Ciò che nasconde il Washington Post

Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com

download (1)Nel suo editoriale del 21 ottobre scorso, The Washington Post ha assicurato che “La revoca dell’embargo premierebbe l’intransigenza del regime di Castro”.

Per sostenerlo ha ampliato le sue considerazioni nello spiegare: “Il governo cubano non dovrebbe essere ricompensato per aver negato la libertà al popolo”. “Una concessione come l’abolizione dell’embargo deve essere eseguita solo quando il Governo cubano garantisce una genuina libertà al popolo dell’isola”.

La prima falsa dichiarazione che fa l’editoriale è chiamare “embargo” ciò che è in realtà molto di più di questo, per la sua portata extraterritoriale e non essere solo una misura bilaterale degli USA contro Cuba.

Gli editori e giornalisti di quel giornale dovrebbero accedere alla compilazione dei documenti pubblicati nel Foreign Relations U.S, editato dal Dipartimento di Stato; al farlo potrebbero constatare che nel volume X, Cuba, 1961-1962, pagine 691-695, appare un Memorandum del 7 dicembre 1961, del Generale di Brigata Edward G. Lansdale, Capo delle Operazioni dell’ “Operazione Mangusta”, rivolto al Generale Maxwell D. Taylor, presidente del Gruppo di Studi su Cuba e Consigliere militare del presidente JF Kennedy tra il luglio 1961 ed il settembre 1962. con copia a Roswell L. Gilpatric,  Assistente del Segretario alla Difesa; a John A. McCone, direttore della CIA dal novembre 1961 all’aprile 1965 e ad Alexis U. Johnson, Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici, dall’aprile 1961.

Questo documento illustra tutta il cosiddetto “Progetto Cuba”.

proyectoAlle pagine 710-718 dello stesso Volume X, è possibile leggere il contenuto del Progetto, conosciuto con il nome in codice di “Operazione Mangusta”, approvato, il 18 gennaio 1962, dal Presidente degli Stati Uniti.

In questa Operazione, gli Stati Uniti disegnarono il piano per rovesciare la rivoluzione cubana, e anche organizzare un’invasione militare con l’esercito USA.

Tra i principali concetti idearono attività per ottenere una sollevazione interna a Cuba e per questo plasmarono quanto segue: “L’azione politica sarà supportata da una guerra economica che induca il regime comunista a fallire nel suo sforzo di soddisfare le esigenze del paese, le operazioni psicologiche accresceranno il risentimento della popolazione contro il regime …”

Pertanto, il vero motivo per cui il governo degli Stati Uniti è nettamente contrario a eliminare il blocco, è che non ha ancora ottenuto la rivolta interna del popolo, come conseguenza dell’insoddisfazione delle sue esigenze e per questo deve continuare a strangolare l’economia.

Per questo motivo, l’editoriale de The Washington Post, assicura che “L’eliminazione dell’embargo premierebbe l’intransigenza del regime di Castro”, perché se gli Stati Uniti lo facessero, il governo di Cuba avrebbe tutte le possibilità di soddisfare le esigenze del popolo.

Perché gli USA non esigono al governo d’Israele di fare riforme politiche e smettere di massacrare il popolo palestinese?

Perché non condanna e punisce la Spagna per la repressione contro gli studenti che esigono condizioni migliori?

Perché non sanzionarono con blocchi economici i regimi dittatoriali e sanguinari di Pinochet in Cile, Somoza in Nicaragua, Duvalier ad Haiti o Videla in Argentina?

Semplicemente perché si sottomisero a tutti gli ordini della Casa Bianca e vendettero il loro paese alle aziende USA.

Da molto prima del trionfo di Fidel Castro, nel gennaio del 1959, la CIA non lo vedeva di buon occhio e lavorò per impedire che prendesse il potere.

Solo 11 mesi dopo aver sconfitto il tiranno Fulgencio Batista, la CIA arrivò alla conclusione che per tornare a porre Cuba sotto i suoi piedi, non c’era altra formula che quella di eliminare fisicamente il suo massimo leader; così lo riflette un memorandum, datato 11 dicembre 1959, del Capo della Divisione dell’Emisfero Occidentale della CIA,  J.C. King.

Questa relazione afferma: “Sono del parere che se Castro riesce a consolidare la propria posizione e rimanere al potere per altri due anni, può prodursi un danno prolungato alla posizione di avanguardia, già indebolita, degli Stati Uniti in America Latina”.

“Gli obiettivi degli Stati Uniti sono:

Il rovesciamento di Castro nel termine di un un anno e la sua sostituzione con una giunta che sia di gradimento degli Stati Uniti, che convocherà elezioni in sei mesi dopo l’avvento al potere”.

“Si dovrebbe dare particolare attenzione all’eliminazione di Fidel Castro …”

Se qualcuno dei giornalisti desidera approfondire, può leggere migliaia di documenti in questi volumi riempiti della vera storia contro Cuba, non ancora raccontata al popolo nordamericano.

