I finanziamenti degli Stati Uniti per le

campagne medianiche contro Cuba

 

 

14.06.2013 - www.granma.cu

 

 

L’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) finanzia campagne mediatiche contro Cuba, orientate e destabilizzare il governo e giustificare azioni di fronte all’opinione pubblica, ha segnalato a Quito, Gabriel Fuentes, analista internazionale ecuadoriano, che ha indicato come gli Stati Uniti hanno utilizzato media di comunicazione dall’inizio della Rivoluzione cubana per diffondere e presentare al mondo  il  fallimento del governo dell’Isola e la violazione permanente dei diritti umani dei cittadini.

 

In un reportage televisivo trasmesso dal canale CNPlus, è stata presentata l’opinione del politologo Carlos Estarella, che ha detto che un blocco economico come quello che esiste contro Cuba, sarebbe fatale per qualsiasi  paese.

 

L’analista ha descritto questa azione di Washington come un intervento aggressivo ed ha ricordato che uno dei principi del diritto internazionale è il non intervento.

 

Fuentes ha aggiunto che le campagne mediatiche sono servite da strumenti per giustificare presso l’opinione pubblica gli interventi militari  di repressione politica ed economica, con finalità politiche  d’intervento da parte degli Stati Uniti, e che la USAID è stata l’organismo gestore di queste violazioni del diritto internazionale.

 

Il reportage televisivo  ha rivelato che la USAID ha destinato dal 1999 e sino al 2007, 2.3 milioni di dollari per sviluppare campagne di calunnie destinate a destabilizzare il sistema politico in Cuba.

 

La campagna continua, ha detto Fuentes, perchè nel 2010 le organizzazioni nemiche di Cuba negli Stati Uniti disponevano di un bilancio di più di 20 milioni di dollari per finanziare i gruppi ostili al sistema politico cubano, dentro e fuori dall’isola, per promuovere la detta “agenda per la democratizzazione”.

 

 

USAID/Cuba, una

politica schizofrenica

 

 

11.05.2013 - www.havanatimes.org Tracey Eaton (alongthemalecon)
 

 

 

Se le politiche di Washington verso L'Avana fossero una persona, probabilmente la sua povera anima sarebbe confusa, fino ad essere schizofrenica.

I funzionari degli Stati Uniti cercano di far morire di fame Cuba sottoponendola a sanzioni economiche da più di cinque decenni. Dopo indeboliscono le sanzioni consentendo che i cubano-americani viaggino liberamente a Cuba, lasciando cadere manciate di denaro contante sull'Isola

Programmi di cambio di regime, programmi per la democrazia, comunque si chiamino, sono un'altra peculiare caratteristica dell'approccio statunitense.

Dal 1996, l'Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale, USAID in breve, ha speso più di 200 milioni di $ in questi programmi. Questi sono esplicitamente progettati per influire negli affari interni di Cuba e promuovere la libertà. E non importa quanto nobile possa essere la causa, i programmi sono in contrasto con il lavoro di sviluppo nella maggior parte del mondo.

I programmi funzionano anche sotto una crescente segretezza in un momento in cui i governi e le ONG si muovono verso una maggiore trasparenza. Vedi, per esempio:
 

• Publish What You Fund, una campagna globale per la trasparenza degli aiuti,
 

• aidinfo, che promuove il controllo degli aiuti allo sviluppo, e
 

• Avco openaid progettata per mostrare alla gente come si spendono i fondi per lo sviluppo in tutto il mondo.

Anche il governo degli Stati Uniti si é messo in azione con il suo Dashboard Foreign Assistance (Pannello di Strumenti di Aiuto all'Estero), ed il suo cosiddetto Greenbook (Libro verde), un registro storico degli aiuti USA al resto del mondo e la liberazione da parte dell' USAID di nuove banche dati e strumenti tecnologici destinati ad aumentare la trasparenza (vedi l'annuncio del 30 aprile).

Ma le iniziative dello Zio Sam hanno fatto poco per ridurre la segretezza che circonda i programmi dell' USAID a Cuba, che rimane differente dai programmi di sviluppo in molte parti del mondo.

