Vivo come le canne da zucchero

Con un corteo solenne sino alla stazione ferroviaria di Manzanillo e una manifestazione nazionale come tributo, i cubani di varie generazioni hanno reso omaggio al leader dello zucchero  Jesús Menéndez Larrondo, nel 70º anniversario de suo assassinio.


La marcia è stata preceduta da una concentrazione solenne davanti alla vecchia sede sindacale Fraternidad del Puerto, dove il popolo appassionato trasferì il corpo del dirigente proletario, sottratto alla Gurdia Rurale nella stessa notte del crimine, il 22 gennaio del 1948.

E davanti alla pietra che ricorda il martire nel luogo esatto in cui il capitano della Guardia Rurale, Joaquín Casillas Lumpuy, gli spezzò la vita, migliaia di lavoratori, studenti, combattenti e altre persone, gli hanno dedicato canti, danze, poesie e un’offerta di fiori che a nome del popolo di Cuba è stata posta da Federico Hernández, primo segretario del Partito in Granma, da Orlando Celso García, presidente di Azcuba, e Ismael Druyet, membro della Segreteria Nazionale della Centrale dei Lavoratori di Cuba – CTC.

Elizabeth Mendoza, operaia della fabbrica di zucchero  Enidio Díaz Machado, del municipio di Campechuela,  ha detto che  «il miglior monumento che gli possiamo erigere è studiare di più, specializzarci sempre di più,  superarci sempre, essere tecnici o professionisti responsabili e fare sì che primeggi l’efficienza nel settore zuccheriero.

José Antonio Pérez, segretario generale del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dello Zucchero, ha affermato che gli ideali e l’opera di Menéndez si devono norare in ogni fabbrica di zucchero, in ogni campo di canne, nelle unità di produzione e nelle imprese d’appoggio con il lavoro quotidiano, per far avanzare il settore.

Nella bella sede della capitale dell’Unione degli Scrittori e degli Artisti -UNEAC- è stato ricordato il Generale delle Canne, nella stessa voce di chi lo fece chiamare così, il poeta Nicolás Guillén, autore della bella elegia che lo immortala in versi.

Nella breve cerimonia organizzata dalla Commissione  Aponte, la Fondazione Nicolás Guillén e la stessa UNEAC, il poeta Miguel Barnet, presidente di quest’ultima, dopo aver ricordato i trascendentali valori dell’opera, ha ricordato il giorno in cui si seppellì  Jesús Menéndez e  la folla che lo accompagnò sino alla sua ultima dimora,  in una manifestazione paragonabile solo a quelle  a sostegno della Rivoluzione Cubana. «Come Guillen, lui è vivo tra di noi», ha affermato.

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