La guerra di Trump

Soledad Cruz Guerra*

La guerra di Trump e della sua banda contro Cuba si intensifica. La disperazione per i sessanta anni di resistenza porta a degli estremi che castigano la nostra gente.

Le brutali aggressioni rispondono alla constatazione che il mio paese ha possibilità reali di sviluppo e di miglioramento del livello di vita, una cosa imperdonabile per chi vuole impadronirsi della nazione.

Accusano la vocazione socialista, cercano di confondere, mentre in realtà i mali maggiori per l’arcipelago provengono dalla loro ostinazione a bloccare le possibilità di progresso, perfino gli errori, gli estremismi, la sindrome del sospetto, il culto per il segreto, sono condizionati dall’obbligato senso di autodifesa rispetto ad un attacco incessante.

Non può funzionare normalmente una società costantemente aggredita in tutti i sensi, non può funzionare normalmente una società assediata dal potere dell’impero più forte e crudele che negli anni sessanta ha bombardato città, ha fatto sabotaggi, ha fomentato lo scontro armato fra cubani, poi ha introdotto epidemie, spionaggi, ha pianificato omicidi, in seguito ha creato leggi per intensificare il blocco, per facilitare l’esodo.

In poche parole, non ci hanno lasciato in pace per sessanta anni e poi si allarmano per i problemi che non si è riusciti a risolvere in sessanta anni e non si preoccupano dei problemi che non si è riuscito a risolvere nel mondo in millenni, aggravati anche dalla politica aggressiva e spietata delle successive amministrazioni statunitensi.

Conosco ed ho patito gli errori del processo rivoluzionario cubano, tipici di qualunque sforzo per fare cambiamenti radicali di vita, di mentalità, di coscienza che implicano trasformazioni delle natura umana stessa, ma come la maggior parte dei cubani ho goduto e godo dei successi che vanno dalla bassa mortalità infantile all’aumento della speranza di vita nonostante le carenze, lo stress delle limitazioni materiali, le molestie per l’insensibilità della burocrazia, la rabbia per chi chiede sacrifici e non dà l’esempio.

Abbiamo il diritto di risolvere le nostre questioni a modo nostro, senza l’intervento degli Stati Uniti che hanno frustrato l’indipendenza conquistata dai nostri ribelli mambì e adesso vogliono annientare la Rivoluzione che se l’è conquistata. Qualcuno con un po’ di sale in zucca può credere che Marco Rubio sia interessato a migliorare le nostre vite?

6.6.2019

*Soledad Cruz Guerra, giornalista e scrittrice; è stata ambasciatrice di Cuba all’UNESCO.

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