Guerra Non Convenzionale: dove siamo?

Jose Ramon Rodriguez Ruiz http://www.cubadefensa.cu

gncE’ sempre più frequente sentir parlare di Guerra Non Convenzionale (CNG) in ambienti accademici o occasionali. Il termine genera, ogni giorno, importanti riflessioni e ricerche, guidate dal desiderio di comprendere le complessità di un fenomeno indiscutibilmente legato alla stabilità nelle nazioni del sud politico e disegnato a scapito della pace del Terzo Mondo e oltre.

Per fortuna non c’è bisogno, oggi, iniziare da zero per affrontare il tema, quando lunghe pagine di siti web, come “Cubadefensa” e “Cubadebate”, sono state dedicate ai principi, fondamenti, caratteristiche ed all’attuazione pratica della GNC come variante dell’uso della forza da parte degli USA e dei suoi alleati.

Pertanto, l’intenzione di queste righe è stimolare il dibattito in questa specifica trincea di combattimento contro la GNC.

I concetti contano

La GNC come variante dell’uso della forza USA, non è un sacco aperto dove tutto si adatta, dal punto di vista concettuale. Dire che “questo o quello” è parte dell’esecuzione di una campagna di GNC, o come preparazione di questa, implica una elevata conoscenza delle particolarità del fenomeno e dei suoi elementi dottrinali, previsti dall’alto comando politico-militare USA.

Esistono nel mondo di oggi esempi concreti di campagne di GNC in diverse fasi, che offrono modelli pratici di comportamento degli USA e dei suoi alleati, utili per comprendere il tema in questione.

Nel rivedere le conseguenze della cosiddetta Primavera Araba, troviamo il caso della Libia, devastata da una campagna di GNC che ha incluso il supporto convenzionale ad una resistenza insufflata dall’occidente.

Fuochi di quell’incendio accesero la miccia in Siria e ancora oggi lì ardono le fiamme dell’attacco imperialista. Il Vertice del Mediterraneo è stato un laboratorio vivente di quasi tutti gli elementi della GNC: sovversione politica; tumulti; sabotaggi; uso dell’informatica e delle comunicazioni a fini destabilizzanti; terrorismo; insurrezione armata; istituzioni fantasmi; sostegno di forze speciali straniere; organizzazioni di opposizione, tra gli altri.

Tutto orientato a “consentire un movimento di resistenza o d’insurrezione, costringere, interrompere o rovesciare un governo”, come segnala il concetto emesso, nel 2009, dal Comando Operazioni Speciali dell’Esercito USA e che oggi si mantiene vigente, alla luce della Pubblicazione Congiunta 3-05.1 “Guerra Non Convenzionale” della Giunta di Capi di Stato Maggiore di quel paese.

Coloro che vegliano sulla pace dei popoli del Sud sì sanno che la GNC continua perfezionandosi nella dottrina e nella pratica, consolidandosi come opzione fondamentale, in uno scenario mondiale che è già stato definito dagli stessi capi militari USA, come un ambiente “grigio”, dove la pace è scarsa e la vittoria, in conflitti permanenti, sarà determinata dalla capacità di superare minacce ibride e cambiamenti.

Infine, dove siamo?

Mentre in Siria forze speciali USA (1) appoggiano, apertamente, le diverse fazioni di combattenti “democratici”, presumibilmente in favore della sconfitta del torbido Stato Islamico, negli USA si continua generando dottrina con la GNC come tema centrale.

Una recente pubblicazione del Special Operations Command dell’Esercito USA risulta opportuna per rispondere alla precedente domanda.

Si tratta di una “Guida per la Guerra Non Convenzionale” nientemeno che “tascabile”, emessa nell’aprile 2.016. (2) Nelle sue pagine, si riassumono idee già familiari, ma che sono state ritoccate a partire dalla dottrina più recente, la Pubblicazione Congiunta 3-5.1.

La “Guida tascabile”, dichiara elementi che devono essere permanentemente osservati per perseguire i procedimenti di GNC. Risulta che questa ha una “Fase 0”, un “inizio prima dell’inizio” che i pianificatori USA chiamano anche “stato di equilibrio”; “prima dello scoppio” o dell’ “impegno permanente”.

