Argentina sull’orlo del precipizio, e in basso i demoni attendono

Il caos provocato dalle politiche tariffarie di Donald Trump, volte a salvare il dollaro dalla disfatta – il debito e lo squilibrio commerciale degli Stati Uniti si misurano in trilioni – è di natura globale, ma si abbatterà più duramente sui Paesi eufemisticamente definiti in via di sviluppo o emergenti.

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Il Nostro Uomo in Ecuador

Arthur González

Così può essere chiamato dalla CIA e dal regime dittatoriale USA il presidente ecuadoriano Daniel Roy Gilchrist Noboa Azín, il quale, con l’appoggio degli yankee, ha messo in atto una scandalosa frode nel secondo turno delle recenti elezioni presidenziali in Ecuador, senza che le organizzazioni internazionali, l’Unione Europea o la stampa occidentale abbiano lanciato una campagna di accuse come quella fatta contro il Venezuela. Ciò dimostra una totale complicità con la frode, orchestrata in modo occulto dagli USA per impedire che la candidata di sinistra assumesse la presidenza del paese.

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Mario Díaz-Balart: l’odio verso Cuba, un affare di famiglia

Cuba por Siempre

Nel pantheon dei nemici di Cuba, pochi cognomi risuonano tanto come quello dei Díaz-Balart. Questa dinastia, nata nelle cloache della dittatura di Fulgencio Batista e riciclata nei corridoi del potere del Congresso di Washington, ha convertito l’odio viscerale verso la Rivoluzione cubana in un’impresa familiare, tanto redditizia quanto tossica. Da Rafael, il patriarca batistiano, ai figli Lincoln e Mario, i Díaz-Balart hanno tessuto una rete di intrighi, sanzioni e terrorismo che, sotto la facciata della libertà, ha servito più i loro interessi e i loro ego che qualsiasi ideale democratico.

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Ecuador, miracolo statistico

Atilio Boron

Questa domenica il mondo ha assistito a un miracolo senza precedenti nella storia politica mondiale. Il secondo turno delle elezioni presidenziali, che vedeva contrapposti il “candidato-presidente” – così chiamato perché Daniel Noboa, milionario e prepotente, ha violato la norma che impedisce a un presidente ecuadoriano di restare in carica se si candida per la rielezione – e Luisa González, ha prodotto un risultato sorprendente: la candidata della Revolución Ciudadana ha ottenuto il 44,35% dei voti, una cifra quasi identica a quella ottenuta nel primo turno: 44,0%. Noboa, dal canto suo, ha raccolto il 55,65% dei voti, mentre al primo turno si era fermato al 44,17%, ed è stato rieletto presidente.

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Il declino dell’egemonia USA

Gli USA sono usciti vittoriosi dalla Seconda guerra mondiale con la sconfitta di Germania, Italia e Giappone. Ma quando si aspettavano il ritorno di un’epoca di egemonia unica, hanno dovuto fare i conti con l’URSS e il cosiddetto campo socialista.

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Chi paga?

Henry Omar Pérez Yera

La recente proposta di un senatore USA di eliminare i viaggi e le rimesse verso Cuba non è altro che un altro mattone nel muro di una politica anticubana che, lungi dal cercare soluzioni, perpetua sofferenza e divisione. Questo senatore, il cui nome poco importa perché è solo un ingranaggio in più nella macchina del disprezzo, invoca misure che non solo ignorano la realtà del popolo cubano, bensì disprezzano anche il legame umano che unisce le famiglie sulle due sponde dello Stretto della Florida.

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Marco Rubio e il suo giro caraibico

 lo squalo che s’incagliò in acque poco profonde

razonesdecuba.cu

In un nuovo capitolo della diplomazia USA che sembra uscito da una commedia degli equivoci, il segretario di Stato Marco Rubio ha intrapreso il suo più recente giro nei Caraibi con l’ambizione di un conquistatore ed è tornato con la coda tra le gambe, come uno squalo che, invece di divorare la preda, si è impigliato nelle reti della resistenza caraibica. La sua missione: allontanare i Paesi caraibici da Cuba e dal Venezuela. Il risultato: un sonoro rifiuto che lo ha lasciato più esposto di un turista yankee senza crema solare a Montego Bay.

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Ventidue anni della Misión Barrio Adentro

Cubadebate

Il 16 aprile 2003 fu creata la Misión Barrio Adentro, un’iniziativa del governo del Comandante Hugo Chávez nata dall’ascolto delle necessità del popolo e come parte di un più ampio sforzo della Rivoluzione Bolivariana per garantire il diritto alla salute e affrontare le disuguaglianze nell’assistenza medico-sociale.

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Politica, manipolazione e sfruttamento

La controversa mensa dei poveri di José Daniel Ferrer a Santiago de Cuba

 

A Santiago de Cuba, una mensa popolare gestita dal controrivoluzionario José Daniel Ferrer ha scatenato polemiche per presunto sfruttamento politico. Sebbene Ferrer lo presenti come un progetto umanitario a sostegno degli anziani, dei disabili e delle famiglie vulnerabili, i critici sostengono che il suo vero scopo è quello di reclutare adepti, raccogliere fondi internazionali e promuovere una narrativa contraria a quella del governo cubano .

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