L’economia cubana 2016-2017. Valutazione preliminare (II)

José Luis Rodriguez http://www.cubadebate.cu

economiaAl definirsi le prospettive di crescita dell’economia cubana per il 2016, il presidente Raul Castro espresse nell’Assemblea Nazionale del dicembre 2015: “Il prossimo anno continuerà a crescere il Prodotto Interno Lordo, ma lo farà ad un minor ritmo, il 2% , come conseguenza del proiettarsi limitazioni finanziarie associate alla caduta delle entrate in prodotti tradizionali esportabili, per la diminuzione dei loro prezzi sul mercato mondiale, come per esempio il nichel. A questo si aggiunge che” … si sono generate, da questo stesso 2015, affettazioni nelle relazioni di cooperazione reciprocamente vantaggiose esistenti con vari paesi, in particolare con la Repubblica Bolivariana del Venezuela, sottoposta ad una guerra economica per invertire il sostegno popolare alla sua Rivoluzione”. [1]

tabellaCosì, sebbene i risultati economici, del 2015, risultarono molto favorevoli, è stato previsto che gli stessi non avrebbero potuto sostenersi, allo stesso livello, nel 2016 a causa di nuove difficoltà finanziarie esterne collegate agli introiti di un gruppo di esportazioni ed alla situazione dell’economia venezuelana.

Tuttavia, alla fine del primo semestre si constatava che l’economia era cresciuta solo dell’1% principalmente a causa dell’incremento delle difficoltà esterne, che, prevedibilmente, avrebbero potuto aumentare nella seconda metà dell’anno.

Per far fronte alla situazione si è annunciato un programma di restrizioni che comprendevano: riduzione del consumo di carburante del 28% e dell’elettricità del 6%, ma con impatti differenziati cercando -in primo luogo- di non colpire la popolazione né i settori prioritari; una riduzione del piano d’investimenti del 17%, riducendo gli stessi da 7841 a 6510 milioni di pesos nel corso dell’anno; un calo delle importazioni del 3,3% ed una diminuzione del salario medio del 7% nel settore delle imprese di stato. [2]

Secondo diverse opinioni, all’essersi potuto contenere le affettazioni ai livelli stimati di metà anno, l’economia avrebbe potuto crescere modestamente. Così il CEPAL previde un aumento, per il 2016, dello 0,4%, Economist Intelligence Unit 0,5% e altre indagini uno 0,18%.

Tuttavia, i risultati ufficiali annunciati nell’ANPP hanno rivelato una decrescita del -0,9%, presumibilmente dovuta ad un peggioramento della performance economica del paese, nella seconda metà del 2016 al di là del previsto.

I fattori che motivarono questa performance si sintetizzarono nell’ ANPP da parte del Ministro dell’Economia e della Pianificazione nella diminuzione degli ingressi delle esportazioni, le difficoltà economiche di alcuni dei partner più importanti del nostro paese a causa della caduta dei prezzi del petrolio e la contrazione delle forniture di combustibile proveniente dall’estero.

Sui motivi addotti, almeno due aspetti sono essenziali per comprendere i motivi diretti della contrazione economica del 2016.

In primo luogo, tutto sembra indicare che si produsse un’importante riduzione nella fornitura di petrolio venezuelano negli ultimi 6 mesi dell’anno. Infatti, già alla fine del primo semestre, si era calcolato un calo di circa il 20%, con una consegna di 80000 barili di petrolio al giorno. Ma, nel secondo semestre, le stime disponibili rivelano una riduzione nelle forniture sino a raggiungere solo 55000 barili al giorno. [3]

Tuttavia, anche secondo informazioni internazionali, Cuba è riuscita, in parte, a compensare la riduzione delle forniture energetiche attraverso acquisti in altri mercati, ma in condizioni finanziarie diverse da quelle che le offre il Venezuela. In questo senso è stato conosciuto, a settembre, l’acquisto in Algeria di 515000 barili di greggio. [4]

In secondo luogo, s’incrementarono le restrizioni finanziarie dovute alla riduzione delle entrate ed all’aumento delle erogazioni durante lo scorso anno.

Questo è stato un elemento molto importante, tenendo conto che si ebbero affettazioni di produzione e prezzi (nichel), produzione (zucchero) e prezzi (derivati del petrolio), ma soprattutto che -a partire dal processo di rinegoziazione del nostro debito estero- si accordarono schemi che avrebbero superato -essenzialmente- il ritardo nei pagamenti calcolato in un 27% del debito totale, generandosi nuove erogazioni.

