Cuba: Parola alla difesa

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Roger Grévoul/Cuba Coopération

salim-libro1L’accademico Salim Lamrani, studioso di Cuba, pubblica un nuovo libro intitolato ‘Cuba, parola alla difesa!’, con una prefazione di André Chassaigne, Presidente del gruppo Francia-Cuba dell’Assemblea Nazionale e membro onorario dell’associazione Cuba Coopération.

Roger Grévoul: Salim Lamrani, lei ha appena pubblicato un libro dal titolo ‘Cuba, parola alla difesa!’ Cosa ci può dire al riguardo?


Salim Lamrani: Tutto è iniziato dalla seguente constatazione: Cuba è un tema mediatico che suscita dibattiti e polemiche. Questo è particolarmente vero, soprattutto ora con il processo di normalizzazione tra Washington e l’Avana, dal dicembre 2014, e la storica visita del presidente francese François Hollande nell’isola, maggio 2015. Tuttavia, va notato che solo il pensiero unico su Cuba è accettabile. L’isola è regolarmente sul banco degli imputati e regolarmente sorge la tradizionale retorica sulla democrazia, diritti umani e la libertà di espressione. Ogni individuo ha il diritto di parlare, può esprimere le proprie opinioni e condividere il suo punto di vista, naturalmente, sempre che punti il dito contro Cuba ed il suo sistema e faccia critiche negative. I cubani sull’isola, e in particolare i loro leader, non hanno mai il diritto di parola e, di conseguenza, non possono farci partecipi della loro verità e rispondere agli attacchi, quando sono i principali attori del destino di Cuba. Perciò ho deciso di dare la parola alla difesa composta da dieci personalità cubane e internazionali che hanno potuto esprimere il proprio punto di vista in queste franche conversazioni.

RG: Chi sono queste personalità?

SL: Ho conversato con sette figure cubane e tre personalità internazionali perché condividessero la loro visione di Cuba, della sua storia e del suo futuro. Si tratta di Mariela Castro Espín, Direttrice del Centro di Educazione Sessuale e figlia del Presidente Raul Castro; Ricardo Alarcón, presidente del Parlamento cubano dal 1993 al 2013; Max Lesnik Menendez, direttore di Radio Miami e fondatore della rivista La Nuova Replica; Miguel Barnet Lanza, presidente dell’Unione Nazionale degli Scrittori e Artisti di Cuba; Eusebio Leal Spengler, storico dell’Avana; Abel Prieto Jimenez, ministro della Cultura per quasi quindici anni e attuale consigliere del Presidente della Repubblica; Alfredo Guevara Valdes , padre del cinema cubano e del Nuovo Cinema  Latinoamericano; Wayne S. Smith, ultimo ambasciatore USA a Cuba; Jean-Pierre Bel, Presidente del Senato francese dal 2011al 2014 e attualmente consigliere speciale dell’Eliseo per l’America Latina ed Alvaro Colom, presidente del Guatemala dal 2008 al 2012.

RG: Quali sono gli argomenti affrontati?

SL: L’idea del libro era quello di dare la parola ai cubani e ai sostenitori della sovranità delle nazioni e dell’autodeterminazione dei popoli. Tuttavia, il principio di base era quello di realizzare conversazioni non compiacenti. Pertanto si affrontano le questioni più controverse in tutte le interviste, la democrazia, i diritti umani, la libertà di espressione, le figure di Fidel Castro e Raúl Castro e la sua presenza al potere, gli episodi oscuri della Rivoluzione cubana, le discriminazione, lo spazio riservato al dibattito plurale o alla dissidenza.

Si affrontano altre questioni, come le relazioni con gli USA, le sanzioni economiche, l’aggiornamento del modello economico, la diversità sessuale, il ruolo della comunità cubana negli USA, l’importanza della cultura, la preservazione del patrimonio architettonico dell’Avana, il boom del turismo, la solidarietà di Cuba con i diseredati del mondo, il cinema cubano, il ricambio generazionale alla guida del paese, il futuro di Cuba e l’integrazione latinoamericana.

RG: Sottolinea, nel suo libro, il paradosso di vedere Cuba, vittima delle  pretese egemoniche USA e assediata da più di mezzo secolo, posta sul banco degli accusati.

