Contro vento e marea, la Costituente va!

Gilberto López y Rivas http://www.jornada.unam.mx

La scorsa domenica 16 luglio ha avuto luogo un’innegabile dimostrazione del ruolo che giocano i mass media nella guerra ad ampio spettro che, gli USA ed i suoi alleati interni della cosiddetta Tavola di Unità Democratica (MUD), realizzano contro il popolo ed il governo legittimo e costituzionale del Venezuela. Mentre l’opposizione ha fatto un “plebiscito”, inesistente nell’attuale Costituzione del paese, senza alcun controllo o monitoraggio nazionale ed internazionale su tale consultazione, con comprovate anomalie e frodi, e con una cifra si votanti sin ora sconosciuta, milioni di cittadini hanno partecipato ad una simulazione del processo elettorale per l’Assemblea Nazionale Costituente che si terrà domenica prossima.

Durante quel giorno e fino ad oggi, nessun mass media ha menzionato, né tanto meno evidenziato, tale manifestazione di sostegno al loro governo, il civismo e la vocazione alla pace di milioni di cittadini venezuelani. Ho seguito in tempo reale, per TeleSur, tale esercizio elettorale ed è stato possibile osservare le lunghe file per votare, il coraggio e la determinazione degli intervistati, lo straripamento di molti dei seggi elettorali in tutta la geografia del Venezuela, le dichiarazioni della rettrice incaricata dell’organismo autonomo elettorale, nel senso che si erano superate tutte le aspettative, poiché di solito a queste simulazioni assiste, regolarmente, tra il 10 ed il 20% degli elettori.

In questo caso, il popolo l’ha preso come un referendum per rispondere alla violenza della MUD ed al suo “plebiscito”, che significava un appello al colpo di stato e all’intervento straniero.

Già da alcuni anni abbiamo insistito, mediante la lettura dei manuali di contro-insurrezione dei militari USA, sulla notevole importanza che attribuiscono ai media come arma strategica e politica, in particolare a quella che chiamano la “battaglia della narrazione”.

Nel Manuale FM 3-24 si afferma: “Le guerre moderne si svolgono in luoghi nello spazio al di là degli elementi semplicemente fisici del campo di battaglia.

Uno dei più importanti sono i media in cui “la battaglia della narrazione” si verificherà. Già i nostri nemici hanno riconosciuto che la percezione è altrettanto importante, per il suo successo, come l’evento stesso. Alla fine, la percezione di ciò che si è verificato importa più di ciò che è realmente accaduto. Dominare la narrativa di qualsiasi operazione, siano esse militari o di altro tipo, paga enormi dividendi. Fallimenti in questo terreno mina il supporto per le nostre politiche ed operazioni, ed attualmente possono danneggiare la reputazione del paese e la sua posizione nel mondo” (Gilberto López y Rivas. Studiando la contro-insurrezione degli USA manuali, mentalità e uso dell’antropologia, Università di San Carlos, Guatemala, 2015).

Si è anche occultata, in maniera persistente e sistematica, l’atroce violenza dell’opposizione venezuelana, che ha tutte le caratteristiche del fascismo. Degnamente, La Jornada, in controcorrente con praticamente tutti i mezzi stampa nazionali ed internazionali, ha intitolato la sua retro-copertina del 22 luglio: “oppositori hanno bruciato vivi 19 ‘chavisti'”, a partire dalla ricerca della Red58 del Venezuela. Si chiarisce che: “La maggior parte…è morta o è rimasta lesa a causa del pregiudizio per il suo status sociale o convinzioni politiche, atto tipificato dalle Nazioni Unite come ‘crimine d’odio'”

Da parte sua, il governo del Messico ha svolto il suo ruolo, ossequiosamente, di lacchè imperiale, esortando la sua controparte venezuelana a non realizzare l’elezione dell’Assemblea Nazionale Costituente, e per essere riconosciuto complice della CIA.

In breve, il Venezuela, il suo coraggioso popolo ed il suo governo rivoluzionario, nelle sue contraddizioni, sono ora l’obiettivo di una serie di attacchi che vanno dalla guerra ad ampio spettro sostenuta dal Pentagono, passando per il terrorismo mediatico che non cessa un momento il suo lavoro disinformativo e contro informativo, sino al fuoco amico di coloro che pretendono, da sinistra, il mondo accademico e l’intellighenzia, assumere, in pratica, le stessissime posizioni di una destra che mira ad isolare, a livello internazionale, il governo legittimo, rompere l’ordine costituzionale e violentare la giustizia e lo stato di diritto, imposto dalla Costituzione chavista-bolivariana.

