Il presidente USA, Barack Obama, ha prorogato lo stato d’emergenza rispetto a Cuba, dichiarato nel 1996 dal mandatario William Clinton, dopo l’abbattimento dell’Isola di due piccoli aerei che avevano violato ripetutamente il suo spazio aereo.
L’incidente che avvenne dopo molte comunicazioni d’avviso alle autorità nordamericane sulle provocazioni dei gruppi nemici di Cuba radicati a Miami, in Florida, fu preso come scusa dal Governo degli Stati Uniti per incrementare la sua politica d’aggressione contro l’Isola.
Il Proclama 9398 emesso ieri mercoledì 24 dal presidente, com’è abituale ogni anno, dà continuità a quello istituito da Clinton, che proibisce a navi e ad aerei registrati negli Stati Uniti d’entrare in acque giurisdizionali e nello spazio aereo cubano senza autorizzazione.
Mediante il documento, Obama autorizza il Servizio dei Guardacoste a ispezionare ed anche a sequestrare imbarcazioni sospettate di violare il blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba, anche se in questa occasione è chiarisce che questo può avvenire solo se un’operazione del genere è in corrispondenza con il diritto internazionale.
In questa occasione il testo alleggerisce il linguaggio usato dalle amministrazioni di Clinton e George W. Bush per giustificare la continuità della misura, e nello stesso tempo riconosce il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra le due nazioni e l’inizio di un processo verso la normalità di questi vincoli.
Secondo la Legge delle Emergenze Nazionali, un provvedimento legale come quello appena emesso si annulla automaticamente a meno che il capo della Casa Bianca non lo rinnovi ogni anno.
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