Su questo tema non si può dimenticare che, per raggiungere volumi significativi d’investimenti esteri e nuovi crediti, in condizioni più favorevoli, l’anno scorso si previde pagare circa 5299 milioni di dollari, cifra -che in base alle informazioni fornite nell’ANPP- si è realizzata, anche se non si poterono pagare in tempo una parte dei crediti commerciali a breve termine. Al riguardo, il presidente Raul Castro ha segnalato “… in mezzo a questo sfavorevole scenario si mantenne il rigoroso rispetto delle obbligazioni contratte come risultato del riordino del debito estero cubano. Tuttavia, non è stato possibile superare la situazione transitoria che attraversiamo nei ritardi dei pagamenti correnti ai fornitori, per cui si eseguirono e realizzarono una serie di misure che avrebbero permesso alleviare la situazione descritta. “[5]

Gli impatti di queste circostanze sfavorevoli non si fecero attendere.

In primo luogo, i pronostici dell’EIU [6] -anche considerando molto modeste crescite-, presumevano che l’agricoltura crescesse dell’1,5%, l’industria doveva decrescere del -1,4% ed i servizi si sarebbero incrementati solamente dell’1,1%.

In secondo luogo, secondo quanto stimato dal CEPAL, [7] nel 2016 crebbero il settore degli alberghi e ristoranti -associati al turismo internazionale- comunicazioni e commercio. E’ stato anche riportato un modesto aumento della produzione agricola, inferiore al piano. Per quanto riguarda quest’ultima, già durante il primo semestre si è registrato una crescita della produzione di tuberi e verdure, fagioli, mais; mentre calava la produzione di riso – del 26,8% – colpita dalla siccità, la produzione di pomodoro e frutta, tra le colture più importanti. [8] Questi risultati non hanno portato ad un calo dei prezzi durante l’anno.

D’altra parte, presumibilmente decrebbero le attività estrattive e l’industria manifatturiera di là del pianificato. Si ridusse anche la produzione di zucchero, con una produzione stimata di 1,5 milioni di tonnellate; la produzione di petrolio raggiunse il valore di circa 3 milioni 690 mila tonnellate di petrolio e di gas equivalente, cifra che è in calo rispetto ai 4 milioni raggiunto anni fa prodotto dall’esaurimento di un gruppo di pozzi.

Il deficit del bilancio pubblico si inquadrò secondo quanto previsto e si è continuato a finanziare principalmente con titoli del debito pubblico emessi dal Ministero delle Finanze e Prezzi per coprire i prestiti della Banca Centrale di Cuba.

Nonostante le avverse condizioni economiche, affrontate nel 2016, non si può ignorare lo sforzo realizzato dal paese per preservare i servizi di base alla popolazione. A questo proposito si è mantenuto un tasso di mortalità infantile del 4,3 per 1000 nati vivi, cifra simile a quella ottenuta nel 2015 e lo stesso comportamento ebbe il tasso di mortalità materna situato intorno al 41 per 100000 nati vivi. Anche nel sistema di istruzione è stato raggiunto il 95,2% dei maestri necessari, nel corso 2015-2016, rispetto al 93% del corso precedente. In un altro settore, è aumentato il trasporto di passeggeri del 3%. Infine, si realizzò una riduzione media del 20% nel prezzo, in CUC o CUP, di 70 prodotti di base venduti alla popolazione nella prima metà del 2016.

D’altra parte, si registrano affettazioni nella disponibilità di medicamenti ed in agosto si registrava la mancanza di 68, ciò che rappresentava circa il 7,7% del Quadro di Base di Medicamenti del paese. Anche il piano alloggi da costruire per lo Stato si stima che sia stato soddisfatto solo all’86%.

In sintesi, l’evoluzione dell’economia cubana, lo scorso anno, non risultò favorevole, né si accordò alle previsioni contenute nel piano. Come sottolineò il Ministro dell’Economia e Pianificazione nell’ANPP, la situazione “… ci pone in uno scenario che non può invertirsi nel breve periodo, caratterizzato da forti restrizioni che ci obbliga ad un’analisi approfondita ed attenzione prioritaria alle questioni dell’economia nazionale.”

