntuosas residencias?
¿Se tratará de recibir premios a mansalva y sin sentido para costear de ese modo su “trabajo” de difamar a Cuba? ¿Será que los cubanos con vergüenza no quieren que los llamen agentes de la CIA, ni mercenarios, ni en Cuba ni en ningún otro lugar del mundo?
Lo que le ha pasado en realidad a Yoani, que no le pasa a los cubanos, e incluso a otros desvergonzados de su misma calaña, es que algunas "pequeñas personas" le hayan pagado una gira mundial en 80 días donde la bloguera además de su trabajo de megáfono de las mentiras contra su país se dedique de paso a inmiscuirse en la política interna de las naciones a las que visitará.
Justo ayer, durante una entrevista en el diario Estado de Sao Paulo, la mercenaria, que lo que sabe de política y realidad cubana es lo que le enseñan sus tutores de la Oficina de Intereses de Estados Unidos en La Habana, se dio el lujo de cuestionar la política del gobierno brasileño hacia Cuba al afirmar que al actual gobierno brasileño le: "Ha faltado dureza o franqueza en el tema de los Derechos Humanos en la Isla. En el caso del gobierno de Brasil ha habido demasiado silencio".
¿Tendrá su origen tal declaración en otro tirón de los que mueven la marioneta desde Washington o solo es la forma que la bloguera ha encontrado para devolverle el favor a quienes la invitaron a “trabajar” en Brasil?
Es lógico que la gran mayoría de los cubanos no quiera compartir el destino de Yoani Sánchez. Además de trabajar para el estado, con la actualización del modelo económico que se lleva a cabo en la Isla, los cubanos cuentan con 181 formas de ganarse la vida por cuenta propia. Ninguna de ella es la traición.
 

 

Yoani Sánchez, i Cinque e una piccola

preoccupazione monetaria
 

 

 

21.02.2013 - M. H. Lagarde http://cambiosencuba.blogspot.it/

 

 

Nessuno ha alcun dubbio che la blogger mercenaria cubana è una che si preoccupa per i soldi. La sua ossessione per le finanze é giunta al punto di dichiarare, nel parlamento brasiliano, che è a favore della libertà dei Cinque Eroi cubani ingiustamente incarcerati negli Stati Uniti per combattere il terrorismo, per "la quantità di denaro che viene speso dal governo del mio paese in questa campagna di viaggi per il mondo, spazi nella stampa internazionale per la campagna dei Cinque membri del Ministero degli Interni".


Tuttavia, e nonostante poter contare su una fortuna che supera il quarto di milione di dollari, vinti in incredibili
premi e inutili corrispondenze, la blogger milionaria insiste nel farsi passare per una persona semplice:
 

Di fronte agli stessi parlamentari dove ha difeso la libertà dei Cinque, così come la chiusura del carcere USA di Guantanamo e contro il blocco a Cuba, la blogger più ricca del mondo, ha anche detto che può fare un giro del mondo in 80 giorni grazie alla solidarietà di molte persone  "piccole come lei."
 

Tra le persone "piccole" curiosamente figurano Amnesty International, che le ha pagato il biglietto per diversi eventi in Europa, dove parteciperà a un festival del cinema ad Amsterdam sui diritti umani, così come varie "piccole" università di New York che le hanno pagato il soggiorno in quella città.

 

Nel caso della Spagna, sarà la "modesta" persona giuridica del Congresso delle reti sociali i-Reti che si occuperà delle spese.
 

Speriamo che domani la blogger non ritratti via Twitter e assicuri che quando ha detto che Amnesty International era "una piccola persona come lei" era solo una 'piccola' ironia e ciò che in realtà intendeva dire è che detta organizzazione era tanto della CIA come lei.

 

 

