La prova di un fallimento

 

 

17.05.2013 - Iroel Sanchez http://lapupilainsomne.wordpress.com/

 

 

Il Direttore dell'innovazione del Dipartimento di Stato sino allo scorso 14 marzo, Alec Ross, è stato capace di parlare di fronte ad una foto del Comandante Che Guevara a utenti di Twitter e blogger latinoamericani e dire che addestrava i bambini in Siria per denunciare gli abusi scolastici. Tuttavia, il suo compito era un altro. Secondo il supplemento The Cable, della rivista Foreign Policy, al momento della sua partenza "Ross si é guardato indietro con orgoglio del lavoro che il suo ufficio aveva fatto per aiutare i ribelli siriani a stabilire le comunicazioni e comunicare in modo sicuro dopo la rivoluzione in corso ed evitare la persecuzione da parte del regime di Assad. Il suo ufficio ha fornito tecnologie di comunicazione ai membri dell'opposizione nelle zone di confine siriane e addestrò ONG su come evitare la censura di regime e lo spionaggio cibernetico. Ha anche lavorato nella rivolta libica per ripristinare le reti di comunicazione nei territori in mano ai ribelli come Bengasi, in collaborazione con il defunto Ambasciatore Chris Stevens ... ". Aggiunge FP che Alec Ross "ha addestrato decine di ambasciatori degli Stati Uniti nel comprendere l'impatto delle reti sulla politica estera e ha insegnato ai funzionari entranti del Servizio Rstero nell'Istituto Servizio Estero".

Anche se ho già scritto su di lui, lo ricordo ora perché la settimana scorsa un diplomatico degli Stati Uniti a L'Avana, molto probabilmente un discepolo di R
oss, é intervenuto in modo molto simpatico nella seconda edizione di Twitthab*, un raduno di utenti cubani di social network. Conrad Tribble, Vice Capo della Sezione di Interessi degli Stati Uniti (SINA) a Cuba, non ha parlato di abusi nelle scuole ma ha proposto un dialogo sul baseball e cultura, ricordando quella famosa intervista di Salim Lamrani a Yoani Sanchez, dove lei ha detto che con il paese di Tribble abbiamo "forti relazioni". Si gioca a baseball a Cuba come negli Stati Uniti".

Diversi blogger lì presenti poi hanno scritto su di lui, beffandosi che Tribble li volesse prendere per ragazzi stupidi dicendo "ragazzi cerchiamo di essere amici", come scrive Carlos Alberto Pérez ne La Chiringa di Cuba. E' che ci devono credere quasi subnormali  per - rappresentando ufficialmente il governo che ci strangola  economicamente e protegge i terroristi che hanno agito contro Cuba - venire e dire ad un gruppo di persone con più di un neurone: "parliamo di baseball e della cultura" e uno crede di avere di fronte Madre Teresa e non un operatore dello stato la cui politica ufficiale è quella di rovesciare il sistema politico sociale che  la maggioranza dei cubani appoggia. Con ragione, diversi partecipanti hanno ricordato a Tribble, di rivedere quello che è successo, la dottrina di Obama del Soft Power. Molto bello tenerti afferrato per il collo e dire "cominciamo un dialogo" senza allentare il blocco, accusandoci di essere terroristi e proibendo ai cittadini statunitensi di andare a Cuba.

Conrad Tribble non ha ancora raggiunto il cinismo del suo maestro, parlando di fronte a una foto del Che, anche se ha detto che potrebbe discutere sui
Cinque con utenti di Tweeter e blogger cubani", ma non ora", quando già vanno per quindici anni di ingiusta condanna. Intelligente il mister, invece di parlare con il governo cubano per risolvere le questioni che interessano la maggior parte degli abitanti di questa isola nelle sue relazioni con gli Stati Uniti, vuole conversare con gli utenti dei social network a Cuba e farsi loro amico, senza risolvere nulla: né viaggi, né visti, né blocco, né libertà per i Cinque, né restituzione della Base Navale di Guantanamo.

Mi vengono in mente diversi domandine: se desiderano il dialogo perché non lasciano venire i nord americani a parlare liberamente qui o danno i visti perché qualsiasi cubano possa recarsi negli Stati Uniti? o il dialogo deve essere solo della SINA con blogger e utenti tweeter cubani, per cui, oh coincidenza, Washington ha progettato una strategia sostenuta con milioni di dollari? Che cosa succede se un diplomatico cubano si presenta ad un incontro di Occupy Wall Street e dice che vuole avviare un dialogo, nonostante che non è Cuba quella che blocca gli Stati Uniti né ha un budget per il "cambio di regime" negli USA?

In Russia hanno appena fermato un agente della CIA con facciata diplomatica. Ryan Christopher  Fogle -camuffato con una parrucca bionda - è stato trattato rudemente dai russi: mani dietro la schiena e la testa contro il pavimento prima di dichiararlo persona non grata. Ma qui siamo più delicati. Ma quando la presenza di Tribble in Twitthab non è se non il riconoscimento del fallimento del piano degli Stati Uniti di creare interlocutori tra gli utenti cubani d'internet e dell'usura e totale discredito degli strumenti da loro fabbricati come
Estado de SATS o la signora Sanchez, a cui,
per inciso, piace anche indossare parrucche bionde come ha fatto per disturbare un dibattito della rivista Times qualche tempo fa.

Grazie, signor Tribble, per riconoscere che ora non le servono gli  impresentabili intermediari che vollero usare nella prima edizione di Twitthab, e ora tenta di disturbarlo intervenendo direttamente e così vedere se per caso pesca qualcosa, ma penso che rimarrà con l'amo  vuoto. Chieda consiglio al signor Ross e cambi un'altra volta il piano, Cuba non è la Libia o la Siria.

