La destra venezuelana insiste sulla violenza

 come via per fare politica

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La Rivoluzione Bolivariana è stata attaccata dalla sua messa in marcia, nel 1999, dalla destra, nazionale ed internazionale, attraverso varie azioni che hanno avuto la violenza politica come unico strumento.

Questa premessa è stata evidenziata, nel 2002, con il tentativo di colpo di stato contro l’allora presidente costituzionale Hugo Chávez, sponsorizzato da settori della destra nazionale con supporto internazionale, che cercano di rovesciare il Governo bolivariano.

Tuttavia, l’omicidio è stata una delle pratiche comuni dei settori estremisti che si oppongono alla Rivoluzione Bolivariana. Il più recente, il fallito tentativo di assassinio perpetrato il 4 agosto contro il Presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, mentre presiedeva l’atto di celebrazione degli 81 anni della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB) nella Avenida Bolivar di Caracas.

Tuttavia, questo attentato non è stato consumato, poiché gli inibitori di segnali, che fanno parte della sicurezza presidenziale, e la preparazione del personale della Guardia d’Onore Presidenziale hanno depistato i due droni, ciascuno caricato con 1 kg di C4, che sono esplosi nelle adiacenza del popolosa viale di Caracas, iconico luogo della Rivoluzione Bolivariana.

Queste pratiche, che sono attribuite alla destra nazionale in cospirazione con il governo della Colombia ed USA, hanno avuto un ampio compendio contro funzionari della Rivoluzione Bolivariana.

Danilo Anderson

Il 18 novembre 2004, Anderson, dopo aver lasciato le sue lezioni post laurea, saliva a bordo del suo furgone quando un ordigno esplosivo, posto sotto il sedile del guidatore, è esploso, presumibilmente attivato tramite un telefono cellulare.

Il fatto avvenne in via Vargas nell’urbanizzazione di Los Chaguaramos, nel municipio Libertador, luogo dove oggi si erge un monolite in sua memoria.

Anderson nacque a Caracas e conseguì la laurea in Legge presso l’Università Centrale del Venezuela nel 1995. Si specializzò in criminologia e diritto ambientale. Lavorò per diversi studi legali e fu procuratore tributario tra il 1993 ed il 2000.

Al momento del suo assassinio, Anderson stava indagando le più di 400 persone che avevano firmato il decreto del governo de facto di Pedro Carmona, attraverso cui si forgiò un golpe stato contro il governo democraticamente eletto di Hugo Chavez e contro tutte le autorità pubbliche del paese

Nella lista dei firmatari del decreto golpista figurano rappresentanti di media privati, dirigenti di cupole imprenditoriali ed ecclesiastici; membri di partiti di opposizione, eredi economici e politici delle vecchie oligarchie della IV Repubblica.

Eliécer Otaiza

Il leader del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) e presidente del Consiglio del Municipio Libertador a Caracas (capitale), Eliecer Otaiza, è stato torturato e poi successivamente assassinato, con quattro colpi, lo scorso 27 aprile 2014, il suo cadavere è stato trovato da agenti di polizia nel municipio El Hatillo nello stato di Miranda (nord).

I presunti implicati nel fatto sono stati identificati come; Jefferson Hernandez, 18 anni, ed Erick Serrano, 20 anni, che furono catturati dai membri del Corpo di Investigazioni Scientifiche, Penali e Criminali (Cicpc) nello stato di Sucre (regione nord-orientale).

Otaiza presentava ferite da arma da fuoco tra la faccia ed il petto, oltre a segni di tortura ed il volto sfigurato. Nel momento in cui le autorità hanno trovato il cadavere, era seminudo. Indossava solo biancheria intima e calzini.

Il presidente Maduro ha denunciato, nel maggio 2014, la campagna mediatica orchestrata dagli USA per manipolare l’omicidio di Otaiza.

Fino ad oggi il presidente Maduro ha assicurato che la morte del consigliere venezuelano è stata pianificata da Miami (sud USA) e ha condannato la stampa della borghesia venezuelana per la pubblicazione di informazioni manipolate al fine di far credere, all’opinione pubblica, che questi sia stato vittima della delinquenza comune.

Robert Serra

Il 1 ottobre 2014, il deputato dell’Assemblea Nazionale (AN), per il Partito socialista Unito del Venezuela (PSUV), Robert Serra, è stato trovato morto nella sua residenza situata nel municipio Libertador di Caracas (capitale).

