la battaglia per la verità è nelle reti sociali

«La battaglia per la verità va sferrata nelle reti sociali, perché non c’è mai stata prima un’epoca in cui l’influenza delle false informazioni con apparenza di verità è stata così forte come oggi».


Questa categorica affermazione l’ha pronunciata il giornalista  Ignacio Ramonet,  che ha confessato di sentirsi in famiglia durante l’incontro realizzato mercoledì 27 con la redazione di Granma e Granma Internacional e la presenza di vari lavoratori di differenti aree del giornale.

Dopo un breve riassunto della storia del giornalismo dalla sua nascita, secoli fa e sino ai nostri giorni, Ramonet ha dichiarato che l’arrivo di internet non è una peripezia tecnologica, è una cosa che ha trasformato il mondo e siamo solo ai primi minuti, perchè tutti questi cambi sono nulla rispetto a quello che accadrà nei primi 500 anni d’internet.

«Una rivoluzione nella comunicazione»: così ha considerato Internet l’autore di /100 ore con Fidel/, trascendente intervista realizzata al Comandante in Capo tra il 2003 e il 2006.

«La portata d’internet, ha detto, riguarda tutta l’attività umana, il commercio, l’economia, l’ozio gli audiovisivi, la lettura, tra le molte voci della vita quotidiana».

L’eccellente intervistatore ha sostenuto che in distinti scambi d’opinioni gli hanno chiesto se il rapido avanzare di tutta questa tecnologia digitale  farà terminare l’esistenza dei giornali cartacei e ha fatto una vasta esposizione.

In realtà sono già scomparsi molti giornali stampati nel mondo, ma quelli che hanno saputo adeguarsi alle nuove condizioni imposte dalla digitalizzazione svolgono un lavoro di maggior qualità e sopravvivono,

«In un momento ci fu un licenziamento di massa dei giornalisti, ma ora assistiamo a un recupero di terreno, perché le persone  tornano a leggere i giornali che sono marche di qualità, quando cresce la quantità di fake news, e c’è avidità d’informarsi con la verità», ha spiegato e su questo particolare ha portato l’esempio di quel che avviene per quotidiani di alto impatto nella popolazione, come lo  statunitense New York Times, il francese Le Monde o lo spagnolo El País, che in questi giorni contrattano un alto numero di giornalisti per completare il loro lavoro.

«Internet permette, ha aggiunto  Ramonet, che in questo istante io possa leggere a L’Avana un giornale qualsiasi del mondo. Le versioni digitali dei giornali sono molto più lette perché abbonarsi è molto economico rispetto al prezzo di un’edizione di carta di Le Monde che costa circa due euro al giorno.

Ramonet ha sostenuto che la vulnerabilità del giornalismo digitale radica nelle informazioni false e calcola che sono almeno il 30% di quelle diffuse attualmente.

«Abbiamo la tendenza ad accettare le informazioni che corrispondono a quello che crediamo e questo favorisce la tendenza di diffondere notizie false.

Internet ha il grande vantaggio di non avere limiti. Non esiste un fondo per l’estensione di un testo. Lì non si discute quale tema pubblicare e con quante linee. Questo non succede nelle piattaforme digitali.  Oggi il mezzo più importante lo costituiscono precisamente le reti sociali»,  ha concluso.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.