5 risposte a 5 luoghi comuni sul Venezuela

teleSUR  – Traduzione de l’AntiDiplomatico

1- “Non c’è democrazia”: in Venezuela sono state organizzate 23 elezioni dal 1998, l’anno in cui Hugo Chavez è stato eletto presidente e avviato un processo di democratizzazione dei poteri dello Stato con alti livelli di partecipazione del popolo nelle decisioni che prendono la sua vita politica, economica, culturale e organizzativa. Questo processo è chiamato Democrazia Partecipativa e ‘Protagonistica’. Anche se in Venezuela il voto non è obbligatorio, la percentuale di partecipazione negli ultimi due decenni è superiore al 70%, una percentuale maggiore rispetto a Stati Uniti, Spagna, Colombia, Perù o Cile. Per 11 anni il Venezuela ha utilizzato il voto elettronico o automatico, il che rende possibile semplificare il processo di votazione e blindare i risultati.

2- “Le elezioni sono truccate da Maduro”: Il Potere Pubblico Nazionale si divide in Legislativo, Esecutivo, Giudiziario, Cittadino ed Elettorale, cioè, a differenza dell’Argentina (ci sono solo 3 rami) dove i processi elettorali sono organizzati dal Ministero degli Interni (potere che dipende dal presidente) in Venezuela esiste un potere differenziato dell’esecutivo che si fa carico dei processi elettivi. Il sistema elettorale venezuelano è stato riconosciuto da osservatori internazionali, come l’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) e il Carter Center (degli Stati Uniti, James Carter), come uno dei più affidabili e moderni al mondo.

3- “C’è crisi economica”: Sì, ma è necessario differenziare le crisi generate dai governi stessi (come Macri e la sua politica neoliberista che avvantaggia solo il sistema finanziario) dalle crisi indotte da settori finanziari nazionali ed internazionali guidati dal governo degli Stati Uniti contro il Venezuela attraverso: congelamento dei conti, sabotaggio del tasso di cambio, la sottrazione di carta moneta, l’accaparramento, la carenza e la guerra mediatica. Nonostante gli effetti di 5 anni di guerra economica, il governo bolivariano attua misure per garantire la stabilità e la pace nel paese: è aumentato il salario minimo, incrementato in maniera permanente l’investimento nelle politiche sociali, 2 milioni di case sono state costruite e consegnate alle famiglie appartenenti ai settori più vulnerabili. Oltre alla consegna diretta di cibo a più di 6.000.000 di famiglie attraverso il programma CLAP, Comités Locales de Abastecimiento y Producción. Avviato il sistema di criptovaluta Petro sostenuto dalle riserve petrolifere del paese.

4- “Migrazioni ed esiliati politici”: A causa delle condizioni alle quali la guerra economica sottopone il popolo venezuelano, molti e molti hanno deciso di tentare la fortuna cercando lavoro temporaneo al di fuori del loro paese, come è successo con milioni di compatrioti centroamericani e della regione andina che per decenni è emigrata dai loro paesi. Ma dai settori anti-Chavez è stata costruita una narrazione secondo cui il Venezuela è una catastrofe perché governa il “populismo”, il “comunismo”, ecc. Ebbene, cosa possiamo dire del Messico? Con i suoi 41 milioni di messicani residenti negli Stati Uniti, cosa possiamo dire della Colombia? Si stima che circa 5 milioni di colombiani vivano in Venezuela, 900 mila negli Stati Uniti, 135 mila in Spagna. Si stima che circa 38.000 venezuelani vivano in Argentina mentre ci sono 87.574 richieste di residenza di cittadini colombiani tra temporanei e permanenti.

5- “Molti paesi denunciano il Venezuela”:  i governi dell’America Latina le cui politiche internazionali si basano esclusivamente sulla denuncia del Venezuela sono i seguenti:

Messico: con 1035 giornalisti uccisi negli ultimi 15 anni, più di 50 soli nel 2017, è il paese con il più alto numero di decessi intenzionali per mettere a tacere indagini. La cosiddetta “guerra alla droga” non ha avuto effetto dal momento che l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) ha avvertito che il Messico conduce il mercato delle esportazioni di metamfetamina e oppio in America; Inoltre, la coltivazione del papavero è cresciuta del 60% negli ultimi sei anni nel paese. In vite umane, abbiamo circa 23.000 morti all’anno per cause associate solo a questa “guerra” e che conta più di 200.000 morti da quando è iniziata 12 anni fa con il governo di Felipe Calderón.

Colombia: oltre agli esuli all’estero, è necessario contare gli spostamenti interni causati dal terrore paramilitare e dalla repressione dell’esercito colombiano. Circa 7 milioni di sfollati sono stimati per questa causa. Il governo colombiano, così preoccupato per il Venezuela, non è in grado di impedire, per esempio, l’assassinio di oltre 80 attivisti sociali e sindacali nel solo 2018 e che gli accordi di pace firmati nel 2016 siano rispettati solo dalle FARC, mentre lo Stato viola l’accordo.

Brasile: il governo di Michel Temer nasce dal colpo di Stato ai danni del presidente Dilma Roussef che è stato camuffato come un processo politico su una causa senza prove. La presunta corruzione che è servita a rimuovere Dilma non sembra essere così grave visto che può continuare con Temer e i suoi alleati. Con zero voti per essere presidente ma con centinaia di processi giudiziari per corruzione (anche un video dove riceve tangenti). È il Brasile che ha reso alla moda la riforma del lavoro, che distrugge tutti i diritti del lavoro come nel sistema schiavista; dove assassinano consiglieri dell’opposizione come Marielle Franco e arrestano illegalmente il candidato con il maggior numero di voti alle prossime elezioni presidenziali.

Argentina: il governo di Macri ha innalzato la bandiera dell’antimadurismo sin dalla sua campagna elettorale nel 2015. Un governo di rincari delle tariffe, di nessun aumento di stipendio, di licenziamenti, di aggiustamento su aggiustamento, della resa della sovranità politica all’FMI . Lo stesso governo che non ascolta la Commissione Interamericana per i Diritti Umani sulla serietà di avere prigionieri politici senza un giusto processo, lo stesso che reprime tutte le proteste contro l’aggiustamento e che c’entra con la morte di Santiago Maldonado e Rafael Nahuel. Un governo che giustifica l’omicidio alle spalle di bambini di undici anni si permette di ammonire un altro su come la legge internazionale che non lui stesso non rispetta debba essere “rispettata”.

*Spagna: Non è dell’America Latina, ma non è nemmeno una repubblica e utilizza il Venezuela per coprire la sua crisi politica interna. Non dimentichiamo che è ancora una monarchia e il Partito Popolare è coinvolto in un centinaio di casi di corruzione tanto quanto la stessa famiglia reale.

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