Poche settimane dopo l’omicidio, la giustizia venezuelana è riuscita a determinare l’identità dei responsabili dell’omicidio. Tra gli imputati si trova Leiver Padilla Mendoza, di nazionalità colombiana-venezuelana, che secondo le indagini ha guidato il gruppo che ha commesso il crimine in cambio di 250 mila dollari.

A soli 10 giorni dal delitto, la Corte Suprema di Giustizia (TSJ) del Venezuela ha ordinato la detenzione di due cittadini per essere presumibilmente coinvolti nell’omicidio del deputato socialista, e della sua compagna Maria Herrera.

La massima istanza di giustizia della nazione sudamericana ha dichiarato che “la condizione di essere un deputato dell’Assemblea Nazionale, al momento della commissione dell’atto punibile ed altre circostanze di quei crimini, aggrava la responsabilità dei partecipanti ad essi, così come il concorso di diversi reati”.

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha riferito, nell’ottobre 2014, che il paramilitare colombiano Padilla Leyva “alias El Colombia” ha guidato il brutale assassinio del deputato in complicità con altre nove persone.

Gli assassini sono stati registrati ed inoltre sono state raccolte prove che hanno mostrato il coinvolgimento di otto paramilitari nel fatto, sei dei quali hanno commesso il crimine.

“E’ già pienamente comprovato che l’omicidio del deputato socialista, perpetrato lo scorso 1 ottobre, è stata un’azione eseguita con finanziamenti ed ordine di paramilitari e bande criminali della Colombia”, ha detto il presidente.

Dopo che il crimine è stato perpetrato, “El Colombia” è fuggito dal Venezuela ed è stato arrestato nella città colombiana di Cartagena, il 2 novembre 2014, in sette mesi di procedure del Governo e della giustizia venezuelana, il presidente colombiano, Juan Manuel Santos, ha autorizzato il processo di estradizione.

Il capo di Stato venezuelano ha anche annunciato che Julio Velez, ex consigliere di Cúcuta, era uno degli autori intellettuali dell’omicidio di Robert Serra.

Maduro ha rivelato che Velez era latitante dalla Colombia, suo paese natio, ed ha consegnato il denaro e diretto l’intero processo per assassinare il deputato Robert Serra, oltre ad essere collegato a crimini e delitti contro il Venezuela.

Liana Hergueta

Il 6 agosto 2015, il Venezuela è stato scosso da un nuovo atto violento proveniente da atti paramilitari. Nel centro di Caracas (capitale venezuelana) è stato trovato, in una macchina, il corpo smembrato di Liana Hergueta di 53 anni.

Le prime indagini sul caso, rilasciate dal Ministero della Giustizia, hanno dimostrato che la paternità intellettuale era in un politico dell’opposizione, l’omicidio fu eseguito attraverso il paramilitarismo e la malavita comune è stata usata per scopi politici.

I presunti assassini: Carlos Eduardo Trejo Mosquera (autore intellettuale), José Rafael Pérez Venta e Samuel José Angulo Sánchez (autori materiali) sono collegati ad importanti figure dell’opposizione.

José Rafael Pérez Venta (27 anni), uno dei coinvolti nel crimine, ha assicurato, nella sua dichiarazione alle autorità, che il generale in pensione Antonio Rivero (oppositore del governo venezuelano) lo ha addestrato mentre lavorava come parte della cerchia di sicurezza di dirigenti politici.

Guarimbas un’ondata di morte a fini politici

Allo stesso modo durante le violente proteste che i settori della destra hanno intrapreso, per diversi giorni, negli anni 2014 e 2017 con lo scopo di conquistare il potere per mezzo di gruppi generatori di terrore. Sono stati innumerevoli i danni materiali e le perdite umane che si sono aggiunte solo per i piani sponsorizzati dai leader politici dell’opposizione venezuelana, che inoltre hanno chiesto alla “comunità internazionale” (i governi USA ed i suoi alleati in altri continenti) l’applicazione di sanzioni contro il paese indipendentemente dall’impatto di queste sul popolo.

Assassini selettivi, attentati, violenza diffusa, incitamento all’odio fanno parte del manuale. Uno dei casi sfortunati di maggior impatto è stato l’omicidio di Carlos Ramírez, un giovane che è stato bruciato vivo, da almeno 20 giovani, che lo hanno perseguitato e nonostante l’intervento dei pompieri, hanno insistito nell’assassinarlo “per essere un chavista”.