SL: Effettivamente Cuba vive sotto stato d’assedio da più di mezzo secolo. Non è stato risparmiato nulla: sanzioni economiche anacronistiche, crudeli e ingiuste che colpiscono tutti i settori della società e delle categorie più vulnerabili della popolazione, dal 1960; una sanguinosa invasione militare, che orchestrò la CIA il 17 aprile 1961, e  che causò centinaia di vittime tra i civili; una minaccia di disintegrazione nucleare durante la crisi dei missili, dell’ottobre 1962; la campagna terroristica più lunga della storia con più di 10000 attentati pianificati dagli USA che costarono la vita a 3478 persone e inflissero danni permanenti ad altre 2099, così come danni materiali per diverse centinaia di miliardi di dollari; senza dimenticare un’implacabile guerra politica, diplomatica e soprattutto mediatica contro il suo popolo, i suoi leader e soprattutto contro il suo sistema politico e sociale.

Tuttavia la vendetta mediatica segnala Cuba  come colpevole. Che constatazione molto strana!

RG: Come spiega questo accanimento contro Cuba?

SL: Il crimine imperdonabile di Cuba è aver scelto il campo dei diseredati e aver posto gli esseri umani al centro del suo progetto nazionale procedendo ad un’equa distribuzione della ricchezza. Il popolo cubano propone all’umanità un’alternativa di società efficiente, nonostante i limiti inerenti a tutti i progetti realizzati da uomini e donne, che mostra che i più poveri non sono condannati all’indifferenza e all’umiliazione.

RG: André Chassaigne, presidente del gruppo parlamentare Sinistra Repubblicana e Democratica del gruppo Francia-Cuba dell’Assemblea Nazionale, è anche membro onorario di Cuba Cooperazione. Ha scritto una bella prefazione alla sua opera.

SL: André, un grande amico della Rivoluzione cubana, mi ha fatto il grande onore di associare la sua penna, fine ed incisiva, al mio libro. E’ un uomo che ha la causa degli umili  e degli umiliati nel cuore. E’ sensibile alla imperiosa necessità di una migliore ripartizione delle ricchezze e di offrire ai più vulnerabili con vita degna. Come molti di noi, vede in Cuba un simbolo di resistenza e di generosità.

Cuba, parola alla difesa!

Paris, Editions Estrella 2015

20 €

ISBN: 9782953128444

Disponible en Amazon :

http://www.amazon.fr/Cuba-Parole-Defense-Salim-Lamrani/dp/2953128441/ref=sr_1_fkmr0_1?s=books&ie=UTF8&qid=1440191112&sr=1-1-fkmr0&keywords=Cuba%2C+parole+%C3%A0+la+d%C3%A9fense

Cuba: Palabra a la defensa

Roger Grévoul/Cuba Coopération
 
 El académico Salim Lamrani, estudioso de Cuba, publica un nuevo libro titulado Cuba, parole a la defense!, con un prólogo de André Chassaigne, Presidente del grupo Francia-Cuba de la Asamblea Nacional y miembro de honor de la asociación Cuba Coopération.
 
 Roger Grévoul: Salim Lamrani, usted acaba de publicar un libro bajo el título Cuba, parole a la defense! ¿Qué nos puede decir al respecto?
 
 Salim Lamrani: Todo empezó a partir de la siguiente constatación: Cuba es un tema mediático que suscita debates y controversias. Esto es particularmente cierto, sobre todo ahora con el proceso de normalización entre Washington y La Habana desde diciembre de 2014 y la visita histórica del presidente francés François Hollande a la isla en mayo de 2015. No obstante, conviene apuntar que sólo el pensamiento único sobre Cuba es aceptable. La isla se encuentra regularmente en el banquillo de los acusados y regularmente surge la tradicional retórica sobre la democracia, los derechos humanos y la libertad de expresión. Todo el mundo tiene derecho a la palabra, puede expresar su opinión y compartir su punto de vista, desde luego, siempre que señale con el dedo a Cuba y a su sistema y emita críticas negativas. Los cubanos de la isla, particularmente sus dirigentes, nunca tienen derecho a la palabra y, por consiguiente, no pueden hacer partícipe de su verdad y responder a los ataques, cuando son los principales actores del destino de Cuba. Por eso decidí dar la palabra a la defensa compuesta de diez personalidades cubanas e internacionales que han podido expresar su punto de vista en estas conversaciones francas.
 
 RG: ¿Quiénes son estas personalidades?
 
