La missione medica in Kenya è solidale con i colleghi sequestrati

«Assel Herrera e Landy Rodríguez presto saranno in salvo tra di noi, è uno dei tanti tweet che solcano le reti, da parte dei medici cubani che stanno realizzando una missione in Kenia, come parte di un lavoro di solidarietà che realizzano questi dottori di fronte al sequestro dei due colleghi.


Il dottor Damodar Peña, coordinatore della brigata medica nella nazione africana, si è unito all’appoggio che i professionisti della salute danno alle gestioni di governo che fanno Cuba e il Kenia per ottenere il desiderato ritorno. Inoltre è stato reiterato che il resto dei cooperanti sta bene e sono tutti in attesa.

I medici cubani in Kenia hanno reiterato la loro disposizione di continuare il loro servizio in questo paese dove sono riconosciuti dalla popolazione e dai pazienti in generale. Un’accettazione guadagnata grazie al lavoro, da quando i cubani sono arrivati nel paese nel giugno del 2018 per assistere migliaia di persone nelle 47 contee che formano la nazione.

Il ministro cubano di Salute, José Ángel Portal, ha pubblicato nel suo account in Twitter che in 55 anni di collaborazione medica internazionale mai nessun paese che ha ricevuto questo beneficio si è lamentato dei medici cubani, anzi al contrario, quando se ne vanno per tornare in Patria molti pazienti continuano ad avere nostalgia di loro.

La stampa del Kenia ha segnalato che i medici trasferiti sono ubicati dentro il  paese, ma in altre contee, come parte delle misure di salvaguardia della vita umana e della protezione di un capitale umano che ha risparmiato al Kenia molto dolore e denaro in materia di malattie mortali e di epidemie.

 

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