Per questo sarà necessario esaminare le prospettive economiche per il 2017 e quali fattori possono migliorare la nostra gestione nel breve e medio termine.

link I parte      –      link III parte


La economía cubana 2016-2017. Valoración preliminar (II)

Por: José Luis Rodríguez

Al definirse las perspectivas de crecimiento de la economía cubana para el 2016, el presidente Raúl Castro expresó en la Asamblea Nacional de diciembre del 2015: “El próximo año continuará creciendo el Producto Interno Bruto, pero lo hará a un menor ritmo, el 2%, como consecuencia de que se proyectan limitaciones financieras asociadas a la caída de ingresos en los rubros exportables tradicionales por la disminución de sus precios en el mercado mundial, como por ejemplo el níquel.” A esto se añadía que “…se han generado desde este propio año 2015 afectaciones en las relaciones de cooperación mutuamente ventajosas existentes con varios países, en particular con la República Bolivariana de Venezuela, sometida a una guerra económica para revertir el apoyo popular a su Revolución.” [1]

De tal modo, si bien los resultados económicos de 2015 resultaron muy favorables, se previó que los mismos no podrían sostenerse al mismo nivel en el 2016 debido a nuevas dificultades financieras externas vinculadas a los ingresos de un grupo de exportaciones y a la situación de la economía venezolana.

No obstante, al cierre del primer semestre se constataba que la economía había crecido solo un 1% debido esencialmente a un incremento de las dificultades externas, que previsiblemente podrían aumentar durante el segundo semestre del año.

Para hacer frente a la situación se anunció un programa de restricciones que comprendían: la reducción del consumo de combustibles en un 28% y de la electricidad un 6%, pero con impactos diferenciados tratando –en primer término- de no afectar la población ni los sectores priorizados; una reducción del plan de inversiones del 17%, disminuyendo las mismas de 7 841 a 6 510 millones de pesos en el año; una caída de las importaciones del 3,3% y una disminución del salario medio del 7% en el sector empresarial estatal.[2]

Según diversas opiniones, de haberse podido contener las afectaciones a los niveles estimados a mediados de año, la economía podía haber crecido modestamente. Así la CEPAL pronosticó un incremento para el 2016 del 0,4%, el Economist Intelligence Unit 0,5% y otras encuestas un 0,18%.

Sin embargo, los resultados oficiales anunciados en la ANPP revelaron un decrecimiento del -0,9%, lo cual cabe suponer que se debió a un empeoramiento del desempeño económico del país en el segundo semestre del 2016 más allá de lo previsto.

Los factores que motivaron este desempeño se sintetizaron en la ANPP por parte del Ministro de Economía y Planificación en decrecimiento de los ingresos por exportaciones, las dificultades económicas de algunos de los principales socios de nuestro país debido a la caída de los precios del petróleo y la contracción de los suministros de combustibles procedentes del exterior.

Sobre las causales apuntadas, al menos dos aspectos resultan esenciales para comprender las razones directas de la contracción económica del 2016.

En primer lugar, todo parece indicar que se produjo una importante reducción en el suministro de petróleo venezolano en los últimos 6 meses del año. En efecto, ya al cierre del primer semestre se había calculado un descenso de alrededor del 20%, con una entrega de 80 000 barriles de petróleo por día. Pero durante el segundo semestre los estimados disponibles revelan una reducción en los suministros hasta alcanzar únicamente 55 000 barriles diarios.[3]

No obstante, también según informaciones internacionales, Cuba logró compensar en alguna medida la reducción de los suministros energéticos mediante compras en otros mercados, pero en condiciones financieras diferentes a las que ofrece Venezuela. En tal sentido se conocía en septiembre la compra en Argelia de 515 000 barriles de petróleo crudo.[4]

En segundo lugar, se incrementaron las restricciones financieras debido a la reducción de los ingresos y al aumento de las erogaciones a lo largo del pasado año.

Este ha sido un elemento de mucha importancia, si se tiene en cuenta que hubo afectaciones de producción y precios (níquel), producción (azúcar) y precios (derivados del petróleo), pero sobre todo que –a partir de los procesos de renegociación de nuestra deuda externa- se acordaron esquemas que superarían –en lo fundamental- el atraso en los pagos calculado en un 27% del total adeudado, generándose nuevas erogaciones.

Sobre este tema no puede olvidarse que para lograr volúmenes importantes de inversión extranjera y nuevos créditos en condiciones más favorables, el pasado año se planificó pagar alrededor de 5 299 millones de dólares, cifra –que según la información brindada en la ANPP- se cumplió, aunque no se pudieron pagar en tiempo una parte de los créditos comerciales de corto plazo. Al respecto, el presidente Raúl Castro señaló “…en medio de este desfavorable escenario se mantuvo el cumplimiento estricto de las obligaciones contraídas como resultado del reordenamiento de la deuda externa cubana. Sin embargo, no ha sido posible superar la situación transitoria que atravesamos en los atrasos de los pagos corrientes a los proveedores, con cuyo fin se ejecutaron y realizan un conjunto de gestiones que permitirán aliviar el panorama descrito.”[5]

Los impactos de estas desfavorables circunstancias no se hicieron esperar.

