Miglior contributo del sistema ONU

Revoca delle sanzioni contro il Venezuela

 

Il miglior aiuto che il sistema delle Nazioni Unite può dare al governo bolivariano in Venezuela è l’approvazione di una risoluzione contro gli Stati Uniti per revocare le sanzioni, economiche e finanziarie, che violano la legge internazionale e causano danni alla popolazione.

Lo ha comunicato il vicepresidente settoriale dell’area economica, Tarek El Aissami, durante un’intervista trasmessa dall’emittente televisiva in spagnolo RT (Russia Today) da Mosca, dove si trova per partecipare alla Commissione intergovernativa di alto livello (CIAN), insieme al suo omologo russo Yuri Borisov, per valutare l’agenda comune e i nuovi accordi di cooperazione nei settori del commercio, finanziario, energetico e militare.

“Alcune delle nostre risorse presenti in Euroclear sono sequestrate: più di un miliardo di dollari, che sono del Venezuela, che servirebbero per comprare medicine e cibo invece le hanno sequestrate. Ci hanno bloccato tutti i conti correnti del paese. Ci hanno chiuso tutte le filiali bancarie. È una specie di doppio standard”, ha detto il Ministro dell’Industria e della produzione nazionale, che ha ringraziato il Presidente Putin per la sua ferma posizione e le sue parole di solidarietà con il Venezuela, espresse durante il Vertice sull’energia, che considera come un’espressione di “rispetto e sovranità che permette di avvicinarci alla Russia e agli altri poli emergenti del mondo “.

Ha spiegato che il Venezuela ha difficoltà a raggiungere alleanze internazionali per via delle sanzioni dell’impero USA, le cui aggressioni sono state denunciate dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dal Presidente costituzionale, Nicolás Maduro.

“È stato difficile. Questo insieme di azioni criminali ha causato gravi danni e perdite al Venezuela, ed è anche l’espressione più cinica dei doppi standard che si possa mostrare al mondo. Da un lato, impediscono che il governo sia in grado di comprare le medicine, cibo, forniture, ecc., necessarie per lo sviluppo, e dall’altro lato questo discorso manipolatore spingono verso un presunto aiuto umanitario”, ha detto.

“Da un lato ti asfissiano, ti impediscono di possedere la capacità propria per negoziare, come qualsiasi altro paese, per comprare i prodotti, le risorse. Dall’altra parte dicono che vogliono darti aiuti umanitari, ma sappiamo che dietro gli aiuti umanitari c’è l’intervento, l’ingerenza dell’imperialismo sul mondo”, ha sottolineato.

A tale proposito, El Aissami ha ribadito che “le sanzioni sono illegali, arbitrarie e violano il diritto internazionale. Ed evidentemente sono meccanismi di pressione, ricatto, finte minacce che ci spingono ad arrenderci. Abbiamo trovato paesi, come la Russia, che non accettano questo tipo di misure. Inoltre, anche la Russia è stata vittima di tali abusi o presunte sanzioni nel tentativo di destabilizzare economicamente e politicamente i governi sovrani”.

In attesa dell’aiuto

Il vicepresidente settoriale dell’Area economica, Tareck El Aissami, ha confessato che il governo bolivariano sta aspettando gli aiuti da parte di quelle istanze internazionali che li hanno offerto. “Chiunque voglia aiutare il Venezuela è benvenuto, stiamo aspettando l’aiuto”, ha detto, continuando: “sono discorsi manipolativi, molti enti e organizzazioni hanno offerto aiuti, crediti, ma noi ancora stiamo aspettando”.

Ha poi affermato che, in alcuni casi, “queste organizzazioni mentono al mondo”, da una parte intendono imporre una matrice di presunti aiuti umanitari mentre “nel concreto non intendono fare nulla di tutto ciò”.

Ha spiegato che il governo bolivariano possiede i meccanismi necessari per valutare e mettere in atto ogni tipo di sostegno, ma la verità è che nulla è stato fatto.

Affermando che il miglior aiuto per il Venezuela sarebbe quello di promuovere all’interno dell’organizzazione multinazionale, l’abrogazione delle misure unilaterali e coercitive imposte dagli Stati Uniti, ha spiegato: “Alcune delle nostre risorse in Euroclear, più di un miliardo dollari, sono sequestrate. Risorse che sono del Venezuela e servirebbero per comprare medicine e cibo. Ci hanno bloccato tutti i conti correnti. Hanno chiuso tutte le nostre filiali bancarie. È una specie di doppio standard”.

Ha indicato come cinico il discorso della classe politica mondiale e ha detto: “Vorrei che davvero arrivassero degli aiuti veri e propri, che ci permettano di pagare le bollette ai fornitori che ci possono fornire i farmaci e pezzi di ricambio. Si tratta di aziende che sono minacciate se instaurano qualsiasi tipo di rapporto di affari con il Venezuela, ad esempio, nessuna compagnia statunitense, pubblica o privata, può avere alcun tipo di scambio commerciale o alcuna relazione economica con il Venezuela. In cosa consiste l’aiuto?”, si è domandato.

Tarek El Aissami ha poi segnalato che sarebbe assurdo dire che i blocchi finanziari o commerciali non hanno generato conseguenze negative nel paese: “Certo che lo hanno fatto, però, devo ribadire che l’intera politica di investimento sociale del governo è stato sacro, cioè tutto ciò che abbiamo ricevuto in termini di entrate provenienti dagli investimenti sociali, in termini di cibo, salute, istruzione, abitaizone, supera il 70% del bilancio nazionale. Non

rinunceremo al modello, evidentemente le risorse sono state difficili da ottenere. Non abbiamo accesso al rifinanziamento nei mercati internazionali, nei fondi finanziari globali”, ha affermato.

