Colombia: massacro di contadini che mette a rischio la pace

In Italia non lo leggete perché il paese in considerazione è nell’orbita dei paesi vassalli degli Stati Uniti e addirittura sta negoziando l’apertura di basi militari Nato. In Italia non lo leggete, ma in Colombia c’è stata una vera e propria mattanza contro i contadini dello stato di Tumaco, nel sudest del paese, che si stanno ribellando alla confisca delle terre e le condizioni imposte dal Governo.

In particolare giovedì scorso, nel silenzio di tutti i media nostrani, i contadini hanno formato una vera e propria catena umana per impedire che venissero prese le loro terre dai militari. Il risultato? Tanti morti. Santos, il presidente colombiano, ne ha ammessi cinque, ma secondo i contadini sarebbero almeno il triplo. Oltre a decine e decine di feriti. Tutti tra i contadini.

Santos in una conferenza stampa per spiegare i gravissimi fatti ha accusato le FARC di aver fomentato il massacro. Il governo insiste per la sostituzione forzata della coltivazione nella zona. Secondo le cifre del Presidente della Colombia almeno 23mila famiglie cocaleras si sono iscritte al programma per cambiare coltivazione. Il problema è che molti contadini denunciano come si sia imposta una politica di sicurezza tale per cui è impossibile commerciare altri prodotti agricoli a buon prezzo. L’impossibilità a lavorare per coltivazioni leciti ha portato, secondo i contadini intervistati da Nazareth Balbas, le persone a buttarsi in questo mercato. Nella zona di Tumaco si produce oltre il 20% di tutta la cocaina della Colombia.

La pressione per Santos è doppia, prosegue Balbas. Da un lato, la necessità di proseguire negli accordi di pace con la FARC senza intoppi troppo grandi, come il massacro di contadini. E, dall’alro lato, gli Stati Uniti che pretendono che non siano le FARC a guidare questo processo di riforma agraria e sradicamento delle coltivazione. Per Washington deve essere l’esercito. Del resto, l’ambasciatore Usa a Bogotá, Kevin Whitaker, ha chiarito con un’intervista a El Tiempo che la presenza delle FARC non è ben vista. “Sono un’organizzazione del terrorismo internazionale, così lo definisce il mio Governo” che, secondo l’Ambasciatore, stanno incentivando la produzione di cocaina. Il paese si appresta al voto nel 2018 in queste condizioni drammatiche e censurate.

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