Venezuela: la realtà sulle morti durante le proteste

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Le notizie sulla violenze in corso in Venezuela sono praticamente inevitabili.

Nelle ultime tre settimane, almeno 22 persone sono morte nel mezzo delle proteste anti-governative.

Schiacciati sulle posizioni dei manifestanti dell’opposizione di destra, i media mainstream utilizzano titoli come «Il Regime venezuelano ha sangue tra le sue mani» e «Il momento Tienanmmen del Venezuela» per ingannare i lettori e indurli a credere che il presidente Nicolas Maduro e il governo socialista sono i principali colpevoli.

Alcuni si sono spinti oltre sostenendo che la violenza sia «una campagna di genocidio di Stato».

La realtà della situazione sul terreno, tuttavia, dimostra che è vero il contrario: i manifestanti di destra stanno portando avanti una campagna di terrorismo contro il governo e il popolo venezuelano. Infatti, i manifestanti dell’opposizione sono responsabili della maggior parte delle morti che si sono verificate nelle ultime tre settimane, come dimostrato da una recente investigazione condotta da teleSUR.

Inoltre, molte delle 22 morti riportate sono ancora in fase di indagine e/o non sono state direttamente correlate alle proteste, mentre viene ribadito che tutti i morti sono vittime di «genocidio di Stato».

Ecco una rapida rassegna.

Morti attribuite ai manifestanti dell’opposizione 

Yey Amaro, un agente di polizia di 37 anni nello stato di Lara, è stato investito da un veicolo guidato dai manifestanti dell’opposizione l’11 aprile dopo aver tentato di mediare in occasione delle proteste nel suo stato di origine.

Kevin Leon, un panettiere di 30 anni nel quartiere El Valle di Caracas, è stato sparato il 20 aprile da manifestanti dell’opposizione che hanno vandalizzato il suo posto di lavoro.

Ricardo de Lourdes, una donna di 83 anni, è morta nella sua casa a Caracas il 10 aprile colpita da idrocefalo. Quando i suoi sintomi si sono palesati all’inizio della giornata, non è stato possibile trasportarla in un vicino ospedale perché i manifestanti dell’opposizione avevano bloccato tutte le strade del quartiere, impedendo alle ambulanze di soccorrerla.

Ramon Martinez, un cuoco di 29 anni che lavorava nella stessa panetteria di Kevin Leon, è stato anch’egli colpito a morte con un arma da fuoco dai manifestanti dell’opposizione il 20 aprile.

Brayan Principal, un residente di 13 anni della Città Socialista Ali Primera, è stato colpito dai manifestanti dell’opposizione l’11 aprile dopo che avevano abbattuto l’ingresso principale del comune.

Paola Ramirez, studentessa di 23 anni dello Stato Tachira, è stata colpita da membri del partito di opposizione Vente Venezuela, il 19 aprile, più di 20 volte.

Nove manifestanti dell’opposizione sono rimasti folgorati il 20 di aprile quando hanno provato a fare irruzione nel panificio El Valle che aveva una porta elettrificata.

Morti attribuite alle forze governative

Daniel Queliz, uno studente universitario di 20 anni da Carabobo, è stato colpito dalla polizia il 10 aprile mentre partecipava a una protesta dell’opposizione.

Morti sotto investigazione

Gruseny Antonio Canelon, un militante di opposizione di 32 anni da Lara, è morto per cedimento degli organi interni il 13 aprile. I gruppi di opposizione affermano sia stato colpito durante una dimostrazione anti-governtiva di due giorni prima.

Melvin Guitan, un 26enne che ha lavorato per un ufficio del sindaco a Sucre, è stato colpito da uomini armati non identificati il 20 aprile durante una protesta.

Morti non direttamente collegate alle proteste

Oliver Villa Camargo, un imprenditore nell’ambito del marketing digitale di 29 anni, è stato colpito da assalitori non identificati a bordo di moto a Caracas.

Carlos Moreno, uno studente di 19 anni, è stato colpito alla testa a Caracas il 19 aprile da rapinatori armati che hanno rubato la sua moto.

Jairo Ortiz, uno studente di 19 anni, è stato colpito dall’ufficiale di polizia Rohenluis Leonel Mata nello stato di Miranda. Dopo aver dimostrato l’innocenza di Ortiz, la polizia venezuelana ha immediatamente arrestato Mata.

 

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