Yoani Sánchez, los Cinco y una pequeña preocupación monetaria

Por M. H Lagarde http://cambiosencuba.blogspot.it/

A nadie le queda duda de que la bloguera mercenaria cubana es alguien a quien le interesa el dinero. Su obsesión por las finanzas ha llegado al punto de declarar, en el parlamento brasileño, que está a favor de la libertad de los Cinco héroes cubanos presos injustamente en Estados Unidos por luchar contra el terrorismo, por "la cantidad de dinero que está gastando el gobierno de mi país en esa campaña de viajes por el mundo, espacios en la prensa internacional para la campaña de los cinco miembros del Ministerio del Interior".
No obstante, y a pesar de contar con una fortuna que rebasa el cuarto de millón de dólares, ganada en inauditos premios e inútiles corresponsalías, la bloguera millonaria insiste en hacerse pasar por una persona sencilla:
Delante de los mismos parlamentarios que defendió la libertad de los Cinco, así como el cierre de la cárcel estadounidense en Guántanamo y se opuso al bloqueo a Cuba, la bloguera más rica del mundo, también dijo que puede hacer una gira mundial de 80 días gracias a la solidaridad de muchas personas “pequeñas como ella".
Entre esas personas “pequeñas” figuran curiosamente la organización Amnistía Internacional, que le ha pagado el boleto a varios eventos en Europa, donde participará en un festival de cine en Amsterdam sobre derechos humanos, así como varias “pequeñas” universidades de Nueva York que le costearán la estancia en esa ciudad. En el caso de España, será la “modesta” persona jurídica del Congreso de redes sociales i-Redes la que se ocupará de sus gastos.
Esperemos que mañana la bloguera no se retracte via twitter y asegure que cuando dijo que Amnistía Internacional era “una persona pequeña como ella”, se trataba solo de una “pequeña” ironía y que lo que en realidad había querido decir es que dicha organización era tan de la CIA como ella.

 

 

Yoani Sánchez sotto attacco terroristico.

La IV Flotta invaderà il Brasile?

 

 

20.02.2013 - M. H. Lagarde http://cambiosencuba.blogspot.it/

 

 

La democrazia che Yoani Sánchez vuole per Cuba  è durata appena poche ore. Dopo essere stata ricevuta in Brasile al grido di "traditore, agente della CIA e Cuba sí Yankee no" che, curiosamente, ha chiamato insulti, la blogger cubana ha detto che era contenta di essi perché era la democrazia che ella desiderava per Cuba.

"Lasciando l'aeroporto, ho visto una dimostrazione di democrazia e pluralismo, perché c'era un gruppo di persone che volevano darmi il benvenuto e un altro gruppo che manifestava contro la mia presenza. Questo mi ha rallegrato perché pensavo che un giorno potremo fare lo stesso a Cuba", ha detto.

Ma la gioia é durata molto poco. Il giorno dopo, quando la blogger con la sua nuova area di portavoce del Dipartimento di Stato, si è detta contro l'embargo (come una buon agente yankee non dice
blocco - posizione che di certo condividono un sacco di legislatori degli Stati Uniti che non per questo vogliono niente di buono per la Rivoluzione cubana), e i suoi detrattori sono risultati essere molti di più dei suoi seguaci fantasmi, la anche filologa, benché abbia mantenuto per tutto il tempo sul suo viso un sorriso forzato, ha perso il controllo delle parole.

La unica blogger milionaria  al mondo - la sua fortuna a colpi di ingiustificati
premi ammonta a 7.812.500 pesos cubani - oltre a mentire spudoratamente e assicurare che nel suo piatto non aveva pomodori, improvvisamente, e molto in sintonia con l'ultimo pericolo che minaccia il paese che la paga, ha trasformato i democratici, del giorno prima, niente meno che in "terroristi".

"Le grida, gli insulti, era come se fossero stati orchestrati da terroristi", ha detto Sanchez a El Nuevo Herald, il giornale della mafia anticubana di Miami. "Io sono una persona pacifica, che lavora con il verbo, con la parola, non c'era il perché aver tanta aggressività".

Come se invece di verità i suoi nuovi "aggressori" l'avessero attaccata, come fanno di solito i suoi difensori e pubblicisti a Miami, con le bombe in hotel o omicidi mirati.

Per colmo la "intelligente" blogger  ha chiamato anche, coloro che rifiutavano elogiare la grossolana trama con cui giustifica il suo "lavoro", come "repressori". Qualcosa che è piuttosto sorprendente se si considera che gli organizzatori della tournée brasiliana della Sanchez hanno chiesto, dopo i  democratici insulti dei "terroristi", maggior sicurezza della polizia  per la "dissidente". Strano paradosso. Yoani Sanchez deve essere l'unica "dissidente" al mondo con protezione della polizia. Sarà che in Brasile i "terroristi", come  li chiama la sedicente
"diplomatica popolare", reprimono la polizia? O sarà che i membri della Polizia Federale e Militare brasiliana sono, in quella nazione sudamericana, gli unici fan cu cui conta la famosa blogger?

