contras

 

 

Accuse mediatiche

 

 

30.08.2013 - Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com/

 

 

Da diversi giorni organizzazioni controrivoluzionarie di Miami e Spagna, lavorano per collocare come notizia la presunta repressione contro il gruppuscolo delle Dame in Bianco creato e finanziato dagli Stati Uniti.

Per coloro che non possono recarsi a L'Avana forse lo credono, ma quelli che hanno personalmente visto come passeggiano, ogni domenica, per una delle principali strade della capitale cubana, indisturbate ed ignorate dalla popolazione, si rendono rapidamente conto della manipolazione informativa.

La nuova notizia messa in giro è che il 18 agosto la polizia ha arrestato 20 dei suoi membri, i quali sono stati rilasciati, gradualmente, lo stesso giorno. Per dare più drammaticità al tema cambiano il verbo e lo descrivono come "arrestate e vessate".

Mentre le informazioni del  sergente USA Robert Bales, che ha ammesso aver massacrato 16 civili in Afghanistan, nel corso del processo che é celebrato da un tribunale in Washington, dove i familiari delle sue vittime hanno mostrato fotografie come prova dei suoi omicidi, non hanno quasi nessuna ripercussione sulla stampa.

A Cuba, uomini, donne e bambini sono abituati a tali campagne, per cui la contras non ha seguaci né sostegno popolare; alla fine si cuociono nelle loro stesse menzogne.

 

Acusaciones mediáticas

Arthur Gónzalez

Desde hace varios días organizaciones contrarrevolucionarias en Miami y España, trabajan por colocar como noticia la supuesta represión contra el grupúsculo Damas de Blanco, creado y financiado por Estados Unidos.
Para quienes no pueden viajar a la Habana quizás hasta se lo crean, pero los que han visto personalmente como se pasean cada domingo por una de las principales avenidas de la capital cubana, sin ser molestadas y más bien ignoradas por la población, se percata rápidamente de la manipulación informativa.
La nueva noticia echada a correr, es que el 18 de agosto la policía detuvo a 20 de sus integrantes, las que fueron liberadas gradualmente el mismo día. Para darle más dramatismo al tema le cambian el verbo y lo describen como “arrestadas y hostigadas”.
Sin embargo, la información del sargento estadounidense Robert Bales, quien admitió haber masacrado a 16 civiles en Afganistán, durante el juicio que se le celebra por un tribunal en Washington, donde los familiares de sus víctimas mostraron fotografías como prueba de sus asesinatos, no tiene a penas repercusión en la prensa.
En Cuba, hombres, mujeres y niños están acostumbrados a esas campañas, de ahí que la contrarrevolución no tenga seguidores ni apoyo popular; al final se cocinan en sus propias mentiras.

 

 

Le Dame in Bianco e le sanzioni contro Cuba

 

 

7.05.2013 - http://cambiosencuba.blogspot.it/ di Salim Lamrani * http://operamundi.uol.com.br
 

 

 

Durante la sua visita negli Stati Uniti nell'aprile 2013, la dissidente Berta Soler, che dirige il gruppo le Dame in Bianco, si é pubblicamente pronunciata a favore del mantenimento delle sanzioni economiche contro Cuba.

 

 

Durante il suo discorso al Congresso, ha dichiarato la sua opposizione a un cambiamento di politica da parte di Washington: "Io rispetto le opinioni di tutti, ma la mia, quella delle Dame in Bianco, è quella di non togliere l'embargo" [1].

Le sanzioni, in vigore dal 1960, colpiscono le categorie più vulnerabili della società, vale a dire le donne, gli anziani ei bambini, senza danneggiare i dirigenti della nazione. Per questo, la stragrande maggioranza della comunità internazionale si oppone a ciò che considera un anacronismo della Guerra Fredda, crudele ed inefficace. Nel 2012, per la
ventunesima volta consecutiva, 188 delle 192 nazioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno condannato lo stato d'assedio contro la popolazione cubana.

Per giustificare la sua posizione, Soler ha spiegato che condivide la politica di ostilità degli Stati Uniti verso Cuba, aggiungendo che era indispensabile per rovesciare il governo cubano. "Il nostro obiettivo è quello di asfissiare il governo cubano", ha precisato. Ha inoltre sottolineato che per lei "l'embargo [era] un pretesto" e ha incolpato le autorità dell'isola delle difficoltà economiche.

