Analisi economia cubana (II parte)

L’economia cubana: attualizzando il 2016 ed un primo sguardo al 2017

José Luis Rodríguez http://www.cubadebate.cu

Proseguendo l’analisi dei fattori esterni che stanno colpendo le prestazioni dell’economia cubana, le importazioni di beni sono diminuite del -10,4%, nel 2015, ed il piano del 2016 supponeva un aumento del 6,9%.

Tuttavia, a partire dagli aggiustamenti, approvati dall’ ANPP dell’8 luglio di quest’anno, è stata prevista una diminuzione del -3.3% [1], ma alla fine si stimò un calo dell’11,7% da parte di EIU. Per il 2017 si è previsto un leggero aumento del 5,5%. [2] Tuttavia, alla fine del primo semestre di quest’anno si registrava un maggior inadempimento delle importazioni, che avrebbe raggiunto i 1500 milioni di $, alla fine del 2017, equivalente ad una riduzione del 9% rispetto alle previsioni per l’anno. [3]

La riduzione delle importazioni di beni è legata al calo degli introiti esterni, che alla fine del primo semestre diminuirono di 417 milioni di $ sul pianificato.

Un importante elemento è stato fornito nel rapporto presentato all’Assemblea Nazionale, del 14 luglio, quando si esposero come fattori incidenti nella riduzione degli acquisti esterni “… le difficoltà nell’utilizzazione dei crediti; limitazione nell’assegnazione di liquidità; debiti per carte di credito scadute e non pagate, così come le deficienze nel processo di contrattazione.”[4] Così, dei crediti commerciali previsti (crediti a 360 giorni), era stato possibile solo contrattare il 40,8%, alla fine di maggio, e si prevedeva l’85% di accesso, agli stessi, per la fine dell’anno.

L’importazione di alimenti, nel 2016, si beneficiò nell’adeguamento per un guadagno a partire dal calo dei prezzi di 218,7 milioni di pesos, che ha permesso anche coprire un aumento delle importazioni di alimenti smessi di produrre nel paese per 111,6 milioni. Queste importazioni raggiungeranno 1167 milioni di $, nel 2017, che sta riflettendo un aumento dei prezzi di circa il 10%, tra maggio 2016 e 2017, secondo la FAO, [5] anche se puntualmente si registra un risparmio di 87 milioni. Nella prima metà dell’anno si stimano importazioni per 1136 milioni.

Per quanto riguarda le importazioni di combustibili, sebbene i prezzi di acquisto, nel 2016, siano stati inferiori rispetto all’anno precedente, c’è stata una diminuzione nella consegna di PDVSA, motivata dalle difficili condizioni che attraversava l’economia venezuelana.[6] A questo riguardo, su un piano di consumo di combustibile di 8221600 TM per l’anno, si è convenuto nell’ANPP dell’8 luglio, ridurlo a 7862070 TM, che rappresenta una diminuzione di 369530 TM, pari al 4,4% del totale. Da parte sua l’elettricità è stata ridotta da un previsione di 15310 GWH a 14523, una riduzione di GWH 786,68, pari al 6% del consumo previsto. [7]

Allo stesso modo, diverse fonti straniere hanno permesso che il paese gestisse acquistare combustibile in Algeria per 515000 barili di petrolio equivalente a compensare, parzialmente, il deficit di approvvigionamento venezuelano e, nel marzo 2017, si è informato dell’acquisto di 250000 TM di derivati dalla di Russia [8].

Tuttavia, saranno necessari ulteriori sforzi, poiché secondo le stime più recenti dell’agenzia Reuters, l’ esportazione venezuelana di petrolio a Cuba è diminuita del 13%, durante la prima metà del 2017, per una media di 72350 B/D.[9]

Su tali difficoltà s’informò nell’Assemblea Nazionale, sottolineando che le forniture di combustibile venezuelano in parte non sono state soddisfatte come concordato e “… inoltre non si comportarono con la struttura richiesta, né nei tempi previsti a partire dalle irregolarità nei programmi di arrivo.”[10]

Nel complesso, è stato sottolineato che queste difficoltà obbligarono a impiegare 99 milioni e 600 mila dollari per l’acquisto di combustibile addizionale a quanto previsto nel piano.

