I padrini della contra nicaraguense (parte I)

M. Angel García Alzugaray  http://razonesdecuba.cubadebate.cu

Sembra che la controrivoluzione fascista, sponsorizzata da Donald Trump, voglia ripetere la sua storia di interventi criminali in Nicaragua, ma questo fraterno paese ha abbastanza esperienza politica per affrontare i nuovi meccanismi interventisti che Washington cerca di imporre in questa fase di convulsione ed incertezza generata dai suoi politici.

Dai primi anni ’60, il governo USA ha finanziato operazioni terroristiche in America Latina prima che mettessero gli occhi sul Medio Oriente.

Prima che i “mujaheddin”, creati dal Consigliere alla Sicurezza Nazionale, Zbigniew Brzezinski nel 1979, per combattere i sovietici in Afghanistan si convertissero in Al-Qaeda, ISIS (lo Stato Islamico), Jebbah al-Nusra ed altri gruppi terroristici che oggi operano in Medio Oriente, finanziati dagli yankee e dai loro alleati, l’America Latina già era testimone del terrorismo sponsorizzato dagli USA.

Il sostegno della Casa Bianca ai terroristi non è una nuova strategia poiché i terroristi sono “strumenti utili” contro i governi in America Latina, Asia e Medio Oriente che sono stati o continuano ad essere “contro gli interessi geopolitici di Washington”.

Tra i molti altri sicari ha anche reclutato, finanziato e sostenuto i controrivoluzionari cubani José Dionisio Suarez e Virgilio Paz Romero che assassinarono il diplomatico cileno Orlando Letelier, con un’autobomba a Washington DC, il 21 settembre 1976. L’assassinio fu coordinato con il regime di Augusto Pinochet e la sua polizia segreta, DINA (la Direzione d’Intelligence Nazionale), in collaborazione con membri del ‘Coordinamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite‘, un gruppo terroristico sponsorizzato dagli USA.

La persistenza dell’imperialismo yankee, in questa politica genocida, è stata dimostrata, ancora una volta, nel caso delle recenti rivolte in Nicaragua.

Una nuova cospirazione di Trump e della mafia anti-cubana di Miami

 

Il giornalista USA, Max Blumenthal, ha comprovato che il governo di Donald Trump ha finanziato i gruppi estremisti che hanno generato gli atti di violenza in Nicaragua, avvenuti dallo scorso 18 aprile.

Il giornalista indipendente ha pubblicato un lavoro di investigazione in cui ha dimostrato che organizzazioni come la National Endowment for Democracy (NED) ha consegnato risorse a presunte organizzazioni civili nicaraguensi che hanno sostenuto azioni violente contro l’amministrazione del presidente Daniel Ortega.

Blumenthal ha riferito che, lo scorso giugno, il gruppo di opposizione chiamato “M19” si è recato negli USA per richiedere “aiuto” ai rappresentanti del governo, come i senatori conservatori Ted Cruz e Marco Rubio e la rappresentante Ileana Ros-Lehtinen.

“Un mese prima delle riunioni del M19 con i legislatori ultraconservatori a Washington (…), la NED ha dichiarato, senza mezzi termini, che le organizzazioni da lei sostenute hanno speso anni e milioni di dollari ”gettando le basi per la ‘insurrezione’ in Nicaragua” riferisce nell’articolo pubblicato sul sito Global Americans.

Secondo il testo scritto dal direttore accademico della Scuola di Formazione Internazionale in Nicaragua, Benjamin Waddell “la NED ha speso 4,1 milioni di $ nel paese dal 2014”, per sostenere 54 gruppi e così hanno una maggior presenza nella politica e “posto le basi per l’insurrezione”.

Governo USA dietro le proteste

 

Lo scorso aprile, il presidente Ortega ha annunciato che il sistema di sicurezza sociale sarebbe stato riformato, il che ha provocato il rifiuto da parte di un settore della popolazione manipolato dai media internazionali. Secondo Blumenthal, dopo aver iniziato l’ondata di violenza, la NED ha cercato di nascondere i nomi dei gruppi che finanzia in Nicaragua.

