Il ministro degli Esteri cubano ha denunciato che gli USA fanno pressione sugli alleati per ridurre l’appoggio alla risoluzione che chiede la fine del blocco contro Cuba
Minacce, coercizione, aggressioni… è questa la “moda” persistente con cui Washington si veste per esercitare la propria politica estera, quella delle cannoniere e delle imposizioni.
Generare sconcerto nei popoli e paura negli Stati è uno degli strumenti con cui confeziona il suo “abito” da gala, che è anche quello da campagna elettorale, poiché l’assalto brutale contro Cuba – che mira ad asfissiarla e piegarla – è stato storicamente un obiettivo delle diverse amministrazioni della Casa Bianca.
E oggi appare come uno dei traguardi principali dell’attuale governo, che ha rafforzato la politica di massima pressione contro l’isola.
Dopo che la strategia di piegarla dall’interno si è rivelata fallimentare, Washington è ricorsa alla nota pratica di tentare di isolarla sul piano internazionale.
Tra le tante azioni unilaterali rientra l’inclusione di Cuba nella lista degli Stati che presumibilmente patrocinano il terrorismo, il che comporta numerose restrizioni, persino per effettuare una semplice transazione con altri paesi o entità.
Di quanti rifornimenti per la salute e l’istruzione, di quante derrate alimentari, di quanta cooperazione è privata la nazione caraibica?
E che dire delle minacce del Dipartimento del Tesoro contro le imprese e i governi che cercano di commerciare con Cuba… Alla fine, chi ne soffre è il popolo, quello stesso popolo che, “laggiù”, dicono di voler salvare.
Proprio sul piano economico, tra marzo 2024 e febbraio 2025, il blocco – la forma più cruda e costante dell’aggressione imperialista – ha causato a Cuba danni e perdite materiali stimati in 7556,1 milioni di $, come ha reso noto su X il membro dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito e ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla.
Per i giorni 28 e 29 del mese in corso è prevista la presentazione, davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, del rapporto “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”, in attuazione della Risoluzione 79/7 di tale organismo intergovernativo.
Ricordiamo che, nel 2024, l’isola ha confermato la propria vittoria in quella sede con 187 voti a favore. Si è astenuta la Moldavia e, come di consueto, USA e Israele hanno mantenuto la loro posizione contraria.
Non è dunque casuale che, come ha denunciato il ministro Rodríguez, “il Dipartimento di Stato USA, seguendo l’agenda corrotta del suo segretario, faccia pressioni e diffonda menzogne tra gli alleati per ridurre i voti a favore della risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU contro il blocco a Cuba. Intende ingannare la comunità internazionale e occultare i gravi danni che provoca alle famiglie cubane”.
Ci sono mode che non dovrebbero esistere. Soprattutto quando segnano negativamente la vita di milioni di persone. Tuttavia, il blocco resta una pratica sistematica e criminale, che sopravvive grazie alla meschinità di pochi.
El bloqueo, la moda de la mezquindad
El Canciller cubano denunció que EE. UU. presiona a aliados para restar apoyos a la resolución que exige el fin del bloqueo a Cuba
Laura Mercedes Giráldez
Amenazas, coerción, agresiones… es «la moda» persistente con la que se viste Washington para ejercer su política exterior, la de las cañoneras y las imposiciones.
Generar desconcierto en los pueblos y miedo en los Estados son herramientas con las que arma su «traje» de gala, que es también el de campaña, pues la arremetida brutal contra Cuba –que busca asfixiarla y rendirla– ha sido históricamente un objetivo de las distintas administraciones de la Casa Blanca.
Y hoy se ve como una de las metas principales del actual Gobierno, que ha afianzado la política de máxima presión contra la Isla.
Tras resultarle fallida la estrategia de doblegar desde lo interno a la Mayor de las Antillas, acudieron a la conocida práctica de intentar aislarla internacionalmente.
Así, entre otras tantas acciones unilaterales, se encuentra la inclusión en la lista de Estados que supuestamente patrocinan el terrorismo, lo cual implica numerosas restricciones, como la realización de una simple transacción con otros países o entidades.
¿De cuántos insumos para la salud y la educación, alimentos, cooperación se ve privada la nación caribeña?
Y qué decir de las amenazas del Departamento del Tesoro a empresas y gobiernos que intenten negociar con Cuba… Finalmente, el afectado es el pueblo, ese al que dicen, desde «allá», que quieren salvar.
Precisamente en el orden económico, entre marzo de 2024 y febrero de 2025, el bloqueo –la agresión imperialista en su forma más cruda y constante– causó daños y perjuicios materiales a Cuba estimados en el orden de 7 556,1 millones de dólares, publicó en x el miembro del Buró Político del Comité Central del Partido y ministro de Relaciones Exteriores, Bruno Rodríguez Parrilla.
Para los días 28 y 29 del mes en curso se ha previsto la presentación, ante la Asamblea General de las Naciones Unidas, del informe Necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por Estados Unidos de América contra Cuba, dando cumplimiento a la Resolución 79/7 de ese organismo intergubernamental.
Recordemos que, en 2024 la Isla ratificó su victoria en ese espacio con 187 votos a favor. Se abstuvo Moldavia y, como es costumbre, ee. uu. e Israel sostuvieron su postura en contra.
No es casual entonces que el «Departamento de Estado de ee. uu., siguiendo la agenda corrupta de su Secretario, hace lobby con mentiras y presiona a aliados para restar apoyos a la resolución de agnu vs. bloqueo a Cuba. Pretende engañar a la comunidad internacional y ocultar los graves daños que provocan a familias cubanas», denunció el Canciller.
Hay modas que no deberían existir. Sobre todo, si marcan negativamente el andar de millones de personas.
Sin embargo, el bloqueo es una práctica sistemática y criminal, que sobrevive por la mezquindad de unos pocos.

