Arthur González heraldocubano
Utilizzata inizialmente contro l’Europa socialista, l’emigrazione è usata come arma sovversiva per far credere al mondo che la gente fugga dal comunismo, riprendendola con più forza al trionfare della Rivoluzione cubana nel 1959.
Nella sua ossessione di diffamare Cuba, gli USA hanno accettato nel proprio territorio assassini, torturatori, ladri e prestanome del dittatore Fulgencio Batista, nonostante le richieste ufficiali dei tribunali cubani per le cause pendenti che avevano coloro che uscirono illegalmente dall’isola ed entrarono, in quel paese, allo stesso modo.
Né FBI né i tribunali hanno investigato tale pleiade di predoni che, in seguito, formarono la mafia terrorista anticubana, facendo esplodere bombe ed assassinare persone nelle loro guerre intestine per il controllo delle droghe, gioco d’azzardo e prostituzione.
Gli USA proteggono ancora i famigerati terroristi che possiedono una vasta gamma di crimini, molti dei quali al servizio della CIA, contro Cuba ma la cosa peggiore è che sono gli stessi cittadini USA che li mantengono con una parte delle loro tasse.
Ora la storia si ripete con i venezuelani, utilizzati da Washington per le sue campagne mediatiche contro il governo di Nicolás Maduro, facendo credere agli statunitensi che quelli che arrivano a Miami sono “perseguitati politici”, proprio come fanno con i cubani, ciò che aggraverà la crisi economica di alcuni stati, in particolare della Florida.
Per dimostrare come ripetano la storia basta segnalare che ufficialmente il governo Trump ha iniziato colloqui con diversi paesi latino-americani alleati per ospitare, negli USA, più rifugiati venezuelani, nonostante contraddica la sua politica di non permettere più emigranti.
Le informazioni attribuite ad un alto funzionario del governo USA, assicurano che questi colloqui “informali” fanno parte della strategia per affrontare le centinaia di migliaia di venezuelani che “fuggono” e che minacciano di destabilizzare i partner USA in America Latina e nei Caraibi.
Questo è il risultato della politica anti-chavista della Casa Bianca e che ora i paesi della regione, come Colombia, Ecuador e Brasile, non possono accettare, poiché hanno già abbastanza problemi interni per assimilare migliaia di venezuelani.
Solo la Colombia ha assorbito più di 600 mila venezuelani e secondo l’Organizzazione Internazionale per i Rifugiati ci sono 1,5 milioni di venezuelani sfollati, distribuiti in più di 15 paesi in America Latina e nei Caraibi.
La fondamentale causa di questa emigrazione è la situazione economica, causata dalla crudele e spietata guerra che gli USA hanno iniziato contro il Venezuela, al fine di evitare che la Rivoluzione bolivariana possa soddisfare le esigenze dei suoi cittadini e che questi incolpino il sistema dei loro problemi; quanto fanno contro Cuba da 59 anni.
Quando gli USA con le sue operazioni segrete, ha iniziato la stimolazione della migrazione cubana, l’ amministrazione di Dwight Eisenhower, inaugurò, nel dicembre 1960, il Centro di Emergenza di Rifugiati cubani a Miami, chiamando con la categoria di “rifugiati” tutti coloro che arrivavano negli USA, nonostante non avessero alcuna base legale.
Documenti declassificati confermano come la CIA abbia usato questi “rifugiati” per le sue attività sovversive, compresa la fallita invasione mercenaria della Baia dei Porci nell’aprile del 1961.
La CIA conformò la triste Operazione Peter Pan, e per essa fece uscire da Cuba, senza accompagnatori, 14448 bambini, qualcosa di spietato al separarli dai loro genitori per molti anni.
Di fronte all’aumento di “rifugiati cubani”, nel 1961 il presidente John F. Kennedy approvò il Programma per i Rifugiati Cubani (Cuban Refugee Program), per facilitare l’integrazione negli USA di tutti quelli che “fuggivano” dal regime di Castro ed aiutarli ad adattarsi ad una terra straniera.
