Portorico: repressione

Il famoso  cineasta portoricano Tito Román Rivera è stato arrestato dagli sceriffi federali dopo aver partecipato lunedì 5 ad una protesta davanti al principale edificio degli Stati Uniti a San Juan, in Portorico.


Il regista del documentario  Ayotzinapa en mí (2016), sulla scomparsa di 43 studenti nel settembre del 2014, nello stato di Guerrero, in Messico,  ha partecipato a una manifestazione davanti all’edificio dove ha sede il Tribunale del Distretto degli Stati Uniti nel settore della  capitale di Hato Rey, reclamando la scarcerazione della maestra d’arte Nina Droz Franco, studentessa dell’Università di Puerto Rico (UPR) a Bayamón.

Román Rivera è stato arrestato da due sceriffi federali dopo mezzogiorno, quando si disponeva a salire in macchina per andarsene dal luogo.

L’arresto del cineasta portoricano, che ha studiato nella Scuola di Cinema e TV di  San Antonio de los Baños in Cuba, risponde  al fatto che non si è presentato a un’udienza in un tribunale federale statunitense, si dice.

Nel gennaio scorso era stato arrestato nello stesso luogo durante una manifestazione di disobbedienza civile in reclamo della liberazione di Oscar Lopez Rivera, che ha passato 35 anni nelle prigioni degli USA.

Oltre a Román Rivera, altri due partecipanti alla manifestazione di solidarietà con Nina Droz Franco sono stati arrestati e tra loro la studentessa Nina Figueroa, che ha espresso la sua indignazione per l’oppressione e la schiavitù che Washington impone al popolo portoricano.

Nina Droz Franco, è rinchiusa nel  Centro Metropolitano di Detenzione a  Guaynabo dal 2 maggio scorso, in relazione agli incidenti violenti avvenuti nella  Milla de Oro, ed è comparsa davanti alla giudice federale  Aida Delgado in una udienza nel Tribunale del Distretto degli Stati Uniti in Hato Rey.

Prima degli arresti per via di uno scontro all’entrata dell’edificio federale, gli sceriffi avevano fatto uso di gas urticante.

Negli ultimi mesi le autorità nordamericane in Puerto Rico hanno intensificato la repressione contro i sostenitori dell’indipendenza del paese.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.