Prendiamo il caso del Regno Unito. Il segretario degli Esteri propizia aiuti allo sviluppo solo se è convinto che il denaro "contribuirà a ridurre la povertà." Non è solo una promessa, è scritto nella legge. Si veda la Legge per lo Sviluppo Internazionale del 2002.
 

Al contrario, un obiettivo chiave del governo degli Stati Uniti a Cuba è quello di aumentare la povertà, non ridurla.

Keith Bolender ha scritto nel suo libro 2012 "Cuba assediata:" ... Ci sono ampie prove che suggeriscono che gli Stati Uniti stanno promulgando un castigo collettivo contro il popolo cubano con l'intenzione di provocare la caduta dell'esperimento socialista ... "

Douglas Dillon, Sottosegretario di Stato durante l'amministrazione Kennedy, ha contribuito a impostare il tono nel 1960, quando ha detto che Washington aveva il dovere di provocare "un crescente malessere tra i cubani affamati."

La strategia é continuata nella decade del 1970, secondo "Cuba assediata", che cita un funzionario della CIA che ha detto "Vogliamo togliere il pane dai negozi perché la gente soffra la fame."

Gli sforzi per soffocare Cuba continuano, ad oggi. Tuttavia, mentre tentano di comprimere l'economia cubana, i funzionari degli Stati Uniti permettono anche ai cubano-statunitensi di inviare, ogni anno, più di un miliardo di dollari in rimesse alle loro famiglie. Si tratta di un gesto umanitario sensibile, ma diminuisce l'impatto delle sanzioni che le autorità degli Stati Uniti fanno applicare con tanta cura.

Il tempo passa e queste misure contraddittorie permangono, sempre più radicate, come parte di un meccanismo istituzionalizzato che è costato ai contribuenti USA centinaia di milioni di dollari.

Nel febbraio 2012, Desmond Butler, dell'Associated Press si focalizzò su una parte di questo macchinario, un programma dell'USAID che ha inviato lo statunitense Alan Gross a Cuba per creare una rete internet via satellite. L'articolo di Butler cominciava dicendo: "Pezzo per pezzo, in zaini e bagagli a mano, gli statunitensi hanno aiutato a fare in modo che il contrattista Alan Gross si assicurasse di far entrare, segretamente a Cuba, computer portatili, telefoni intelligenti, dischi rigidi e dispositivi di rete. L'articolo più sensibile, secondo i rapporti ufficiali di viaggio, è stato l'ultimo, un chip di telefono mobile specializzato, che gli esperti dicono che è spesso utilizzato dal Pentagono e dalla CIA per realizzare segnali satellitari impossibili da rintracciare".

Tom Paulson, un ex giornalista del Seattle Post Intelligencer, ha scritto che la storia di AP si aggiunge ad un "dibattito in corso all'interno del governo federale su come "re-inventare gli aiuti all'estero". Paulson gestisce un sito web chiamato Humanosphere, che analizza le ultime novità relazionate con la salute, lo sviluppo e la povertà nel mondo. Ha colpito l'attenzione l'affermazione di AP che Gross stava contrabbandndo carte telefoniche per satellite, che non sono disponibili al pubblico e sono "somministrate più frequentemente al Dipartimento della Difesa e alla CIA."

Paulson ha detto che i funzionari USA hanno detto che Gross «stava portando a termine la normale missione dell'USAID." Ha scritto: "Eh? Questa é la missione normale dell'USAID? Certamente é normale che la CIA e altri rami del governo legittimamente stabiliti indeboliscano i regimi autoritari di tutto il mondo ...
"Ma è saggio e in nostro interesse a lungo termine, che si coinvolga anche l'USAID  in questo causa?
"Può l'organismo che è stato creato principalmente per portare cibo agli affamati, fornire medici ai feriti o partecipare a cause umanitarie degli Stati Uniti realizzare anche lavoro politico coperto contro i governi stranieri ostili?

