I filibustieri del XXI secolo contro il Nicaragua

Alla meta del XIX secolo uno statunitense sognò di governare il Nicaragua.

William Walker partì nel 1855 verso la giovane nazione centroamericana, divisa da un conflitto civile. Riuscì ad insediarsi sulla poltrona presidenziale puntando il revolver e con imbrogli politici. La Guerra Nazionale Centroamericana che scoppiò per le sue illusioni si concluse con la resa dei filibustieri, il 1 maggio del 1857. Walker prima aveva ordinato d’incendiare  Granada, la città delle colonne moresche sule rive del lago Cocibolca.

Con il secolo XXI già iniziato alcuni sognano tuttavia con avventure da filibustieri. Ma dato che questa non è un’epoca da cannoniere e fucili Springfield, le tecniche di dominio sono diventate più complesse per ottenere gli stessi obiettivi.

Un gruppo di 25 legislatori ha presentato la scorsa settimana nel Congresso USA un progetto di legge che porta sull’albero una bandiera nera con il teschio. Quello che pretendono è che Washington voti contro i prestiti che il Governo del Nicaragua sollecita da entità finanziarie multilaterali, sino a che non si ottengano «impegni del governo su presunti cambi democratici».

La chiamata Nica Act (per la sigla in inglese Documento sulle Condizioni degli investimenti in Nicaragua) è un assedio contro la nazione centroamericana la cui economia non ha smesso di crescere negli ultimi anni d’amministrazione sandinista a beneficio della qualità di vita della  maggioranza della sua popolazione .

Il futuro è ancora più promettente per importanti investimenti stranieri, includendo la costruzione di un nuovo canale interoceanico.

I promotori del progetto portano la pezza sull’occhio ed hanno una carriera alle spalle di noti pirati nelle acque del mar dei Caraibi.

La repubblicana Ileana Ros-Lehtinen, che fomenta ogni progetto bellicoso contro Cuba che passa tra le sue mani, si è alleata con il democratico Albio Sires per portare la Nica  Act alla Camera Bassa e nel Senato e nel suo influente Comitato delle Relazioni Estere, il  repubblicano Marco Rubio è il principale promotore delle sanzioni contro la nazione centroamericana.

Una volta approvata la legge, la si potrebbe sospendere se il Nicaragua promuovesse la realizzazione di elezioni «libere giuste e trasparenti»-

In questo modo i presunti esperti in democrazia ignorano completamente la grande vittoria del Comandante Daniel Ortega e della compagna Rosario Murillo nelle elezioni del novembre dell’anno scorso, quando hanno ottenuto più del 72% dell’appoggio popolare.

Le elezioni nelle  quali milioni di nicaraguensi hanno sostenuto il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), che governa dal 2007, sono state riconosciute nel mondo intero ed hanno contato su osservatori internazionali.

Ma la verità, come ogni filibustiere sa, scompare quando scoppia la guerra.

Questa non è la prima volta che si presenta la Nica Act al Congresso.

Nel settembre dell’anno scorso, a pochi mesi delle votazioni in Nicaragua il progetto era stato approvato dalla Camera, ma poi non aveva ottenuto i voti nel Senato.

Non è casuale che quest’anno si presenti prima delle votazioni municipali. dalle quali si spera una fortissima vittoria sandinista.

Il Governo del Nicaragua ha reagito con rapidità alla mossa di Washington: «Presentando la Nica Act 2017 questo gruppo di congressisti pretende di colpire il diritto del Nicaragua, del nostro popolo e del nostro governo di continuare a sviluppare il nostro modello cristiano, socialista e solidale», ha assicurato la compagna Rosario Murillo.

La vicepresidente del paese  ha assicurato che il Nicaragua continuerà a consolidare il suo modello di riconciliazione nazionale, pace e unità che è stato approvato per le sue conquiste sociali, economiche e di sicurezza in una regione convulsa.

La comunità internazionale a sua volta si è sommata alle critiche. Il recentemente concluso Consiglio Politico dell’Alleanza Bolivariana di Nuestra America – Trattato di Commercio dei Popoli, (ALBA-TCP)  ha emesso una dichiarazione d’appoggio.

«La chiamata Nica Act costituisce una perversa pretesa d’imporre un blocco economico al popolo e al governo del Nicaragua in un attentato contro il diritto di questo paese fraterno al benessere, la sicurezza, il lavoro e la pace, segnala il testo approvato a L’Avana.

I paesi dell’ALBA hanno aggiunto che il progetto è una nuova minaccia tra le tante che nella storia sono state emesse  contro il Nicaragua.

Di sicuro il paese centro americano noto per i suoi laghi e i suoi vulcani non è mai uscito dal mirino di Washington.

Ai filibustieri sono seguite le occupazioni dei marine yankee, poi la dittatura dei Somoza approvata da tutte le amministrazioni nordamericane, da Franklin D. Roosevelt a Gerald Ford, forse con l’onorata eccezione di  Jimmy Carter.

Fu Roosvelt che rese immortale quel «Sí, Somoza è un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana!»

Quando non riuscirono ad evitare il trionfo della rivoluzione sandinista nel 1970, optarono per scavare nell’economia e armare l’opposizione per una guerra civile.

Ronald Reagan stabilì formalmente il blocco nel 1985, ma viene ricordato di più per lo scandalo  Irán-Contra, scatenato per via della vendita di armi alla nazione iraniana per  rifornire i suoi mercenari in Nicaragua, due cose proibite dal Congresso.

Ma quando i filibustieri del XXI secolo issano le vele verso sud, dovrebbero ricordare il destino di  Walker e dei marine espulsi dai soldati scalzi  di Augusto César Sandino, e la resistenza dei nicaraguensi negli anni ’80 e la riconquista con i sandinisti al governo, nel 2007.

Al contrario, queste avventure potrebbero costar loro molto care.

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