Honduras di nuovo in bilico

Dennis J. Bernstein, Consortium News

Il futuro dell’Honduras è in bilico mentre il conteggio delle elezioni presidenziali si prolunga. Lo sfidante, Salvador Nasralla, ex-giornalista sportivo alla testa di un’alleanza progressista di sinistra, inizialmente prevaleva sul presidente in carica Juan Orlando Hernández, ma questo è cambiato tra accuse di manipolazione delle schede ed imposizione di un coprifuoco militare per impedire le proteste. La vittoria di Nasralla rappresenterebbe il generale rigetto del pugno di ferro di Hernández.

Dana Frank, professore di storia all’Università della California di Santa Cruz, dichiarava: “Le elezioni in Honduras, in particolare la candidatura criminale del presidente Juan Orlando Hernández in violazione della Costituzione dell’Honduras, continuano a sottolineare il totale sfregio dello stato di diritto in Honduras dal colpo di Stato del 2009, con la benedizione del governo degli Stati Uniti che continua a celebrare un regime completamente segnato da corruzione e malvagia repressione delle libertà civili di base. I rapporti del governo dell’Honduras che affermano che il tasso di criminalità è in calo o che la polizia è stata ripulita non ingannano nessuno per un minuto”.

Ho parlato con l’assistente la Professoressa Suyapa Portillo del Pitzer College, il 27 novembre. Portillo e i suoi studenti erano osservatori internazionali a San Pedro Sula in Honduras e hanno visitato oltre 13 centri elettorali nei settori più marginali della città.

Dennis Bernstein: Potrebbe semplicemente ricordarci chi sono i candidati alle ultime elezioni in Honduras? Sembra che ci sia una grande differenza tra loro.
Suyapa Portillo: I candidati sono Salvador Nasralla, in corsa per l’Alleanza dell’Opposizione, e Juan Orlando Hernández, l’attuale presidente. In realtà è illegale per Hernández candidarsi alla rielezione in Honduras. Dopo il colpo di Stato, il sistema bipartito fu distrutto e c’erano in realtà dieci partiti presenti nel nord dove ero osservatore. È stata una gara molto accesa ma il collegio elettorale riferì alle 01.40 che circa il 45% dell’elettorato aveva votato per Nasralla e il 40% per Hernández. Ma poiché l’attuale presidente controlla l’intero sistema, compreso il collegio elettorale, non ammette l’elezione di Nasralla, che sarebbe ovvia a questo punto. Non è ancora chiaro se Hernández rispetterà la costituzione.

Dennis Bernstein: Parli delle forti differenze tra i candidati. Abbiamo sentito molto parlare delle violenze in Honduras dal colpo di Stato sostenuto dal governo degli Stati Uniti.
Suyapa Portillo: L’alleanza nazionale è al potere dal colpo di Stato del 2009. Da allora, il tasso di criminalità è aumentato in misura estrema. Oltre 200 attivisti ambientalisti sono stati uccisi come molti attivisti LGBT. Giornalisti e difensori dei diritti umani sono minacciati se si battono contro il governo. Molti dei miglioramenti in Honduras dopo gli accordi di pace degli anni ’80 sono stati respinti dall’Alleanza Nazionale. La gente in Honduras considera Hernández un dittatore. Anche se afferma che la criminalità è stata ridotta, ciò che è realmente accaduto è che viene meno segnalata. Il fratello di Hernández è una delle figure di alto profilo collegate al narcotraffico.

Dennis Bernstein: Sappiamo che il governo degli Stati Uniti, guidato da Hillary Clinton (segretaria di Stato) sostenne il colpo di Stato che allontanò l’ex-presidente Zelaya nel 2009. Clinton se ne vantava nella prima edizione della sua autobiografia.
Suyapa Portillo: In Honduras hanno il sopravvento narcotrafficanti e bande. I livelli di violenza sono alle stelle. Assistiamo ad attacchi a difensori dei diritti umani, sindacalisti, femministe. L’Honduras merita una diversa forma di governo. Quando Hillary Clinton si vantava del colpo di Stato e l’amministrazione Obama si rifiutò di chiamarlo tale, avviarono questi omicidi.