La situazione in Venezuela sembra aver sconvolto le capacità teoriche e metodologiche di settori importanti dell’intellettualità e del mondo accademico, che immersi nelle versioni distorte offerte dalle grandi reti di notizie, al servizio delle strategie imperialiste ed oligarchiche, ripetono abbondantemente gli argomenti di un’opposizione violenta e golpista che pretende rovesciare, con qualsiasi mezzo, un governo costituzionale, democraticamente eletto dalla maggioranza dei cittadini di quel paese.

Più volte, in articoli di giornale, interviste e dichiarazioni che circolano nelle reti, in orchestrate campagne, si insiste nel presentare il governo di Nicolás Maduro come una dittatura repressiva, anche come un regime totalitario, che si scontra con un limpido, pacifico e disinteressato movimento democratico. Nulla si menziona, in queste analisi che passano per obiettive, sul sostanziale sostegno economico degli USA e dei suoi organismi di intelligence a partiti e gruppi politici dell’opposizione. Neppure c’è alcun riferimento alle origini di classe di questi abnegati dimostranti che, ben nutriti e vestiti, si lamentano davanti alle catene di notizie, obiettive ed imparziali come CNN, che c’è fame nelle loro case e che non c’è il sapone nella vasca da bagno.

La maggior parte dei firmatari di questi articoli, testi e dichiarazioni non sono mai stati in Venezuela, né realizzato lavoro sul campo nei quartieri delle colline di Caracas, né nelle zone residenziali dell’est della capitale, dove vivono molti degli oppositori che sono protagonisti della nuova telenovela, fatta in Venezuela, ‘Anche i ricchi piangono’. Cioè, dichiarano o scrivono per sentito dire, di ciò che nasce dalle loro posizioni politiche e traiettorie, alcuni con passato di sinistra, opportunamente rettificati, per garantire il successo della loro carriera universitaria, o il loro visto per il nord della sua nuova bussola ideologica. Nonostante questa “sinistra”, Trump, Peña Nieto, Almagro ed i piro-maniaci oppositori, L’Assemblea nazionale costituente, va!


Contra viento y marea ¡va la Constituyente!

Gilberto López y Rivas

El domingo 16 de julio pasado tuvo lugar una demostración innegable del papel que juegan los medios masivos de comunicación en la guerra de amplio espectro que Estados Unidos y sus aliados internos de la llamada Mesa de Unidad Democrática (MUD) llevan a cabo contra el pueblo y el gobierno legítimo y constitucional de Venezuela. Mientras la oposición efectuó un “plebiscito”, inexistente en la actual Constitución del país, sin ningún control o monitoreo nacional e internacional sobre dicha consulta, con comprobadas anomalías y fraudes, y con una cifra de votantes hasta la fecha desconocida, millones de ciudadanos participaron en un simulacro para el proceso electoral de la Asamblea Nacional Constituyente que se efectuará el próximo domingo.

Durante ese día y hasta la fecha, ningún medio de comunicación masiva ha mencionado, ni mucho menos destacado, esa manifestación de apoyo a su gobierno, el civismo y la vocación de paz de millones de ciudadanos venezolanos. Seguí en tiempo real por Tele Sur ese ejercicio electoral y era posible observar las largas colas para votar, el ánimo y la determinación de los entrevistados, el desbordamiento de muchos de los centros de votación de toda la geografía venezolana, las declaraciones de la rectora encargada del órgano autónomo electoral, en el sentido de que se habían superado todas las expectativas, ya que usualmente a estos simulacros asiste regularmente entre 10 y 20 por ciento de los votantes.

En este caso, el pueblo lo tomó como un referéndum para responder a la violencia de la MUD y su “plebiscito”, el cual significó un llamado al golpe de Estado y a la intervención extranjera.

Ya desde hace algunos años hemos insistido, mediante la lectura de los manuales de contrainsurgencia de los militares estadunidenses, en la gran importancia que otorgan a los medios de comunicación como arma estratégica y política, particularmente lo que denominan la “batalla de la narrativa”.