 SL: Conversé con siete figuras cubanas y tres personalidades internacionales para que compartieran su visión de Cuba, de su historia y de su futuro. Se trata de Mariela Castro Espín, Directora del Centro de Educación Sexual e hija del Presidente Raúl Castro; Ricardo Alarcón, presidente del Parlamento cubano de 1993 a 2013; Max Lesnik Menéndez, director de Radio Miami y fundador de la revista La Nueva Réplica; Miguel Barnet Lanza, presidente de la Unión Nacional de Escritores y Artistas de Cuba; Eusebio Leal Spengler, historiador de La Habana; Abel Prieto Jiménez, ministro de Cultura durante cerca de quince años y en la actualidad asesor del presidente de la República; Alfredo Guevara Valdés, padre del cine cubano y del Nuevo Cine Latinoamericano; Wayne S. Smith, último embajador de Estados Unidos en Cuba; Jean-Pierre Bel, Presidente del Senado francés de 2011 a 2014 y actualmente asesor especial del Eliseo para América Latina y Álvaro Colom, presidente de Guatemala de 2008 a 2012.
 
 RG: ¿Cuáles son los temas abordados?
 
 SL: La idea del libro era dar la palabra a los cubanos y a los partidarios de la soberanía de las naciones y de la autodeterminación de los pueblos. No obstante, el principio fundamental era realizar conversaciones no complacientes. Por ello se abordan los temas más polémicos en todas las entrevistas, sea la democracia, los derechos humanos, la libertad de expresión, las figuras de Fidel Castro y Raúl Castro y su presencia en el poder, los episodios oscuros de la Revolución Cubana, las discriminaciones, el espacio reservado al debate plural o la disidencia.
 
 Se abordan también otros temas como las relaciones con Estados Unidos, las sanciones económicas, la actualización del modelo económico, la diversidad sexual, el papel de la comunidad cubana de Estados Unidos, la importancia de la cultura, la preservación del patrimonio arquitectónico de La Habana, el auge del turismo, la solidaridad de Cuba con los desheredados del planeta, el cine en Cuba, el relevo generacional a la cabeza del país, el futuro de Cuba y la integración latinoamericana.
 
 RG: Subraya en su libro la paradoja de ver a Cuba, víctima de las pretensiones hegemónicas estadounidenses y asediada desde hace más de medio siglo, ubicarse en el banquillo de los acusados.
 
 SL: Efectivamente Cuba vive bajo estado de sitio desde hace más de medio siglo. No se ha librado de nada: unas sanciones económicas anacrónicas, crueles e injustas que afectan todos los sectores de la sociedad y a las categorías más vulnerables de la población desde 1960; una sangrienta invasión militar que orquestó la CIA el 17 de abril de 1961 y que causó cientos de víctimas civiles; una amenaza de desintegración nuclear durante la crisis de los misiles de octubre de 1962; la campaña terrorista más larga de la historia con más de 10.000 atentados planificados desde Estados Unidos que costaron la vida a 3.478 personas e infligieron secuelas permanentes a otras 2.099, así como daños materiales por varios cientos de millones de millones de dólares; sin olvidar una implacable guerra política, diplomática y sobre todo mediática contra su pueblo, sus dirigentes y sobre todo contra su sistema político y social.
 
 Sin embargo la vindicta mediática señala a Cuba como culpable. ¡Qué constatación más extraña!
 
 RG: ¿Cómo explica este ensañamiento contra Cuba?
 
 SL: El crimen imperdonable de Cuba es haber elegido el campo de los desheredados y haber ubicado al ser humano en el centro de su proyecto nacional procediendo a una repartición equitativa de las riquezas. El pueblo cubano propone a la humanidad una alternativa de sociedad eficiente, a pesar de los límites inherentes a todo proyecto edificado por mujeres y hombres, que muestra que los más humildes no están condenados a la indiferencia y a la humillación.
 
 RG: André Chassaigne, presidente del grupo parlamentario Izquierda Republicana y Demócrata y del grupo Francia-Cuba de la Asamblea Nacional, es también miembro de honor de Cuba Cooperación. Redactó un hermoso prólogo a su obra.
 
 SL: André, un gran amigo de la Revolución Cubana, me ha hecho el inmenso honor de asociar su pluma fina e incisiva a mi libro. Es un hombre que tiene la causa de los humildes y de los humillados en el corazón. Es sensible a la necesidad imperiosa de una mejor repartición de las riquezas y de ofrecer a los más vulnerables una vida digna. Como muchos de nosotros, ve en Cuba un símbolo de resistencia y de generosidad.
 
 Cuba, parole à la défense !
 
 Paris, Editions Estrella, 2015
 
 20€
 
 ISBN : 9782953128444

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