Cuba e la sua economia – II parte

Il 2017 appena concluso ed un 2018 appena iniziato

José Luis Rodriguez http://www.cubadebate.cu

II

Come notato sopra, i fattori esterni hanno avuto un peso molto importante nello spiegare lo sviluppo dell’economia cubana negli ultimi anni.

Infatti, a partire dall’esportazione di beni, i dati disponibili mostrano che il valore delle esportazioni di merci è sceso da 5870 milioni di dollari nel 2011, a 2317 milioni nel 2016, con una riduzione del 60,5 %. In tale risultato è influito il valore delle esportazioni di nichel, che sono diminuite del 67,3%, in cui risultò determinante un calo dei prezzi del 55,5%. Nel caso dello zucchero, il valore totale esportato è diminuito del 4,3%, ma i prezzi sono diminuiti del 33,2% nel periodo analizzato.

Infine, i derivati ​​del petrolio sono stati fortemente influenzati dal calo dei prezzi a partire dalla seconda metà del 2014 e anche dalla riduzione delle importazioni provenienti dal Venezuela dal 2015. Basti pensare che nel piano 2016 era previsto l’esportazione di 558mila MT di tali derivati ​​per un valore di 228 milioni di dollari, mentre nel 2014 sono state vendute 532mila MT per un valore di 734 milioni, cioè in due anni gli ingressi dall’esportazione di derivati ​​sono diminuiti del 68,9%, anche quando l’importo della quantità da esportare è rimasta in parametri simili [1].

Da parte sua, l’export di servizi è aumentato nella linea del turismo con ingressi lordi passati da 2503 milioni di dollari nel 2011, a 3069 nel 2016, con una crescita di 566 milioni, che rappresenta un 22,6%. Tuttavia, la stima degli ingressi per esportazione totale da servizi è diminuita, in quegli anni, di 959 milioni di dollari, con un calo del 9,5%, per cui si può presumere che gli incrementi del turismo non abbiano compensato la diminuzione di introiti per esportazioni di forza lavoro qualificata. [2]

Per quanto riguarda le importazioni, la fattura per alimenti è passata da 1863 milioni di dollari nel 2011, a 1668 milioni nel 2016, con un leggero calo del 10,5% con una composizione approssimativamente simile nelle linee fondamentali, che tende a riflettere una graduale riduzione dei prezzi.

Nel caso dei combustibili, la riduzione dei prezzi, che si produce a partire dalla seconda metà del 2014, ha avuto un effetto favorevole sui costi degli acquisti esterni, ma ha avuto un impatto negativo sulle nostre esportazioni, come già accennato.

In sintesi, la bilancia commerciale di beni e servizi ha registrato un saldo di 2240 milioni di dollari nel 2011, che si ridusse del 38,1% sino ad uno stimato di 1387 milioni nel 2016. Tuttavia, il saldo del conto corrente è passato da 1437 milioni ad una stima di 1792 milioni in quel periodo, con un incremento del 24,7%. D’altra parte, non si è ottenuto incrementare significativamente gli investimenti stranieri diretti a partire dalla nuova legge approvata nel 2014, poiché alla fine del 2016 erano stati raccolti solo circa 1300 milioni di dollari attraverso questo canale.

I flussi finanziari nel quinquennio analizzato hanno permesso iniziare a liquidare i debiti in sospeso assorbendo un significativo volume di risorse, ma non hanno lasciato spazio per aumentare gli investimenti né migliorare la soddisfazione dei bisogni della popolazione.

III

A partire dagli squilibri che hanno provocato un calo dello 0,9% del PIL nel 2016, il piano dell’anno scorso [3] si prefisse frenare questa tendenza depressiva mediante una serie di misure che avrebbero permesso una crescita del 2%, sostenuta con un aumento del 30% nell’industria dello zucchero e dell’8% del valore aggiunto nel settore alberghiero e della ristorazione, nonché con aumenti tra il 2 ed il 5% per l’agricoltura; industria manifatturiera; trasporto e comunicazioni; costruzione; elettricità, gas ed acqua e commercio, in questo caso con un aumento del 3,3% nella circolazione nel commercio al dettaglio. Il resto dell’economia, è stato segnalato, che sarebbe cresciuta del 2,7%. Allo stesso modo è stato segnalato che sarebbe decresciuto il settore minerario del 5,2%, -essenzialmente a causa di un calo della produzione di nichel- e che la produzione di petrolio e gas sarebbe diminuita del 4,3%. Si evidenziava, allo stesso modo, la forte crescita prevista per gli investimenti, sebbene gli investimenti stranieri diretti avrebbero rappresentato solo il 6,5% degli stessi. Alla fine si informava che la produttività doveva crescere del 6,6% ed il salario medio del 3,5%.

