Un anno è passato da quel martedì 30 maggio, giorno nefasto per la pace e la stabilità del Nicaragua, nel quale morirono persone innocenti e altre centinaia soffersero ferite.
Un anno è passato da quel martedì 30 maggio, giorno nefasto per la pace e la stabilità del Nicaragua, nel quale morirono persone innocenti e altre centinaia soffersero ferite.
È passato un anno da quel martedì 30 maggio quando morirono persone innocenti e centinaia soffersero ferite. Fomentare azioni violente era la strategia fertile dell’opposizione per provocare il caos nel paese centroamericano, soprattutto tra aprile e maggio del 2018, con aggressioni dirette contro i simpatizzanti del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), e contro ufficiali dell’ordine pubblico e civili che non militavano in nessun partito politico.
In un paese dove i livelli di violenza sono insignificanti se si considerano le cifre storiche, nuovamente l’insicurezza era provocata dallo scontro politico e sociale che esacerbava i comportamenti delinquenziali per screditare il Governo legalmente costituito.
Un video pubblicato di recente dall’organizzazione Juventud Presidente, ricorda che arrivarono a Managua proprio quel giorno, gruppi d’estrema destra provenienti da differenti regioni del paese che, si presumeva, volevano assistere a un concerto per la pace organizzato dal FSLN. Arrivò anche una carovana di sandinisti che veniva del nord, ma fu imboscata in un attacco nel quale morirono due persone e 20 furono ferite.
I golpisti provocarono nella capitale forti scontri.
Nella zona di Tiscapa, un gruppo armato aggredì coloro che alla fine del concerto si disponevano a prendere gli autobus per il ritorno.
Si parlò anche di cecchini collocati dalle forze del Governo nelle terrazze per affrontare le marce dell’opposizione, un altro modo per incolpare il FSLN e far sì che – così come accadde – i grandi media della stampa occidentale e le organizzazioni tristemente celebri come l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) puntassero loro cannoni contro il sandinismo.
Pochi giorni fa i membri della delegazione del Governo del Nicaragua al tavolo dei negoziati, hanno precisato che si avanza nel consolidamento della pace e che si sentono impegnati con l’organizzazione di tutta l’attività sociale, lavorativa e comunitaria e le mobilitazioni per la piena ristrutturazione del paese, affermando così il Programma per Ristabilire la Sicurezza, il Lavoro e la Pace dall’intesa sociale.
Telesur ha precisato che sono recluse 336 persone vincolate ai fatti del 2018 e ne mancano 142 che – come parte del processo e dell’accordo con la costituzione e le legge di questo paese – dovranno esse scarcerate in regime di convivenza familiare prima del 18 giugno prossimo.
Inoltre sono state create 500 Commissioni di Riconciliazione Giustizia e Pace nei municipi e nelle località della nazione per realizzare l’intesa tra diversi settori della popolazione.
Un Comunicato del Governo di Riconciliazione e Unità Nazionale (GRUN) segnala importanti passi avanti «nell’attenzione integrale, con appoggi solidali a centinaia di famiglie che sono ricevute in qualità di vittime sofferenti per il terrorismo golpista» e che si presenterà in qualità della Legge, un Piano Integrale d’Attenzione alle Vittime (PIAV), centrato nel principio de «perdonare, non dimenticare e non ripetere».