La politica economica a Cuba (II parte)

Valorizzando il raggiunto e le sfide da affrontare 2011-2018

José Luis Rodríguez http://www.cubadebate.cu

II

Riflettendo su ciò che è stato ottenuto e su ciò che non è stato risolto, si può rilevare che la strategia economica prevista nei Lineamenti della Politica Economica e Sociale approvati nel 2011 era adeguata. A rigore non vi erano altre alternative per conseguire una crescita economica sostenibile a breve termine, che risultassero migliori rispetto alle proposte previste nei documenti approvati al VI Congresso del PCC. Tuttavia, nell’attuazione di questa strategia, i fattori esterni hanno inciso -con molta più forza del previsto- sulla prestazione economica del paese, a cui si sono aggiunte le difficoltà interne e gli errori nell’attuazione della politica delineata, ciò che ha portato a risultati inferiori a quanto programmato per il periodo 2011-2016.

In quest’ultimo aspetto va notato che non si tratta solo degli aspetti quantitativi impliciti nei tassi di crescita inferiori a quanto proiettato che sono stati ottenuti in questi anni, poiché neppure si sono ottenuti superare alcuni approcci concettuali che consentissero liberare, adeguatamente, le forze produttive .

Basta analizzare due elementi essenziali per la corretta direzione economica del paese.

Un primo aspetto ha a che fare con uno dei temi più complessi nella costruzione del socialismo in tutte le epoche e che -si può affermare senza timore di sbagliare- non è stato ancora risolto. E’ il caso della presenza obiettiva del mercato in questa fase, che si manifesta nel trattamento della contraddizione che oggettivamente esiste tra proprietà privata e proprietà sociale e anche nella progettazione di meccanismi di regolazione del mercato nel seno stesso della proprietà sociale.

In questo senso, sebbene si sia riconosciuto l’esistenza oggettiva del mercato nella costruzione socialista a partire dal basso livello di sviluppo delle forze produttive, che limita l’espressione del carattere direttamente sociale del lavoro speso ed impone la necessità del suo confronto attraverso il mercato, in molte occasioni si ignora l’azione delle leggi che governano il suo comportamento.

E’ così che l’ignoranza delle leggi del mercato ha portato a gravi errori nell’attuazione di adeguati meccanismi per la sua regolazione nelle condizioni della prevalenza della proprietà sociale sui mezzi fondamentali di produzione attraverso la storia della costruzione socialista in diversi paesi. [1]

La fallita gestione delle relazioni monetario-mercantili -anche a Cuba- si è espressa principalmente attraverso regolazioni amministrative per controllare gli squilibri che si riflettono nel mercato, con decisioni come il congelamento dei prezzi, l’applicazione discrezionale di elevate imposte, il divieto di accesso a determinati mercati e la concorrenza monopolistica da parte dello Stato, tra altri meccanismi, che non hanno dimostrato, nel tempo, la loro efficienza sociale. La maggior parte delle normative finora utilizzate non hanno ottenuto impedire l’espansione dell’economia sommersa, l’evasione fiscale e la rottura del monopolio statale dei flussi finanziari e commerciali attraverso vari canali, in molti casi impossibili da controllare, ai quali si sono unite pratiche criminali che devono essere represse anche più velocemente.

Inoltre, l’assenza di adeguati meccanismi monetario-mercantili nel sistema di direzione economica ha contribuito all’impiego preferenziale della pianificazione basata su bilanci materiali centralizzati, in cui non si è introdotto una corretta analisi dei fattori di incertezza e di rischio nel processo decisionale [2] Come è stato giustamente sottolineato “… per il modello cubano costituisce un errore comune associare la pianificazione con l’amministrazione diretta delle scarse risorse che, operativamente, avviene nel nostro sistema economico. Questa logica suggerisce che ci sarà più pianificazione mentre più risorse sono soggette alla regolamentazione direttiva centrale, generalmente incline ad adottare metodi amministrativi. Allo stato attuale, il Piano Economico Nazionale mira a coprire quasi la totalità dell’attività economica del paese.” [3]

In generale, i risultati macroeconomici del periodo 2009 [4] fino al 2016 possono apprezzarsi nella seguente tabella, che riflette un avanzamento, senza dubbio meritorio, ma insufficiente secondo quanto previsto.

Note

1 L’interpretazione concettuale della contraddizione che soggiace tra proprietà privata e proprietà sociale attraverso l’ignoranza o la sopravvalutazione delle leggi del mercato va -in una sintesi semplificatrice- dal considerare nel socialismo le relazioni mercantili come qualcosa di formale e privo di contenuto, fino ai concetti più noti del socialismo di mercato nelle riforme socialiste europee della fine del secolo scorso. Anche i concetti di economia di mercato socialista -presente in Cina e in Vietnam- racchiudono non poche contraddizioni.

2 L’assenza della matrice input-output per l’analisi statistica -che non è stata aggiornata dagli anni ’80- ha impedito un uso più efficiente dei bilanci materiali.