“Hagamos Democracia (Facciamo Democrazia) o Let’s Make Democracy, è il maggior beneficiario dei fondi NED, ottenendo più di $ 525000 in sovvenzioni dal 2014”, ha precisato il giornalista, aggiungendo che “l’Istituto di Studi Strategici e Politiche Pubbliche (IEEPP) di Managua, il cui presidente è Felix Maradiaga, ha ricevuto almeno $ 260000 dalla NED”.

D’altra parte, ha ribadito che la NED e l’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID) hanno promosso il cambio dei governi latinoamericani se hanno una politica socialista. “In Nicaragua, il budget USAID ha superato 5,2 milioni di $ nel 2018, la maggior parte destinati alla formazione della società civile ed alle organizzazioni di media”, ha sottolineato.

Di fatto, secondo molti analisti, queste manovre interventiste, del governo di Donald Trump, hanno lo scopo di far resuscitare la “contra” nicaraguense degli anni ’80 e per questo utilizza i mezzi ed i metodi più degradanti.

In questo senso, è sintomatico che la Polizia Nazionale del Nicaragua abbia presentato, pochi giorni fa, il salvadoregno Oscar Antonio Rivas alias El Diablo, membro della terroristica M18, e collegato ad atti di criminalità organizzata e narcotraffico nella nazione centroamericana.

Rivas è stato assunto per organizzare e dirigere i blocchi stradali che sono stati installati in tutto il paese e dove sono stati commessi crimini quali rapine, rapimenti, stupri, torture ed omicidi.

Il capo della Direzione di Assistenza Legale (DAJ), Commissario Maggiore Luis Alberto Perez Olivas, ha spiegato che Oscar Rivas “è stato arrestato mentre cercava di attraversare illegalmente il territorio costaricano, dalla zona conosciuta come il Rio Sapoa. Questo soggetto è membro del gruppo terroristico noto come Mara 18”, ha confermato.

Ha detto che, dopo il suo arresto, è stato trasferito alla Direzione di Assistenza Legale e attraverso indagini si è appreso che questo cittadino era in prigione nella provincia di Guanacaste, Costarica, ai primi di aprile.

“È stato contattato dal soggetto, Manuel de Jesús Escobar Sandino, che fa parte di una struttura criminale dedita al traffico di droga. In quel luogo conosce anche il soggetto noto con lo pseudonimo di El Rasta, che è un trafficante di cocaina dalla Colombia, a diversi paesi del Centro America e USA”, ha detto.

Ha spiegato che come risultato di questo contatto con questi criminali, i membri della banda propongono sostenere i movimenti contro il governo del Nicaragua per facilitare le condizioni per il trasferimento di droga attraverso il nostro territorio.

È risaputo che la CIA ed altri apparati dell’intelligence USA mantengano legami clandestini con le Maras salvadoregne che usano spesso per le loro operazioni segrete. Tuttavia, è necessario chiarire che l’idea di porre sul tavolo gli attacchi contro il governo sandinista è in marcia da tempo, dal momento che più di una ventina di legislatori (15 repubblicani e 10 democratici) del Congresso USA stanno cercando di far rivivere la fallita imposizione, lo scorso anno, del Nicaraguense Investment Conditionality o Nica Act 2017, che prevede sanzioni economiche contro il governo sandinista per lo stesso e logoro modello di destra delle “violazioni dei diritti umani”.

Il Nica Act è stato ripresentato dopo non essere passato al Senato alla chiusura legislativa del 2016, dalla repubblicana Ileana Ros-Lehtinen (Florida) e dal democratico Albio Sires (New Jersey) anche protagonisti dell’azione precedente.

L’obiettivo è che gli USA, ora con una volatile politica estera sotto la guida di Donald Trump, voti contro i prestiti che il governo del Nicaragua richiede alle istituzioni finanziarie multilaterali, un evidente ricatto a Managua, con gravi ripercussioni economiche .

In un comunicato, la perversa legislatricee repubblicana, nota per le sue posizioni estreme contro i leader ed i processi rivoluzionari, ha dichiarato: “Dobbiamo continuare a sostenere gli standard per tutti i governi centroamericani su temi di diritti umani, corruzione e trasparenza, mentre esaminiamo dove usare i soldi dei contribuenti USA”.

