X Congresso della Federazione Donne Cubane

Dedicato ai 150 anni dall’inizio delle lotte indipendentiste, al 60º anniversario del trionfo della Rivoluzione, al Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, a Vilma Espín e a tutte le giovani cubane, comincia oggi, mercoledì 6 marzo, nella capitale, il X Congresso della Federazione delle Donne Cubane con 360 delegate e 40 invitati.


Durante la giornata di oggi lavoreranno quattro commissioni in distinte istituzioni della città, nelle quali si analizzerà il ruolo dell’organizzazione e la sua funzione di mobilitazione nel contesto dell’attualizzazione del modello economico, l’uguaglianza di genere nella famiglia e la società, la gioventù come garanzia della continuità della FMC e il funzionamento dell’organizzazione.

Le sedi di questa prima giornata del Congresso saranno: il Ministero dell’Agricoltura, l’Accademia della Polizia Nazionale Rivoluzionaria Martiri di Tarará, il Centro degli Eventi dell’Università de L’Avana, il Centro d’Ingegneria e Biotecnologia e la Scuola Superiore del Partito Ñico López.

Mentre nei giorni 7 e 8 marzo il Congresso si svolgerà nel Palazzo delle Convenzioni della capitale in riunione plenaria.

Tra le attività che hanno preceduto il Congresso della FMC spiccano l’inaugurazione di opere sociali, le mostre fotografiche dedicate alle donne, gala politico – culturali e la consegna di riconoscimenti alle lavoratrici migliori.


Un esercito di donne che amano e costruiscono

 

«Federate! Donne di questa terra degna e invincibile! (…) Con la soddisfazione delle grandi conquiste realizzate nelle battaglie per l’esercizio pieno dell’uguaglianza della donna e con la decisione di continuare ad andare avanti verso nuove conquiste, oggi convochiamo al VIII Congresso della Federazione delle Donne Cubane».

Così scrisse l’eterna presidente della Federazione delle Donne Cubane (FMC) Vilma Espín Guillois, nel marzo del 2004.

Con quelle parole esprimeva la sua giusta analisi sugli evidenti risultati di un concetto rivoluzionario che dagli inizi e con un’indiscutibile volontà aveva saputo articolare i saperi accumulati nel campo dei sentimenti con le idee della scienza.

A quello si somma lo sviluppo di opportune e coerenti politiche pubbliche sostenute dal suo artefice principale, il lungimirante e umanista Fidel, il nostro Comandante in Capo .

Questa profonda convinzione del leader della Rivoluzione Cubana, di promuovere un processo necessario, rivendicativo, fondamentale per la costruzione di un mondo migliore che propiziasse la conquista di tutta la giustizia e dei diritti delle cubane, marcò il principio della fine della disuguaglianza, della discriminazione e della millenaria condizione d’inferiorità che ha identificato questa metà della popolazione.

Le donne, molte di loro madri, cominciarono a capire e a sommarsi a un processo liberatore e di potere.

Vilma fu la più tenace, fedele e creativa interprete delle idee e delle aspirazioni di Fidel, che scrisse quel testo di convocazione che, alla luce della realtà che oggi assume e affronta la donna cubana, sembra concepito per questo momento in cui le federate realizzano il loro X Congresso: un esempio di continuità e di esercizio permanente di democrazia e inclusione.

Questo importante appuntamento delle federate cubane è anche un omaggio al 60º anniversario della Rivoluzione.

Ugualmente sarà onorata la sapienza di Vilma e la sua opera straordinaria che continua a creare la memoria storica di una nazione che ha nelle donne una voce autoctona e un esercito di costruttrici, vincitrici di sfide, entusiasmate nell’ affrontare le difficoltà e sempre più preparate e coscienti.

La bella valutazione della nostra amata Vilma a favore delle donne è sempre vigente: questo continua ad essere sempre un tempo in cui «il genio fiorisce e l’ingegno si moltiplica ».

Le cubane commemoriamo anche con legittimo orgoglio i 150 anni dell’Assemblea Costituente di Guáimaro. Fu nell’aprile del 1869 quando restò iscritta per sempre nella storia della nazione la condizione di valorosi patrioti, intelligenti e combattenti in tutti i momenti culminanti del processo rivoluzionario cubano.

Lì, in quello storico luogo, in quella importante riunione per scrivere e approvare la Costituzione della Patria indipendente e sovrana, spiccò la posizione d’avanguardia dell’eroina Ana Betancourt, atteggiamento valutato dal Padre della Patria Carlos Manuel de Céspedes, come espressione delle idee avanzate di una mambì che precorse il suo tempo.

E fu con limpida chiarezza che vibrò la sua voce in quella premonitrice proposta costituzionale:«Cittadini: la donna cubana nell’angolo oscuro e tranquillo della sua casa aspetta paziente e rassegnata quest’ora sublime in cui una rivoluzione giusta rompa il suo giogo e le liberi le ali. Qui tutto era schiavo: la culla, il colore e il sesso. Voi volete distruggere la schiavitù della culla combattendo sino alla morte. Avete distrutto la schiavitù del colore, emancipando il servo. È giunto il momento di liberare la donna !»

Ricordare quell’eroico avvenimento è un inchino riverente e meritato alle origini della traiettoria ascendente delle cubane. E in questi giorni di dibattiti, di scambi e di ricerca di soluzioni, è valido segnalare come una conclusiva realtà della Rivoluzione Socialista, l’attiva e cosciente partecipazione delle donne, la cultura politica e il livello tecnico, professionale e scientifico che oggi le identificano.

