José Ramón Balaguer: “Fidel ci insegnò ad essere rivoluzionari”

Bertha Mojena http://www.cubadebate.cu

Solo pochi giorni fa, si è concluso a Managua, Nicaragua, il XXIII Incontro Annuale del Forum di San Paolo, in esso partecipò una folta delegazione cubana guidata dal Comandante José Ramon Balaguer Cabrera, capo del dipartimento delle Relazioni Internazionali del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba.

In ogni fase di dibattito e discussione di questo incontro, in ogni corridoio, in ogni seminario ed atto realizzato, una parola, un’immagine, una voce si alzava più viva che mai: Fidel, essere umano e leader eccezionale a cui gli si rese omaggio come al grande amico e compagno, come al grande amico, promotore e principale artefice dell’unità e dell’integrazione regionale, un combattente instancabile per l’umanità.

A oche ore dal commemorarsi il 91° anniversario della nascita del nostro Comandante in Capo, condividiamo stralci dell’intervista offerta da Balaguer prima di partire per Managua, ed in cui riflette sull’eredità del nostro Fidel.

Comandante Balaguer: Come avvicinarci all’eredità di Fidel?

L’eredità di Fidel è nel concetto di Rivoluzione. Se tu osservi e analizzi punto per punto ti renderai conto che – perlomeno io lo considero così – è un’autobiografia di Fidel.

Tutte e ognuna di quelle cose, perché questa eredità prospetta non solo ciò che è Rivoluzione, ma sta delineando come deve essere un rivoluzionario, quali sono i valori che deve avere un rivoluzionario. L’etica di Marti è presente in questa eredità e nei valori che rappresenta l’etica per un rivoluzionario.

Senso del momento storico.

Quando lo ri-legge e vede il primo punto “senso del momento storico” ti metti a pensare perché Fidel ha questo in primo luogo. E allora ricordati de Cinco Palmas, già, non dico altro. Sette fucili e “ora sì vinciamo la guerra” contro la dittatura di Batista, contro il suo esercito e contro l’impero; e lo fece.

Questa è una cosa che è importante per i rivoluzionari: avere senso del momento storico. E questo ha fatto la Rivoluzione, ha fatto in ogni momento quello che doveva essere fatto, anche quando l’URSS scomparve e si fece quello che doveva essere fatto in quel momento storico, nonostante le difficoltà, la mancanza di risorse. Rimanemmo senza niente, senza commercio, senza niente e, tuttavia, prevalemmo.

Cambiare tutto ciò che deve essere cambiato.

Questa è la concezione dialettica della società, i concetti marxisti sullo sviluppo sociale e lo sviluppo economico in ogni senso e lo stiamo facendo.

Quando avete tempo prendete i discorsi di Fidel nei Congressi e non leggete nulla più che l’analisi critica che fa delle nostre deficienze e dei nostri problemi, fin dal I Congresso, e le cose che sono state fatte per modificare questo, cambiare questo, cambiare altro. E ora quello che si sta facendo dopo il 7° Congresso con gli accordi.

L’etica, la verità, la solidarietà, la giustizia per Cuba e per il mondo

E così gli altri, i valori etici che ci sono: il problema della verità, il problema della solidarietà. Un processo rivoluzionario per un problema di concezione politica di qualsiasi tipo se non ha nelle sue fondamenta e nella sua condotta la solidarietà umana non ha nessun risultato a beneficio del mondo e della gente. E questo sta in quel pensiero di Fidel e nella sua condotta.

Nel mondo nessuno può fare quello che fece la Rivoluzione cubana: andare in Africa nel modo in cui andammo, andare in Angola. E la solidarietà con i nostri medici, con il nostro personale sanitario, non lo fa nessun paese, non possono. Il sistema capitalista non può, non ha la volontà, né condizioni né gente che abbia un grande senso di solidarietà per farlo. E la Rivoluzione l’ha fatto nonostante le nostre carenze e le nostre difficoltà.

Quando parla dei suoi sogni di giustizia per Cuba e per il mondo, lui è stato questo permanente: la sua vita, i suoi insegnamenti e ciò che ci ha trasmesso, a tutti, per tutto questo tempo. E quando parla di patriottismo, di socialismo e d’internazionalismo sono tre cose che sono lì.

Patriottismo.

Il patriottismo come cosa principale. E cos’è il patriottismo? Il patriottismo si basa, fondamentalmente, sulla solidarietà umana, solidarietà con i nostri compatrioti in ogni momento ed in ogni senso.

E ciò è stata la Rivoluzione governando tutto il tempo: un governo per la gente, per l’essere umano, perciò i bilanci più alti che ha il paese sono relazionati all’essere umano: l’istruzione gratuita, la salute gratuita, il problema della sicurezza sociale, il problema della cultura, il problema dello sport, il problema della conoscenza. Questo è essenziale.

“Il popolo cubano trionferà” Un commiato?

Questa espressione di Fidel fu un ordine di combattimento. Ci sta dicendo: “l’unica via d’uscita è trionfare. Cuba trionferà”. E questo è lo spirito che regna, in questo momento, nella condotta, l’azione del Partito. Cioè, Fidel muore con il pensiero e la fiducia che la Rivoluzione trionferà. Fu un’espressione di fiducia per tutti noi. Ci stava dicendo, “Confido in tutti voi. La Rivoluzione non ha altra strada che trionfare”.

E, sai quale fu la proprietà di Fidel al momento di morire? La sua uniforme, il berretto, i suoi gradi di Comandante in Capo ed i suoi stivali. E che fu bruciato con le sue proprietà, che si portò via. E un’altra grande proprietà che si portò via fu l’anima ed il cuore nostro. Fidel fu un essere straordinario, straordinario.