Nel 1961 il budget iniziale del Programma era di 4 milioni di dollari e, nel 1962, ascese a 38 milioni di dollari, raggiungendo, nel 1972, la cifra di 144 milioni di dollari. Questo programma durò 15 anni e costò al governo USA ed ai contribuenti la cifra di 727 milioni di dollari.
Ancora oggi coloro che ricevono la classificazione di “rifugiati politici” nell’ambito della vigente Legge di Aggiustamento Cubano, del 1966, ricevono aiuti finanziari per il solo dire di essere “perseguitati dal comunismo”, come il caso di Rosa María Payá e della sua famiglia.
Nonostante l’attuale situazione economica USA, approvano fondi milionari per sovvenzionare i venezuelani emigrati, importo che raggiunge oggi la somma di 16 milioni.
Aumentando la guerra economica, commerciale e finanziaria contro il Venezuela, unita alle sanzioni ai suoi funzionari, ogni giorno sempre più venezuelani viaggiano alla ricerca di una vita più confortevole -qualcosa che non tutti trovano- creando un serio e difficile problema all’economia USA e di altri paesi della regione regione
Nessuno di questi emigranti si qualifica affinché l’Organizzazione Internazionale per i Rifugiati delle ONU e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, consegni loro aiuto monetario.
La situazione che soffrono, oggi, milioni di venezuelani è causata dagli USA con la loro guerra economica e manipolazione mediatica, nella speranza di rovesciare il governo di Maduro e reinstallare un governo ai suoi ordini, con un’economia neoliberale, al fine di eliminare tutti i programmi sociali a beneficio del popolo; qualcosa che, in quasi 60 anni, non sono stati in grado di fare con Cuba.
Los yankees non imparano le lezioni, la loro prepotenza li uccide e trascinano i loro alleati in tali azioni, che alla fine fanno male solo ai popoli, compreso quello USA.
Saggio fu José Martí, quando ha detto: “Gli sciocchi credono che sotto il loro jabot (ornamento in pizzo applicato sulla camicia ndt) si nasconde la chiave del mondo … e negano con sincera imbecillità … tutto quello che in essi ci sia, soprattutto se si scombussola il loro jabot”.
La emigración, vieja arma subversiva de Estados Unidos
Utilizada primeramente contra la Europa socialista, la emigración es empleada como arma subversiva para hacerle creer al mundo que la gente huye del comunismo, retomándola con más fuerza al triunfar la Revolución cubana en 1959.
En su obsesión por difamar a Cuba, Estados Unidos aceptó en su territorio a los asesinos, torturadores, ladrones y testaferros del dictador Fulgencio Batista, a pesar de reclamos oficiales de los tribunales cubanos, debido a las causas pendientes que tenían aquellos que salieron ilegalmente de la isla y entraron en aquel país de igual manera.
El FBI ni las cortes de justicia investigaron a esa pléyade de maleantes que posteriormente conformaron la mafia terrorista anticubana, haciendo estallar bombas y asesinar a personas en sus guerras intestinas por el control de las drogas, el juego y la prostitución.
Estados Unidos aún protege a terroristas connotados que poseen una amplia hoja de crímenes, muchos de ellos al servicio de la CIA contra Cuba, pero lo peor es que son los propios ciudadanos norteamericanos quienes los mantienen con parte de sus impuestos.
Ahora la historia se repite con los venezolanos, siendo utilizados por Washington para sus campañas mediáticas contra el gobierno de Nicolás Maduro, haciéndole creer a los americanos que los quienes arriban a Miami son “perseguidos políticos”, tal y como hacen con los cubanos, situación que agravará la crisis económica de algunos estados, especialmente la Florida.
Para demostrar como repiten la historia, basta señalar que oficialmente el Gobierno de Trump, inició conversaciones con varios países latinoamericanos aliados, para acoger en Estados Unidos a más refugiados venezolanos, a pesar de que contradice su política de no permitir más emigrantes.
