A volte bisogna dire -e pure ripetere- ciò che è ovvio

Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com/

Replico qua questo commento che ho messo su Facebook:

parole program medical cubam“Per quanto si faccia a Cuba per soddisfare i nostri eccellenti medici, è ovvio che un sistema di assistenza sanitaria gratuita per tutti non può competere, in materia di remunerazione, con un altro che serve solo a coloro che possono pagare e che, inoltre, non deve condividere con il suo popolo le restrizioni che gli impone un blocco come quello che gli USA applica a Cuba. Penso che la maggior parte dei nostri medici lo capiscono.”

Anche questo estratto da un post precedente:

“Se davanti all’evidenza che, in una situazione come quella attuale, gli USA non cambieranno la loro politica migratoria come strumento di guerra contro Cuba e proseguirà inalterato il furto di medici, il Governo cubano ha nuovamente condannato quella politica e ha annunciato, al fine di garantire i servizi sanitari gratuiti che si offrono a tutti i cubani, che nel caso degli operatori sanitari “si analizzeranno le date di uscita del paese, tenendo conto del rimpiazzo di ogni professionista per garantire un ordinamento del lavoro che garantisca l’accessibilità, la qualità, la continuità e la stabilità del funzionamento dei servizi sanitari”, è prevedibile come la macchina mediatica, che a malincuore ha accettato di parlare della Legge di Aggiustamento Cubano, come causa della situazione attuale con i migranti cubani in America Centrale, ma ha taciuto sul blocco, si strapperà le vesti e trasformerà la vittima in carnefice: “Il governo cubano viola la libertà di viaggiare ai medici in fuga dal regime di Castro” è quello che leggeremo lì, non “Il governo USA ha una legislazione per lasciare Cuba senza medici” né “Cuba si sforza di garantire ai suoi cittadini servizi sanitari universali e gratuiti nonostante le manovre USA”. Naturalmente, per coloro che sono rimasti al sicuro dal socialismo, senza niente da vendere che non siano le loro braccia, i malnutriti, i cariati e semianalfabeti davanti ai cui occhi non si è mai fermato un medico, e che viaggiano nel tristemente celebre treno “la bestia” con la speranza di lavare i piatti del sogno americano, per loro non ci sono titoli.”

A veces hay que decir -y hasta repetir- lo obvio

Por Iroel Sánchez

Replico acá este comentario que puse en Facebook:

“Por más que se haga en Cuba por atender a nuestros excelentes médicos es obvio que un sistema de salud gratuita para todos no puede competir en remuneración con otro que sólo atiende a quienes pueden pagar y que además no tiene que compartir con su pueblo las restricciones que le impone un bloqueo como el que EEUU aplica a Cuba. Creo que la mayoría de nuestros médicos lo comprende.”

También este fragmento de un post anterior:

“Si ante la evidencia de que en una coyuntura como la actual EEUU no modificará su política migratoria como instrumento de guerra contra Cuba y seguirá en pie el robo de médicos, el gobierno cubano ha vuelto a condenar esa política y ha anunciado, en aras de garantizar los servicios de salud gratuitos que se ofrecen a todos los cubanos, que en el caso de los trabajadores de la salud “se analizarán las fechas de salida del país, teniendo en cuenta el relevo de cada profesional, para propiciar un ordenamiento laboral que garantice la accesibilidad, calidad, continuidad y estabilidad del funcionamiento de los servicios de salud”, es previsible cómo la maquinaria mediática, que a regañadientes aceptó mencionar la Ley de Ajuste como causante de la actual situación con emigrantes cubanos en Centroamérica pero calló sobre el bloqueo, se rasgará las vestiduras y convertirá la víctima en victimario: “El gobierno cubano viola la libertad de viajar de los médicos que huyen del castrismo”, es lo que leeremos allí, no “El gobierno de EEUU tiene una legislación para dejar sin médicos a Cuba” ni tampoco “Cuba se esfuerza por garantizar a sus ciudadanos servicios de salud universales y gratuitos a pesar de maniobras estadounidenses”. Por supuesto, para quienes han permanecido a salvo del socialismo, sin nada que vender que no sean sus brazos, los desnutridos, cariados y semianalfabetos ante cuyos ojos jamás se ha detenido un médico y que viajan en el tristemente célebre tren “la bestia” con la esperanza de fregar los platos del sueño americano no hay titulares.”

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