José Ramón Balaguer: “Fidel nos enseñó a ser revolucionarios”

Por: Bertha Mojena

Hace apenas unos días concluyó en Managua, Nicaragua, el XXIII Encuentro Anual del Foro de Sao Paulo, en el participó una amplia delegación cubana encabezada por el Comandante José Ramón Balaguer Cabrera, jefe del departamento de Relaciones Internacionales del Comité Central del Partido Comunista de Cuba.

En cada escenario de debate y discusión de este encuentro, en cada pasillo, en cada taller y acto realizado, una palabra, una imagen, una voz se alzaba más viva que nunca: Fidel, ser humano y líder excepcional al que se le rindió tributo como al gran amigo y compañero, como al gran amigo, impulsor y artífice principal de la unidad y la integración regional, un luchador incansable por la humanidad.

A unas horas de conmemorarse el 91 aniversario del natalicio de nuestro Comandante en Jefe, compartimos fragmentos de la entrevista ofrecida por Balaguer antes de partir a Managua, y en la que reflexiona sobre el legado de nuestro Fidel.

Comandante Balaguer: ¿Cómo acercarnos al legado de Fidel?

El legado de Fidel está en el concepto de Revolución. Si tú te fijas y analizas punto por punto te darás cuenta de que – por lo menos yo lo considero así- es una autobiografía de Fidel.

Todas y cada una de esas cosas, porque ese legado plantea no solo lo que es Revolución sino está planteando cómo debe ser un revolucionario, cuáles son los valores que debe tener un revolucionario. La ética de Martí está presente en ese legado y en los valores que representa la ética para un revolucionario.

Sentido del momento histórico.

Cuando lo vuelvas a leer y veas el primer punto “sentido del momento histórico” te pones a pensar por qué Fidel tiene eso en primer lugar. Y entonces acuérdate de Cinco Palmas, ya, no digo más. Siete fusiles y “ahora sí ganamos la guerra”, contra la dictadura de Batista, contra sus militares y contra el imperio; y lo hizo.

Esa es una cosa que es importante para los revolucionarios: tener sentido del momento histórico. Y eso ha hecho la Revolución, ha hecho en cada momento lo que ha tenido que hacer, incluso, cuando desapareció la URSS y se hizo lo que se tuvo que hacer en ese momento histórico, a pesar de las dificultades, de la falta de recursos. Nos quedamos sin nada, sin comercio, sin nada y sin embargo, prevalecimos.

Cambiar todo lo que debe ser cambiado.

Esa es la concepción dialéctica de la sociedad, los conceptos marxistas sobre desarrollo social y desarrollo económico en todo sentido y lo hemos estado haciendo.

Cuando tengan tiempo cojan los discursos de Fidel en los Congresos y no lean nada más que el análisis crítico que hace de nuestras deficiencias y nuestros problemas desde el primer Congreso y las cosas que se han hecho para modificar esto, cambiar esto, cambiar lo otro. Y ahora lo que se está haciendo después del 7mo congreso con los acuerdos.

La ética, la verdad, la solidaridad, la justicia para Cuba y el mundo

Y así todo lo demás, los valores éticos que hay: el problema de la verdad, el problema de la solidaridad. Un proceso revolucionario por un problema de concepción política de cualquier tipo si no tiene en sus fundamentos y en su conducta la solidaridad humana no tiene ningún provenir en beneficio del mundo y de la gente. Y eso está en ese pensamiento de Fidel y en su conducta.

En el mundo nadie puede hacer lo que hizo la Revolución Cubana: ir a África en la forma en que fuimos, ir a Angola. Y la solidaridad con nuestros médicos, con nuestro personal de la salud, no lo hace ningún país, no pueden. El sistema capitalista no puede, no tiene la voluntad, ni condiciones ni gente que tenga un sentimiento solidario grande para hacerlo. Y la Revolución lo ha hecho a pesar de nuestras carencias y nuestras dificultades.

Cuando habla de sus sueños de justicia para Cuba y para el mundo, él ha sido eso permanente: su vida, sus enseñanzas y la que nos ha transmitido a todos durante todo ese tiempo. Y cuando habla de patriotismo, de socialismo y de internacionalismo son tres cosas que están ahí.

Patriotismo.

El patriotismo como cosa principal. ¿Y qué cosa es el patriotismo? El patriotismo se asienta fundamentalmente sobre la solidaridad humana, solidaridad con nuestros compatriotas en todo momento y en todos los sentidos.

Y eso ha sido la Revolución gobernando todo el tiempo: un gobierno para la gente, para el ser humano, por eso los presupuestos más grandes que tiene el país son relacionados con el ser humano: la educación gratuita, la salud gratuita, el problema de la seguridad social, el problema de la cultura, el problema del deporte, el problema del conocimiento. Eso es esencial.

“El pueblo cubano vencerá”, ¿una despedida?

Esa expresión de Fidel fue una orden de combate. Nos está diciendo: “la única salida es el triunfo. Cuba triunfará”. Y ese es el espíritu que está reinando en este momento en la conducta, en la acción del Partido. Es decir, Fidel muere con el pensamiento y la confianza de que la Revolución triunfará. Fue una expresión de confianza para todos nosotros. Nos estaba diciendo: “Confío en todos ustedes. La Revolución no tiene otro camino que triunfar”.

Y, ¿sabes cuál fue la propiedad de Fidel al morir? Su uniforme, su gorra, sus grados de Comandante en Jefe y sus botas. Y que fue quemado con sus propiedades, las que se llevó. Y otra gran propiedad que se llevó fue el alma y el corazón nuestro. Fidel fue un ser extraordinario, extraordinario.

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