Ramírez è stata una della gran quantità di vittime dei gruppi violenti che hanno assediato le strade di Caracas e di altre regioni del Venezuela. Questi eventi sono iniziati da un appello di dirigenti della destra a protestare “pacificamente” nelle strade, ma che si è trasformato in terrorismo.

Fonte: Telesur


Derecha venezolana insiste en la violencia como vía para hacer política

La Revolución Bolivariana ha sido atacada desde su puesta en marcha en el añ0 1999 por la derecha nacional e internacional a través de diversas acciones que han tenido como única herramienta la violencia política.

Esta premisa se evidenció en el año 2002 con el intento de golpe de Estado contra el entonces presidente constitucional Hugo Chávez, auspiciado por sectores de la derecha nacional con apoyo internacional, que buscan derrocar al Gobierno Bolivariano.

Sin embargo, el asesinato ha sido una de las prácticas comunes de sectores extremistas que adversan a la Revolución Bolivariana. El más reciente, el intento de magnicidio en grado de frustración perpetrado el pasado 04 de agosto contra el jefe de Estado venezolano, Nicolás Maduro, mientras encabezaba el acto de celebración por los 81 años de la Guardia Nacional Bolivariana (GNB) en la avenida Bolívar de Caracas.

Sin embargo, este atentado no fue consumado porque los inhibidores de señal que forman parte de la seguridad presidencial y el apresto del personal de la Guardia de Honor Presidencial despistaron los dos drones, cada uno cargado con 1 kilogramo de C4, los cuales explotaron en las adyacencia de la populosa avenida de Caracas, icónico lugar de la Revolución Bolivariana.

Estas prácticas que se le atribuyen a la derecha nacional en conspiración con el Gobierno de Colombia y Estado Unidos han tenido un amplio prontuario contra funcionarios de la Revolución Bolivariana.

Danilo Anderson

El 18 de noviembre de 2004, Anderson, luego de haber salido de sus clases de postgrado, abordó su camioneta cuando estalló un artefacto explosivo colocado debajo del asiento del conductor, que se presume fue activado a través de un teléfono celular.

El hecho ocurrió en la calle Vargas de la urbanización Los Chaguaramos, ubicada en el municipio Libertador, lugar donde hoy se erige un monolito en su memoria.

Anderson nació en Caracas y terminó la carrera de Derecho en la Universidad Central de Venezuela en 1995. Se especializó en criminología y leyes ambientales. Trabajó para varios bufetes de abogados y fue fiscal tributario entre 1993 y 2000.

Al momento de su asesinato, Anderson investigaba a más de 400 personas que firmaron el decreto del gobierno de facto de Pedro Carmona Estanga, mediante el cual se fraguó un golpe de Estado contra el el gobierno electo democráticamente de Hugo Chávez y contra todos los poderes públicos del país.

En la lista de los firmantes de decreto golpista figuran representantes de medios privados, dirigentes de las cúpulas empresariales y eclesiásticas; miembros de partidos de oposición, herederos económicos y políticos de las viejas oligarquías de la IV República.

Eliécer Otaiza, asesinado en el año 2014

El dirigente del Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV) y presidente del Concejo del Municipio Libertador en Caracas (capital), Eliécer Otaiza, fue torturado y posteriormente asesinado de cuatro disparos el pasado 27 de abril de 2014, su cadáver fue hallado por funcionarios policiales en el municipio El Hatillo del estado Miranda (norte).

Los presuntos implicados en el hecho quedaron identificados como; Jefferson Hernández de 18 años de edad y Erick Serrano de 20, quienes fueron capturados por efectivos del Cuerpo de Investigaciones Científicas Penales y Criminalisticas (CICPC) en el estado Sucre (región nororiental).

Otaiza presentó impactos de bala entre la cara y el pecho, además de signos tortura, y el rostro desfigurado. Para el momento en que las autoridades encontraron el cadáver, estaba semidesnudo. Solo vestía ropa interior y calcetines.

El presidente Maduro denunció en mayo de 2014 la campaña mediática que se orquestó desde Estados Unidos para manipular el asesinato de Otaiza.

Para la fecha el presidente Maduro aseguró que la muerte del concejal venezolano fue planificada desde Miami (sur de EE.UU.) y fustigó a la prensa de la burguesía venezolana por publicar información amañada para hacer creer a la opinión pública que este fue víctima de la delincuencia común.

Apagaron la luz de Robert Serra

El 1 de octubre de 2014, el diputado de la Asamblea Nacional (AN) por el Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), Robert Serra, fue hallado muerto en su residencia ubicada en el municipio Libertador de Caracas (capital).