Soffocamento economico per sottomettere il popolo

Il Venezuela ha pagato 74 miliardi di dollari in 36 mesi senza la possibilità di andare, come qualsiasi altro paese, a cercare finanziamenti o una ristrutturazione del suo debito sovrano. Tutto ciò fa parte di una politica di aggressione, ostilità permanente per asfissiarci e in questo modo cercare di piegare la volontà di un popolo”, ha spiegato il titolare del Ministero delle industrie e della produzione nazionali venezuelane.

Riferendosi al programma di recupero, crescita e prosperità economica, El Aissami, ha detto che il 20 agosto, il Presidente Nicolás Maduro ha iniziato un processo di trasformazione radicale e di vasta portata per la vita nazionale in campo economico, alla ricerca di nuovi equilibri.

“Ci sono 10 linee strategiche, quindi non è vero che non esiste una soluzione, sarebbe giusto dire che rivalutiamo la nostra moneta e aumentiamo anche il salario per la classe lavoratrice. Oggi abbiamo recuperato il potere d’acquisto della famiglia e in particolare dei lavoratori venezuelani. In questo processo di trovare un nuovo equilibrio e una nuova stabilizzazione economica, ovviamente dovremo superare ostacoli, il programma economico è stato implementato solo da 30 giorni” ha spiegato.

“Dopo 90 giorni faremo una prima valutazione”, ha continuato, “per vedere come ci muoviamo nell’ambito finanziario, monetario, fiscale e tributario. L’obiettivo è arrivare a una spesa pari a zero nella ricerca di una sana economia. Oggi, ad esempio, abbiamo avviato importanti produzioni in oro. All’industria del gas stiamo affiancando l’agricoltura che diventa una priorità e la produzione alimentare. Siamo recuperando la nostra vocazione agricola”, ha spiegato.

El Aissami, ha poi indicato le sei aree identificate, che hanno un potenziale di crescita con risultati immediati, “perché il Venezuela ha le capacità per farlo, possiede la conoscenza produttiva e ha le opportunità di crescere”, ha insistito.

Le congiunture

Tra le congiunture fondamentali individuati dal Capo dello Stato, il co-presidente venezuelano del CIAN, ha precisato tre ragioni principali: “In primo luogo, veniamo da un modello rentierista basato sull’industria petrolifera, e tutta la nostra economia dipende dalle entrate petrolifere. Quando si è verificato il crollo dei prezzi del petrolio ha influito su tutte le attività economiche e finanziarie del paese. In secondo luogo, le presunte sanzioni, il blocco, la guerra economica, il contrabbando d’estrazione diretto, promosso e monitorato dalla Colombia attraverso le mafie e, infine, il Presidente facendo autocritica ha detto in modo franco e sincero, le deviazioni di alcuni funzionari nell’adempimento dei loro compiti “.

Il vicepresidente dell’area economica, in relazione al tema, ha informato che un ex ministro del petrolio, ex presidente della compagnia statale PDVSA, è attualmente in carcere, “si tratta di una combinazione di diversi circostanze che riconosciamo e affrontiamo. Noi non abbiamo intenzione di nascondere nulla, ma alziamo la nostra voce di protesta e diciamo che esiste un piano che mira chiaramente a distruggere le forze rivoluzionarie in Venezuela”, ha informato.

Venezuela sotto costante assedio

Tareck El Aissami, ha dichiarato: “Il 4 agosto il mondo è stato testimone di un attacco terroristico contro il Presidente della Repubblica, Nicolás Maduro. Il New York Times ha recentemente svelato i piani di assassinio che sono diretti da Washington, siamo di fronte a forze criminali, sottomesse a una politica di aggressione permanente. Non è una cosa da poco quella che il Venezuela sta affrontando”, ha denunciato.

Ha espresso: “Oggi la FANB è unita, coesa, c’è una sensazione di profonda identità nazionale e la nostra Forza Armata non si presterà a questo tipo di attacchi contro la democrazia, l’istituzione e la Costituzione. La FANB oggi è Bolivariana con assoluta fedeltà alla Costituzione e alle sue istituzioni. Tuttavia, devo dire che esistono gruppi e alcuni militari, in pensione o fuori dalla FANB, che hanno provato a creare disordini militari per innescare un colpo di stato”.

La scommessa della diplomazia di pace

Secondo il vicepresidente settoriale dell’area economica del Venezuela, Tarek El Aissami, è un peccato che la Colombia, il suo governo e la sua oligarchia, continuino a rinnegare il Venezuela “come il paese fratello” com’è sempre stato per la Rivoluzione Bolivariana.

La scommessa venezuelana è sulla diplomazia di pace. “Continueremo a insistere attraverso i canali diplomatici, attraverso la pace, per la stabilità, le relazioni non solo con la Colombia ma con l’intero continente”, ha affermato.

Il titolare delle industrie e della produzione nazionale ha chiarito che ad ogni gesto della Repubblica Bolivariana del Venezuela, il governo della Colombia rispondeva con un’aggressione e ha detto: “non accetteremo mai che esista una qualsiasi aggressione tra i due paesi, al contrario, tutti gli sforzi saranno, non solo per evitare due popoli fratelli si scontrino, ma tutti gli sforzi saranno per rafforzare le relazioni tra i nostri popoli, al di là, di quello che pensa l’élite oligarchica colombiana che vuole appropriarsi delle risorse del Venezuela”.
Fonte: Embajada de la República Bolivariana de Venezuela en Italia
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