Washington libera fondi per la sovversione a Cuba

Il bilancio approvato dal Congresso degli Stati Uniti la scorsa settimana, che permetterà il finanziamento del governo sino alla metà del 2018, include 20 milioni di dollari per la sovversione contro Cuba e 600 milioni per la sicurezza alla frontiera con il Messico, che il presidente Donald Trump pianifica di utilizzare per far costruire un muro.

L’ammontare del denaro usato per promuovere un presunto cambio di regime in Cuba, che si maschera con l’eufemismo di “Programmi a favore della democrazia”, contrasta con i forti tagli applicati dal Dipartimento di Stato e gli aiuti esterni che gli USA offrono ai paesi in via di sviluppo.

I fondi per la sovversione erano stati tagliati da Trump nell’anno fiscale 2017, anche se la cifra reale dedicata alle aggressioni contro Cuba è molto più alta e proviene da fonti diverse dal Congresso.

La polemica Legge Helms Burton del 1996 stabilisce l’obbligo di assegnare denaro a questi programmi di destabilizzazione contro l’Isola. Ogni amministrazione da allora ha variato la cifra esatta che come media si muove tra 10 e 20 milioni di dollari.

Gruppi mercenari, borse di studio per promuovere false ideologie tra i giovani cubani, la guerra sporca in internet, si finanziano con parte di questo denaro del Congresso che è anche un affare per i gruppi della Florida che lucrano con le aggressioni a Cuba.

Un’altra voce del bilancio, approvata nel mezzo della polemica è stata quella della sicurezza alla frontiera.

Il Presidente statunitense aveva annunciato nell’ultimo fine settimana, in Twitter, d’aver ordinato la costruzione immediata del discusso muro alla frontiera con il Messico.

Anche se i 600 milioni di dollari approvati per i temi della frontiera dovrebbero coprire altre spese, il Presidente considera che può usare questi fondi per cominciare a mantenere la sua promessa fatta in campagna elettorale.

Gli esperti indicano che questi 600 milioni di dollari sono una frazione del costo totale di un progetto come quello che sogna Trump , che potrebbe terminare in varie migliaia di milioni di dollari.

Mentre il mandatario si concentra nel tema del muro, la priorità degli statunitensi va in un senso molto diverso. nell’ultimo fine settimana si sono mobilitati circa 800.000 giovani in varie città del paese per esigere una soluzione al problemi delle armi negli Stati Uniti, un tema che Trump ha cercato d’evitare.

La chiamata «Marcia per le nostre vite», la più forte dimostrazione giovanile in decenni ha riempito l’Avenida Pensilvania, a Washington, ed ha accolto i discorsi degli studenti del massacro di Parkland, avvenuto il mese scorso.

Emma González, una delle giovani della scuola Stoneman Douglas e d’origine cubana, si è emozionata sino alle lacrime quando ha letto i nomi delle vittime. La studentessa ha offerto un discorso di 6 minuti e 20 secondi, lo stesso tempo che durò l’attacco alla sua scuola, ha informato Reuters.

Le catene di televisione hanno mostrato i giovani manifestanti ch ehanno riempito le strade degli Stati Uniti in Atlanta, Baltimora, Boston, Chicago, Los Ángeles, Miami, Minneapolis e Nuova York.

Il tema del controllo delle armi ha posto contro la parete molti politici, e in particolare il senatore per la Florida, Marco Rubio, che mantiene il suo appoggio all’Associazione Nazionale del Rifle, dalla quale riceve milioni di dollari,nonostante il forte appoggio del suo elettorato a un cambio della legislazione per rendere più difficile l’acquisto dei fucili che si usano per commettere le stragi.

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