Nella “Fase 0”, gli USA eseguono sforzi di Preparazione dell’Ambiente nei contesti civili, militari; fisici e virtuali; identifica minacce, sviluppa piani; costruisce supporti interni ed esterni per i loro accoliti; esegue l’analisi per l’attuazione di Operazioni Militari di Supporto Informativo, ecc

L’emergere di gruppi o movimenti di opposizione è un elemento che deve vedersi associato a questa fase preparatoria, a cui poi si cercherà di condurre a fasi ulteriori, fino a ad arrivare a quanto visto in Libia, Siria o Ucraina. Il ruolo diretto delle forze speciali non può vedersi isolato da queste fasi, insieme alle altri componenti del potere imperialista: diplomatici, organizzazioni non governative, aziende o media.

Secondo un articolo della rivista Joint Force Quarterly (JFQ) (3), le Forze per Operazioni Speciali sono ideali per contribuire al sostegno USA alle “rivoluzioni sociali”, che è un modo comune per chiamare l’esecuzione della GNC oggigiorno.

Segnalano il fatto che un movimento segua una strategia non-violenta non è garanzia che la “rivoluzione” rimarrà non violenta. Tradizionalmente le Forze Speciali sono organizzate, equipaggiate, addestrate e consigliate alla resistenza armata durante le campagne di GNC, ma le possibilità di successo sono maggiori se tali componenti sono coinvolte come consigliere in tappe anteriori, durante le campagne di resistenza non violenta, secondo quanto assicurano gli analisti USA.

Ogni nazione del Sud politico, con interessi contrastanti agli USA, deve considerarsi permanentemente esposta alle azioni proprie di una “fase 0” della GNC. Nel comportamento politico USA sono frequenti tali procedure, al fine di ottenere un cambiamento delle realtà delle nazioni sovrane.

Osservando ciò che accade in Venezuela, dove non è proprio incipiente lo sforzo della GNC, o quanto avvenuto in Brasile, gli argomenti di prima sovrabbondano.

Cuba non è scollegata dal mondo, né estranea alle pretese imperiali. Contro l’isola tutto è stato provato e molto si continua provando, con sottigliezza e perseveranza, allo stesso scopo. Questo ci mette sulla strada della GNC e ci mette in scontro con essa, incapace oggi di svilupparsi, ma presente, costringendo a prevedere ed analizzare. Alla lotta.

Riferimenti.

1. Si veda: http://www.theguardian.com/world/2016/may/26/us-military-photos-syria-soldiers-fighting-isis

2. Vedere “Unconventional Warfare Pocket Guide” en http://soc/ARIS

3. Unconventional Warfare in the Gray Zone. Revista Joint Force Quarterly, Primer Cuarto

Guerra No Convencional ¿Dónde estamos?

Por: José Ramón Rodríguez Ruiz

Es cada vez más frecuente escuchar hablar de Guerra No Convencional (GNC) en entornos académicos u ocasionales. El término genera cada día importantes reflexiones e investigaciones, impulsadas por el afán de comprender las complejidades de un fenómeno indiscutiblemente vinculado con la estabilidad en naciones del sur político y diseñado en detrimento de la paz del Tercer Mundo y más allá.

Por suerte no hay hoy que comenzar de cero al tratar el tema, cuando extensas páginas de sitios web como “Cubadefensa” y “Cubadebate” han sido dedicadas a los principios, fundamentos, particularidades y a la ejecución práctica de la GNC como variante de uso de la fuerza por parte de EE.UU. y sus aliados.

Por ello la intención de estas líneas es impulsar el debate en esta trinchera específica del combate contra la GNC.

Los conceptos importan

La GNC como variante del uso de la fuerza de EE.UU., no es un saco abierto donde todo cabe, desde el punto de vista conceptual. Decir que “esto o aquello” es parte de la ejecución de una campaña de GNC o como preparación de esta, implica un elevado conocimiento de las particularidades del fenómeno y de sus elementos doctrinales, previstos por el alto mando político-militar de EE.UU.

Existen hoy en el mundo ejemplos palpables de campañas de GNC en diversas etapas, que ofrecen patrones prácticos del comportamiento de EE.UU. y sus aliados, útiles para entender el tema en cuestión.

Al repasar las secuelas de la llamada Primavera Árabe, hallamos el caso de Libia, arrasada por una campaña de GNC, que incluyó el apoyo convencional a una resistencia insuflada desde Occidente.

Fuegos de ese incendio prendieron la mecha en Siria y aun hoy allí arden las llamas de la embestida imperialista. El vértice del Mediterráneo ha sido un laboratorio vivo de casi todos los elementos de la GNC: subversión política; disturbios; sabotajes; utilización de la informática y las comunicaciones con fines desestabilizadores; terrorismo; insurgencia armada; instituciones fantasmas; apoyo de fuerzas especiales extranjeras; organizaciones opositoras, entre otras.