Il gruppo delle "Dame in Bianco" è stato creato nel 2003 dopo l'arresto di
75 dissidenti accusati di essere finanziati dal governo degli Stati Uniti, che la giustizia cubana ha condannato severamente. Si compone di membri delle famiglie degli oppositori, che sono stati rilasciati tutti dopo l'accordo firmato tra la Chiesa Cattolica, la Spagna e il governo di L'Avana nel 2010.

Soler non ha negato di essere in contatto con la diplomazia statunitensi presente a Cuba e ha anche ammesso ricevere un sostegno dalla Sezione di Interessi degli Stati Uniti all'Avana (SINA). Interrogata in proposito, ha riconosciuto che l'organizzazione è stata creata sotto l'egida di James Cason, capo della SINA nel 2003, e che non ha esitato a definire "il padrino delle Dame in Bianco", ringraziando "il continuo aiuto della SINA". La rappresentante delle Dame in Bianco rivendica apertamente l'assistenza fornita dagli Stati Uniti: "La cosa più importante è che noi abbiamo il sostegno dei funzionari [della SINA]. Abbiamo sempre avuto le porte aperte". [2]

Max Lesnik, direttore di Radio Miami e sostenitore di una normalizzazione delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti ha espresso il suo disaccordo con Berta Soler: "La sua posizione coincide con quella della estrema destra cubana, erede della dittatura di Batista, diretta dall'ex congressista Lincoln Díaz-Balart, il cui padre era vice ministro degli interni di Batista. Va contro gli interessi del popolo cubano e riflette il decadimento morale dell'opposizione cubana. Difendere il mantenimento delle sanzioni economiche, mentre compromettono seriamente il benessere del popolo cubano è eticamente inaccettabile. Nessuno a Cuba è a favore del mantenimento dell'embargo, neppure i settori più insoddisfatti della società. Allo stesso modo, è inevitabile rilevare una contraddizione: da un lato, Soler esige qui, negli Stati Uniti, l'aiuto per il suo gruppo e, dall'altro, reclama più sofferenza per il suo stesso popolo, chiedendo l'imposizione di un blocco totale, con la soppressione dei viaggi famigliari e delle rimesse".

Più sorprendentemente, Soler ha anche chiesto la liberazione di "tutti i prigionieri politici". Ora, secondo Amnesty International, attualmente non vi è un solo prigioniero politico a Cuba. L'agenzia di stampa spagnola EFE ha ricordato che "Cuba ha rilasciato tutti i prigionieri che Amnesty International ha qualificato come prigionieri di coscienza". [3]

La BBC di Londra lo conferma: "Si sono liberati tutti i prigionieri lo scorso anno [2010] nell'ambito di un accordo che ha ottenuto la Chiesa Cattolica Romana, e alcuni di loro sono andati in esilio in Spagna. Ma le Dame in Bianco hanno continuato a manifestare a favore di altri 50 prigionieri condannati per reati violenti come sequestro, che considerano politici". [4]

Da parte sua l'Agenzia statunitense Associated Press segnala che questi "normalmente non dovrebbe essere considerati come prigionieri politici [...]. Uno studio approfondito consente vedere la presenza di terroristi, sequestratori ed agenti stranieri" nella lista. Sottolinea che "sono stati condannati per terrorismo, sequestri e altri crimini violenti, e quattro di loro sono ex militari o agenti dei servizi di intelligence condannati per spionaggio o per rivelare segreti di stato". [5] Alcuni realizzarono incursioni armate a Cuba e almeno due di loro, Humberto Eladio Real Suarez ed Ernesto Cruz Leon, sono responsabili della morte di diversi civili, rispettivamente nel 1994 e nel 1997. [6]

Da parte sua, Amnesty International afferma che non può considerare queste persone "prigionieri di coscienza" perché è "gente processata per terrorismo, spionaggio così come coloro che tentarono e incluso realizzarono a far esplodere bombe in hotel. Naturalmente non chiederemo la loro liberazione e non li classificheremo come prigionieri di coscienza". [7]

fabiodicelmo.jpg (7693 byte)Ricardo Alarcon, ex Presidente del Parlamento cubano, è stato più preciso. Per quanto riguarda le richieste delle Dame in Bianco, domando questo: "Perché non dicono che stanno chiedendo la liberazione di colui che ha assassinato Fabio di Celmo" giovane turista italiano ucciso nel 1997 dopo un attentato con una bomba. [8]

Per queste ragioni, l'opposizione cubana è isolata a Cuba e non ha alcun sostegno popolare. E' la lucida constatazione che ha fatto Jonathan D. Farrar, ex capo della SINA, in una e-mail al Dipartimento di Stato. Secondo lui, i dissidenti "non hanno influenza sulla società cubana e non offrono un'alternativa politica al governo di Cuba". [9] E coloro che chiedono più sofferenza per il popolo cubano, ancora meno.