Dalla combinazione di inadempienze nelle esportazioni e delle importazioni, il paese ha avuto un saldo commerciale positivo di 1980 milioni di dollari, durante la prima metà del 2017, il che non è positivo se si analizzano i fattori che hanno portato a questo saldo.

Risulta anche degno di nota che in mezzo a tutte queste difficoltà, il paese abbia rispettato i suoi impegni nel pagamento del debito estero, in precedenza rinegoziato, per un valore di 2306 milioni di $ nei primi sei mesi dell’anno in corso. Si è progredito anche nel pagamento del vecchio debito con azionisti stranieri nelle società di joint venture, riordinandosi 440 milioni di $ la cui liquidazione si va realizzando.

Tuttavia, come già detto, non si sono potuti saldare debiti commerciali a breve termine, che danneggiano la capacità di importazione del paese e costituiscono un elemento da tentare di risolvere con la massima urgenza.

In termini di flussi finanziari esterni, si continua a progredire -anche se a ritmi inferiori ai richiesti-, negli accordi di investimento straniero diretto (IED) che negli ultimi due anni accumulano 1346 milioni di $. Al proposito non si annunciarono cambiamenti, finora, che diano risposta alle segnalazioni realizzate nell’Assemblea Nazionale, del dicembre 2016, sulla necessaria agilità che deve avere la IED.

Infine, è necessario segnalare che si sono venute registrando danni finanziari prodotto delle fluttuazioni dei tassi di cambio. Infatti, durante il 2016, è proseguito il sostenuto rafforzamento del USD -moneta a cui è ancorato il CUC- ciò che ha portato conseguenze negative per Cuba al registrarsi una svalutazione del 4,3% dell’euro fino al 23 dicembre, valuta che si era svalutata del 15% nei confronti del dollaro nel 2015. Da parte sua il dollaro canadese, che si è svalutato del 17,5% nel 2015, si è rivalutato un 4,2% durante il 2016, danneggiando, in entrambi i casi, ma in diverso senso, il potere d’acquisto dei turisti [11] che visitano Cuba e il potere d’acquisto di tali valute quando vengono utilizzate dal nostro paese per i pagamenti all’estero.

Durante la prima metà del 2017 l’euro si è apprezzato del 7,8% ed il dollaro canadese del 3,5%. Entrambe le tendenze sono risultate favorevoli per Cuba.

Un elemento non ancora completamente valutato è la forte svalutazione che sta soffrendo il Bolivar forte venezuelano (BF) e il suo impatto sulle relazioni di interscambio con Cuba, fenomeno che deve essere monitorato, tenendo conto della tendenza chiaramente recessiva dell’economia del Venezuela, durante il 2016, quando si stima una caduta di almeno 6,2% del PIL, con una moneta che si quotava sul mercato parallelo a circa 2802 BF per USD, il 23 dicembre 2016, a fronte di un tasso ufficiale DIPRA di 10 BF per USD per i pagamenti prioritari. Nel 2017 si è prevista un’altra caduta del 7,2% del PIL del Venezuela, [12] mentre il BF si era già svalutato sino a quotarsi 7781 unità per dollaro alla fine di giugno 2017.

Infine, le misure recentemente adottate dall’amministrazione USA, di Donald Trump, avranno un impatto negativo nel paese. Al di là che fino a settembre non si conoscerà la concreta strumentazione di queste misure, è chiaro che esse sono orientate ad attaccare direttamente il turismo mediante la restrizione dei viaggi dei nordamericani a Cuba, mentre s’intende vietare qualsiasi tipo di affare con le società qualificate, dagli USA, come “in mano di militari”, che danneggerebbe – tra altre entità- la catena alberghiera Gaviota e allo slancio, che la stessa, sta dando agli investimenti nel settore. Anche la posizione che intende mantenere il blocco economico contro Cuba, rafforzerà l’impatto negativo sul nostro paese.