Ha spiegato che questo nuovo progetto di Nica Act “è più forte” rispetto all’anno scorso, poiché esige “che il regime (di Ortega) combatta attivamente la corruzione e prenda misure significative per proteggere i difensori e gli attivisti dei diritti umani. Queste sono preoccupazioni bipartisan”, ha detto la rappresentante, che ha accusato il capo dello stato di “una traiettoria distruttiva”.

Il nuovo disegno di legge specifica che gli USA approverebbero solo i prestiti internazionali, a Nicaragua, solo per “motivi umanitari o per promuovere la democrazia” nella nazione centro-americana, di poco più di sei milioni di abitanti ed una storia di interventi del paese imperialista (USA).

Questo nuovo movimento controrivoluzionario porterebbe complicazioni interne, poiché bloccherebbe la strada allo sviluppo sostenibile che conferisce prestigio al governo.

La provocazione dei congressisti è chiara al contemplare che il Nica Act sarebbe sospeso solo se Ortega promuovesse la realizzazione di “libere, eque e trasparenti” elezioni, un vecchio cliché interventiista negli affari interni di altri paesi, a cui è abituata la prepotente Casa Bianca.

Energica protesta a Managua

 

Per la Vice Presidentessa, Rosario Murillo, i sostenitori dell’interventista legislazione cercano “minare il diritto del Nicaragua a continuare a sviluppare il modello socialista e solidario” nel paese, ed ha qualificato coloro che hanno armato il ricatto come “radicali”.

A nome del governo, ha detto che “La pretesa irrazionale, inopportuna e inammissibile di questo gruppo di congressisti, di note posizioni estremiste, mira solo a destabilizzare un paese in cui le persone sono la priorità, dove viviamo tranquilli, nelle radici di una preziosa cultura religiosa, famigliare e comunitaria” nei suoi 15 dipartimenti ed in due regioni autonome.

Successivamente ha confermato che “The Nica Act è una proposta cieca concepita da menti insensibili e malintenzionate, chiusa a riconoscere il diritto dei nicaraguensi a vivere lontani dai conflitti del passato”.


Los padrinos de la contra nicaragüense (Parte I)

Por Miguel Angel García Alzugaray

Parece que la contrarrevolución fascista apadrinada por Donald Trump quiere repetir su historia de criminales intervenciones en Nicaragua, pero ese hermano país posee suficiente experiencia política para hacer frente a los nuevos mecanismos injerencistas que trata de imponer Washington en esta etapa de convulsión e incertidumbre, generada por sus políticos.

Desde inicios de la década de 1960, el gobierno de EE. UU. ha financiado operaciones terroristas en América Latina con antelación a que pusieran su mirada en el Medio Oriente.

Antes de que los “muyahidínes”, creados por el Asesor de Seguridad Nacional Zbigniew Brzezinski en 1979 para luchar contra los soviéticos en Afganistán se convirtieran en Al-Qaeda), ISIS (el Estado Islámico), Jebbah al- Nusra y otros grupos terroristas que operan hoy en el Medio Oriente financiados por los yanquis y sus aliados, América Latina ya estaba siendo testigo del terrorismo patrocinado por Estados Unidos.

El apoyo de la Casa Blanca a los terroristas no es una nueva estrategia ya que los terroristas son “herramientas útiles” contra los gobiernos en América Latina, Asia y Oriente Medio que fueron o siguen “en contra de los intereses geopolíticos de Washington”.

Entre muchos otros sicarios, también reclutó, financió y apoyó a los contrarrevolucionarios cubanos José Dionisio Suárez y Virgilio Paz Romero que asesinaron al diplomático chileno Orlando Letelier con un coche bomba en Washington DC el 21 de septiembre de 1976. El asesinato fue coordinado con el régimen de Augusto Pinochet y su policía secreta DINA (La Dirección de Inteligencia Nacional) en colaboración con miembros de la Coordinación de Organizaciones Revolucionarias Unidas, un grupo terrorista patrocinado por los Estados Unidos.

