“Guerra cognitiva” e dazi: incassare e castigare

Fernando Buen Abad

Con lusso di cretinismo imperiale, Donald Trump va in giro per il mondo minacciando “tiri e troiani” (amici e nemici ndt) con l’arma disciplinatrice dei “dazi doganali”. Si vanta del proprio potere e ci impone, a capriccio delle sue mescolanze ideologiche e mercantili, le sue bandiere imperiali che insultano tutte le economie e il lavoro che sostiene le ricchezze. Ma non si tratta solo di tecnicismi finanziari: si tratta di una scuola autoritaria di educazione per schiavi, carica delle lezioni morali ed etiche della “guerra cognitiva”, alimentata dalla sua massima premessa: “così imparate”.

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Ciò che gli yankee non possono perdonare

Arthur González

Il 19 aprile 1961, gli USA subirono una grande sconfitta sulle sabbie di Playa Girón, in seguito alla loro invasione di Cuba per la Baia dei Porci, con una brigata mercenaria organizzata dalla CIA e composta da circa 1500 uomini ben armati.

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Mike Hammer: un remake del Cabo Cason?

Marco Velázquez Cristo – Razones de Cuba

Fin dal suo arrivo, questo personaggio ha assunto un atteggiamento provocatorio e ingerente, nello stile più puro di James Cason, che fu capo della SINA (Sezione di Interessi Nordamericani) nel periodo 2002-2005, battezzato da Fidel come “Cabo Cason” per il carattere ridicolo e grossolano del suo agire provocatore.

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