 

 

La prueba de un fracaso

Iroel Sánchez

El Director de innovación del Departamento de Estado hasta el pasado 14 de marzo, Alec Ross, fue capaz de hablar delante de una foto del Comandante Che Guevara a tuiteros y blogueros latinoamericanos y decir que entrenaba niños en Siria para denunciar el maltrato escolar.
Sin embargo, su tarea era otra. Según el suplemento The Cable, de la revista Foreing Policy, en el momento de su despedida “Ross miró hacia atrás con orgullo en el trabajo que su oficina hizo para ayudar a los rebeldes sirios a establecer las comunicaciones y comunicarse de forma segura después de la revolución en marcha y evitar la persecución por el régimen de Assad. Su tienda proporcionó tecnologías de la comunicación a los miembros de la oposición en las zonas fronterizas sirias y capacitó ONGs sobre la forma de evitar la censura del régimen y el espionaje cibernético. También trabajó en el levantamiento libio para restablecer las redes de comunicación en los territorios en manos de los rebeldes como Benghazi, en colaboración con el fallecido Embajador Chris Stevens…”. Agrega FP que Alec Ross “entrenó decenas de embajadores de Estados Unidos en la comprensión del impacto de las redes en la política exterior y daba clases a funcionarios entrantes del Servicio Exterior en el Instituto de Servicio Exterior”.
Aunque ya escribí sobre ello, lo recuerdo ahora porque la semana pasada un diplomático norteamericano en La Habana, muy probablemente discípulo de Ross, intervino de manera muy simpática en la segunda edición de Twitthab*, un encuentro de usuarios cubanos de las redes sociales. Conrad Tribble, Jefe Adjunto de la Sección de Intereses de Estados Unidos (SINA) en Cuba, no habló de maltrato escolar sino propuso un diálogo sobre béisbol y cultura, recordando aquella célebre entrevista de Salim Lamrani a Yoani Sánchez donde esta decía que con el país de Tribble tenemos “fuertes relaciones. Se juega al béisbol en Cuba como en Estados Unidos”.
Varios blogueros presentes allí escribieron después sobre ello, burlándose de que Tribble los quisiera tomar por tontos, diciéndole ¨muchachos vamos a ser amigos” como escribe Carlos Alberto Pérez en La Chiringa de Cuba. Y es que hay que creernos casi subnormales para, representando oficialmente al gobierno que nos estrangula esconómicamente y ampara a los terroristas que han actuado contra Cuba, llegar y decir a un grupo de personas con más de una neurona: “vamos a hablar de béisbol y de cultura” y uno crea que tiene delante a la Madre Teresa y no a un operador del estado cuya política oficial es el derrocamiento del sistema político social que respalda la mayoría de los cubanos. Con mucha razón, varios de los participantes le han recordado a Tribble, al reseñar lo ocurrido, la doctrina obamista del Soft power. Muy lindo tenerte agarrado por el cuello y decir “vamos a iniciar un diálogo” sin aflojar el bloqueo, acusándonos de terroristas y prohibiéndole a los ciudadanos estadounidenses viajar a Cuba.
Conrad Tribble todavía no ha alcanzado el cinismo de su profesor, hablando delante de una foto del Che, aunque ya dijo que podría dialogar sobre Los Cinco con los tuiteros y blogueros cubanos “pero no ahora”, cuando estos ya van para quince años de injusta condena. Inteligente el señor, en vez de hablar con el gobierno cubano para solucionar los temas que interesan a la mayoría de los habitantes de esta Isla en sus relaciones con Estados Unidos, quiere conversar con los usuarios de las redes sociales en Cuba y hacerse su amigo sin resolver nada: ni viajes, ni visas, ni bloqueo, ni libertad para Los Cinco, ni devolución de la Base Naval en Guantánamo.
Se me ocurren varias preguntillas: ¿Si quieren diálogo por qué no dejan venir a los norteamericanos a dialogar libremente aquí o dan las visas para que todo cubano que quiera pueda viajar a Estados Unidos?¿O el diálogo tiene que ser sólo de la SINA con los tuiteros y blogueros cubanos, para los que, oh casualidad, Washington tiene diseñada una estrategia respaldada con millones de dólares?¿Qué pasa si un diplomático cubano se aparece en un encuentro de Occupy Wall Street y dice que quiere iniciar un diálogo a pesar de que no es Cuba la que bloquea a Estados Unidos ni tiene un presupuesto para el “cambio de régimen” en el país del Norte?
En Rusia acaban de detener a un agente de la CIA con fachada de diplomático. Ryan Cristopher Fogle -disfrazado con una peluca rubia- fue tratado con rudeza por los rusos: Manos a la espalda y la cabeza contra el piso antes de declararlo persona non grata. Pero aquí somos más delicados. Más cuando la presencia de Tribble en Twitthab no es sino el reconocimiento del fracaso en el plan estadounidense de crear interlocutores entre los usuarios cubanos de Internet y del desgaste y total descrédito de instrumentos fabricados para ello como Estado de SATS o la señora Sánchez, a quien por cierto también le gusta disfrazarse con pelucas rubias como hizo para reventar un debate de la revista Temas hace algún tiempo.
Gracias, Mr Tribble, por reconocer que ya no les sirven los intermediarios impresentables que quisieron usar en la primera edición de Twitthab, y ahora tratar de reventarlo interviniendo directamente y así ver si de paso pescan algo, pero creo que se llevaron el anzuelo vacío. Pídale consejo a Mr Ross y cambien otra vez de plan, Cuba no es Libia ni Siria.