"Bisogna definire con maggior chiarezza l'aiuto estero della politica estera?"

Alcuni paesi si sono opposte alle intrusioni dell'USAID. La Russia ha espulso questo organismo nel settembre 2012.

Mercoledì scorso il presidente Evo Morales ha annunciato che il suo governo avrebbe
espulso l' USAID dalla Bolivia.

L' USAID ha operato in Bolivia dal 1964. Juan Ramon Quintana, ministro della Presidenza, ha detto che l'agenzia non ha ridotto la povertà nel suo paese. Invece ha direttamente interferito negli affari della Bolivia dal 1985 al 2005, e ha cercato di mantenere il "controllo politico" della Bolivia, ha detto Quintana. "Nessuno ha detto nulla, perché i partiti politici governativi hanno beneficiato della "pioggia di dollari", ha aggiunto. "Abbiamo fatto un esame rigoroso e ciò che la Bolivia deve sapere è che gli USA non hanno stanziato denaro da essere distribuito tra i poveri, ma per preservare i loro interessi strategici al di fuori dei propri confini."

Il portavoce del Dipartimento di Stato Patrick Ventrell ha detto ai giornalisti che le accuse della Bolivia erano "infondate". Ha inoltre detto che l'obiettivo dell'agenzia non era l'intromissione politica, ma "aiutare il governo della Bolivia a migliorare la vita dei boliviani comuni."

In ogni caso, la decisione della Bolivia non è stata una sorpresa. Nel
giugno 2012, la Bolivia, insieme a Cuba, Ecuador, la Mancomunidad di Dominica, Nicaragua e Venezuela hanno firmato un documento per chiedere l'espulsione dell' USAID dalle loro frontiere.

Il documento afferma: "... l' USAID, attraverso le sue diverse organizzazioni e facciate, agisce in maniera illegale ed impune, senza contare con un quadro giuridico specifico, e finanzia illegalmente mezzi d’informazione, leader politici e organizzazioni non governative, tra gli altri."

Nonostante l'evidente bandiera rossa diplomatica "la decisione della Bolivia di espellere l'USAID è stato uno shock per gli Stati Uniti, perché nessuno nel governo di Evo Morales si era lamentato delle attività dell'Agenzia di Sviluppo degli Stati Uniti", ha riferito giovedì l'Agenzia di stampa Francese (AFP).

Mark Lopes, vice amministratore dell'Ufficio USAID per l'America Latina e i Caraibi, ha detto alla AFP che l'agenzia aveva sentito mormorii del governo boliviano relazionati con l'USAID, ma "abbiamo sempre trovato partner e funzionari del governo a tutti i livelli disposti a collaborare."

O la storia dell'AFP è inesatta o Lopes è incredibilmente disonesto. I funzionari boliviani avevano firmato un documento per chiedere l'espulsione dell'USAID. Questo non è un morbido reclamo o un "ringhio", questo è un messaggio che dice all'USAID che inizi a fare i bagagli.

Sulla questione della trasparenza, Lopes ha detto a AFP: "L'idea che non siamo trasparenti, senza dire chi stiamo finanziando, è semplicemente falso."

 

 

USAID/Cuba, una política esquizofrénica

 

www.havanatimes.org Tracey Eaton (alongthemalecon)

