“Mata siete” ed i suoi amici in tempi di notizie false

Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com

Armando Calderón fu un genio della mia infanzia e dei cubani/e della mia generazione. Ogni domenica mattina ci sedevamo davanti alla televisione per guardare le vecchie commedie del cinema muto alle quali Calderón poneva voce. Uomini e donne, ladri e poliziotti, parlavano dalla sua bocca con una cubania che mai avrebbero immaginato, accompagnati da effetti sonori che lui produceva con i più diversi oggetti.

“Mata siete” era il nome con cui Calderon battezzava l’attore che faceva da bullo di quartiere in diverse di quelle pellicole che oggi continuano a vivere nel ricordo di molti cubani da quello spazio dal titolo, La commedia muta, quando il mondo digitale e l’uso di Internet hanno convertito in comune porre voce a ciò che non ce l’ha, interpretare suoni in funzione di obiettivi talvolta molto meno nobili, o vendere gatto per lepre mediante il “giornalismo per titoli” che non ha nulla a che fare con le “prove” che lo accompagnano. La cosa sfortunata è che in questi ultimi casi, sebbene il denaro sia spesso abbondante, quasi sempre scarseggia il talento di cui faceva mostra l’ingegnoso animatore della televisione cubana.

Anche se fossimo gli stessi bambini che ci siamo divertiti con La commedia muta, ci accorgeremmo delle cuciture e delle ovvie manipolazioni di alcune produzioni che i laboratori di guerra psicologica lanciano attraverso Internet. Almeno è il caso di un video che i siti pagati dagli USA per la propaganda contro Cuba hanno posto in circolazione cercando di svalutare ciò che può essere visto in centinaia di altri video sulla affettuosa relazione tra il presidente Miguel Díaz-Canel e le persone che si relazionano con lui nelle strade da quando è entrato in carica, meno di un anno fa, comprendendo la sua gestione dei gravi effetti del tornado che ha appena gravemente frustato diversi comuni della capitale cubana.

In un video del ritiro della scorta del Presidente della località Regla, che non è nelle immagini, lo accompagnano alcune voci che dicono “pacà” (per di qua) e alcune espressioni ingiuriose che, a differenza di quello che succedeva nella Commedia muta, non hanno volto, e già c’è il titolo: “Fischiano Diaz-Canel durante la sua visita alle zone colpite dal tornado all’Avana”. Non importa che il suddetto Diaz-Canel non ci sia più in tutto questo e quindi il video non può visualizzarlo, e che solo si sentono due o tre voci che non hanno mai raggiunto il presunto destinatario, che nessuna delle espressioni citate menziona il suo nome o la sua carica. Neppure si tiene conto, per -come hanno fatto alcuni- dire in base allo stesso video che il presidente “fugge” davanti ad una situazione che può non aver percepito, un altro video nella stessa località in cui Diaz-Canel, al vedere diverse donne accanto alla strada dall’automobile in cui viaggia, la ferma, conversa con loro, si preoccupa della loro situazione, gli dedica tempo e dispone per soddisfare le loro preoccupazioni. Quel “pacá”, che il presidente non ha potuto sentire e che significa che reclamano la sua presenza, suppone che lo fischino, o che proprio confidino in lui per valutare un problema ed accelerare la sua soluzione?

Molti video circolano in questi giorni del Presidente cubano parlando direttamente con il popolo in quei luoghi duramente colpiti dalla natura, in essi si possono apprezzare numerose persone filmare con i cellulari, mentre è evidente l’affetto e la simpatia reciproca nonostante delle logiche tensioni della sfavorevole situazione che gli abitanti di queste zone attraversano. Gli ‘obiettivi’ esponenti del buon giornalismo che si deve fare a Cuba ne hanno pubblicato alcuni, non già della stampa cubana, ma di quelli che quelle persone lì presenti hanno filmato con i loro dispositivi elettronici? Perché allora non considerarli più vicini alla propaganda ed alla guerra psicologica che all’informazione, ancor più quando quegli stessi media hanno una lunga storia di notizie false dalla “Legge della patria potestà” che era in realtà l’ ‘”Operazione Peter Pan” fino agli “attacchi sonici” che sono risultati essere una specie comune di grilli caraibici? Si può ignorare che i suoi sponsor sono quelli che per uccidere molte volte sette -e più- hanno dovuto che -dalla corazzata Maine alla Libia e Venezuela- prima assassinano la verità?


