Venezuela: bloccato accordo di pace

La delegazione del governo del Venezuela nei colloqui di pace con l’opposizione in corso nella Repubblica domenicana ha firmato mercoledì la bozza dell’ “accordo definitivo” raggiunto lunedì. Al contrario l’opposizione ha rifiutato di firmarla per la pressione subita da Bogotà.


I delegati del governo venezuelano (Jorge Rodriguez, Roy Chaderton e Delcy Rodríguez) a nome del Presidente Nicolas Maduro, hanno proceduto a firmare l’accordo che è stato successivamente consegnato al presidente della Repubblica Dominicana, Danilo Medina, il ministro degli Esteri Miguel Vargas e l’ex presidente del governo spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero, che compongono il tavolo di accompagnamento. Lo riporta Telesur.

Il rifiuto degli oppositori di firmare quello che avevano già concordato lunedì con il governo, ha assicurato il ministro venezuelano della comunicazione, è dovuto ad una telefonata da Bogotà (capitale colombiana) che ha impedito loro di portare a termine la firma dell’accordo.

“Oggi in un atto vergognoso, una chiamata di Bogotá indirizzata a Julio Borges (capo della delegazione di opposizione), che ha coinciso con la visita del segretario di Stato americano, Rex Tillerson, in quel paese, ha impedito la firma della accordo”, ha dichiarato Rodriguez. Secondo quest’ultimo il viaggio di Tillerson mira a” riallineare coloro che operano come lacchè del governo degli Stati Uniti nella regione”.

Rodríguez si è profondamente rammaricato che una telefonata dalla Colombia abbia cambiato il corso dei negoziati. Si è inoltre rammaricato che i rappresentanti dell’opposizione ricevano istruzioni dal “proconsole imperiale che impedisca la firma dell’accordo di pace per il Venezuela”.

La delegazione del Venezuela ha aggiunto due punti al documento, come spiega nel video che vi abbiamo proposto sopra la giornalista Madalein Garcia di Telesur.

Il primo riguarda la Guyana Esequiba. “Il governo e l’opposizione ratificano il diritto legittimo del Venezuela sul territorio della Guyana Essequibo che richiede il supporto costante di entrambe per le azioni intraprese dalla Repubblica in difesa dei suoi diritti sovrani sulla Essequibo”.

Il secondo punto proposto dal governo era che entrambe le parti riconoscessero i risultati delle elezioni presidenziali del 2018 “indipendentemente dall’esito”.

Il ministro per la Comunicazione e l’informazione del Venezuela, Jorge Rodríguez, ha riferito lunedì che, nonostante i tentativi di sabotaggio, l’accordo dei dialoghi tra il governo e l’opposizione “è pronto” a materializzarsi proprio ora. I negoziati dovrebbero proseguire anche nella giornata di oggi, telefonate permettendo.

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