Todo orientado a “permitir a un movimiento de resistencia o insurgencia, coaccionar, interrumpir o derrocar a un gobierno” como señala el concepto emitido en 2009 por el Comando de Operaciones Especiales del Ejército de EE.UU. y que se mantiene vigente hoy, a la luz de la Publicación Conjunta 3-05.1 “Guerra No Convencional” de la Junta de Jefes de Estado Mayor de ese país.

Quienes velan por la paz de los pueblos del Sur sí saben que la GNC continúa perfeccionándose en la doctrina y en la práctica, consolidándose como opción fundamental, en un escenario mundial que ya ha sido definido por los propios jefes militares de EE.UU., como un entorno “gris”, donde la paz es escasa y la victoria, en permanentes conflictos, será determinada por la capacidad de sortear amenazas híbridas y cambiantes.

Por fin ¿dónde estamos?

Mientras en Siria las fuerzas especiales estadounidenses1 apoyan abiertamente a distintas facciones de combatientes “democráticos”, supuestamente en pos de la derrota del turbio Estado Islámico, en EE.UU. se sigue generando doctrina con la GNC como tema central.

Una reciente publicación del Comando de Operaciones Especiales del Ejército de EE.UU. resulta oportuna para responder a la interrogante anterior.

Se trata de una “Guía para la Guerra No Convencional”, nada menos que “de bolsillo”, emitida en abril de 2016.2 En sus páginas, se resumen ideas ya familiares, pero que han sido retocadas a partir de la doctrina más reciente, la Publicación Conjunta 3-05.1.

La “Guía de Bolsillo” declara elementos que deben ser observados permanentemente al enjuiciar los procedimientos de GNC. Resulta que esta tiene una “Etapa 0”, un “comienzo antes del comienzo”, que los planificadores estadounidenses llaman también “estado de equilibrio”; “previo al estallido” o de “compromiso permanente”.

En la “Etapa 0”, EE.UU. ejecuta esfuerzos de Preparación del Ambiente en los entornos civiles, militares, físicos y virtuales; identifica amenazas, desarrolla planes; construye apoyos internos y externos para sus acólitos; realiza análisis para la ejecución de Operaciones Militares de Apoyo Informativo, etc.

El surgimiento de grupos o movimientos de oposición es un elemento que debe verse asociado con esta fase preparatoria, a quienes luego se pretenderá conducir a etapas ulteriores, hasta desembocar en lo visto en Libia, Siria o Ucrania. El papel directo de las fuerzas especiales no puede verse aislado de estas fases, junto a los demás componentes del poder imperialista: los diplomáticos, las ONG, las empresas o los medios de comunicación.

Según un artículo de la revista Joint Force Quarterly (JFQ)3, las Fuerzas de Operaciones Especiales resultan ideales para contribuir al apoyo de EE.UU. a las “revoluciones sociales”, que es una forma común de llamar a la ejecución de la GNC hoy en día.

Señalan que el hecho de que un movimiento siga una estrategia no violenta, no es garantía de que la “revolución” permanecerá no violenta. Tradicionalmente las Fuerzas Especiales han organizado, equipado, entrenado y asesorado a resistencias armadas durante campañas de GNC, pero las posibilidades de éxito son mayores, si tales componentes se involucran como asesores en etapas tempranas, durante las campañas de resistencia no violenta, según aseguran los analistas estadounidenses.

Toda nación del Sur político con intereses opuestos a los de EE.UU. debe considerarse permanentemente expuesta a las acciones propias de una “Fase 0” de la GNC. En el comportamiento político de EE.UU., son frecuentes tales procedimientos, con vistas a lograr modificar las realidades de naciones soberanas.

Al observar lo que sucede en Venezuela, donde no precisamente es incipiente el esfuerzo de GNC, o lo acontecido en Brasil, los argumentos de lo anterior llueven a cántaros.

Cuba no se encuentra desconectada del mundo, ni ajena a las pretensiones imperiales. Contra la Isla todo se ha intentado y mucho se continúa pretendiendo, con sutileza y constancia, bajo el mismo fin. Ello nos sitúa en el camino de la GNC y nos enfrenta a ella, incapaz hoy de desarrollarse, pero presente, obligando a prever y analizar. A combatir.

Referencias .

1. Ver: http://www.theguardian.com/world/2016/may/26/us-military-photos-syria-soldiers-fighting-isis

2. Ver “Unconventional Warfare Pocket Guide” en http://soc/ARIS

3. Unconventional Warfare in the Gray Zone. Revista Joint Force Quarterly, Primer Cuarto 2016, p 101.

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