Esodo, crisi umanitaria, carestia… La propaganda di guerra contro il Venezuela bolivariano si serve dei sentimenti “un tanto al chilo” per condizionare l’opinione pubblica, orientandone “l’indignazione”. Nel mirino ci sono soprattutto i giovani, attirati da immagini di apparente trasgressione “al potere”, buone per tutte le stagioni. Le grandi agenzie che studiano i condizionamenti culturali – i professionisti della Cia, come i cacciatori di branding delle grandi imprese multinazionali – sanno bene su quali tasti agire: soprattutto in Europa, dove, con la complicità di una certa sinistra sono diventati impronunciabili concetti propri della lotta di classe, che richiedono una conseguenza tra le parole e i fatti.
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