Quando mancano poche settimane all’incontro a Lima, la capitale peruviana, gli USA conducono un’offensiva regionale in soccorso della vecchia Dottrina Monroe
Sergio Alejandro Gómez http://www.cubadebate.cu
Per quanto Washington si sforzi nel tracciare una linea dall’Alaska alla Terra del Fuoco e vendere la fantasia del panamericanismo, il Rio Bravo s’incarica di separare due progetti storici inconciliabili ogni volta che si riuniscono i paesi del continente.
«Dall’aratro è nata l’America del Nord, e la spagnola dal cane da preda», disse José Martí nel suo saggio Nuestra América, una riflessione sulle differenze tra i popoli anglosassoni ed i neri, indios e meticci.
Sono queste due facce che si vedranno contrapposte, ancora una volta, a metà aprile a Lima, Perù, dove è in programma la celebrazione dell’VIII Vertice delle Americhe.
L’incontro emisferico, la cui origine risale alla città di Miami, nel 1994, ed alla fallita Area di Libero Commercio per le Americhe (ALCA), è ancora una volta circondato dalle polemiche.
Quando mancano poche settimane all’incontro a Lima, la capitale peruviana, gli USA conducono un’offensiva regionale in soccorso della vecchia Dottrina Monroe che, circa due secoli fa, lanciò l’idea di “America per gli americani”, che non deve mai essere letta in un modo diverso «America per gli statunitensi».
Le idee del presidente James Monroe, che l’attuale amministrazione repubblicana ratifica come attuali, hanno dato luogo ad una lunga lista di occupazioni, guerre espansionistiche, saccheggi economici e colpi di stato in America Latina e nei Caraibi.
L’incontro di Lima è visto allora come un nuovo scontro tra coloro che sostengono la visione di Washington e quella dei paesi a sud del Rio Bravo, che hanno intrapreso il proprio cammino di unità ed indipendenza.
VERTICI SEGNATE DALLE ESCLUSIONI
L’VIII Vertice delle Americhe non è l’eccezione ad una delle costanti dei meccanismi emisferici: le esclusioni.
La prima Conferenza Panamericana, che ebbe luogo a Washington nel 1889, può essere considerata uno degli antecedenti dei meccanismi che in seguito avrebbero portato alla creazione dell’Organizzazione degli Stati Americani.
Martí riferì su quell’appuntamento e squalificava quelli che la chiamavano panamericana senza che partecipassero tutti i paesi.
“Haiti, poiché il governo di Washington richiede che gli diano in dominio la penisola strategica di San Nicolás, non mostra alcun desiderio di inviare i suoi eloquenti neri alla conferenza delle nazioni; neppure Santo Domingo ha accettato l’invito, perché dice che non può venire a sedersi al tavolo di quelli che gli chiedono, a mano armata, la sua baia di Samaná e per punizione alla sua resistenza gli impongono elevati dazi sul mogano”, scrisse per il giornale La Nación.
In questa occasione è il Venezuela il paese che si cerca di bloccare al vertice in maniera unilaterale ed inconsulta.
La Rivoluzione Bolivariana resiste, da diversi anni, agli attacchi della destra locale e ad una guerra economica, a cui ora si aggiunge una serie di sanzioni da Washington, con lo scopo di provocare un collasso nel paese.
La sua speranza è che la caduta di Caracas acceleri la fine del ciclo di governi progressisti che sono arrivati al potere in America Latina e nei Caraibi dalla fine del secolo scorso e che in pochi anni hanno tolto milioni di persone dalla povertà, hanno posto le risorse naturali al servizio delle maggioranze e hanno cercato nuovi meccanismi di integrazione con uno sguardo volto al sud e non al nord.
Tuttavia, i loro piani sono stati frustrati dalla resistenza del popolo venezuelano e dalla capacità di leadership del progetto politico avviato dal Comandante Hugo Chávez.
Il generale dell’esercito Raúl Castro Ruz ha recentemente respinto i tentativi di sopprimere il Venezuela dal Vertice.
“Le esclusioni non contribuiscono, in assoluto, alla pace, al dialogo né alla comprensione emisferica”, ha segnalato nel suo intervento al XV Vertice Ordinario dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA), tenutosi il 5 marzo a Caracas . “È inammissibile che un gruppo di paesi, senza diritto né mandato, pretenda parlare per la regione e funga da strumento per l’aggressione ad un membro della famiglia latinoamericana e caraibica” come lo è, ha aggiunto, il Venezuela.