3 Vedi Oscar Fernández “Il modello di funzionamento economico a Cuba e le sue trasformazioni. Sei assi articolatori per la sua analisi” Osservatorio dell’Economia Latinoamericana, 2011 in www.eumed.net

4 Si prenda come punto di comparazione l’anno 2009 considerando l’inizio delle trasformazioni economiche prima dell’approvazione dei Lineamenti del 2011.

link I parte

link III parte


La política económica en Cuba: Valorando lo alcanzado y los retos a enfrentar (2011-2018) (II)

Por: José Luis Rodríguez

Reflexionando sobre lo logrado y lo que no se ha resuelto, puede señalarse que la estrategia económica prevista en los Lineamientos de la Política Económica y Social aprobados en el 2011 fue la adecuada. En rigor no había otras alternativas para alcanzar un crecimiento económico sostenible a corto plazo, que resultaran mejores en comparación con las propuestas previstas en los documentos aprobados en el VI Congreso del PCC. Sin embargo, en la implementación de esa estrategia, los factores externos incidieron -con mucha más fuerza que lo previsto- en el desempeño económico del país, a lo que se sumaron las dificultades internas y los errores en la implementación de la política trazada, todo lo cual llevó a resultados por debajo de lo planificado para el período 2011-2016,

En este último aspecto es preciso destacar que no se trata solamente de los aspectos cuantitativos implícitos en las tasas de crecimiento por debajo de lo proyectado que se obtuvieron en estos años, ya que tampoco se lograron superar determinados enfoques conceptuales que permitieran desatar adecuadamente las fuerzas productivas.

Baste analizar dos elementos esenciales para la correcta dirección económica del país.

Un primer aspecto tiene que ver con uno de los temas más complejos en la construcción del socialismo en todas las épocas y que –puede afirmarse sin temor a errar- no se ha resuelto aún. Es el caso de la presencia objetiva del mercado en esta etapa, que se manifiesta en el tratamiento a la contradicción que objetivamente existe entre propiedad privada y propiedad social y también en el diseño de los mecanismos de regulación del mercado en el propio seno de la propiedad social.

En este sentido, si bien se ha reconocido la existencia objetiva del mercado en la construcción socialista a partir del bajo nivel de desarrollo de las fuerzas productivas, que limita la expresión del carácter directamente social del trabajo gastado e impone la necesidad de su confrontación a través del mercado, en muchas ocasiones se ignora la acción de las leyes que rigen su comportamiento.

Es así que la ignorancia de las leyes del mercado ha conducido a serios errores en la implementación de mecanismos adecuados para su regulación en las condiciones de la prevalencia de la propiedad social sobre los medios fundamentales de producción a través de la historia de la construcción socialista en diferentes países. [1]

El manejo fallido de las relaciones monetario-mercantiles –también en Cuba- se ha expresado sobre todo a través de regulaciones administrativas para controlar los desequilibrios que se reflejan en el mercado, con decisiones tales como la congelación de precios, la aplicación discrecional de impuestos elevados, la prohibición del acceso a determinados mercados y la competencia monopólica por parte del Estado, entre otros mecanismos, que no han demostrado su eficiencia social a lo largo del tiempo. La mayor parte de las regulaciones empleadas hasta el presente no han logrado impedir la expansión de la economía sumergida, la evasión fiscal y a la ruptura del monopolio estatal de los flujos financieros y comerciales por diversas vías, en muchos casos imposibles de controlar, a lo que se han unido prácticas delictivas que se requiere reprimir también con mayor rapidez.

Por otra parte, la ausencia de mecanismos monetario-mercantiles adecuados en el sistema de dirección económica ha contribuido al empleo preferente de la planificación basada en balances materiales centralizados, en los que no se ha introducido un adecuado análisis de los factores de incertidumbre y riesgo en la toma de decisiones. [2] Como se ha señalado correctamente “… para el modelo cubano constituye un error común asociar la planificación con la administración directa de los recursos escasos que operativamente tiene lugar en nuestro sistema económico. Esta lógica sugiere que habrá más planificación mientras más recursos se encuentren sujetos a la regulación directiva central, generalmente propensa a emplear métodos administrativos. En la actualidad el Plan de la Economía Nacional pretende abarcar de manera directiva casi la totalidad de la actividad económica del país.” [3]

En general, los resultados macroeconómicos del período 2009 [4] al 2016 pueden apreciarse en la siguiente tabla, donde se refleja un avance, sin dudas meritorio, pero insuficiente de acuerdo a lo previsto.

Notas

La interpretación conceptual de la contradicción que subyace entre propiedad privada y propiedad social mediante la ignorancia o sobrestimación de las leyes del mercado va –en una síntesis simplificadora- desde considerar en el socialismo las relaciones mercantiles como algo formal y desprovisto de contenido, hasta los conceptos más conocidos del socialismo de mercado en las reformas socialistas europeas de finales del siglo pasado. También los conceptos de economía de mercado socialista –presentes en China y Vietnam- encierran no pocas contradicciones.

La ausencia de la matriz insumo-producto para el análisis estadístico –que no se actualiza desde los años 80- ha impedido un uso más eficiente de los balances materiales.

Ver de Oscar Fernández “El modelo de funcionamiento económico en Cuba y sus transformaciones. Seis ejes articuladores para su análisis” Observatorio de la Economía Latinoamericana, 2011 en www.eumed.net

Se toma como punto de comparación el año 2009 considerando el inicio de las transformaciones económicas previas a la aprobación de los Lineamientos del 2011

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