Particolarmente dannoso può essere che il maggior effetto potrebbe registrarsi in paesi terzi se, gli stessi, percepiscono che c’è un aumento del rischio di fare affari con Cuba, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti stranieri diretti. A questo proposito, già nei primi mesi del 2017, l’EIU tornava a qualificare Cuba come un paese ad alto rischio (rating CCC) e un fattore importante, per questo, era la possibilità di un peggioramento nelle relazioni con gli USA.[13]

In breve, la regolazione esterna implementata ha portato alla riduzione delle spese in valuta estera del paese, la mancata esecuzione di nuovi prestiti per coprire il deficit commerciale e la regolazione nella ripartizione dei vettori energetici, mantenendosi la maggior parte dei danni già registrati lo scorso anno. Nonostante tutto questo, si è riuscito a mantenere la vitalità economica ed arrestare il declino dell’economia.

link alla I parte     –   link alla III parte


La economía cubana: Actualizando el 2016 y una primera mirada al 2017 (II)

Continuando el análisis de los factores externos que están afectando el desempeño de la economía cubana, las importaciones de bienes decrecieron -10,4% en el 2015 y el plan de 2016 suponía un incremento de 6,9%. Sin embargo, a partir de los ajustes aprobados por la ANPP del 8 de julio de este año, se pronosticó una disminución de -3,3%,[1] pero finalmente se estimó una caída del 11,7% por EIU. Para el 2017 se pronosticó un ligero aumento del 5,5%.[2] Sin embargo, al cierre del primer semestre de este año se reportaba un incumplimiento mayor en las importaciones, que alcanzaría 1 500 millones de dólares al finalizar el 2017, lo que equivale al 9% de reducción sobre las previsiones para el año.[3]

La reducción de las importaciones de bienes está vinculada a la caída de los ingresos externos, que al finalizar el primer semestre, disminuyeron en 417 millones de dólares sobre lo planificado.

Un importante elemento fue aportado en el informe presentado a la Asamblea Nacional del 14 de julio cuando se plantearon como factores incidentes en la reducción de las compras externas “…las dificultades en la utilización de los créditos; limitación en las asignación de liquidez; deudas por cartas de crédito vencidas y no pagadas, así como deficiencias en el proceso de contratación.”[4] De este modo, de los créditos comerciales previstos (créditos a 360 días), solo había sido posible contratar el 40,8% a finales de mayo y se preveía un 85% de acceso a los mismos para el cierre del año.

La importación de alimentos en el 2016 se benefició en el ajuste por una ganancia a partir de la disminución de los precios por 218,7 millones de pesos, lo que permitió incluso cubrir un incremento en importación de alimentos dejados de producir en el país por 111,6 millones. Estas importaciones alcanzarán 1 167 millones de dólares en el 2017, lo que está reflejando un incremento de precios del alrededor del 10% entre mayo del 2016 y del 2017, según la FAO,[5] aunque puntualmente se reporta un ahorro de 87 millones. En el primer semestre del año se estiman importaciones por 1 136 millones.

En lo relativo a la importación de combustibles, si bien los precios de compra en el 2016 resultaron inferiores al año anterior, hubo una disminución en la entrega por parte de PDVSA, motivada por las difíciles condiciones que atravesaba la economía venezolana.[6] En este sentido sobre un plan de consumo de combustibles de 8 221 600 TM para el año, se acordó en la ANPP del 8 de julio reducirlo a 7 862 070 TM, lo cual representa una disminución de 369 530 TM equivalente al 4,4% del total. Por su parte la electricidad se redujo de un plan de 15 310 GWH a 14 523, para una rebaja de 786,68 GWH, equivalente al 6% del consumo previsto.[7]

De igual modo, diversas fuentes extranjeras plantearon que el país gestionó la compra de combustible en Argelia por 515 mil barriles de petróleo equivalente para compensar parcialmente el déficit de suministro venezolano y en marzo del 2017 se informó la compra de 250 000 TM de derivados a Rusia.[8]

No obstante, se requerirá un esfuerzo mayor, ya que según estimados más recientes de la agencia REUTERS, la exportación venezolana de petróleo a Cuba cayó un 13% durante el primer semestre del 2017, para promediar 72 350 B/D.[9]

Sobre estas dificultades se informó en la Asamblea Nacional, al señalar que los suministros de combustible venezolano en parte no fueron cumplidos según lo convenido y “…además, no se comportaron con la estructura demandada, ni tampoco en las fechas previstas a partir de irregularidades en los programas de arribo.”[10]

En general, se destacó que estas dificultades obligaron a emplear 99 millones 600 mil dólares en la adquisición de combustibles adicionalmente a lo previsto en el plan.