 

 

 

* Dottore in Studi Iberici e Latinoamericani presso l'Università Paris Sorbonne-Paris IV, Salim Lamrani è professore presso l'Università di Reunion e giornalista, specializzato nelle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Il suo ultimo libro è intitolato 'La guerra economica contro Cuba. Una prospettiva storica e giuridica sul blocco degli Stati Uniti', New York, Monthly Review Press, 2013, con prologo di Wayne S. Smith e una prefazione di Paul Estrade.
Contatto: lamranisalim@yahoo.fr; Salim.Lamrani @ univ-reunion.fr
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Las Damas de Blanco y las sanciones contra Cuba

Por Salim Lamrani* http://cambiosencuba.blogspot.it/

Durante su gira en Estados Unidos en abril de 2013, la disidente Berta Soler, que dirige el grupo de las Damas de Blanco, se pronunció públicamente a favor del mantenimiento de las sanciones económicas contra Cuba. Durante su alocución en el Congreso, hizo partícipe de su oposición a un cambio de política por parte de Washington: “Respeto las opiniones de todo el mundo, pero la mía, la de las Damas de Blanco, es que no se levante el embargo”.[1]
Las sanciones, vigentes desde 1960, afectan a las categorías más vulnerables de la sociedad, a saber las mujeres, los ancianos y los niños, sin afectar a los dirigentes de la nación. Por ello, la inmensa mayoría de la comunidad internacional se opone a lo que considera un anacronismo de la Guerra Fría, a la vez cruel e ineficaz. En 2012, por vigésima primera vez consecutiva, 188 naciones de las 192 de la Asamblea general de las Naciones Unidas condenaron el estado de sitio contra la población cubana.
Para justificar su posición, Soler explicó que compartía la política de hostilidad de Estados Unidos hacia Cuba, agregando que era indispensable para derrocar al gobierno cubano. “Nuestro objetivo es asfixiar al gobierno cubano”, precisó. También subrayó que para ella “el embargo [era] un pretexto”, y culpó las autoridades de la isla de las dificultades económicas.
El grupo “Damas de Blanco” se creó en 2003 tras el arresto de 75 disidentes, acusados de ser financiados por el gobierno estadounidense, a quienes la justicia cubana condenó severamente. Se compone de miembros de las familias de opositores, quienes fueron liberados todos tras el acuerdo firmado entre la Iglesia Católica, España y el gobierno de La Habana en 2010.
Soler no negó estar en contacto con la diplomacia estadounidense presente en Cuba e incluso admitió recibir un apoyo por parte de la Sección de Intereses Norteamericanos de La Habana (SINA). Cuestionada al respecto, reconoció que la organización se creó bajo la égida de James Cason, jefe de la SINA en 2003, a quien no vaciló en calificar como “el padrino de las Damas de Blanco”, agradeciendo “la ayuda continua de la SINA”. La representante de las Damas de Blanco reivindica abiertamente la ayuda que proporciona Estados Unidos: “Lo más importante es que sí tenemos ese apoyo de los funcionarios [de la SINA]. Siempre hemos tenido las puertas abiertas”.[2]
Max Lesnik, director de Radio Miami y partidario de una normalización de las relaciones entre Cuba y Estados Unidos, expresó su desacuerdo con Berta Soler: “Su posición coincide con la de la extrema derecha cubana, heredera de la dictadura de Batista, que dirige el antiguo congresista Lincoln Díaz-Balart, cuyo padre era viceministro de Gobernación [Interior] de Batista. Va contra los intereses del pueblo cubano y refleja la descomposición moral de la oposición cubana. Abogar por el mantenimiento de las sanciones económicas mientras que afectan gravemente el bienestar del pueblo cubano es éticamente inaceptable. Nadie en Cuba está a favor del mantenimiento del embargo, ni siquiera los sectores más insatisfechos de la sociedad. Del mismo modo, resulta inevitable apuntar una contradicción: por un lado, Soler exige aquí, en Estados Unidos, ayuda para su grupo y por otra parte, reclama más sufrimiento para su propio pueblo, pidiendo la imposición de un bloqueo total, con la supresión de los viajes familiares y de las remesas”.
De modo más sorprendente, Soler también exigió la liberación de “todos los presos políticos”. Ahora bien, según Amnistía Internacional, actualmente no hay ni un solo preso político en Cuba. La Agencia de prensa española EFE recordó que “Cuba liberó a todos los presos que Amnistía Internacional calificó como presos de conciencia”.[3]

