agente CIA

 

 

Rivelano, negli USA, più piani per

destabilizzare il governo cubano

 

 

21.01.2013 - Tratto da La Jornada www.cubadebate.cu

 

 

Il programma di "democrazia" per Cuba promosso dal governo degli Stati Uniti è un' "attività operativa" che richiede "discrezione continua" nel quadro di diversi "piani di transizione" che Washington contempla nei suoi sforzi contro il regime del presidente Raul Castro, secondo documenti ufficiali degli Stati Uniti divulgati oggi dal National Security Archive.

Gli scritti ufficiali rilasciati oggi sono stati presentati in tribunale come parte di una
causa intentata da Alan Gross, un contrattista incarcerato a Cuba nel 2009 per aver tentato di trasferire clandestinamente apparecchiature per le comunicazioni a Cuba. Gross e sua moglie Judy hanno intentato una causa, lo scorso anno, contro l'Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e la Development Alternatives Inc (DAI) - quest'ultima sua datrice di lavoro quando fu arrestato sull'isola e una delle principali contrattiste dell'USAID - accusandoli di non aver fornito la preparazione, l’addestramento e la supervisione adeguate, di fronte ai pericoli delle attività per la quali fu inviato nell’Isola.

I testi sono stati presentati al tribunale, dalla DAI, la settimana scorsa. Uno, con la dicitura "confidenziale"
(scaricare documento), rivela che in una riunione tra la DAI e l'USAID, nell'agosto 2008, funzionari del Programma per la Democrazia a Cuba e Pianificazione di Emergenze riferiscono all'impresa contrattista che l' "USAID non sta informando i cubani come o perché hanno bisogno di una transizione democratica, ma che l'agenzia desidera fornire la tecnologia e gli strumenti per comunicare la chispa che potrebbe beneficiare alla popolazione", e che il programma aveva lo scopo di "stabilire una base da cui i cubani potrebbero 'sviluppare visioni alternative del futuro' ".

Nello stesso documento si segnala che "il governo degli Stati Uniti ha tra i 5 e 7 diversi piani di transizione" per Cuba, e che il programma non prevede la creazione di un altro. Aggiunge che "non è un progetto analitico, ma un'attività operativa".

Un altro documento specifica la convocazione della USAID per proposte di dipendenti per il programma in Cuba, datato 2008, e sostiene che “l’obiettivo principale del governo degli Stati Uniti è accelerare la transizione pacifica (in Cuba) a una società democratica e orientata al mercato, dando assistenza umanitaria addizionale e appoggio alla Società civile. Sviluppare e se lo permettono le condizioni legali e altre circostanze, attivare piani per mettere in moto una piattaforma programmatica di risposta rapida, che attenda gli interessi della USAID per tenere e coordinare una presenza di programmazione nell’Isola”.

 

I documenti resi pubblici oggi dal National Security Archive, organizzazione indipendente di ricerca che si occupa di rendere trasparenti le attività di politica estera dell'amministrazione, include anche  comunicazioni dell'USAID con la DAI sul programma e le proposte di Gross per trasferire i computer, telefoni cellulari e sistemi di comunicazioni via satellite nell'isola.

Negli scritti figura la testimonianza di un dirigente della DAI , in tribunale, per quanto riguarda la causa civile di Gross, in cui si afferma che i funzionari dell'USAID "sottolinearono" che il programma su Cuba aveva "rischi", in particolare "nei termini di costruire la rete richiesta per i promotori della democrazia e diritti umani a Cuba". (I documenti possono essere visitati sul sito del National Security Archive: www.gwu.edu/ nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB411 ~ /).

Peter Kornbluh, analista del National Security Archive responsabile del programma su Cuba, tra altri, ha detto che durante un incontro che ebbe con Gross, nel novembre 2012 a Cuba, lo statunitense ha insistito che
"le mete non erano le stesse del programma per cui era stato inviato" e ha esortato l'amministrazione Obama a negoziare e risolvere il suo caso con le autorità cubane, tra le altre questioni bilaterali.