En primer término, los pronósticos del EIU[6]–aun considerando muy modestos crecimientos-, suponían que creciera la agricultura un 1,5%, la industria debía decrecer un -1,4% y los servicios se incrementarían un 1,1% solamente.

En segundo lugar, según estimados de CEPAL,[7] en el 2016 crecieron el sector de hoteles y restaurantes –asociados al turismo internacional-, comunicaciones y comercio. También se reportó un modesto incremento de la producción agropecuaria inferior al plan. Sobre esto último, ya durante el primer semestre se registró un crecimiento de las producciones de viandas y hortalizas, frijoles, y maíz; mientras que decrecían la producción de arroz –un 26,8%- afectada por la sequía, la producción de tomate y la de frutales, entre los cultivos más importantes.[8] Estos resultados no propiciaron un descenso en los precios durante el año.

Por otra parte, cabe suponer que decrecieron la minería y la industria manufacturera más allá de lo planificado. También se redujo la producción azucarera, con una producción estimada en 1,5 millones de toneladas; la producción petrolera alcanzó un estimado de 3 millones 690 mil toneladas de petróleo y gas equivalente, cifra que se viene reduciendo desde el tope de 4 millones alcanzado hace algunos años producto del agotamiento de un grupo de pozos.

El déficit del presupuesto público se enmarcó de acuerdo a lo previsto y se continuó financiando mayoritariamente con bonos de deuda pública emitidos por el Ministerio de Finanzas y Precios para cubrir los préstamos del Banco Central de Cuba.

A pesar de las adversas condiciones económicas enfrentadas en el 2016, no puede desconocerse el esfuerzo realizado por el país para preservar los servicios básicos a la población. En tal sentido se mantuvo una tasa de mortalidad infantil de 4,3 por 1000 nacidos vivos, cifra similar a la lograda en el 2015 e igual comportamiento tuvo la tasa de mortalidad materna situada en torno a 41 por 100 000 nacidos vivos. También en el sistema de educación se logró una cobertura del 95,2% de los maestros necesarios en el curso 2015-2016, frente a un 93% en el curso precedente. En otro orden de cosas, aumentó la transportación de pasajeros un 3%. Finalmente, se llevó a cabo una rebaja promedio del 20% en el precio en CUC o CUP de 70 productos básicos de venta a la población en el primer semestre del 2016.

Por otra parte, se registraron afectaciones en la disponibilidad de medicamentos y en agosto se reportaba la falta de 68, lo que representaba aproximadamente el 7,7% del Cuadro Básico de Medicamentos del país. Igualmente del plan de viviendas a construir por el Estado se estima que se cumplió solo al 86%.

En síntesis, la evolución de la economía cubana en el pasado año no resultó favorable, ni se ajustó a las previsiones contenidas en el plan. Tal y como se apuntó por el Ministro de Economía y Planificación en la ANPP, la situación “…nos sitúa en un escenario que no podrá revertirse en el corto plazo, caracterizado por fuertes restricciones que obliga a un profundo análisis y atención priorizada a los asuntos de la economía nacional.”

Para ello será necesario examinar las perspectivas de la economía para el 2017 y qué factores pueden mejorar nuestra gestión a corto y mediano plazos.

Notas:

[1] Ver “Raúl Castro: Jamás aceptaremos condicionamientos que laceren la soberanía de la patria” diciembre 29 del 2015 en www.cubadebate.cu

[2] Ver “Marino Murillo: Vienen ajustes en la economía sin afectar los servicios fundamentales a la población” julio 8 del 2016 en www.cubadebate.cu

[3] Ver “Cuba and Venezuela’s Ties of Solidarity Fray” The Wall Street Journal, December 13, 2016, en www.wsj.com.  Varios analistas apuntaron que el envío de crudo venezolano descendió en unos 40 000 barriles diarios, mientras que aumentó en 15 000 el envío de derivados, lo que representa una disminución neta de 25 000 en el número de barriles diarios suministrados.

[4] Ver Reuters “Argelia enviará petróleo a Cuba para ayudar a paliar la caída en suministros desde Venezuela” septiembre 7 de 2016 en www.lta.reuters.com

[5] Ver “Raúl Castro: El mejor monumento a Fidel es hacer realidad el concepto de Revolución” diciembre 27 de 2016 en www.cubadebate.cu

[6] Ver EIU (2016).

[7] Ver CEPAL (2016) ““Balance Preliminar de las Economías de América Latina y el Caribe 2016” Santiago de Chile, diciembre de 2016 en www.repositorio.cepal.org

[8] Ver ONEI “Sector agropecuario. Indicadores seleccionados Enero-Junio del 2016” en www.onei.cu

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