“Mata siete” y sus amigos en tiempos de fake news

Por Iroel Sánchez

Armando Calderón fue un genio de mi infancia y la de los cubanos y cubanas de mi generación. Cada mañana de domingo nos sentábamos frente al televisor a ver las viejas comedias del cine mudo a las que Calderón ponía voces. Hombres y mujeres, ladrones y policías, hablaban por su boca con una cubanía que nunca imaginaron, acompañados de efectos sonoros que él producía con los más diversos objetos.

“Mata siete” era el nombre con que Calderón bautizaba al actor que hacía de matón de barrio en varias de aquellas películas que hoy siguen viviendo en el recuerdo de muchos cubanos desde aquel espacio titulado La comedia silente, cuando el mundo digital y el uso de internet han convertido en común poner voz a lo que no la tiene, interpretar sonidos en función de objetivos a veces mucho menos nobles, o vender gato por liebre mediante el “periodismo de titulares” que nada tiene que ver con las “pruebas” que lo acompañan. Lo lamentable es que en estos últimos casos, aunque suele abundar el dinero, casi siempre escasea el talento del que hacía gala el ingenioso animador de la televisión cubana.

Aún si fuéramos los mismos infantes que nos divertíamos con La comedia silente, nos percataríamos de las costuras y las muy obvias manipulaciones de algunas producciones que los laboratorios de guerra sicológica lanzan a través de internet. Al menos es el caso de un video que los sitios pagados desde Estados Unidos para la propaganda contra Cuba han puesto en circulación intentando devaluar lo que se puede ver en otros cientos de videos sobre la relación afectuosa entre el Presidente Miguel Díaz-Canel y las personas que intercambian con él en las calles desde que tomó posesión de su cargo hace menos de un año, incluyendo su gestión de los graves efectos del tornado que acaba de azotar fuertemente varios municipios de la capital cubana.

A un video de la retirada de la escolta del Presidente de la localidad Regla, quien no está en las imágenes, lo acompañan unas voces que dicen “pacá” y unas pocas expresiones insultantes que, a diferencia de lo que sucedía en la Comedia silente, no tienen rostro, y ya está el titular: “Abuchean a Díaz-Canel durante su visita a zonas afectadas por el tornado en La Habana“. No importa que el aludido Díaz-Canel no esté ya por todo aquello y por tanto el video no pueda mostrarlo, y que sólo se oigan dos o tres voces que nunca llegaron al supuesto destinatario, al que ninguna de las expresiones menciona por su nombre ni por su cargo. Tampoco se toma en cuenta, para -como han hecho algunos- decir con base en el mismo video que el Presidente “huye” ante una situación que no puede haber percibido, otra filmación en la misma localidad en que Díaz-Canel, al apreciar varias mujeres junto a la vía desde el auto en que viaja, lo detiene, conversa con ellas, se preocupa por su situación, les dedica tiempo y orienta atender sus preocupaciones. ¿Ese “pacá”, que el presidente no pudo escuchar y que quiere decir que reclaman su presencia supone que lo abuchean, o que precisamente confían en él para apreciar una problemática y acelerar su solución?

Muchos videos circulan por estos días del Presidente cubano hablando directamente con el pueblo en esos lugares duramente golpeados por la naturaleza, en ellos se puede apreciar a numerosas personas filmando con celulares, mientras es evidente el cariño y la simpatía mutuos a pesar de las lógicas tensiones de la desfavorable situación por la que atraviesan los habitantes de esas zonas. ¿Los “objetivos” exponentes del buen periodismo que se debe hacer en Cuba han publicado alguno, no ya de la prensa cubana, sino de los que esas personas presentes allí ha filmado con sus dispositivos elecrónicos?¿Por qué entonces no considerarlos más cerca de la propaganda y la guerra sicológica que de la información, más cuando esos mismos medios de comunicación tienen una larga historia de noticias falsas desde la “Ley de patria potestad” que era realmente la “Operación Peter Pan” hasta los “ataques sónicos” que resultaron ser una especie común de grillos caribeños? ¿Se puede ignorar que sus patrocinadores son los que para matar muchas veces siete -y más- han tenido que -del acorazado Maine a Libia y Venezuela- asesinar previamente la verdad?

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