A partir de la combinación de incumplimientos en las exportaciones y las importaciones, el país tuvo una balanza comercial positiva de mil 980 millones de dólares durante el primer semestre del 2017, lo cual no resulta positivo si se analizan los factores que motivaron este saldo.

También resulta destacable que en medio de todas estas dificultades, el país haya cumplido sus compromisos en el pago de la deuda externa previamente renegociada por un valor de 2 306 millones de dólares durante los primeros seis meses del actual año. También se avanzó en el pago de la deuda vieja con accionistas extranjeros en las empresas mixtas, reordenándose 440 millones de dólares cuya liquidación se viene cumpliendo.

Sin embargo, como ya se apuntó, no se han podido liquidar adeudos comerciales de corto plazo, que afectan la capacidad importadora del país, y constituyen una elemento a tratar de resolver con la mayor urgencia posible.

En términos de los flujos financieros externos, se continúa avanzando –aunque a ritmos inferiores a lo requerido- en los convenios de inversión extranjera directa, (IED) que en los últimos dos años acumulan 1 346 millones de dólares. Al respecto no se anunciaron cambios hasta ahora que den respuesta a los señalamientos realizados en la Asamblea Nacional de diciembre del 2016 sobre la necesaria agilidad que debe tener la IED.

Finalmente, es necesario apuntar se han venido registrando afectaciones financieras producto de fluctuaciones en las tasas de cambio. En efecto, durante el año 2016 continuó el sostenido fortalecimiento del USD –moneda a la cual está anclado el CUC- lo que trajo consecuencias negativas para Cuba al registrarse una devaluación del 4,3% en el euro hasta el 23 de diciembre, moneda que ya se había devaluado un 15% frente al dólar en el 2015. Por su parte el dólar canadiense, que se devaluó 17,5% en el 2015, se revaluó un 4,2% durante el 2016, afectando en ambos casos pero en diferente sentido, el poder adquisitivo de los turistas[11] que visitan Cuba y la capacidad de compra de esas monedas cuando son utilizadas por nuestro país para pagos en el exterior.

Durante el primer semestre del 2017 el euro se apreció un 7,8% y el dólar canadiense lo hizo un 3,5%. Ambas tendencias resultan favorables para Cuba.

Un elemento no evaluado completamente aún es la fuerte devaluación que está sufriendo el Bolívar fuerte venezolano (BF) y su impacto en las relaciones de intercambio con Cuba, fenómeno que debe ser monitoreado, tomando en cuenta la tendencia claramente recesiva de la economía de Venezuela durante el 2016, cuando se estima una caída al menos del 6,2% en el PIB, con una moneda que se cotizaba en el mercado paralelo a alrededor de 2 802 BF por USD el 23 de diciembre de 2016, frente a una tasa oficial DIPRO de 10 BF por USD para pagos priorizados. En el 2017 se ha pronosticado otra caída del 7,2% en el PIB de Venezuela,[12] mientras que el BF se había depreciado ya hasta cotizarse a 7 781 unidades por cada dólar al cierre de junio de 2017.

Por último, las medidas recientemente adoptadas por la administración norteamericana de Donald Trump, repercutirán negativamente en el país. Más allá de que hasta septiembre no se conocerá la instrumentación concreta de estas medidas, es claro que las mismas se han orientado a atacar directamente el turismo mediante la restricción de los viajes de norteamericanos a Cuba, al tiempo que se pretende prohibir cualquier tipo de negocios con las empresas calificadas por Estados Unidos como “en mano de militares”, lo cual afectaría –entre otras entidades- a la cadena hotelera Gaviota y al impulso que la misma viene dando a las inversiones en el sector. También la posición que pretende mantener el bloqueo económico contra Cuba, reforzará el impacto negativo sobre nuestro país.

