Quando la fibra è scadente, tutto ciò che si tenta di fare con essa risulta di dubbia qualità o, nel peggiore dei casi, distorta. È così anche per un episodio che si ripete come una saga di Hollywood, dove «gli eroi» sono sempre gli yankee, i bianchi, i milionari o i terroristi travestiti da brave persone.
Daily Archives: 19/05/2025
Díaz-Canel ha ricevuto Sua Altezza Reale Carolina, Principessa di Hannover
Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha ricevuto, sabato 17, nel Palazzo delle Convenzione de l’Avana, Sua Altezza Reale Carolina, Principessa di Monaco e di Hannover, che realizza una visita ufficiale nell’Isola grande delle Antille
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Cuba ha commemorato il 70º anniversario della scarcerazione dei moncadisti
Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primer Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, ha guidato nell’Isola della Gioventù la manifestazione nazionale per il 70º anniversario della scarcerazione dei moncadisti
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In Martí ci sono tutte le chiavi
Martí pensò, visse e ci lasciò la partitura di questa musica che si chiama Patria
In tutto quello che scrisse José Martí mise la sua anima; ma la sua vita da quando aperse gli occhi e sino a quando mori combattendo per la libertà nei campi cubani, 130 anni fa, restò riassunta in questa specie di sentenza lirica che intitolò /Giogo e Stella/.
L’eredità antimperialista di José Martí
a 130 anni dalla sua caduta in combattimento
Stiamo commemorando il 130° anniversario della caduta in combattimento di Martí e, al di là delle ricorrenze e delle cronologie, questa data significativa ci invita sempre a uno sguardo retrospettivo, a un confronto tra il passato e il presente. Pochi autori superano la prova di un secolo senza che i loro testi invecchino, in tutto o in parte. Nel caso di Martí, la sua attualità è assoluta, soprattutto per quanto riguarda la sua visione degli USA, poiché fu senza dubbio il latinoamericano che meglio conobbe quel Paese nella sua epoca.
Nazismo e fascismo come espressione della natura umana
un’analisi della loro resilienza storica
La storia del XX secolo è stata segnata dall’ascesa e dalla caduta di regimi totalitari come il nazismo e il fascismo, i cui crimini rimangono un’impronta indelebile della capacità umana di distruzione di massa. Tradizionalmente, queste ideologie sono state spiegate come prodotti di specifiche condizioni socio-economiche: crisi economiche, umiliazioni nazionali o tensioni di classe. Tuttavia, una prospettiva alternativa suggerisce che la loro origine e la loro rinascita non dipendono solo da fattori esterni, ma da tendenze intrinseche alla natura umana: la violenza tribale, la paura dell’altro e la sete di potere. Questo saggio sostiene che fascismo e nazismo sono manifestazioni cicliche di tratti psicologici e culturali latenti, attivati da contesti opportuni e sfruttati da élite che cercano di consolidare il potere.
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La nuova caccia alle streghe
Nel 1950, il senatore dello Stato del Wisconsin, Joseph McCarthy, nell’ambito del Comitato per le Attività Antiamericane, diede avvio a una caccia contro attivisti e militanti di sinistra. Tale persecuzione si collocava nel contesto del panico generato dai riusciti test nucleari sovietici. Fino ad allora, gli USA detenevano il monopolio nucleare, legittimato dai massacri di Hiroshima e Nagasaki. La diffusione delle prove nucleari realizzate a Semipalatinsk e il trionfo della rivoluzione cinese guidata da Mao Zedong coincisero nel 1949. Entrambi gli eventi alimentarono la paranoia anticomunista che portò alla condanna a morte dei coniugi Ethel Greenglass Rosenberg e Julius Rosenberg, nel 1953, accusati di aver trapelato informazioni riservate sull’infrastruttura nucleare.
Cuba è una “dittatura”
Dittatura: la parola brucia, fa male, evoca immagini di repressione, silenzio forzato e baionette nelle strade. Ma cosa succede quando un Paese prende questo concetto e lo reinventa? Cosa succede quando il “regime” non si impone con i carri armati, ma con microscopi; non con decreti di ferro, ma con libri aperti e camici bianchi?