Per sostenere queste cifre è stato deciso -in maniera aggiuntiva- di approvare una crescita del 49% nel finanziamento del bilancio degli investimenti a carico dello Stato e di un 26% nella partita per sostenere le sostituzioni delle importazioni e promuovere le esportazioni, in quest’ultimo caso in una cifra superiore a 14 miliardi di pesos, volume di risorse che dovrebbe tradursi in un risparmio in valuta estera o in un aumento del reddito in moneta liberamente convertibile. Queste misure hanno aumentato il deficit di bilancio a 11454 milioni di pesos, pari al 12% del PIL coperti con l’emissione di bonus del debito pubblico, che sarebbero stati acquisiti dal Sistema Bancario Nazionale, continuando così il finanziamento delle spese pubbliche in modo differito, come è stato approvato, a partire dal 2014, per evitare l’emissione di denaro liquido in circolazione.

D’altra parte, si è deciso l’acquisto aggiuntivo di vettori energetici in altri paesi -in primo luogo Russia – al fine di evitare gli effetti di contrazione che il calo delle forniture venezuelane ha causato nel 2016.

I risultati ottenuti nel 2017 sarebbero stati raggiunti nel bel mezzo delle misure di carattere emergente che dovevano essere adottate per ritornare al percorso della crescita economica.

[1] Vedi “Evoluzione dell’economia mondiale nel 2016 e impatti per Cuba. Prospettive del 2017 “in CIEM Relazione sull’evoluzione dell’economia mondiale 2016 su www.ciem.cu

[2] Stime dell’autore basate su ONEI Annuario Statistico di Cuba 2016 ed Economist Intelligence Unit Country Report. Cuba, novembre 2017 su www.eiu.com

[3] Dati basati sull’ “Intervento di Ricardo Cabrisas Ruiz, vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’economia e Pianificazione presso l’ANPP, dicembre 2016” in Juventud Rebelde Especial, 28 dicembre 2016, pp. 9 e 10

link I parte – link  III parte


Cuba y su economía: El 2017 recién concluido y un 2018 que apenas comienza” (II)

II

Como se apuntó anteriormente, los factores externos han tenido un peso muy importante para explicar el desenvolvimiento de la economía cubana en los últimos años.

En efecto, comenzando con la exportación de bienes, los datos disponibles muestran que el valor de las exportaciones de mercancías descendió de 5 mil 870 millones de dólares en el 2011, a 2 mil 317 millones en el 2016, para una reducción del 60,5%. En este resultado, influyó el valor de la exportación de níquel que bajó un 67,3% en lo que resultó determinante una caída del 55,5% en los precios. En el caso del azúcar, el valor total exportado descendió un 4,3%, pero los precios se redujeron un 33,2% en el período analizado.

Finalmente, los derivados del petróleo fueron fuertemente impactados por la baja en los precios a partir del segundo semestre del 2014 y también por la reducción de las importaciones provenientes de Venezuela desde el 2015. Baste poner como ejemplo que en el plan del 2016 se previó exportar 558 mil TM de esos derivados por valor de 228 millones de dólares, mientras que en el 2014 se vendieron 532 mil TM por valor de 734 millones, es decir, en dos años los ingresos por la exportación de derivados descendió un 68,9%, aun cuando la cantidad a exportar se mantuvo en parámetros similares.[1]

Por su parte, la exportación de servicios se incrementó en el renglón del turismo con ingresos brutos que pasaron de 2 mil 503 millones de dólares en el 2011, a 3 mil 069 en el 2016, para un crecimiento de 566 millones, lo que representa un 22,6%. Sin embargo, el estimado de ingresos por exportación total de servicios se redujo en esos años 959 millones de dólares, para una caída del 9,5%, por lo que puede suponerse que los incrementos del turismo no compensaron la disminución de ingresos por exportación de fuerza de trabajo calificada.[2]

En lo referido a las importaciones, la factura de alimentos pasó de mil 863 millones de dólares en el 2011 a mil 668 millones en el 2016, para un ligero descenso del 10,5% con una composición aproximadamente similar en los renglones fundamentales, lo cual tiende a reflejar una reducción gradual de precios.