Especialmente dañino puede ser el efecto mayor pudiera registrarse en terceros países si los mismos perciben que hay una elevación en el riesgo de hacer negocios con Cuba, especialmente en lo referido a la inversión extranjera directa. Al respecto ya a inicios del 2017 el EIU volvía a calificar a Cuba como país de alto riesgo (calificación CCC) y un factor básico para ello era la posibilidad de un empeoramiento en las relaciones con EEUU.[13]

En síntesis, el ajuste externo implementado supuso la rebaja de los gastos en divisas del país, la no ejecución de nuevos créditos para cubrir el desbalance comercial y el ajuste en la asignación de portadores energéticos, manteniéndose la mayoría de las afectaciones ya registradas el pasado año. A pesar de todo esto, logró mantenerse la vitalidad económica y detener la caída de la economía.

Bibliografía

-Cabrisas, Ricardo (2017) “Comportamiento del plan de la economía 2017. Primer semestre” Granma, 15 de julio del 2017.

-CEPAL (2017) “Actualización de proyecciones para América Latina y el Caribe 2017” abril de 2017 en www.cepal.org

-Economist Intelligence Unit (EIU) (2017) “Country Report Cuba” May 2017 en www.eiu.com

-Economist Intelligence Unit (EIU) (2017a) “Country Risk Service Cuba” February 2017 en www.eiu.com

-FAO (2017) “Situación Alimentaria Mundial” Junio 8 2017 en www.fao.org

-La Patilla (2016) “Argelia enviará petróleo a Cuba tras caída de los suministros de Venezuela” Septiembre 8 2016 en www.lapatilla.com

-Murillo, Marino (2015) “Intervención de Marino Murillo en la ANPP el 29 de diciembre de 2015” Transmisión por el canal de TV CUBAVISION el 30 de diciembre de 2015.

– Murillo, Marino (2016) “Intervención de Marino Murillo J. en el VII Período Ordinario de Sesiones de la ANPP el 8 de julio del 2016” Transmisión por el canal de TV CUBAVISION el 9 de julio de 2016.

-ONEI (2016) “Anuario Estadístico de Cuba 2015” La Habana 2016 en www.onei.cu

– Precio Petróleo Net (2017) “ Naciones Unidas: “Las exportaciones cubanas de productos refinados de petróleo cayeron alrededor de un 97% entre 2013 y 2016” mayo 9 del 2017 en www.preciopetroleo.net

-REUTERS (2016) “Venezuela reduce un 40% el envío de barriles de petróleo a Cuba” Caracas, julio 8 de 2016 en www.

-REUTERS (2017) “Rusia reanuda envíos de petróleo a Cuba y ayuda a cubrir la brecha venezolana” mayo 3 de 2017 en www.reuters.com

-REUTERS (2017a) “Exportaciones petroleras de Venezuela a su aliado Cuba caen 13%: documento” julio 13 del 2017 en www.lta.reuters.com

[1] Se pasaría de un plan original de 14 416 millones de pesos a 13 038 millones. Cálculos basados en ONEI (2016) y Murillo (2015 y 2016). Ver EIU (2017).

[2] Ver EIU (2017).

[3] Ver Cabrisas (2017a). Salvo que se indique otra cosa, las informaciones provienen de esta fuente.

[4] Ibid.

[5] Ver Cabrisas (2016) y FAO (2017)

[6] Una información de la agencia REUTERS, plantea que –según fuentes de PDVSA- la reducción en la entrega a Cuba de portadores energéticos –incluyendo crudo y derivados- durante el primer semestre del 2016 se calcula en un 19,5%.  Ver REUTERS (2016) Posteriormente otros estimados para el año situaron las entregas en un promedio de 87 550 barriles diarios, una caída del 27% en relación al 2015.

[7] Ver Murillo (2016).

[8] Ver  La Patilla (2016) y Reuters (2017). También Precio Petróleo Net (2017a).

[9] Ver Reuters (2017a).

[10] Ver Cabrisas (2017a).

[11] No obstante, durante el año 2016 se produjo una reducción del turismo canadiense en torno al 7%, pero durante el primer semestre de este año esa tendencia parece haberse superado.

[12] Ver CEPAL (2017)

[13] Ver EIU (2017a)

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