La mercenaria cubana in realtà dovrebbe offendersi con coloro che l'hanno presa per i suoi lunghi capelli e le hanno fatto credere che il suo multi premiato personaggio di vittima arrogante potrebbe risultare credibile da qualche parte.

Se ciò che Yoani Sánchez vuole é che applaudano il suo decadente discorso controrivoluzionario, che ha già più di mezzo secolo, dovrebbe smettere d'ingannare gli "ingenui", della colletta su Internet, che pagano il biglietto aereo e limitare il suo tour mondiale di 80 giorni alla visita del ristorante Versailles a Miami o agli uffici di Langley.

 

 

Yoani Sánchez bajo ataque terrorista. ¿Invadirá la IV Flota a Brasil?

Por M. H. Lagarde http://cambiosencuba.blogspot.it/

La democracia que Yoani Sánchez quería para Cuba apenas si duró unas pocas horas. Tras ser recibida en Brasil con gritos de “traidora, agente de la CIA y Cubasí, yanquis no” a los que, curiosamente, llamó insultos, la bloguera cubana dijo que se alegraba de ello porque esa era la democracia que ella quería para Cuba.
“A la salida del aeropuerto, vi una demostración de democracia y pluralidad, porque había un grupo de personas que me desearon la bienvenida y otro grupo que se manifestó contra mi presencia. Esto me alegró porque pensé que un día, podremos hacer lo mismo en Cuba”, dijo.
Pero la alegría le duró bien poco. Al día siguiente, cuando la bloguera, con su nuevo aire de vocera del Departamento de Estado, aseguró estar en contra del embargo (como buena agente yanqui no dice bloqueo- posición que por cierto comparten una buena cantidad de legisladores estadounidenses que no por ello desean nada bueno para la Revolución cubana), y sus detractores resultaron ser muchos más que sus fantasmales seguidores, la también filóloga, aunque mantuvo todo el tiempo en su rostro una forzada sonrisa, perdió el control de las palabras.
La única bloguera millonaria del mundo -su fortuna a golpes de injustificados premios equivale a 7.812.500 de pesos cubanos-, además de mentir descaradamente y asegurar que en su plato no había tomates, de pronto, y muy a tono con el último peligro que amenaza al país que le paga, transformó a los demócratas del día anterior nada menos que en “terroristas”.
“Los gritos, los insultos, fue como si hubiesen sido orquestados por terroristas”, dijo Sánchez, a El Nuevo Herald, el periódico de la mafia anticubana de Miami. “Soy una persona pacífica, trabajo con el verbo, con el habla, no tenía por qué haber tanta agresividad”.
Como si en vez de verdades sus nuevos “agresores” la hubiesen atacado, como suelen hacer sus defensores y publicistas en Miami, con bombas en hoteles o asesinatos selectivos.
Para colmo la “inteligente” bloguera llamó además, a quienes rehusaron elogiar la burda trama con que justifica su “trabajo”, como “represores”. Algo que resulta bien llamativo si se considera que los organizadores de la gira brasileña de Sánchez solicitaron, tras los democráticos insultos de los “terroristas”, mayor seguridad policial para la “disidente”. Extraña paradoja. Yoani Sánchez debe ser la única “disidente” del mundo con protección policial ¿Será que en Brasil, los “terroristas”, como la autodenominada “diplomática popular” los llama, reprimen a los policías?¿O será que los miembros de Policía Federal y Militar brasileña son, en esa nación suramericana, los únicos seguidores con que cuenta la afamada bloguera?
La mercenaria cubana en realidad debería de ofenderse con quienes le han tomado su extensa cabellera y le han hecho creer que su multipremiado personaje de víctima arrogante podría resultar creíble en alguna parte.
Si lo que Yoani Sánchez quiere es que le aplaudan su decadente discurso contrarrevolucionario que ya tiene más de medio siglo, debería dejar de estafar a los “ingenuos” de la colecta en Internet que le paga los pasajes y limitar su gira mundial de 80 días a visitar el restaurante Versailles de Miami o las oficinas de Langley.

 

 

Imparando sulla libertà di espressione

col tour mondiale di Yoani Sánchez

 

 

19.02.2013 - Iroel Sanchez http://lapupilainsomne.wordpress.com

 

 

Yoani Sánchez ha iniziato il suo giro del mondo in ottanta giorni e già la stampa globale approfitta per offrirci lezioni di ciò che entrambi intendono per libertà di espressione.