Si las políticas de Washington hacia La Habana fueran una persona, probablemente su pobre alma estaría confundida, hasta podría ser esquizofrénica.
Los funcionarios estadounidenses intentan matar de hambre a Cuba al someterla a sanciones económicas durante más de cinco décadas.
Después socavan las sanciones al permitir que los cubano-americanos viajen libremente a Cuba, soltando puñados de dinero en efectivo en la Isla.
Programas de cambio de régimen, programas por la democracia, como quiera que se llamen, son otra característica peculiar del enfoque estadounidense.
Desde 1996, la Agencia de Estados Unidos para el Desarrollo Internacional, o la USAID por sus siglas, ha gastado más de $ 200 millones en estos programas. Estos están diseñados explícitamente para influir en los asuntos internos de Cuba y fomentar la libertad. Y no importa lo noble que pueda ser la causa, los programas están en desacuerdo con el trabajo de desarrollo en la mayor parte del mundo.
Los programas también funcionan bajo un creciente secretismo en momentos en que los gobiernos y las ONGs se mueven hacia una mayor transparencia. Ver, por ejemplo:
• Publish What You Fund, una campaña mundial por la transparencia de la ayuda,
• aidinfo, que promueve la rendición de cuentas de la ayuda al desarrollo, y
• Avco openaid, diseñada para mostrar a la gente cómo se gastan los fondos de desarrollo en todo el mundo.
Incluso el gobierno de EE.UU. se ha metido en el acto con su Foreign Assistance Dashboard (Tablero de Instrumentos de Asistencia al Exterior), y su llamado Greenbook (Libro verde) un registro histórico de la ayuda de EE.UU. al resto del mundo y la liberación por parte de la USAID de nuevas bases de datos y herramientas tecnológicas destinadas a aumentar la transparencia (ver el anuncio del 30 de abril).
Pero las iniciativas del Tío Sam han hecho poco para reducir el secretismo en torno a los programas de la USAID en Cuba, que se mantiene diferente a los programas de desarrollo en la mayor parte del mundo.
Tomemos el caso del Reino Unido. El secretario de Relaciones Exteriores propicia ayuda al desarrollo sólo si está convencido de que el dinero “contribuirá a reducir la pobreza.”
No es sólo una promesa, está escrito en la ley. Véase la Ley de Desarrollo Internacional de 2002.
Por el contrario, un objetivo clave del gobierno de Estados Unidos en Cuba es aumentar la pobreza, no reducirla.
Keith Bolender escribe en su libro de 2012 “Cuba sitiada: “… Existe una amplia evidencia para sugerir que Estados Unidos está promulgando un castigo colectivo contra el pueblo cubano con la intención de precipitar la caída del experimento socialista…”
Douglas Dillon, subsecretario de Estado durante la administración Kennedy, ayudó a establecer el tono en 1960, cuando dijo que Washington tenía el deber de provocar “un malestar creciente entre los cubanos hambrientos.”
La estrategia continuó en la década de 1970, de acuerdo con “Cuba sitiada”, que cita a un oficial de la CIA diciendo: “Queríamos sacar el pan de las tiendas para que la gente pasara hambre.”
Los esfuerzos para asfixiar a Cuba continúan hoy en día. Sin embargo, mientras tratan de exprimir a la economía cubana, los funcionarios estadounidenses también permiten a los cubano-estadounidenses enviar más de mil millones de dólares en remesas a sus familias cada año.
Es un gesto humanitario sensible, pero disminuye el impacto de las sanciones que las autoridades estadounidenses hacen cumplir tan cuidadosamente.
El tiempo pasa y estas medidas contradictorias permanecen, cada vez más arraigadas, formando parte de un mecanismo institucionalizado que ha costado a los contribuyentes estadounidenses cientos de millones de dólares.
En febrero de 2012, Desmond Butler, de la Associated Press se centró en una pieza de esa maquinaria, un programa de la USAID que envió al estadounidense Alan Gross a Cuba para establecer una red de Internet por satélite. El artículo de Butler comenzaba diciendo:
“Pieza por pieza, en mochilas y bolsas de equipaje de mano, los estadounidenses ayudaron a que el contratista Alan Gross se asegurara de entrar ordenadores portátiles, teléfonos inteligentes, discos duros y equipos de red de forma secreta en Cuba. El artículo más sensible, según los informes oficiales de viaje, fue el último: un chip de teléfono móvil especializado, que los expertos dicen que es usado frecuentemente por el Pentágono y la CIA para realizar señales de satélite virtualmente imposibles de rastrear”.