Informaciones a tribuidas a un alto funcionario del gobierno estadounidense, aseguran que esas conversaciones “informales” forman parte de la estrategia para enfrentar a los cientos de miles de venezolanos que “huyen” y que amenazan con desestabilizar a los socios de EE.UU. en América Latina y el Caribe.
Ese es el resultado de la política anti chavista de la Casa Blanca y que ahora los países de la región como Colombia, Ecuador y Brasil, no pueden aceptar, pues ya presentan suficientes problemas internos para asimilar a miles de venezolanos.
Solo Colombia absorbió a más de 600 mil venezolanos y según la Organización Internacional para los Refugiados, existen 1,5 millones de venezolanos desplazados, distribuidos por más de 15 países en América Latina y el Caribe.
La causa fundamental de esa emigración es la situación económica, provocada por la cruel y despiadada guerra que inició Estados Unidos contra Venezuela, para evitar que la Revolución Bolivariana pueda satisfacer las necesidades de sus ciudadanos y que estos culpen al sistema de sus problemas, lo mismo que hacen desde hace 59 años contra Cuba.
Cuando Estados Unidos con sus operaciones encubiertas, inició la estimulación de la emigración cubana, la administración de Dwight Eisenhower, inauguró en diciembre de 1960 el Centro de Emergencia de Refugiados cubanos en Miami, calificando con la categoría de “refugiados”, a todos los que arribaban a los Estados Unidos, a pesar de carecer de fundamento legal.
Documentos desclasificados confirman como la CIA utilizó a esos “refugiados”, para sus actividades subversivas, incluida la fracasada invasión mercenaria por Bahía de Cochinos en abril de 1961.
La CIA conformó la triste Operación Peter Pan, y por ella sacó de Cuba sin acompañantes, a 14 mil 48 niños, algo despiadado al separarlos de sus padres por muchos años.
Ante el incremento de “refugiados cubanos”, en 1961 el presidente John F. Kennedy, aprobó el Programa de Refugiados Cubanos (Cuban Refugee Program), para facilitar la integración en EE.UU. a todos los que “huían” del régimen de Castro, y ayudarlos a su adaptación en tierra extraña.
En 1961 el presupuesto inicial del Programa fue de 4 millones de dólares y en 1962 ascendió a 38 millones de dólares, hasta alcanzar en 1972 la cifra de 144 millones de dólares. Dicho programa duró 15 años y le costó al gobierno estadounidense y a los contribuyentes, la cifra de 727 millones de dólares.
Aun hoy los que reciben la clasificación de “refugiados políticos” bajo la vigente Ley de Ajuste Cubano de 1966, reciben una ayuda financiera por solo decir que son “perseguidos por el comunismo”, como el caso de Rosa María Payá y su familia.
A pesar de la situación económica que tiene Estados Unidos en la actualidad, aprueba millonarios fondos para subsidiar a los venezolanos emigrados, monto que alcanza hoy la suma de 16 millones.
Al incrementar la guerra económica, comercial y financiera contra Venezuela, unida las sanciones a sus funcionarios, cada día son más los venezolanos que viajan en busca de una vida más holgada – algo que no todos encuentran – creándole un serio y difícil problema a la economía norteamericana y de otros países de la región.
Ninguno de esos emigrantes clasifica para que la Organización Internacional para los Refugiados de la ONU y la Organización Internacional para la Migraciones, les otorguen ayuda monetaria.
La situación que sufren hoy millones de venezolanos es provocada por Estados Unidos con su guerra económica y la manipulación mediática, con la esperanza de derrocar al gobierno de Maduro y reinstalar un gobierno al servicio de sus órdenes con una economía neoliberal, para eliminar todos los programas sociales que benefician al pueblo, algo que en casi 60 años no han podido hacer con Cuba.
Los yanquis no aprenden las lecciones, su prepotencia los mata y arrastran a sus aliados en tales acciones, que al final solo perjudican a los pueblos, incluido el estadounidense.
Sabio fue José Martí cuando afirmó:“Los necios creen que debajo de su plastrón se esconde la llave del mundo…y niegan con sincera imbecilidad…todo lo que en ellos nos sea, sobre todo si se les desarregla su plastrón”.