I tentativi di esclusione contro la nazione bolivariana ricordano l’assenza di Cuba dalle prime sei edizioni dei Vertici delle Americhe, fino alla sua incorporazione nel settimo incontro, tenutosi a Panama.
Ma il ritorno della Maggiore delle Antille non è stata una concessione USA, ma la rivendicazione di una domanda collettiva dall’America Latina e dei Caraibi che si rifiutò di continuare ad assistere a questi conclavi senza la presenza di uno dei suoi membri.
È stata anche una dimostrazione dei tempi che correvano nella regione e del rifiuto di un gruppo maggioritario di paesi di seguire i dettami della Casa Bianca.
Tuttavia, i trionfi della destra, negli ultimi tre anni, e lo squilibrio che hanno causato nelle dinamiche integrazioniste della regione, sembrano aver convinto il governo di Donald Trump che è possibile ritornare alle pratiche escludenti del passato.
Come riflessione finale sul Congresso di Washington, Marti segnalò che “giammai si ebbe in America, dall’indipendenza a qui, una questione che richiedesse più ragionevolezza, né obblighi a più vigilanza, né chieda un esame più chiaro e più minuzioso, che il trattamento che gli Stati Uniti potenti, pieni di prodotti invendibili e determinati ad estendere i loro domini in America, fanno alle nazioni americane di minor potere».
Poco sarà cambiato da quelle parole dell’Apostolo sino al momento in cui i capi di stato si siederanno al tavolo del Vertice di Lima.
“Dalla tirannia della Spagna, l’America spagnola seppe salvarsi; ed ora, dopo aver visto con gli occhi giudiziosi gli antecedenti, cause e fattori del trattamento, urge dire, perché è la verità, che è giunta per l’America spagnola l’ora di dichiarare la sua seconda indipendenza», ha concluso Martí.
INCONTRI PRECEDENTI
I vertici nacquero come piattaforma dell’Area di libero Commercio delle Americhe (ALCA), un’iniziativa neoliberale dell’allora Presidente USA, Bill Clinton. Fin dall’inizio, l’organizzazione dei vertici è stata sotto l’egida dell’Organizzazione degli Stati Americani.
1994 Miami
1998-Cile
2001-Canada
2005-Argentina
2009-Trinidad e Tobago
2012-Colombia
2015-Panama
La VIII Cumbre de las Américas y la sombra de James Monroe
Cuando faltan pocas semanas para el encuentro en Lima, la capital peruana, Estados Unidos conduce una ofensiva regional en rescate de la vieja Doctrina Monroe
Sergio Alejandro Gómez
Por más que Washington se empeña en trazar una línea de Alaska a la Tierra del Fuego y vender la fantasía del panamericanismo, el Río Bravo se encarga de separar dos proyectos históricos irreconciliables cada vez que se reúnen los países del continente.
«Del arado nació la América del Norte, y la española, del perro de presa», dijo José Martí en su ensayo Nuestra América, una reflexión sobre las diferencias entre los pueblos anglosajones y los negros, indios y mestizos.
Son esas dos caras las que se verán frente a frente una vez más a mediados de abril en Lima, Perú, donde está programada la celebración de la VIII Cumbre de las Américas.
La cita hemisférica, cuyo origen se remonta a la ciudad de Miami en 1994 y la fracasada Área de Libre Comercio para las Américas (ALCA), vuelve a estar rodeada por la polémica.
Cuando faltan pocas semanas para el encuentro, la Casa Blanca conduce una ofensiva regional en rescate de la vieja Doctrina Monroe, que hace cerca de dos siglos lanzó la idea de «América para los americanos», que no se debe leer jamás de una manera distinta a «América para los estadounidenses».
Las ideas del presidente James Monroe, que la actual administración republicana ratifica como vigentes, dieron paso a una larga lista de ocupaciones, guerras expansionistas, despojos económicos y golpes de Estado en América Latina y el Caribe.
La cita de Lima se avizora entonces como un nuevo choque entre quienes respaldan la visión de Washington y los países al sur del Río Bravo, que han emprendido su propio camino de unidad e independencia.
CUMBRES SIGNADAS POR LAS EXCLUSIONES
La VIII Cumbre de las Américas no es la excepción a una de las constantes de los mecanismos hemisféricos: las exclusiones.
