Giornalismo con una giovane scrittura

f0014821Coscienti delle sfide che hanno di fronte e impegnati con la missione che corrisponde alla loro generazione, i giovani giornalisti di tutta l’Isola si sono dati appuntamento nella capitale.


L’Istituto Internazionale di Giornalismo José Martí è la sede del dibattito dove sono stati convocati  dall’Unione dei Giornalisti di Cuba – UPEC – da ieri lunedì 6 a domani mercoledì 8,  per realizzare uno scambio d’esperienze e di proposte d’azioni in una convocazione già alla sua seconda edizione.

La gestione dei media e il ruolo dei giovani in questa, il giornalismo e la partecipazione cittadina, la comunicazione nel contesto d’attualizzazione del modello socio economico cubano sono gli assi tematici che centrano il dialogo.

I partecipanti hanno analizzato le idee sorte nel primo incontro e ancora una volta è stata reiterata l’urgenza del cambio nella routine di produzione dei media cubani e la trasformazione del loro modello di gestione.

Si è parlato dell’incremento della partecipazione di giovani con incarichi di direzione, ma non sempre questo risponde ad una vera strategia di lavoro e di preparazione del ricambio, ma a una necessità che esiste in alcuni luoghi.

Inoltre è stato fatto un richiamo per promuovere e premiare i talenti.

Sostenere un dibattito dalla UPEC in tutto il paese sull’etica della professione e nello scenario mediatico attuale sono stati temi pianificati.

Offrire informazioni sulle piattaforme di sovversione politico ideologica i cui bersagli sono i giovani e dare seguito agli accordi di queste riunioni con maggior rigore sono stati altri argomenti segnalati.

Miguel Díaz-Canel Bermúdez, membro del Burò Politico del Partito e primo vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri è stato con i giornalisti nel pomeriggio, accompagnato da  Antonio Moltó, presidente della UPEC e da altri funzionari del Partito e del sindacato.

Nel suo intervento  Díaz-Canel ha detto che la presenza dei giovani nei media è importante, e soprattutto il fatto che stiano nelle direzioni, perchè è la via più diretta per far sì che formino parte del cambio.

“Il  dibattito ratifica la necessità di perfezionare il lavoro dei nostri media e la comunicazione nella nostra società, per la quale esiste volontà politica, continuando con maggior audacia, approfittando di tutti gli spazi e le opportunità, per bere dalle esperienze che dicono che tuttavia ci sono riserve da sfruttare”, è stata l’esortazione che ha fatto il membro del Burò Politico ai presenti.

Inoltre li ha convocati ad avanzare nella preparazione dei professionisti con l’obiettivo di rendere le nostre pubblicazioni degli spazi multimediali e di stringere vincoli con le università per risolvere i problemi dalla scienza.

Uno dei temi più dibattuto è riferito alle norme legali relazionate con il lavoro giornalistico ed  ha suscitato uno scambio tra i partecipanti, e la certezza che le trasformazioni nella società sono avanzate più rapidamente dell’ordinamento giuridico in differenti ambiti è prevalsa  come il criterio che, indipendentemente da questo, l’etica deve primeggiare nella pratica professionale.

“Dobbiamo conquistare gli spazi digitali con i nostri argomenti, ha detto Diaz Canel ed ha segnalato che viviamo nei tempi di una guerra ideologica e culturale dalla quale usciremo vincitori con piattaforme di comunicazione emancipatrici e umaniste, che promuovano il pensiero critico di fronte a queste pretese colonizzatrici.

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