PT e PCdoB x Lula

Il Partito dei Lavoratori (PT) del Brasile, ha convocato ad una mobilitazione generale alla periferia della città di Sao Paulo, dopo che il giudice Sergio Moro ha dettato un ordine di detenzione contro il pre-candidato alla presidenza, Luiz Inácio Lula da Silva.

Telesur, attraverso il suo indirizzo Twitter@ptbrasil, ha informato che il Partito ha chiamato i brasiliani a marciare per protestare di fronte alla disposizione della giustizia brasiliana: «Tutti al Sindacato dei Metallurgici a San Bernardo do Campo», il municipio dove si trova la sede del sindacato.

L’ex presidente Lula ha guidato il maggior movimento operaio del Brasile dal Sindacato dei Metallurgici del quale era membro.

Movimenti come Levante Popular de la Juventud e il Movimento de los Trabajadores Rurales sin Tierra (MST) si sono uniti alla mobilitazione in appoggio all’ex presidente.

Il MST ha pianificato varie azioni realizzate oggi venerdì 6 in molte città del Brasile.

L’Istituto Lula ha convocato i brasiliani nella sua sede a Sao Paulo, luogo dove Lula ha saputo della decisione del giudice Moro che ha determinato una condanna di 12 anni di prigione per l’ex presidente.

Lula dovrà presentarsi volontariamente nella sede della Polizia Federale di Curitiba prima delle 17.00 di oggi venerdì 6.

L’ex mandatario sarà detenuto in una cella temporanea e poi trasferito nel Complesso Medico Penale di Pinhais (CMPP), a Curitiba, ha informato il quotidiano Folha de Sao Paulo.


Libertà a Lula!

Per il ripristino della democrazia!

 

Dichiarazione del Partito Comunista del Brasile – PCdoB

da resistencia.ccTraduzione di Marx21.it

Nel negare l’Habeas Corpus chiesto dalla difesa dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, la maggioranza della Corte Suprema Federale (STF), rinuncia al suo ruolo di custode della Costituzione Federale adottando una decisione che si aggiungerà ai grandi errori storici del Potere Giudiziario in conseguenza dell’aver agito in balia di interessi politici reazionari. Un esempio di ciò era stata la negazione, da parte della Corte Suprema, il 17 giugno 1936, dell’Habeas Corpus a favore di Olga Benário Prestes, che avrebbe evitato la sua estradizione nella Germania nazista, dove subì l’esecuzione in una camera a gas.

Il verdetto è arrivato sotto la pressione del campo politico e sociale reazionario e di settori del Ministero Pubblico Federale, e dello stesso Potere Giudiziario,dell’intensa calpagna mediatica e anche di manifestazioni incostituzionali di voci delle Forze Armate. Questo verdetto viola in modo inequivocabile l’articolo 5° della Costituzione, che, a chiare lettere, afferma che “nessuno sarà considerato colpevole fino a quando non sarà emessa in giudicato la sentenza di condanna alla pena”.

Questa decisione arriva dopo che l’ex presidente Lula e il suo entourage in una carovana nel Sud del paese era stato bersaglio di aggressioni di natura fascista, compresi colpi di arma da fuoco. Ora, Lula è vittima della violenza giuridica, poiché, senza poter usufruire della protezione della Costituzione, è sul punto di essere arrestato.

Siamo all’apice di un complotto dettagliatamente concepito dalle forze golpiste, fin dal colpo di Stato del 2016, allo scopo di arrestare ed escludere dalle elezioni presidenziali il potenziale candidato favorito per la vittoria, come è attestato dai sondaggi sulle intenzioni di voto. Si tratta, quindi, di un nuovo capitolo della rottura dell’ordine democratico. La condanna di Lula, senza alcuna prova, da parte del giudice di prima istanza, Sérgio Moro – confermata dal Tribunale Regionale Federale della 4° Regione (TFR-4) per l’episodio noto come “Triplex do Guarujá” – ha rappresentato un evidente affronto allo Stato Democratico di Diritto.

La condanna è stata emessa solamente sulla base delle dichiarazioni di criminali confessi, che hanno beneficiato dello screditato istituto della delazione premiata. Recentemente, il governatore Flávio Dino, di Maranhão, giurista rispettato, ha diffuso una nota in cui dimostra che le due istanze che hanno condannato Lula hanno fatto uso di autentiche aberrazioni legali.

Di fronte a questi dati e fatti, la negazione dell’Habeas Corpus, che potrebbe comportare l’arresto dell’ex presidente, il maggiore e più popolare leader politico del paese in questo momento, deve essere respinta con fermezza.

Il Partito Comunista del Brasile (PCdoB) considera l’imminente arresto di Lula, oltre alla sua presumibile esclusione dalle elezioni presidenziali, un fatto gravissimo. La sua detenzione è stata concepita e portata avanti dallo Stato di eccezione, che soffoca sempre più lo Stato Democratico di Diritto e che farà risorgere la figura del prigioniero politico, tipica dei periodi dittatoriali e autoritari della Repubblica. Inasprirà ulteriormente la già instabile situazione politica e intensificherà le azioni di intolleranza e di natura fascista.

Il PCdoB esprime la sua fattiva solidarietà all’ex presidente Lula e al Partito dei Lavoratori (PT). Invitiamo le forze democratiche, i difensori dello Stato Democratico di Diritto in generale, a unirsi e a mobilitarsi in difesa della democrazia. Difesa che, al momento, si esprime nella lotta per garantire la libertà di Lula e per la difesa dei suoi diritti politici, e per la realizzazione di elezioni effettivamente libere.

Brasília, 4 aprile 2018

Deputata Federale Luciana Santos
Presidenta del Partido Comunista del Brasile – PCdoB

Manuela D’Ávila
Pre-candidata del PCdoB alla Presidenza della Repubblica

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