Contro il blocco a Ginevra e Washington

f0011605Durante i lavori per il Comitato Preparatorio dell’Ottava Conferenza d’Esame della Convenzione per la proibizione delle armi biologiche, la delegazione cubana ha denunciato il blocco economico, finanziario e commerciale imposto dagli Stati Uniti contro Cuba.

La Consigliera della Missione Permanente di Cuba a Ginevra, Claudia Pérez Alvarez, ha dichiarato che i paesi sviluppati devono eliminare, una volta per tutte, le restrizioni al libero scambio di strumenti, materiali e informazioni scientifiche e tecnologiche per l’uso di agenti biologici e tossine con fini pacifici.

Inoltre ha espresso preoccupazione per la resistenza di determinati controlli delle esportazioni e dei trasferimenti che applicano i paesi sviluppati e che danneggiano i paesi del sud, ed ha chiamato ad incontrare una soluzione multilaterale, sulla base del principio fondamentale della non discriminazione e l’inclusione nell’applicazione della Convenzione e per la proibizione delle armi biologiche. L’Ottava conferenza d’Esame della detta Convenzione si svolgerà dal 7 al 25 novembre prossimi a Ginevra con – si prevede – una forte partecipazione degli Stati Parte.

Conclusa a Washington la Seconda Giornata contro il Blocco

La Seconda Giornata contro il Blocco a Washington è terminata il 2 aprile con un Forum comunitario nella Facoltà di Diritto del Distretto di Colombia.

I partecipanti erano giunti da varie città degli USA. dalle Hawaii, dal Brasile e il Canada.

Le attività di quest’anno si sono concentrate nella necessità di ascoltare direttamente un numero di cubani che potessero condividere le loro opinioni con persone dentro gli Stati Uniti.

Le aspettative degli organizzatori erano rendere più facile l’approvazione dei visti da parte degli USA agli invitati cubani, dopo gli annunci del miglioramento delle relazioni tra i due paesi annunciate il 17 dicembre.

In questo nuovo disgelo è successo esattamente il contrario: due medici cubani che hanno partecipato, nelle Brigate Internazionali cubane in Africa, alla lotta contro l’Ebola erano stati invitati a partecipare, come Luisa Campos, Direttrice del Museo di Alfabetizzazione de l’Avana, che era già stata negli USA alcune volte, un rappresentante del ICAP – Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP) e Jorgito Jerez, studente di giornalismo. Tutti rappresentanti della società civile cubana.

La richiesta dei visti era stata fatta per tempo, con tutte le documentazioni. Erano pronti a viaggiare, ma dei cinque cubani solo Jorgito ha ricevuto il visto e con molto ritardo, cosa che gli ha fatto perdere la presentazione a New York di un documentario sulla sua vita.

Molti credono negli USA, che il blocco non esiste più grazi alle menzogne e alla disinformazione dei media corporativi che vogliono confondere la gente ogni giorno sul nuovo periodo in cui s’incontrano le relazioni tra Cuba e la Casa Bianca.

Nonostante gli annunci sui cambi, la realtà è cambiata davvero poco.

Obama potrbbe fare molto di più e ha il potere di rendere il blocco praticamente obsoleto, ma la politica di cambio di regime verso l’Isola è sempre guidata dalle leggi relative alla posizione ufficiale del governo statunitense verso Cuba.

Quando Obama ha parlato per televisione direttamente al popolo cubano il 22 marzo, e ha dichiarato: “Voglio che sappiate che io credo che la mia visita qui dimostra che non dovete temere una minaccia dagli StatI Uniti”, nessuno gli doveva credere!

La gente degli USA non ha motivi per vedere Cuba come una minaccia, perchè Cuba non ha mai invaso nè occupato altri paesi sulla terra, non ha mai cercato di uccidere un presidente degli Stati Uniti nè nessun leader politico, non ha mai cercato di far cadere il governo degli Stati Uniti in nessuna maniera.

Cuba non ha basi militari non desiderate negli Stati Uniti, nè in nessun paese, non ha mai imposto un blocco crudele e disumano da più di 50 anni.

Cuba non proibisce ai suoi cittadini di viaggiare liberamente.

È difficile capire perché a molti cubani che sono invitati a partecipare a diversi eventi negli USA come forma di scambio di punti di vista “popolo a popolo”, a condividere esperienze, sono negati i visti o li ricevono così tardi che questo impedisce loro di arrivare a tempo per partecipare.

C’è un ingrediente indiscutibile di calcolata crudeltà nei tempi di consegna o nelle negazioni senza motivo dei visti, e questo indigna il popolo cubano.

Una cosa è chiara: il governo degli Stati Uniti continua a sottovalutare il grande appoggio internazionale che Cuba riceve in tutti gli angoli del mondo.

Le visite al Congresso e al Senato degli Stati Uniti

La Seconda Giornata Contro il Blocco è cominciata il 18 aprile con un orientamento sulle visite nel Campidoglio.

I partecipanti e gli organizzatori hanno parlato dei temi che potevano apparire nelle riunioni negli uffici del Congresso.

Le visite sono state realizzate a membri del Congresso che non hanno ancora appoggiato leggi a favore dell’eliminazione del blocco o alla proibizione di viaggiare. Sono stati vistati alcuni membri del Congresso che hanno appoggiato i cambi della politica statunitense verso Cuba.

Quattro gruppi di lavoro sono andati al Campidoglio ed hanno visitato 41 uffici suscitando l’impatto che il blocco contro Cuba colpisce non solo il popolo cubano, ma anche quello degli Stati Uniti, che riceverebbe solo benefici con la fine di 56 anni di politiche fallite.

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