Gli stessi media che hanno fabbricato le sue avventure in Cuba e ignorato le sue assurdità -
sparatorie che non sono mai esistite, assalti a chiese che si sono verificati solo nella sua immaginazione o i vaticinati decessi di Fidel Castro e Hugo Chavez - si occupano  di insegnarci come funziona la macchina nella quale la signora Sanchez funge da strumento.

Sappiamo dai media mainstream che Yoani Sánchez è stata accolta da proteste nei due aeroporti brasiliani dove è sbarcata, finora, e che questo lunedì notte la proiezione di un documentario su di lei é dovuta essere sostituito da una dibattito reclamato da persone che si oppongono alla sua presenza nella nazione sudamericana.

Tuttavia, per i giornali come El Nuevo Herald di Miami in questo "dibattito" non hanno mai parlato coloro che lo hanno proposto. E' strano, molto strano, che i sostenitori di un regime totalitario - così qualificano Cuba i media che diffondono Yoani Sánchez - propongano un dibattito e ancora più strano è che, quando questo avviene, la stampa sostenitrice della libertà di espressione
non possa dirci una sola parola di quello che hanno detto coloro che non condividono le sue idee.

Sono passati solo due degli 80 giorni
 del tour mondiale della signora Sanchez ma, senza dubbio, già stiamo imparando molto sulla libertà di espressione che lei e i suoi sponsor cercando d'imporre a Cuba.

 

Aprendiendo sobre libertad de expresión con la gira mundial de Yoani Sánchez

Iroel Sánchez

Yoani Sánchez ha iniciado su vuelta al mundo en ochenta días y ya la prensa global aprovecha para brindarnos lecciones de lo que ambos entienden por libertad de expresión.
Los mismos medios que han fabricado sus aventuras en Cuba e ignorado sus dislates -tiroteos que nunca existieron, asaltos a iglesias ocurridos sólo en su imaginación, o las muertes adelantadas de Fidel Castro y Hugo Chávez- se ocupan de enseñarnos cómo funciona la maquinaria en la cual la señora Sánchez oficia de instrumento.
Sabemos por los grandes medios que Yoani Sánchez ha sido recibida con protestas en los dos aeropuertos brasileños donde ha desembarcado hasta ahora, y que en la noche de este lunes la exhibición de un documental sobre ella tuvo que ser sustituida por un debate reclamado por personas que se oponen a su presencia en la nación sudamericana.
Sin embargo, para periódicos como El Nuevo Herald de Miami en el tal “debate” nunca hablaron los que lo propusieron. Es raro, muy raro, que los partidarios de un régimen totalitario -así califican a Cuba los medios que difunden a Yoani Sánchez- propongan un debate y aún más raro es que cuando este se produce, la prensa partidaria de la libertad de expresión no nos pueda decir una sola palabra de lo que dijeron los que no comparten sus ideas.
Han transcurrido apenas dos de los ochenta días que durará la gira mundial de la señora Sánchez pero, sin dudas, ya estamos aprendiendo mucho sobre la libertad de expresión que ella y sus patrocinadores intentan imponernos en Cuba.

 

 

 

Yoani Sánchez in Brasile: seguace

 

di Platt o dell'argento?

 

19.02.2013 - M.H. Lagarde http://cambiosencuba.blogspot.it/

 


La blogger mercenaria ha scritto oggi sul suo Twitter che ha tenuto una conferenza stampa e che tutto era andato meravigliosamente. La meraviglia, per chi un giorno prima aveva assicurato e spergiurato ad un gruppo di attivisti rivoluzionari brasiliani che era contro il blocco a Cuba, é stata posare per la stampa niente meno che un portavoce del governo degli Stati Uniti.

Secondo un cablo ANSA la blogger, che considera un insulto essere chiamata agente della CIA, "ha posto come priorità che il governo cubano "soddisfi i requisiti necessari" per stabilire relazioni con gli Stati Uniti, che mantiene un embargo economico, contro L'Avana, dal 1962".

"In generale vedo in tutta l'America Latina un certo silenzio, una certa distanza dalla questione dei diritti umani in relazione a Cuba. Lo fanno per non incomodare il presidente Raul Castro e cercare di integrarlo, quindi non parlano delle violazioni dei diritti umani che si commettono a Cuba" ha dichiarato al quotidiano O Estado de Sao Paulo.