La primera Conferencia Panamericana, que tuvo lugar en Washington en 1889, se puede considerar uno de los antecedentes de los mecanismos que después conducirían a la creación de la Organización de Estados Americanos.
Martí reportó sobre aquella cita y descalificaba a quienes la llamaban panamericana sin que asistieran todos los países.
«Haití, como que el gobierno de Washington exige que le den en dominio la península estratégica de San Nicolás, no muestra deseos de enviar sus negros elocuentes a la conferencia de naciones; ni Santo Domingo ha aceptado el convite, porque dice que no puede venir a sentarse a la mesa de los que le piden a mano armada su bahía de Samaná, y en castigo de su resistencia le imponen derechos subidos a la caoba», escribió para el periódico La Nación.
En esta ocasión es Venezuela el país al que se intenta bloquear de la cita de manera unilateral e inconsulta.
La Revolución Bolivariana resiste desde varios años los embates de la derecha local y una guerra económica, a los que se suma ahora una batería de sanciones desde Washington, con el propósito de provocar un colapso en el país.
Su esperanza es que la caída de Caracas precipite el fin del ciclo de gobiernos progresistas que llegaron al poder en América Latina y el Caribe desde finales del siglo pasado y que en pocos años sacaron a millones de personas de la pobreza, pusieron los recursos naturales al servicio de las mayorías y buscaron nuevos mecanismos de integración con la vista puesta en el sur y no en el norte.
Sin embargo, sus planes se han visto frustrados por la resistencia del pueblo venezolano y la capacidad de liderazgo del proyecto político iniciado por el Comandante Hugo Chávez.
El General de Ejército, Raúl Castro Ruz, rechazó recientemente los intentos de suprimir a Venezuela de la Cumbre.
«Las exclusiones no contribuyen en lo absoluto a la paz, al diálogo ni al entendimiento hemisférico», señaló en su intervención en la XV Cumbre Ordinaria de la Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA), efectuada el 5 de marzo en Caracas. «Es inadmisible que un grupo de países, sin derecho ni mandato, pretenda hablar por la región y sirva de instrumento para la agresión a un miembro de la familia latinoamericana y caribeña» como lo es Venezuela, añadió.
Los intentos de exclusión contra la nación bolivariana recuerdan la ausencia de Cuba de las primeras seis ediciones de las cumbres de las Américas, hasta su incorporación en el séptimo encuentro, celebrado en Panamá.
Pero el regreso de la Mayor de las Antillas no fue una concesión norteamericana, sino la reivindicación de una demanda colectiva de América Latina y el Caribe que se negó a seguir acudiendo a estos cónclaves sin la presencia de uno de sus miembros.
Fue también una muestra de los tiempos que corrían en la región y la negativa de un grupo mayoritario de países a seguir los dictados de la Casa Blanca.
Sin embargo, los triunfos de la derecha en los últimos tres años y el desbalance que han provocado en las dinámicas integracionistas de la región, parecen haber convencido al gobierno de Donald Trump que es posible regresar a las prácticas excluyentes del pasado.
Como reflexión final sobre el Congreso de Washington, Martí señaló que «jamás hubo en América, de la independencia a acá, asunto que requiera más sensatez, ni obligue a más vigilancia, ni pida examen más claro y minucioso, que el convite que los Estados Unidos potentes, repletos de productos invendibles, y determinados a extender sus dominios en América, hacen a las naciones americanas de menos poder».
Poco habrá cambiado desde esas palabras del Apóstol hasta el momento en que se sienten los jefes de Estado en la mesa de la Cumbre de Lima.
«De la tiranía de España supo salvarse la América española; y ahora, después de ver con ojos judiciales los antecedentes, causas y factores del convite, urge decir, porque es la verdad, que ha llegado para la América española la hora de declarar su segunda independencia», concluyó Martí.
ENCUENTROS ANTERIORES
Las citas nacieron como plataforma del Área de Libre Comercio de las Américas (ALCA), una iniciativa neoliberal del entonces presidente norteamericano Bill Clinton. Desde un inicio la organización de las cumbres estuvo bajo la sombrilla de la Organización de Estados Americanos.
1994-Miami
1998-Chile
2001-Canadá
2005-Argentina
2009-Trinidad y Tobago
2012-Colombia
2015-Panamá