La persistencia del imperialismo yanqui en esta genocida política, ha quedado demostrada una vez más en el caso de los disturbios ocurridos recientemente en Nicaragua.

Una nueva conspiración de Trump y la Mafia anticubana de Miami

El periodista estadounidense Max Blumenthal comprobó que el Gobierno de Donald Trump ha financiado a los grupos extremistas que generaron los hechos de violencia en Nicaragua, ocurridos desde el pasado 18 de abril.

El reportero independiente publicó un trabajo de investigación donde demostró que organizaciones como la Fundación Nacional para la Democracia (NED, por sus siglas en inglés) entregó recursos a supuestas organizaciones civiles nicaragüenses, quienes han impulsado acciones violentas en contra de la gestión del mandatario Daniel Ortega.

Blumenthal informó que, en junio pasado, el grupo opositor denominado “M19” viajó a EE.UU. para solicitar “apoyo” a representantes gubernamentales, como los senadores conservadores Ted Cruz y Marco Rubio y la representante Ileana Ros-Lehtinen.

Un mes antes de las reuniones del M19 con legisladores ultraconservadores en Washington (…), la NED afirmó sin rodeos que las organizaciones respaldadas por ella han pasado años y millones de dólares ‘sentando las bases para la ‘insurrección’ en Nicaragua”, refiere sobre el artículo publicado en la web de Global Americans.

Según el texto escrito por el director académico de la Escuela de Capacitación Internacional en Nicaragua, Benjamin Waddell, “la NED ha gastado $ 4,1 millones en el país desde 2014”, para respaldar a 54 grupos y así tengan una mayor presencia en la política y “sentando las bases para la insurrección”.

Gobierno de EE.UU. detrás de las protestas

En abril pasado, el presidente Ortega anunció que el sistema de seguridad social sería reformado, lo que provocó el rechazo por parte de un sector de la población manipulado por los medios internacionales. Según Blumenthal, tras iniciar la ola de violencia, la NED trató de ocultar los nombres de los grupos que financia en Nicaragua.

Hagamos Democracia , o Let’s Make Democracy, es el mayor receptor de fondos NED, cosechando más de $ 525,000 en subvenciones desde 2014”, precisó el reportero y agregó que “el Instituto de Estudios Estratégicos y Políticas Públicas (IEEPP) de Managua, cuyo presidente es Félix Maradiaga, recibió al menos $ 260,000 del NED “.

Por otro lado, reiteró que la NED y la Agencia de los Estados Unidos para el Desarrollo Internacional (USAID) han impulsado el cambio de gobiernos latinoamericanos si tienen una política socialista. “En Nicaragua, el presupuesto de USAID superó los $ 5.2 millones en 2018, la mayoría destinados a la capacitación de la sociedad civil y las organizaciones de medios”, destacó.

De facto, según muchos analistas, estas injerencistas maniobras del gobierno de Donald Trump tienen por objeto resucitar la “contra” nicaragüense de los años ochenta y para ello se vale de los medios y los métodos más denigrantes.

En este sentido es sintomático que la Policía Nacional de Nicaragua presentó hace unos días al salvadoreño Oscar Antonio Rivas, alias El Diablo, miembro de la terrorista M18, y vinculado a actos de crimen organizado y narcotráfico en la nación centroamericana.

Rivas fue contratado para organizar y dirigir los tranques que se instalaron en todo el país y donde se cometieron delitos como robos, secuestros, violaciones, tortura y asesinatos.

El Jefe de la Dirección de Auxilio Judicial (DAJ), Comisionado Mayor Luis Alberto Pérez Olivas, detalló que Oscar Rivas “fue detenido cuando pretendía cruzar de manera ilegal el territorio costarricense, por el sector conocido como El Río Sapoá. Este sujeto es miembro de la agrupación terrorista conocida como Mara 18”, confirmó.

Indicó que, tras su detención, fue trasladado a la Dirección de Auxilio Judicial y mediante investigaciones se conoció que este ciudadano se encontraba en prisión en la provincia de Guanacaste, Costa Rica, a inicios del mes de abril.

