Obama difende il processo di normalizzazione

colloqui USAIl mandatario degli Stati Uniti, Barack Obama ha emesso, venerdì 14 ottobre, una direttiva presidenziale di politiche favorevoli al miglioramento della normalizzazione delle relazioni bilaterali, nella quale si segnala la necessità di continuare questo processo in maniera progressiva con il Governo e il popolo di Cuba.

L’annuncio di Obama riconosce il ruolo dell’Isola come un interlocutore serio e inoltre consolida i cambi che sono stati fatti sino al momento, mentre fomenta più scambi tra i due paesi e i due popoli.

“Questo documento riflette il sentire di diversi settori ampli della nazione a nord, in relazione al fatto che quello che conviene è il processo attuale che contiene questioni che possono servire da riferimento”, ha assicurato a L’Avana Josefina Vidal, direttrice generale degli Stati Uniti della Cancelleria cubana.

In una dichiarazione alla stampa, Josefina Vidal ha detto che nel contenuto della direttiva presidenziale si apprezzano elementi che possono essere utili nel caso in cui un governo decide di continuare il processo di miglioramento delle relazioni.

Quanto annunciato da Obama è stato accompagnato dalla notizia delle nuove modifiche da parte dei Dipartimenti del Tesoro e del Commercio di alcune regole del blocco imposto a Cuba, che sono una continuità dei pacchetti adottati in altre occasioni.

Queste misure, come altre prese precedentemente, sono molto limitate, ha assicurato la Vidal, che ha riaffermato che il blocco economico, finanziario e commerciale esiste sempre ed ha portato l’esempio, in questo senso, che si mantengono le restrizioni per le importazioni cubane negli USA, sopratutto quelle del settore statale. L’unica eccezione è quella dei prodotti farmaceutici per i quali in questa occasione si autorizza la vendita negli Stati Uniti.

La diplomatica ha aggiunto che nella sfera finanziaria è sempre vigente la proibizione d’aprire conti a corrispondenti cubane nelle banche statunitensi nonostante l’autorizzazione dell’uso del dollaro nelle transazioni con l’Isola.

“Le misure apportano più benefici agli Stati Uniti che a Cuba”, ha affermato.

Questo nuovo pacchetto di misure include l’autorizzazione delle importazioni, la promozione, la vendita e la distribuzione negli USA di prodotti farmaceutici cubani approvati dall’Agenzia delle Droghe e Alimenti (FDA la sigla in inglese).

In questo stesso ordine è stata data luce verde allo sviluppo dei progetti per le investigazioni mediche congiunte con fini commerciali o meno tra persone ed entità dei due paesi, così come l’apertura di conti bancari in Cuba a persone e ad entità che si vincolano solo a queste attività.

Non si possono stabilire però imprese miste per lo sviluppo e il commercio in questa industria.

Un’altra misura adottata è stata l’eliminazione del limite di 400 dollari – dei quali 100 per rum e sigari – per l’importazione negli Stati Uniti di prodotti cubani per uso personale da parte di statunitensi, prodotti comprati a Cuba o in terzi paesi.

Cuba però non può vendere questi prodotti nel mercato statunitense.

La portata e l’applicazione pratica di queste misure sono condizionate a diversi interessi negli Stati Uniti, nonostante la volontà politica mostrata dall’amministrazione del presidente Obama.

Nella giornata sono state importanti anche le dichiarazioni della assessore alla Sicurezza Nazionale, Susan Rice, nel Woodrow Center.

Josefina Vidal ha commentato su questo che il Governo degli Stati Uniti non ha abbandonato varie politiche che provengono da epoche precedenti.

“Come parte di questo processo di costruzione di relazioni di nuovo tipo con gli USA, la parte cubana ha insistito che questioni come la sovranità e il funzionamento del sistema politico cubano non si trovano sul tavolo dei negoziati”, ha detto la diplomatica.

