L’amministrazione Trump ed i “fatti alternativi” su Cuba

Sergio Alejandro Gómez  www.cubadebate.cu

Donald Trump non ha inventato la menzogna in politica, ma la crescente distanza tra la sua amministrazione e qualsiasi nozione di verità o dati verificabili sta cambiando, per sempre, il modo di fare politica.

Il quotidiano The Guardian ha confermato, questa settimana, ciò che era un segreto di Pulcinella: le foto del discorso inaugurale del Presidente USA, nel gennaio 2017, sono state truccate da un software per mostrare una folla maggiore di quella che realmente ha assistito.

Un fotografo del governo USA ha ammesso, durante un’indagine, di aver intenzionalmente ritagliato le immagini per eliminare gli spazi vuoti.

La polemica sul numero di partecipanti all’investitura di Trump, comparata con coloro che hanno assistito a quella del democratico Barack Obama, nel 2009, ha segnato l’inizio della nuova amministrazione e di un concetto che si sarebbe mantenuto da allora: “fatti alternativi” .

Il nuovo presidente ed il portavoce della Casa Bianca assicuravano che era la cerimonia più affollata nella storia USA, ma quando i giornalisti hanno confrontato le dichiarazioni con la realtà, la Casa Bianca ha dovuto decidere se ammettere di aver mentito o cambiare il concetto stesso di verità. La seconda variante gli è sembrata più fattibile.

Il presentatore del programma Meet the Press (“Incontro con la stampa”), Chuck Todd, ha rimproverato Kellyanne Conway sull’esagerazione nel numero di assistenti e la consigliera di punta di Trump ha fatto un po’ di storia con la sua risposta: “Quello che ho fatto fu presentare fatti alternativi. Non c’è modo di contare esattamente le persone in una folla”.

Ma le cose non si sono fermate lì. Secondo il Controllo Dati del quotidiano Washington Post, il presidente Trump ha detto che 4713 menzogne in 592 giorni alla Casa Bianca, dal 20 gennaio 2017 fino al 4 settembre. Cioè, il presidente dice una media vicina a 8 bugie al giorno o, come preferirebbe chiamarle, “fatti alternativi” al giorno.

Tale bombardamento di falsità richiede un nuovo tipo di pubblico. Il Pew Research Center ha applicato un sondaggio in base al quale solo 1 adulto statunitense su 4 distinguono, separatamente, l’informazione obiettiva e le opinioni negli spazi riguardanti le notizie. Un altro studio di Pew osserva che il 68% degli statunitensi si sente “esausto” dalla quantità giornaliera di notizie. Se è così, si potrebbe supporre che la maggioranza sia ancora meno interessata a sostenere l’onere di stabilire quante di esse siano false.

Il caso degli “attacchi” a Cuba

 

Tra le menzogne più esotiche ed elaborate dell’amministrazione Trump ci sono i presunti incidenti alla salute ad un gruppo di diplomatici USA a Cuba.

Secondo i “fatti alternativi” dell’attuale Dipartimento di Stato i suoi diplomatici si sono misteriosamente ammalati tra fine 2016 e metà 2017. I sintomi includono vertigini, mal di testa, disturbi del sonno, perdita di udito e, anche, commozione cerebrale.

L’uso della parola “attacco” per descrivere i presunti incidenti, usata a Washington dalla metà dell’anno scorso, si qualifica come una delle manipolazioni più grossolane dell’amministrazione Trump.

Dopo quasi due anni di indagini, sia da parte di Cuba che USA, non esiste una singola prova che supporti le accuse di Washington, tanto meno che punti ad una partecipazione cubana.

Ma dove la storia è davvero degna di un capitolo di X-Files è nelle spiegazioni della stampa USA, molte delle quali trapelate dallo stesso Dipartimento di Stato, su ciò che si suppone sia accaduto e le sue cause.

In meno di due anni si è passato da ipotesi come “attacchi acustici” con armi sconosciute alla scienza, virus specializzati nel lasciare sordi i diplomatici, traumi cerebrali senza significativi danni fisici e un’arma a raggi microonde, quelli usati per riscaldare il cibo

Ma nell’universo alternativo di Washington sembra esserci spazio per altro ancora.

La settimana scorsa diversi media hanno citato tre medici che, presumibilmente, hanno valutato i test eseguiti sui funzionari USA e considerano che una “neuro-arma” potrebbe essere la responsabile.