Fue contactado por el sujeto Manuel de Jesús Escobar Sandino, quien forma parte de una estructura delictiva dedicada al tráfico de estupefacientes. En ese lugar también conoce al sujeto conocido con el alias de El Rasta, que es traficante de cocaína desde Colombia, hasta diferentes países de Centroamérica y los Estados Unidos”, refirió.

Explicó que como resultado de este contacto con estos delincuentes, los mareros plantean apoyar movimientos en contra del Gobierno de Nicaragua para facilitar las condiciones de traslado de droga por nuestro territorio.

Sabido es que la CIA y otros aparatos de inteligencia norteamericanos, mantienen vínculos clandestinos con las Maras salvadoreñas que utilizan muchas veces para sus operaciones encubiertas. No obstante, es necesario aclarar que la idea de poner de nuevo sobre el tapete los ataques contra el gobierno sandinista viene caminando desde hace tiempo, pues más de una veintena de legisladores (15 republicanos y 10 demócratas) del Congreso estadounidense intentan revivir la frustrada imposición el pasado año de la Nicaraguan Investment Conditionality o Nica Act 2017, la cual contempla sanciones económicas contra el gobierno sandinista por el mismo y desgastado patrón derechista de “violaciones de los derechos humanos”.

La Nica Act fue presentada de nuevo, luego de no pasar al Senado por el cierre legislativo de 2016, por la republicana Ileana Ros-Lehtinen (Florida) y el demócrata Albio Sires (Nueva Jersey), también protagonistas de la acción precedente.

De lo que se trata es que Estados Unidos, ahora con una volátil política exterior bajo el mandato de Donald Trump, vote en contra de los préstamos que el gobierno de Nicaragua solicite a entidades financieras multilaterales, un evidente chantaje a Managua, con graves repercusiones económicas.

En un comunicado, la perversa legisladora republicana, conocida por sus posiciones extremas contra los líderes y procesos revolucionarios, refirió que: “Debemos continuar con el sostenimiento de estándares para todos los gobiernos de Centroamérica en temas de derechos humanos, corrupción y transparencia, mientras examinamos dónde usar el dinero de los contribuyentes estadounidenses”.

Explicó que este nuevo proyecto de Nica Act “es más fuerte” que el del pasado año, pues exige “que el régimen (de Ortega) combata activamente la corrupción y tome las medidas significativas para proteger a defensores y activistas de los derechos humanos. Estas son preocupaciones bipartidistas”, dijo la representante, que acusó al jefe de Estado de “una trayectoria destructiva”.

El nuevo proyecto de ley especifica que Estados Unidos solo aprobaría los préstamos internacionales a Nicaragua por “razones humanitarias o para promover la democracia” en la nación centroamericana, de poco más de seis millones de habitantes y una historia de intervenciones del país imperialista.

Este nuevo movimiento contrarrevolucionario traería complicaciones internas, pues le cerraría el paso al desarrollo sostenible que prestigia al gobierno.

La provocación de los congresistas queda clara al contemplar que la Nica Act sería suspendida solo si Ortega promueve la realización de elecciones “libres, justas y transparentes”, un viejo cliché injerencista en los asuntos internos de otros países, al que está habituada la prepotente Casa Blanca.

Enérgica protesta en Managua

Para la vicepresidenta nicaragüense Rosario Murillo, los impulsores de la injerencista legislación intentan “vulnerar el derecho de Nicaragua a continuar desarrollando el modelo socialista y solidario” en el país y calificó a quienes armaron el chantaje de “radicales”.

En nombre del gobierno, precisó que “La pretensión irracional, inoportuna e improcedente de este grupo de congresistas de conocidas posiciones extremas solo apunta a desestabilizar un país donde las personas somos prioridad, donde vivimos tranquilos, en el arraigo de una valiosa cultura religiosa, familiar y comunitaria” en sus 15 departamentos y dos regiones autónomas.

Más adelante confirmó que “La Nica Act es una propuesta ciega concebida por mentes insensibles y mal intencionadas, cerrada a reconocer el derecho de los nicaragüenses a vivir alejados de los conflictos de tiempos pasados”.

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