Kornbluh ha considerato che la decisione del DAI di presentare questi documenti dinanzi al tribunale ha una tinta ricattatoria contro il governo degli Stati Uniti. Nella sua richiesta al tribunale di archiviare il caso, la società afferma che "è profondamente preoccupata  in questo caso durante le more del giudizio, in questo caso tutto il contenzioso, potrebbe creare rischi significativi agli interessi della sicurezza nazionale, della politica estera e dei diritti umani del governo degli Stati Uniti". Ossia, secondo Kornbluh, si tratta di un avvertimento al governo che se non intensifica i suoi sforzi per liberare Gross il caso legale potrebbe rivelare ulteriori dettagli dei programmi di intervento degli Stati Uniti nell'isola.

Per l'avvocato José Pertierra, esperto di questioni giuridiche e politiche nelle relazioni Cuba-Stati Uniti e vicino alla questione legale dei
Cinque (cubani incarcerati negli Stati Uniti, che erano impegnati in attività antiterroristiche per L'Avana in Florida), "questi documenti confermano che tutta tale questione fa parte di un piano per destabilizzare Cuba clandestinamente" e, allo stesso tempo, dimostrano che "Gross è colpevole di ciò di cui è accusato".

In un'intervista a La Jornada, Pertierra ha commentato che questo è solo l'inizio di una serie di documenti che usciranno alla luce mostrando che "non si tratta semplicemente di consegnare strumenti alla piccola comunità ebraica a Cuba, ma di stabilire una rete alternativa di dissidenti azionata intorno agli interessi degli Stati Uniti". L'avvocato ha sottolineato che "ciò è illegale a Cuba e in tutti i paesi del mondo - nessun governo sovrano accetta che una potere straniero sia coinvolto in attività interne, il cui scopo è quello di promuovere un cambiamento di regime".

Pertierra ha concluso che "magari, per ragioni umanitarie, liberino Gross. Come, per motivi umanitari, gli Stati Uniti rilascino i Cinque.
Chiaro che i due casi non sono uguali. Così come si sostiene qui, ci sono ragioni. Il programma di Gross aveva l'intenzione di destabilizzare Cuba; i Cinque non avevano l'obiettivo di destabilizzare gli Stati Uniti, ma stavano lavorando per prevenire atti di terrorismo contro Cuba lanciati da e protetti dagli Stati Uniti".
 

 