"Questo di non è parlare dei diritti umani non è una buona politica - ha proseguito - perché alla fine si dimentica che il popolo deve essere al centro della diplomazia, io sono a favore della diplomazia popolare".

La
multi-
premiata blogger deve essere stata nominata da Kerry in qualche nuovo incarico del Dipartimento di Stato. Come può la povera, semplice e perseguitata blogger di L'Avana, che dice di non aver nulla a che fare con Langley, parlare con una tale autorità della politica di Washington nei confronti di Cuba?

Secondo la nuova membra della diplomazia "popolare" che é conosciuta, a L'Avana, nella SINA ma non all'angolo di casa sua: "per ripristinare le relazioni con gli Stati Uniti, Cuba deve optare per un modello di democrazia richiesto da Washington e altri paesi".

"Ciò che avviene è che in questa normalizzazione delle relazioni non si può dimenticare la questione dei diritti umani. Non si può accantonare una serie di requisiti necessari che Cuba deve soddisfare per poter stabilire relazioni non solo con gli Stati Uniti, ma anche con altri paesi" ha detto.

Dopo un discorso del genere chiunque direbbe che Yoani Sánchez è più plattista che Platt ossia il senatore Orville H. Platt, il cui nome è stato usato per battezzare l'Emendamento che, all'inizio del XX secolo, trasformò Cuba in una neo-colonia degli Stati Uniti. Ma non è il caso, la blogger mercenaria cubana è più che sicuro non abbia la più pallida idea di chi era il senatore del Connecticut.

Ai nuovi annessionisti dell'isola, classici scrocconi cubani accolti come lavoratori autonomi dell'USAID,
più che Platt l'unico che gli interessa é la Plata (argento).

 

 

Yoani Sánchez en Brasil: ¿Seguidora de Platt o de la Plata?

Por M.H. Lagarde http://cambiosencuba.blogspot.it/

La bloguera mercenaria escribió hoy en su twitter que había sostenido una conferencia de prensa y que todo le había salido de maravilla. La maravilla para, quien un día antes había asegurado y perjurado a un grupo de activistas revolucionarios brasileños que ella estaba en contra del bloqueo a Cuba, fue posar ante la prensa nada menos que como vocera del gobierno de Estados Unidos.
Según un cable de ANSA la bloguera, quien considera un insulto que se le llame agente de la CIA, "puso como prioridad que el gobierno cubano "cumpla con requisitos necesarios" para establecer relaciones con Estados Unidos, que mantiene un embargo económico a La Habana desde 1962".
"En general, veo en toda América Latina un cierto silencio, una cierta distancia del tema de los derechos humanos en relación a Cuba. Lo hacen para no incomodar al presidente Raúl Castro y tratar de integrarlo, entonces no hablan sobre las violaciones de derechos humanos que se cometen en Cuba", dijo al diario O Estado de Sao Paulo.
"Eso de no hablar de los derechos humanos no es una buena política -prosiguió- porque al final se olvida que el pueblo debe ser el centro de la diplomacia, soy partidaria de la diplomacia popular".
La multipremiada bloguera debe haber sido nombrada por Kerry en algún nuevo cargo del Departamento de Estado. ¿Cómo puede la pobre, simple y perseguida bloguera de La Habana, que según ella nada tiene que ver con Langley, hablar con tanta autoridad de la política de Washington hacia Cuba?
Según la nueva miembro de diplomacia "popular", a quien en La Habana la conocen en la SINA, pero no en la esquina de su casa: "para reestablecer relaciones con Estados Unidos, Cuba debe optar por un modelo de democracia exigido por Washington y otros países".
"Lo que ocurre es que en esa normalización de relaciones no se puede olvidar el tema de los derechos humanos. No se puede dejar de lado una serie de requisitos necesarios que Cuba debe cumplir para poder establecer relaciones no apenas con Estados Unidos, sino también con otros países", afirmó.
Tras semejante discurso cualquiera diría que Yoani Sánchez es más plattista que Platt, o sea, el senador Orville H. Platt, cuyo nombre sirvió para bautizar a la Enmienda que, a principios del siglo XX, convirtió a Cuba en una neocolonia de Estados Unidos. Pero no es el caso, la bloguera mercenaria cubana lo más seguro es que no tenga la menor idea de quién fue el senador de Connecticut.
A los nuevos anexionistas de la Isla, clásicos vividores cubanos acogidos al cuentapropismo de la USAID, más que Platt lo único que les interesa es la Plata.