Discorsi come quelli della Rice sono un esempio che gli Stati Uniti non nascondono l’obiettivo di promuovere cambi nell’ordinamento politico, economico e sociale di Cuba, nè desistono dall’intenzione d’implementare programmi con un taglio d’ingerenza.

DIRITTI UMANI E RELAZIONI CIVILI NONOSTANTE LE PROFONDE DIFFERENZE

Il vice direttore generale ai Temi Multilaterali e il Diritto Internazionale della Cancelleria cubana, Pedro Luis Pedroso Cuesta ha riferito che venerdì 14 ottobre si è svolto il secondo dialogo sui diritti umani tra Cuba e gli Stati Uniti nel quale l’Isola ha ratificato la sua volontà d’avere relazioni civili con la sua controparte, in una cornice d’uguaglianza, rispetto e reciprocità, nonostante le profonde differenze esistenti in quanto al concetto e l’esercizio di questo tema.

Il diplomatico che ha guidato la delegazione cubana in questo appuntamento, nella sede del ministero delle Relazioni Estere ha detto alla stampa che l’incontro si è svolto in un ambito professionale e rispettoso ed ha anche segnalato che la parte cubana ha difeso temi come l’universalità, l’ indivisibilità e l’interdipendenza di tutti i diritti umani che vanno trattati con uguaglianza: diritti civili e politici, come i diritti economici, sociali e culturali.

In questo incontro che è stato una continuità di quello effettuato nel marzo dell’anno scorso, partendo da una proposta cubana, è stata reiterata la necessità di sviluppare scambi di questo tipo nel pieno rispetto dell’uguaglianza sovrana, l’indipendenza e la non ingerenza nei temei interni.

Pedroso ha segnalato che la rappresentazione cubana ha esposto la realtà del paese in temi come la conquista nella promozione e la protezione dei diritti umani, non solo a beneficio del popolo, ma anche di molte altre nazioni del mondo.

“Un esempio dell’impegno dell’Isola con la protezione dei diritti umani è dato dal livello delle adesioni del paese agli strumenti internazionali nella materia: 44 dei 61 riconosciuti, mentre gli Stati Uniti lo hanno aderito solo a 18”, ha informato Pedroso.

Il vice direttore generale ai Temi Multilaterali e il Diritto Internazionale della Cancelleria cubana ha aggiunto che la delegazione cubana ha comunicato alla controparte statunitense presieduta in questa occasione dal segretario aggiunto per la Democrazia, i Diritti Umani e il Lavoro del Dipartimento di Stato, Tomasz Malinowski, le preoccupazioni per il rispetto e la garanzia dei diritti umani negli Stati Uniti ed ha dettagliato il rispetto, la brutalità della polizia, soprattutto con gli afroamericani, l’insicurezza cittadina e l’aumento dei morti uccisi con armi da fuoco.

Altri temi come la discriminazione dei migranti e quella razziale sono stati presentati dalla delegazione di Cuba.

La tortura nei centri di detenzione e nelle carceri segrete e le esecuzioni extragiudiziarie come parte della lotta contro il terrorismo, sono altri esempi di violazioni dei diritti umani commesse da Washington in altre parti del mondo.

Pedroso ha detto che in questo senso Cuba ha criticato in particolare la permanenza del centro di detenzione nel territorio illegalmente occupato dalla Base Navale di Guantánamo, le torture e le gravi violazioni lì commesse.

La delegazione ha riferito le doppie facciate e le selezioni che prevalgono nel tema.

Nell’incontro è stato sottolineato che il blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba da più di 50 anni, costituisce una violazione flagrante. assoluta e sistematica dei suoi diritti umani.

Pedroso ha terminato reiterando che se il Governo statunitense vuole davvero fomentare politiche che aiutino i cubani, è imperativo che si eliminino le restrizioni per contribuire in modo decisivo a eliminare una politica che è ingiusta. ha sottolineato ancora.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.