La BBC de Londres lo confirma: “Se liberó a todos los presos el año pasado [2010] en virtud de un acuerdo que consiguió la Iglesia Católica Romana, y algunos de ellos se exilaron a España. Pero las Damas de Blanco siguieron manifestando a favor de otros 50 presos condenados por crímenes violentos tales como secuestros, que consideran políticos”.[4]
Por su parte la Agencia estadounidense Associated Press señala que ésos “normalmente no deberían ser considerados como presos políticos […]. Un estudio minucioso permite ver la presencia de terroristas, secuestradores y agentes extranjeros” en la lista. Subraya que “fueron condenados por terrorismo, secuestros y otros crímenes violentos, y cuatro de ellos son antiguos militares o agentes de los servicios de inteligencia condenados por espionaje o por revelar secretos de Estado”.[5] Algunos realizaron incursiones armadas en Cuba y al menos dos de ellos, Humberto Eladio Real Suárez y Ernesto Cruz León, son responsables de la muerte de varios civiles, respectivamente en 1994 y 1997.[6]
Por su parte, Amnistía Internacional afirma que no puede considerar a esas personas “presos de conciencia” pues se trata de “gente juzgada por terrorismo, espionaje así como quienes intentaron e incluso lograron hacer estallar hoteles. Por supuesto no pediremos su liberación y no los calificaremos de presos de conciencia”.[7]
Ricardo Alarcón, antiguo Presidente del Parlamento cubano, se mostró más preciso. Con respecto a las exigencias de las Damas de Blanco, preguntó lo siguiente: “¿Por qué no dicen que están pidiendo la libertad del que asesinó a Fabio di Celmo”, joven turista italiano asesinado en 1997 tras un atentado con bomba?[8]
Por estas razones, la oposición cubana se encuentra aislada en Cuba y no dispone de ningún apoyo popular. Es la constatación lúcida que hizo Jonathan D. Farrar, antiguo jefe de la SINA, en un correo al Departamento de Estado. Según él, los disidentes “no tienen influencia en la sociedad cubana y no ofrecen una alternativa política al gobierno de Cuba”. [9] Y los que exigen más sufrimiento para el pueblo cubano, aún menos.

 

 

[1]EFE, «Soler pide a Maduro que deje de enviar petróleo a Cuba», 26 de abril de 2013.
[2] Melissa Sánchez, «Soler: apoyo del exilio es clave para la lucha en Cuba», El Nuevo Herald, 27 de abril de 2013.
[3]EFE, “Cuba Still Holding Political Prisonners, Dissidents Say”, 23 de noviembre de 2011.
[4]BBC, «Cuba ‘Ladies In White Protest Blocked in Havana», 24 de septiembre de 2011.
[5]Paul Haven, «Number of Political Prisoners in Cuba Still Murky», The Associated Press, 23 de julio de 2010.
[6]Juan O. Tamayo, «¿Cuántos presos políticos hay en la isla?», El Nuevo Herald, 22 de julio de 2010.
[7]Paul Haven, «Number of Political Prisoners in Cuba Still Murky», op. cit.
[8]José Luis Fraga, «Alarcón: presos liberados pueden quedarse en Cuba y podrían ser más de 52», Agence France-Presse, 20 de julio de 2010.
[9]Jonathan D. Farrar, «The U.S. and the Role of the Opposition in Cuba», United States Interests Section, 9 de abril de 2009, cable 09HAVANA221. http://213.251.145.96/cable/2009/04/09HAVANA221.html (sitio consultado el 18 de diciembre de 2010).