Tom Paulson, ex reportero del Seattle Post Intelligencer, escribió que la historia de AP se añade a un “debate en curso dentro del gobierno federal sobre cómo “re-inventar la ayuda al exterior “.
Paulson dirige un sitio web llamado Humanosphere, que analiza las últimas novedades relacionadas con la salud, el desarrollo y la pobreza en el mundo. Le llamó la atención la afirmación de AP de que Gross estaba contrabandeando tarjetas telefónicas por satélite, que no están disponibles al público y son “suministradas más frecuentemente al Departamento de Defensa y la CIA.”
Paulson dijo que funcionarios estadounidenses dijeron que Gross “estaba llevando a cabo la misión normal de la USAID.” Él escribió:
“¿Eh? ¿Esta es la misión normal de la USAID? Ciertamente es normal que la CIA y otras ramas del gobierno legítimamente establecidas socaven los regímenes autoritarios de todo el mundo….
“Pero, ¿es sabio, y en nuestro interés a largo plazo, que se involucre a la USAID en esta causa también?
“¿Podría el organismo que fue creado principalmente para llevar comida a los hambrientos, suministros médicos a los heridos o participar en causas humanitarias de los Estados Unidos estar realizando también trabajo político encubierto contra gobiernos extranjeros hostiles?
“¿Se necesita definir con mayor claridad la ayuda exterior de la política exterior?”
Algunos países se han opuesto a las intrusiones de la USAID. Rusia expulsó este organismo en septiembre de 2012.
El miércoles pasado, el presidente Evo Morales anunció que su gobierno iba a expulsar a la USAID de Bolivia.
La USAID ha operado en Bolivia desde 1964. Juan Ramón Quintana, ministro de la Presidencia, dijo que la agencia no redujo la pobreza en su país. En lugar de esto, interfirió directamente en los asuntos de Bolivia desde 1985 hasta 2005, y trató de mantener el “control político” sobre Bolivia, dijo Quintana.
“Nadie dijo nada, porque los partidos políticos gobernantes se beneficiaban de la “lluvia de dólares”, agregó.
“Hemos hecho una investigación rigurosa y lo que Bolivia debe saber es que Estados Unidos no ha destinado dinero para ser distribuido entre los pobres, sino para preservar sus intereses estratégicos fuera de sus fronteras.”
El portavoz del Departamento de Estado Patrick Ventrell dijo a la prensa que las acusaciones de Bolivia eran “infundadas”. Dijo además que el objetivo de la agencia no era intromisión política, sino “ayudar al gobierno de Bolivia a mejorar la vida de los bolivianos comunes.”
En cualquier caso, la decisión de Bolivia no fue una sorpresa. En junio de 2012, Bolivia, junto a Cuba, Ecuador, la Mancomunidad de Dominica, Nicaragua y Venezuela firmaron un documento pidiendo la expulsión de USAID de sus fronteras.
El documento afirmaba: “…la USAID, a través de sus diferentes organizaciones y disfraces, actúa de manera ilegal con total impunidad, sin contar con un marco legal para apoyar su acción, y financia ilegalmente a los medios de comunicación, líderes políticos y organizaciones no gubernamentales, entre otros”.
A pesar de la evidente bandera roja diplomática, “la decisión de Bolivia de expulsar a la USAID fue un shock para los Estados Unidos, pues nadie en el gobierno de Evo Morales se había quejado de las actividades de la Agencia de Desarrollo de Estados Unidos.,” reportó el jueves la Agencia de Prensa Francesa (AFP).
Mark Lopes, administrador adjunto de la Oficina de la USAID para América Latina y el Caribe, dijo a AFP que la agencia había escuchado murmuraciones del gobierno boliviano relacionadas con la USAID, pero “siempre encontramos socios y funcionarios del gobierno en todos los niveles dispuestos a colaborar.”
O la historia de AFP es inexacta o Lopes es increíblemente deshonesto. Los funcionarios bolivianos habían firmado un documento pidiendo la expulsión de USAID. Esto no es una queja suave o un “gruñido”, ese es un mensaje diciéndole a la USAID que comience a empacar sus maletas.
Sobre la cuestión de la transparencia, Lopes dijo a AFP: “La idea de que no somos transparentes, sin decir a quienes estamos financiando, es simplemente falsa.”