En el caso de los combustibles la reducción de los precios que se produce a partir del segundo semestre del 2014 repercutió favorablemente en los costos de las compras externas, pero impactó negativamente en nuestras exportaciones, como ya se comentó.

En resumen, la balanza comercial de bienes y servicios mostró un saldo de 2 mil 240 millones de dólares en el 2011, el cual se redujo un 38,1% hasta un estimado de mil 387 millones en el 2016. No obstante, el saldo de cuenta corriente pasó de mil 437 millones a un estimado de mil 792 millones en ese período, para un incremento del 24,7%. Por otro lado, no se logró impulsar significativamente la inversión extranjera directa a partir de la nueva ley aprobada en el 2014, ya que al cierre del 2016 solo se habían captado unos mil 300 millones de dólares por esa vía.

Los flujos financieros en el quinquenio analizado permitieron comenzar a liquidar los adeudos pendientes absorbiendo un significativo volumen de recursos, pero no dejaron margen para incrementar las inversiones, ni mejorar la satisfacción de necesidades de la población.

III

A partir de los desequilibrios que provocaron una caída del 0,9% en el PIB en el 2016, el plan del pasado año[3] se propuso frenar esa tendencia depresiva mediante un conjunto de medidas que permitieran lograr un crecimiento del 2%, sustentado en un incremento del 30% en la industria azucarera y del 8% del valor agregado en el sector de hotelería y restaurantes, así como con aumentos entre 2 y 5% para la agricultura; industria manufacturera; transporte y comunicaciones; construcción; electricidad, gas y agua y comercio, en este caso con un incremento del 3,3% en la circulación mercantil minorista. El resto de la economía se informó que crecería un 2,7%. Igualmente se señaló que decrecería el sector de la minería un 5,2% –básicamente por caída en la producción de níquel- y que disminuiría la producción de petróleo y gas un 4,3%. Se destacaba así mismo, el fuerte crecimiento previsto para las inversiones, aunque la inversión extranjera directa solo representaría el 6,5% de la misma. Finalmente se daba a conocer que la productividad debía crecer un 6,6% y el salario medio un 3,5%.

Para apoyar estas cifras se decidió –adicionalmente- aprobar un crecimiento del 49% en el financiamiento presupuestario de inversiones a cargo del Estado y un 26% en la partida para apoyar la sustitución de importaciones y promocionar las exportaciones, en este último caso en una cifra superior a los 14 mil millones de pesos, volumen de recursos que debía traducirse en un ahorro de divisas o en un incremento de los ingresos en moneda libremente convertible. Estas medidas elevaron el déficit presupuestario hasta 11 mil 454 millones de pesos, equivalente al 12% del PIB a cubrir con la emisión de bonos deuda pública, que serían adquiridos por el Sistema Bancario Nacional, continuando así el financiamiento de los gastos públicos de manera diferida, tal y como se aprobó a partir del 2014, para evitar la emisión de dinero líquido a la circulación.

Por otro lado, se decidió la compra adicional de portadores energéticos en otros países –Rusia en primer término- con vistas a evitar los efectos contractivos que el descenso en los suministros venezolanos provocó en el 2016.

Los resultados obtenidos en el 2017 se lograrían así en medio de medidas de carácter emergente que debieron adoptarse para retornar a la senda del crecimiento económico.

[1] Ver “Evolución de la economía mundial en el 2016 e impactos para Cuba. Perspectivas del 2017” en CIEM Informe sobre la evolución de la economía mundial 2016 en www.ciem.cu

[2] Estimados del autor basados en ONEI Anuario Estadístico de Cuba 2016 y Economist Intelligence Unit Country Report. Cuba, November 2017 en www.eiu.com

[3] Datos basados en la “Intervención de Ricardo Cabrisas Ruiz, vicepresidente del Consejo de Ministros y ministro de Economía y Planificación en la ANPP, diciembre del 2016” en Juventud Rebelde Especial, 28 de diciembre del 2016, pp. 9 y 10

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