Chi la difende l’ama di più

Città del Messico – Dall’aeroporto internazionale Benito Juárez alla bella sede della missione diplomatica di Cuba in Messico, attraversando strade piene di veicoli in una delle ore di punta del traffico in questa città che conta più di sette milioni di auto che circolano ogni giorno, si è svolto il primo percorso del presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez, che si trova nella capitale messicana da venerdì 30 novembre, e dove ha assistito alla nomina ufficiale del presidente eletto Andrés Manuel López Obrador.


Senza togliersi di dosso la polvere del cammino, il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez si è riunito con i membri della missione statale dell’Isola in questa terra azteca, in un incontro indimenticabile in cui l’Isola delle Antille è vibrata nel cuore dei suoi figli. Sono stati i bambini, i figli dei nostri diplomatici a dargli il benvenuto con la canzone che conquista d più i cuori cubani:
“Cuba, que linda es Cuba”.

Díaz-Canel ha parlato del grande privilegio di questa riunione, la sua prima attività in suolo messicano dove è arrivato con il proposito di rinforzare e ampliare le relazioni con il Messico, paese che ha definito strategico, divenuto attualmente il secondo socio commerciale dell’Isola nella regione latinoamericana e caraibica e il quinto a livello mondiale.

Ha anticipato ai presenti che avrebbe trasmesso al nuovo presidente la disposizione di Cuba di lavorare con il Messico per approfondire gli scambi reciproci e unire gli sforzi per l’integrazione regionale in tempi marcati dalla divisione.

Come succede in tutti gli incontri di questo tipo in ogni paese che visita, il Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri,  ha offerto un’attualizzazione sulla vita economica, politica e sociale della nazione, in una specie di trasfusione delle notizie più urgenti del’Isola, riferite da lui personalmente, di prima mano.

Così li ha messi al corrente della situazione economica del paese, marcata dalle tensioni finanziarie prodotto della persecuzione economica degli Sati Uniti; dell’ amplio processo di riforma costituzionale al quale hanno partecipato circa otto milioni di cubani, dei temi più dibattuti in ogni riunione in cui si è discusso il progetto costituzionale, dibattito che ha generato le modifiche della maggioranza dei paragrafi originali del testo, e delle visite che il Consiglio dei Ministri realizza in tutte le province del paese. L’ultima è stata la più orientale: Guantánamo.

Inoltre ha informato sui concetti dei lavori che considera chiave: toccare i problemi con le mani, uscire dall’ufficio e stare in contatto diretto con la gente; i dirigenti devono rendere conto della loro gestione per dare soluzione ai problemi; è urgente far uso della scienza dell’informatica; i quadri devono sviluppare abilità per comunicare e non negare spazi significativi come le reti sociali per scambiare con la popolazione.

Poi ha parlato delle motivazioni profonde come il 50º anniversario delle guerre d’indipendenza della nazione; i 60 anni dal trionfo della Rivoluzione e la schiacciante vittoria della fine d’ottobre contro il blocco nella ONU, fatti di enorme importanza che incitano a continuare a fare per Cuba, perchè come dice la canzone cantata dai bambini, chi la difende l’ama di più.

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