Dennis Bernstein: E’ stata un’elezione importante? Le persone volevano davvero uscire e votare? Si rischia quando si vota in Honduras, in particolare se sei un attivista di base, un insegnante, ecc.
Suyapa Portillo: Il Paese è militarizzato, in particolare i centri della città. Abbiamo visitato tredici centri elettorali a San Pedro Sula, in alcune delle zone più marginate della città, dove la gente si aspettava la maggior parte delle violenze. C’era molta energia ed entusiasmo nonostante la militarizzazione. Il popolo ha votato presto, è tornato a casa e poi è tornato per il conteggio dei voti. Questa partecipazione della cittadinanza è nuova, emerge dal colpo di Stato. Ogni urna aveva il suo conteggio. Abbiamo notato alcune discrepanze: le persone si sono presentate per sapere che avevano già votato o venivano a votare scoprendo che le loro schede non erano disponibili. Abbiamo visto molta tensione tra il personale elettorale e il collegio elettorale controllato dal governo e i cittadini. Alcuni quartieri che abbiamo visitato sono controllati da bande, ma la gente usciva comunque. In quasi tutti i tredici centri elettorali visitati, Nasralla era chiaramente in vantaggio.

Dennis Bernstein: Come spiega questo entusiasmo? Ha parlato delle violenze nel Paese dopo il colpo di Stato. Ma parliamo di alcune lotte di base che hanno spinto la gente a votare numerosa.
Suyapa Portillo: Il 2014 ha visto la formazione della polizia militare, un organismo che non esisteva dagli anni Ottanta. Questo porta le armi militari nei centri urbani. Quando Hernández salì al potere, diede 300 concessioni minerarie ad élite locali e compagnie straniere e il popolo capiva che consegnava il Paese. Queste concessioni entrarono in conflitto diretto con le comunità indigene. S’iniziò a vedere un numero incredibile di omicidi di difensori dei diritti umani e dei diritti della terra.

Dennis Bernstein: Alcuni ritengono che stia cercando di trasformare il Paese in una zona di libero scambio.
Suyapa Portillo: La visione del partito nazionalista è solo arricchirsi ai danni del popolo. Non ci sono aumenti dei salari minimi, non c’è via d’uscita per le persone. Infatti, nel 2014 vedemmo l’esodo di minori non accompagnati. Non c’è davvero futuro per i giovani in Honduras. È impossibile accedere all’istruzione senza soldi. La polizia militare attaccava gli universitari che si organizzavano per la riforma. Ed Hernández ha dato potere a tutta la sua famiglia. Tutti i ministri sono suoi fratelli, sorelle, cugini, il che è non accade dagli anni ’80. Soprattutto, non ci sono posti di lavoro. L’economia non cresce.

Dennis Bernstein: Il governo degli Stati Uniti sa del traffico in Honduras perché gli Stati Uniti sono ampiamente presenti. Quindi non c’è nulla che gli sia segreto.
Suyapa Portillo: Gli Stati Uniti sanno che c’è impunità, non ci sarà mai alcuna indagine sui diritti umani. Spesso, i querelanti vengono uccisi o cedono prima che i casi vengano risolti. Ricordi che l’Honduras era sotto il dominio dei militari dal 1963 al 1980. Per la maggior parte degli honduregni questa è storia recente e non vuole tornarvi. I giovani vogliono un presidente che li rappresenti sulle questioni che gli stanno a cuore. Libre e Nuova Alleanza hanno una proposta che ha senso per loro. Gli attivisti che abbiamo visto erano notevolmente giovani.

Dennis Bernstein: Questa disastrosa politica avviata da Obama e Clinton e intensificata con Trump ha portato a un’ondata emigratoria. È una specie di cinica politica perché vi sono vari politici negli Stati Uniti che dicono alle madri in Honduras e El Salvador quanto sia pericoloso mandare i figli a nord e tuttavia creiamo circostanze per sofferenza estrema e poche scelte.
Suyapa Portillo: Se le persone non riescono a sbarcare il lunario, emigreranno. Dobbiamo anche ricordare la storia delle società in Honduras. United Fruit Company e Dole erano solite fornire posti di lavoro sulla costa settentrionale e poi quando gli uragani colpivano le fabbriche venivano chiuse e i sindacati dispersi. Adesso entrano nuove società non sindacalizzate e sfruttatrici, che istigano le persone ad andarsene. Lungo la costa settentrionale, quasi ogni famiglia ha qualcuno che vive negli Stati Uniti. Il governo deve avere un piano per affrontare l’immigrazione. Che tipo di politiche farà chi vuole rimanere piuttosto che rischiare un viaggio molto pericoloso attraverso il Messico?

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