Questa è un’indiscutibile verità che nonostante le avversità e i pregiudizi, era prevista e stimolata da Fidel, fervente martiano e conquistata in ogni tappa. Questa predizione di Fidel è la mostra palpabile della sua capacità di prevedere e della sua fede nella donna cubana, riaffermata nel V Plenario Nazionale della FMC nella città di Santa Clara, il 9 dicembre del 1966, con la sua definizione e l’apporto concreto alla teoria e alla pratica : «Quando siamo giunti qui stanotte ho detto a un compagno che questo fenomeno delle Donne in Rivoluzione era una Rivoluzione dentro un’altra Rivoluzione. E se ci chiederanno qual’è la cosa più rivoluzionaria che sta facendo la Rivoluzione, risponderemo che la cosa più rivoluzionaria è proprio questa: la Rivoluzione che sta avvenendo nelle donne del nostro paese».

Questo pensiero e la sua azione sono realtà che calarono davvero a fondo nelle cubane. e una prova di questo sono gli intelligenti e ricchi interventi delle deputate dell’Isola nelle recenti sessioni dell’ Assemblea Nazionale del Potere Popolare dedicate al dibattito del Progetto di Costituzione, che il popolo cubano ha approvato con un Sì categorico nel Referendum del 24 febbraio.

Ha impressionato l’intervento della deputata Mariela Castro Espín, direttrice del Centro Nazionale d’Educazione Sessuale (Cenesex), continuatrice delle idee avanzate e del pratiche umaniste di Vilma, sua madre, ispiratrice permanente della FMC.

Ugualmente ha commosso l’abbraccio con suo padre, l’amato e ammirato compagno Raúl, un gesto d’amore che ha portato la presenza di Vilma, paradigma di fermezza, di dedizione, di cubanità per ogni federata, che dalla “distanza” più vicina continua a persuadere e sfidare per le nuove battaglie che abbiamo davanti.

DIFENDIAMO LE BANDIERE PIÙ BELLE

Senza dubbio, una delle circostanze trascendentali nel divenire rivoluzionario avvenne nel V Congresso della FMC, il 7 marzo del 1990. Precisamente, nel suo discorso di chiusura, il Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz informò il popolo sulla possibilità d’iniziare una tappa difficile e complessa, che andava affrontata senza dilazioni.

Lì disse: «Le idee rivoluzionarie non moriranno mai, succeda quel che succeda, non moriranno. E dobbiamo sapere che questa lotta può essere nel campo dell’economia, può essere resistendo, resistendo e resistendo. Nella guerra resistere è la vittoria; ma anche nella pace e in un periodo speciale, in tempo di pace resistere è la vittoria … Per questo le bandiere dell’unità vanno innalzate più che mai … difendiamo le bandiere più belle mai innalzate prima sulla terra, i sogni più elevati dell’essere umano …»

Alle federate Fidel raccomandò di difendere la giustizia conquistata e continuare a lavorare per avanzare nella lotta per l’uguaglianza.

Nella sua relazione al V Congresso dell’organizzazione femminile, la Presidente Vilma con le sue idee e gli obiettivi strategici sempre condivisi con Fidel, trasmise alle federate orientamenti precisi per quei momenti: «Siamo coscienti dei difficili momenti che viviamo e sentiamo il profondo orgoglio di difendere la nostra ideologia   marxista-leninista, di difendere i principi del Socialismo… senza il Socialismo, l’immagine della donna non sarebbe mai stata resa degna e continuerebbe invisibile agli occhi della storia».

«Le donne cubane, da questo Congresso reiteriamo al nostro Comandante in Capo che non siamo disposte a fare nemmeno un passo indietro. Non saremo mai schiave di una potenza straniera o di un modello capitalista. Abbiamo scelto in piena coscienza: Socialismo a qualsiasi prezzo».

Alcuni anni più tardi, l’8 marzo del 1997, Giorno Internazionale della Donna, Fidel inviò una calda lettera di felicitazioni alle fedérate, in cui affermava: «…con la Rivoluzione è giunta per sempre la dignità piena della donna … d’altra parte senza la donna, l’opera ingente della Rivoluzione non sarebbe mai stata possibile … né le parole, nè gli omaggi possono riflettere nella giusta dimensione la grandezza della donna cubana, guadagnata a forza nel suo impegno incomparabile.

«…Nessuno come lei ha fatto i più grandi sacrifici nel Periodo Speciale che stiamo ancora vivendo, nè si è impegnato tanto da trasformare in prodezza lo sforzo quotidiano».

Nella lettera d’auguri che Vilma scrisse a Fidel per salutare il suo 70º compleanno, si legge:

«Che privilegio per noi vivere nel tuo tempo e condividere con te le enormi vicissitudini di questa lotta per difendere la giustizia conquistata(…)

Quanti nobili e profondi sentimenti vorremmo trasmetterti in questo giorno, ma quello che più ti dobbiamo, quello che desideriamo inviarti con tutto il nostro amore è la gratitudine infinita di ogni donna cubana che ha raggiunto il luogo sociale che tu rivendicavi per noi con la tua visione proiettata in un futuro che è già presente!».

E questo presente ci convoca.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.