“Possono essere biologiche, chimiche, o, nel caso degli incidenti a L’Avana, che dirigono l’energia”, ha detto il dottor James Giordano alla rivista National Defense.

Tuttavia, quasi nella stessa data, i funzionari del Dipartimento di Stato hanno assicurato, in un’audizione al Congresso, che il governo USA ancora non sapeva come fossero stati realizzati né chi sta dietro i presunti attacchi.

Ciò che i funzionari non fanno è tenere il passo con le versioni che girano su Internet, il che li rende complici, nel migliore dei casi.

Senza mostrare prove del loro uso a Cuba né elementi di fatto che lo giustifichino, i cosiddetti specialisti cercano che l’opinione pubblica compri un’altra teoria ancora più confusa ed inspiegabile della precedente: armi sconosciute a Cuba che usano l’energia per trasformare le variabili neurologici dei colpiti; proprietà quasi magiche e degne della fantascienza.

In qualsiasi altro luogo o momento della storia, la reazione di fronte all’esotismo scientifico del Dipartimento di Stato potrebbe essere una risata, ma non nell’era dei “fatti alternativi”.

Sotto questi argomenti senza senso, Washington mantiene paralizzati i servizi consolari della sua Ambasciata all’Avana, gli stessi da cui dipendono decine di migliaia di famiglie su entrambi i lati dello Stretto della Florida.

Allo stesso modo, i progressi nelle relazioni bilaterali degli ultimi anni, che vanno dalla collaborazione nella protezione delle aree marine all’applicazione e rispetto della legge, sono silurati dal nuovo clima bilaterale.

Oggi già abbiamo le prove della falsificazione delle foto dell’investitura di Trump. Tuttavia, forse bisogna attendere più a lungo affinché un funzionario USA smascheri il piano che è stato applicato nel caso degli “attacchi acustici” o per declassificare informazioni su come si è manipolata l’opinione pubblica per applicare un cambiamento di politica verso Cuba che risulta impopolare dentro gli USA.

L’unica certezza, nel frattempo, è che non esiste tal cosa come “fatti alternativi”, ma solo la vecchia e nota menzogna.

¿Usted se siente confundido? No es su culpa

¿Usted ha escuchado la historia de unos diplomáticos norteamericanos que supuestamente se enfermaron en Cuba?Se ha hablado de armas acústicas imposibles, virus y daños cerebrales, pero el propio FBI viajó a La Habana a investigar y no encontró una sola evidencia. ¿Usted se siente confundido? No es su culpa, hay alguien que está intentando confundirlo.

Pubblicato da Dominio Cuba su Giovedì 6 settembre 2018


La administración Trump y los “hechos alternativos” sobre Cuba

Por: Sergio Alejandro Gómez

Donald Trump no inventó la mentira en política, pero la distancia creciente entre su administración y cualquier noción de verdad o datos verificables está cambiando para siempre la forma de hacer política.

El periódico The Guardian confirmó esta semana lo que era un secreto a voces: las fotos del discurso inaugural del presidente estadounidense en enero del 2017 fueron trucadas mediante software para mostrar una multitud mayor a la que realmente asistió.

Un fotógrafo del gobierno de Estados Unidos reconoció durante una investigación que había recortado intencionalmente las imágenes para eliminar espacios vacíos.

La polémica sobre el número de asistentes a la toma de posesión de Trump, comparado con quienes fueron a la de del demócrata Barack Obama en el 2009, marcó el inicio de la nueva administración y un concepto que se mantendría desde entonces: “hechos alternativos”.

El nuevo presidente y el vocero de la Casa Blanca aseguraron que se trataba de la ceremonia más concurrida en la historia de Estados Unidos, pero cuando los periodistas contrastaron las afirmaciones con la realidad, la Casa Blanca tuvo que decidir entre reconocer que había mentido o cambiar el concepto mismo de verdad. La segunda variante les pareció más factible.

El presentador del programa Meet the press (“Encuentro con la prensa”),Chuck Todd, increpó a Kellyanne Conway sobre la exageración en las cifras de asistencias y la consejera estrella de Trump hizo un poco de historia con su respuesta: “Él lo que hizo fue presentar hechos alternativos. No hay manera de contar las personas dentro de una multitud con exactitud”.

Pero las cosas no quedaron ahí. De acuerdo con el Chequeo de datos del diario Washington Post, el presidente Trump ha dicho 4 713 mentiras en 592 días en la Casa Blanca, desde el 20 de enero del 2017 hasta el pasado 4 de septiembre. Es decir, que el mandatario dice un promedio cercano a 8 mentiras por día o, como preferiría llamarle, “hechos alternativos” por día.