Lo que esconde el Washington Post

Arthur González

En su editorial del pasado 21 de octubre, The Washington Post aseguró que “Levantar el embargo premiaría la intransigencia del régimen de Castro”.

Para argumentarlo amplió sus consideraciones al exponer: “El Gobierno cubano no debe ser recompensado por negar libertad al pueblo”. “Una concesión como el levantamiento del embargo solo debe hacerse cuando el Gobierno cubano garantice genuina libertad al pueblo de la Isla”.

La primera tergiversación que hace el editorial es denominar “Embargo” a lo que en realidad es mucho más que eso, por su alcance extraterritorial y no ser solamente una medida bilateral de Estados Unidos contra Cuba.

Los editores y periodistas de ese diario deberían acceder a la compilación de documentos publicados en el Foreign Relations U.S, editado por el Departamento de Estado, de hacerlo pudieran constatar que en el Volumen X, Cuba, 1961-1962, páginas 691-695, aparece un Memorando del 7 de diciembre 1961, del General de Brigada Edward G. Lansdale, Jefe de Operaciones de la “Operación Mangosta”, dirigido al General Maxwell D. Taylor, presidente del Grupo de Estudios sobre Cuba y Asesor militar del presidente JF Kennedy entre julio de 1961 y septiembre de 1962, con copia a Roswell L. Gilpatric, Asistente del Secretario de Defensa; a John A. McCone, director de la CIA entre noviembre de 1961 y abril de 1965, y a Alexis U. Johnson, Subsecretario de Estado para Asuntos Políticos, desde abril de 1961.

Dicho documento explica todo el denominado “Proyecto Cuba”.

En las páginas 710-718 del mismo Volumen X, puede leerse el contenido de dicho Proyecto, conocido por el nombre código de “Operación Mongoose”, aprobado el 18 de enero 1962 por el Presidente de Estados Unidos.

En dicha Operación, Estados Unidos diseñó el plan para derrocar a la revolución cubana, e incluso organizar una invasión militar con el ejército norteamericano.

Dentro de los conceptos principales, idearon tareas para lograr una sublevación interna en Cuba y para eso plasmaron lo siguiente: “La acción política será apoyada por una guerra económica que induzca al régimen comunista a fracasar en su esfuerzo por satisfacer las necesidades del país, las operaciones sicológicas acrecentarán el resentimiento de la población contra el régimen…”

Por tanto, el verdadero motivo por el cual el gobierno estadounidense se opone totalmente a eliminar el Bloqueo, es que aún no ha logrado la sublevación interna del pueblo, como consecuencia de la insatisfacción de sus necesidades y por eso hay que seguir estrangulando su economía.

Por ese motivo el editorial de The Washington Post, asegura que “Levantar el embargo premiaría la intransigencia del régimen de Castro”, debido a que si Estados Unidos lo hace, el gobierno de Cuba tendría todas las posibilidades de satisfacer las necesidades del pueblo.

¿Por qué Estados Unidos no le exige al gobierno de Israel hacer reformas políticas y dejen de masacrar al pueblo palestino?

¿Por qué no condenan y sancionan a España por la represión contra los estudiantes que exigen mejores condiciones?

¿Por qué no sancionaron con bloqueos económicos a los regimenes dictatoriales y sanguinarios de Pinochet en Chile, Somoza en Nicaragua, Duvalier en Haití o al argentino de Videla?

Sencillamente porque se sometieron a todas las órdenes de la Casa Blanca y vendieron sus países a las empresas norteamericanas.

Desde mucho antes del triunfo de Fidel Castro, en enero de 1959, la CIA no lo veía con buenos ojos y trabajó por impedir que tomara el poder.

Solo a 11 meses de haber derrotado al tirano Fulgencio Batista, la CIA llegó a la conclusión de que para volver a poner a Cuba bajo sus pies, no existía otra fórmula que la de eliminar físicamente a su máximo líder; así lo refleja un Memorando fechado el 11 de diciembre de 1959 del Jefe de la División del Hemisferio Occidental de la CIA, J.C King.

Dicho informe expresa: “Soy de la opinión que si Castro tiene éxito en consolidar su posición y mantenerse en el poder durante otros dos años, puede producirse un daño prolongado a la posición de vanguardia, ya debilitada, de Estados Unidos en América Latina”.

“Los objetivos de Estados Unidos son:

El derrocamiento de Castro en el término de un año y su reemplazo por una Junta que sea del agrado de los Estados Unidos, la cual convocará a elecciones seis meses después de su llegada al poder”.

“Se le debe dar una cuidadosa atención a la eliminación de Fidel Castro…”

Si alguno de los periodistas desea profundizar, puede leer miles de documentos en esos volúmenes cargados de la verdadera historia contra Cuba, pendiente de contársela al pueblo norteamericano.

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