Revelan en EU más planes para desestabilizar al gobierno cubano

El programa de “democracia” para Cuba promovido por el gobierno estadunidense es una “actividad operacional” que requiere “discreción continua” en el marco de varios “planes de transición” que Washington contempla en su esfuerzo contra el régimen del presidente Raúl Castro, según documentos oficiales estadunidenses divulgados hoy por el National Security Archive.
Los escritos oficiales dados a conocer hoy fueron presentados ante un tribunal como parte de un caso legal promovido por Alan Gross, el contratista encarcelado en Cuba en 2009 por intentar trasladar de manera clandestina equipos de comunicaciones a Cuba. Gross y su esposa Judy interpusieron una demanda el año pasado contra la Agencia de Estados Unidos para el Desarrollo Internacional (Usaid) y el Development Alternatives Inc (DAI), este último su empleador cuando fue arrestado en la isla y uno de los principales contratistas de la Usaid, acusándolos de que fallaron en prepararlo, capacitarlo y supervisarlo de manera adecuada ante los peligros de las actividades a que fue enviado a la isla.
Los textos fueron presentados ante el tribunal por el DAI la semana pasada. Uno, marcado como “confidencial”, revela que en una reunión entre el DAI y la Usaid, en agosto de 2008, funcionarios del Programa para la Democracia en Cuba y Planeación de Contingencias relatan a la empresa contratista que la “Usaid no está informando a los cubanos cómo o por qué necesitan una transición democrática, sino que la agencia desea otorgar la tecnología y los medios para comunicar la chispa que podría beneficiar a la población”, y que el programa tenía la intención de “establecer una base desde donde los cubanos podrían ‘desarrollar visiones alternativas del futuro’”.
En el mismo documento se señala que “el gobierno de Estados Unidos tiene entre cinco y siete diferentes planes de transición” para Cuba, y que el programa no contempla redactar otro. Agrega que ello “no es un proyecto analítico, sino una actividad operacional”.
Según otro documento, la convocatoria de la Usaid para propuestas de contratistas para el programa en Cuba, fechado en 2008, sostiene que el “objetivo principal del gobierno de Estados Unidos es acelerar la transición pacífica (en Cuba) a una sociedad democrática y orientada al mercado, al otorgar asistencia humanitaria adicional y apoyo a la sociedad civil. Desarrollar y, si así lo permiten las condiciones legales y otras circunstancias, activar planes para lanzar una plataforma programática de respuesta rápida que atienda los intereses de la Usaid para tener y coordinar una presencia de programación en la isla”.
Los documentos divulgados hoy por el National Security Archive, organización independiente de investigación dedicada a transparentar las actividades de política exterior del gobierno, también incluyen comunicaciones de la Usaid con el DAI sobre el programa y las propuestas de Gross para trasladar computadoras, teléfonos celulares y sistemas de comunicación satelital a la isla.
En los escritos figura el testimonio de un ejecutivo del DAI ante el tribunal en torno a la demanda civil de los Gross, en el cual afirma que funcionarios de la Usaid “enfatizaron” que el programa sobre Cuba tenía “riesgos”, particularmente “en términos de construir la red requerida de promotores de democracia y derechos humanos en Cuba”. (Los documentos se pueden revisar en el sitio del National Security Archive: www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB411/).
Peter Kornbluh, analista del National Security Archive encargado del programa sobre Cuba, entre otros, comentó que durante una reunión que sostuvo con Gross en noviembre de 2012, en Cuba, el estadunidense le insistió en que “mis metas no son las mismas que las del programa que me envió”, e instó al gobierno de Barack Obama a negociar y resolver su caso con las autoridades cubanas, entre otros asuntos bilaterales.
Kornbluh consideró que la decisión del DAI de presentar esos documentos ante el tribunal tiene un tinte chantajista contra el gobierno estadunidense. En su solicitud ante el tribunal para que descarte el caso, la empresa afirma que “está profundamente preocupada porque el desarrollo del historial, en este caso a lo largo del litigio, pudiera crear riesgos significativos a los intereses de seguridad nacional, políticas exterior y de derechos humanos del gobierno de Estados Unidos”. O sea, según Kornbluh, se trata de un aviso al gobierno de que si no intensifica sus esfuerzos para liberar a Gross el caso legal podría revelar aún más detalles de los programas de intervención estadunidense en la isla.
Para el abogado José Pertierra, experto en asuntos jurídicos y políticos en la relación Cuba-Estados Unidos y cercano al asunto legal de Los cinco (cubanos encarcelados en Estados Unidos que realizaban actividades antiterroristas para La Habana en Florida), “estos documentos confirman que todo ese asunto es parte de un plan para desestabilizar Cuba clandestinamente” y, a la vez, comprueban que “Gross es culpable de lo que está acusado”.
En entrevista con La Jornada, Pertierra comentó que ello es sólo el inicio de una serie de documentos que van a salir a la luz pública demostrando que “esto no se trata simplemente de otorgar equipo a la pequeñísima comunidad judía en Cuba, sino de establecer una red alternativa de disidentes operada en torno a los intereses de Estados Unidos”. El abogado subrayó que “eso es ilegal en Cuba y en todos los países del mundo –ningún gobierno soberano acepta que un poder extranjero se involucre en actividades internas, cuyo propósito es promover un cambio de régimen”.
Pertierra concluyó que “ojalá, por razones humanitarias, liberen a Gross. Igual, por razones humanitarias, Estados Unidos libere a Los cinco. Claro que los dos casos no son iguales. Tal como se argumenta aquí, tienen razón. El programa de Gross tenía la intención de desestabilizar Cuba; Los cinco no tenían el objetivo de desestabilizar Estados Unidos, sino estaban trabajando para evitar actos de terrorismo contra Cuba lanzados desde y protegidos por Estados Unidos”.

(Tomado de La Jornada)