Pocas semanas después del asesinato, la justicia venezolana logró determinar la identidad de los responsables del asesinato. Entre los inculpados se encuentra Leiver Padilla Mendoza, de nacionalidad colombo-venezolana, quien según investigaciones lideró el grupo que cometió el crimen a cambio de 250 mil dólares.

A escasos 10 días del crimen, el Tribunal Supremo de Justicia (TSJ) de Venezuela ordenó la privativa de libertad de dos ciudadanos por estar presuntamente involucrados en el asesinato del diputado socialista, y su compañera María Herrera.

La máxima instancia de justicia de la nación suramericana precisó que “la condición de ser diputado de la Asamblea Nacional, al momento de la comisión del hecho punible y otras circunstancias de esos crímenes, agrava la responsabilidad de los intervinientes en ellos, al igual que la concurrencia de varios delitos”.

El presidente de Venezuela, Nicolás Maduro, informó en octubre de 2014 que el paramilitar colombiano Padilla Leyva “alias El Colombia” lideró el brutal asesinato del diputado en complicidad con otras nueve personas.

Los asesinos habían sido grabados y también se recabaron pruebas que evidenciaban la implicación de ocho paramilitares en el suceso, seis de ellos cometieron el crimen.

“Ya está plenamente comprobado que el asesinato del diputado socialista, perpetrado el pasado 1 de octubre, fue una acción ejecutada con financiación y orden de paramilitares y bandas criminales de Colombia”, dijo el mandatario.

Tras ser perpetrado el crimen, “El Colombia” escapó de Venezuela y fue detenido en la ciudad colombiana de Cartagena el 2 de noviembre de 2014, en siete meses de gestiones del Gobierno y la justicia venezolana, el presidente colombiano Juan Manuel Santos autorizó el proceso de extradición.

El Jefe de Estado venezolano también dio a conocer que Julio Vélez,exconcejal de Cúcuta, fue uno de los autores intelectuales del asesinato de Robert Serra.

Maduro reveló que Vélez era prófugo de la justicia en Colombia, su país natal, y entregó el dinero y dirigió todo el proceso para asesinar al diputado Robert Serra, además de estar vinculado con crímenes y delitos contra Venezuela.

Liana Hergueta

El 6 de agosto del 2015 Venezuela fue sacudida con un nuevo hecho violento proveniente de actos paramilitares. En el centro de Caracas (capital venezolana) fue hallado en un automóvil, el cuerpo desmembrado de Liana Hergueta de 53 años de edad.

Las primeras investigaciones sobre el caso, dadas a conocer por el Ministerio de Justicia arrojaron que la autoría intelectual estaba en un político opositor, el sicariato fue ejecutado a través del paramilitarismo y el hampa común fue utilizada con fines políticos.

Los presuntos asesinos: Carlos Eduardo Trejo Mosquera (autor intelectual), José Rafael Pérez Venta y Samuel José Angulo Sánchez (autores materiales) fueron vinculados a figuras notables de la oposición.

José Rafael Pérez Venta (27), uno de los implicados en el crimen, aseguró en su declaración a las autoridades que el general retirado Antonio Rivero (opositor al Gobierno venezolano) lo entrenó mientras trabajaba como parte del anillo de seguridad de dirigentes políticos.

Guarimbas una ola de muerte con fines políticos

Asimismo, durante las protestas violentas que emprendieron sectores de la derecha durante varios días en los años 2014 y 2017 con fines de conquistar el poder por medio de grupos generadores de terror. Fueron incontables los daños materiales y las pérdidas humanas que sumaron solo por los planes auspiciados por líderes políticos de la oposición venezolana, quienes además exigían a la “comunidad internacional” (gobiernos de EE.UU. y sus aliados en otros continentes) la aplicación de sanciones contra el país sin importar la afectación de éstas en el pueblo .

Asesinatos selectivos, atentados, violencia generalizada, incitación al odio son parte del prontuario. Uno de los casos lamentablemente de mayor impacto fue el asesinato de Carlos Ramírez, un joven que fue quemado vivo por al menos 20 jóvenes que lo persiguieron y pese a la intervención de los bomberos, insistieron en asesinarlo “por ser chavista”.

Ramírez fue una de la gran cantidad de víctima de los grupos violentos que asediaron las calles de Caracas y otras regiones de Venezuela. Estos hechos iniciaron por un llamado de dirigentes de derecha a protestar “pacíficamente” en las calles, pero que se tornó en terrorismo.

Fuente: Telesur

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