En el Manual FM 3–24 se afirma: “Las guerras modernas tienen lugar en espacios más allá de simplemente los elementos físicos del campo de batalla”.

Uno de los más importantes son los medios, en los cuales “la batalla de la narrativa” ocurrirá. Ya nuestros enemigos han reconocido que la percepción es tan importante para su éxito como el evento mismo. Al final del día, la percepción de que ocurrió importa más, que lo que pasó realmente. Dominar la narrativa de cualquier operación, ya sea militar o de otro tipo, paga enormes dividendos. Fracasos en este terreno, mina el apoyo para nuestras políticas y operaciones, y actualmente pueden dañar la reputación del país y su posición en el mundo” (Gilberto López y Rivas. Estudiando la contrainsurgencia de Estados Unidos: manuales, mentalidades y uso de la antropología, Universidad de San Carlos, Guatemala, 2015).

También se ha ocultado de manera persistente y sistemática la atroz violencia de la oposición venezolana, que tiene todas las características del fascismo. Dignamente, La Jornada, a contracorriente de prácticamente todos los medios impresos nacionales e internacionales, cabeceó su contraportada del 22 de julio: “opositores han quemado vivos a 19 ‘chavistas,’” a partir de la investigación de la Red58 de Venezuela. Se aclara que:

“La mayoría…murió o fue lesionada como consecuencia de prejuicios por razón de su condición social o creencias políticas, acto tipificado por Naciones Unidas como ‘crimen de odio’”.

Por su parte, el gobierno de México cumplió su papel obsecuentemente como lacayo imperial, al exhortar a su contraparte venezolana a no realizar la elección de la Asamblea Nacional Constituyente, y por ser reconocido cómplice de la CIA.

En suma, Venezuela, su bravo pueblo y su gobierno revolucionario, en sus contradicciones, son hoy en día el blanco de una gama de ataques que van desde la guerra de amplio espectro apoyada por el Pentágono, pasando por el terrorismo mediático que no cesa un momento su labor desinformativa y contra informativa, hasta el fuego amigo de quienes pretenden, desde la izquierda, la academia y la intelectualidad, asumir, en la práctica, las mismísimas posiciones de una derecha que pretende aislar internacionalmente al gobierno legítimo, romper el orden constitucional y violentar la justicia y el estado de derecho, impuesto por la Constitución chavista-bolivariana.

La situación en Venezuela parece haber trastocado las capacidades teóricas y metodológicas de sectores importantes de la intelectualidad y la academia, que, inmersos en las versiones sesgadas que ofrecen las grandes cadenas noticiosas al servicio de las estrategias imperialistas y oligárquicas, repiten adocenadamente los argumentos de una oposición violenta y golpista que pretende derrocar, por cualquier medio, a un gobierno constitucional, elegido democráticamente por la mayoría de los ciudadanos de ese país.

De manera reiterada, en artículos periodísticos, entrevistas y declaraciones que circulan por las redes, en orquestadas campañas, se insiste en presentar al gobierno de Nicolás Maduro como una dictadura represora, incluso como un régimen totalitario, enfrentada a un límpido, pacífico y desinteresado movimiento democrático. Nada se menciona en estos análisis, que pasan por objetivos, sobre los sustanciales apoyos económicos de Estados Unidos y sus organismos de inteligencia a los partidos y las agrupaciones políticas de la oposición. Tampoco hay referencias a los orígenes de clase de estos abnegados manifestantes que, bien comidos y vestidos, se quejan ante las cadenas noticiosas objetivas e imparciales, como la CNN, de que hay hambre en sus hogares y de que no hay jabón en la bañera.

La mayoría de los firmantes de esos artículos, textos y declaraciones jamás han estado en Venezuela, ni han realizado trabajo de campo en los barrios de los cerros de Caracas, ni en las zonas residenciales del este de la capital, donde viven muchos de los opositores que protagonizan la nueva telenovela, made in Venezuela, Los ricos también lloran. Esto es, declaran o escriben de oídas, de lo que nace de sus posiciones políticas y trayectorias, algunos hasta con pasados de izquierda, debidamente rectificados, para garantizar el éxito de sus carreras universitarias, o sus visas para el norte de su nueva brújula ideológica. Pese a esta “izquierda”, Trump, Peña Nieto, Almagro y los piromaníaticos opositores, ¡la Asamblea Nacional Constituyente, va!

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