Tal bombardeo de falsedades demanda un nuevo tipo de audiencia. El Centro de Investigaciones Pew aplicó una encuesta según la cual sólo 1 de cada 4 adultos estadounidenses distinguen separadamente información objetiva y opiniones en espacios noticiosos. Otro estudio de Pew apunta que el 68% de los estadounidenses se sienten “exhaustos” por la cantidad diaria de noticias. Si es así, se podría suponer que la mayoría esté aún menos interesada en asumir la carga de establecer cuántas de ellas son falsas.

El caso de los “ataques” en Cuba

Entre las mentiras más exóticas y elaboradas de la administración Trump están los supuestos incidentes con la salud de un grupo de diplomáticos estadounidenses en Cuba.

De acuerdo con los “hechos alternativos” del actual Departamento de Estado, sus diplomáticos enfermaron de manera misteriosa entre finales de 2016 y mediados del 2017. Los síntomas incluyen mareo, dolor de cabeza, dificultad para conciliar el sueño, pérdida de la audición e, incluso, conmoción cerebral.

El uso de la palabra “ataque” para describir los supuestos incidentes, que se utiliza en Washington desde mediados del año pasado, califica como una de las manipulaciones más burdas de la administración Trump.

Tras casi dos años de investigaciones, tanto por parte de Cuba como de Estados Unidos, no existe una sola evidencia que respalde las alegaciones de Washington ni mucho menos que apunte a una participación cubana.

Pero donde la historia se pone realmente digna de un capítulo de Expedientes X es en las explicaciones de la prensa estadounidense, muchas de ellas filtradas por el propio Departamento de Estado, sobre lo que supuestamente ocurrió y sus causas.

En menos de dos años se ha pasado por hipótesis como “ataques acústicos” con armas desconocidas por la ciencia, virus especializados en dejar sordos a los diplomáticos, conmociones cerebrales sin daño físico apreciable y un arma de rayos microondas, como el que se utiliza para calentar la comida.

Pero en el universo alternativo de Washington parece haber espacio para más.

Varios medios de prensa citaron la semana pasada a tres médicos que supuestamente evaluaron las pruebas realizadas a los funcionarios estadounidenses y consideran que una “neuro-arma” podría ser la responsable.

Pueden ser biológicas, químicas, o en al caso de los incidentes en La Habana, que dirigen la energía”, según dijo a la revista National Defense, el doctor James Giordano.

Sin embargo, casi en la misma fecha, funcionarios del Departamento de Estado aseguraron en una audiencia en el Congreso que el gobierno estadounidense aún no sabía cómo se llevaron a cabo ni quién está detrás de los supuestos ataques.

Lo que no hacen los funcionarios es salirle al paso a las versiones que corren en Internet, lo que los convierte en cómplices, en el mejor de los casos.

Sin mostrar evidencias de su uso en Cuba ni elementos factuales que lo justifiquen, lo supuestos especialistas intentan que la opinión pública compre otra teoría aún más confusa e inexplicable que las anteriores: unas armas desconocidas en Cuba que usan la energía para transformar las variables neurológicas de los afectados, unas propiedades casi mágicas y dignas de la ciencia ficción.

En cualquier otro lugar o momento de la historia, la reacción ante el exotismo científico del Departamento de Estado podría ser la risa, pero no en la era de los “hechos alternativos ”.

Bajo estos argumentos sin sentido, Washington mantiene paralizados los servicios consulares de su Embajada en La Habana, los mismos de los que dependen decenas de miles de familias en uno y otro lado del Estrecho de la Florida.

Asimismo, los avances en las relaciones bilaterales de los últimos años, que van desde la colaboración en la protección de áreas marinas a la aplicación y cumplimiento de la ley, se ven torpedeados por el nuevo clima bilateral.

Hoy ya se cuenta con las pruebas de la falsificación de las fotos de la toma de posesión de Trump. Sin embargo, quizás haya que esperar más tiempo para que algún funcionario estadounidense desenmascare el plan que se ha aplicado en el caso de los “ataques acústicos” o se desclasifique información sobre cómo se manipuló la opinión pública para aplicar un cambio de política hacia Cuba que es impopular dentro de los Estados Unidos.

La única certeza, mientras tanto, es que no existe tal cosa como “hechos alternativos”, sino solo la vieja y conocida mentira.

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