Padrone dei nostri cuori da quel sublime atto di rinuncia delle sue ricchezze, liberando gli schiavi e invitandoli alla lotta indipendentista, convinto che ogni cubano avrebbe seguito la sua voce a La Demajagua, il patrizio ci inculcò anche la determinazione di morire prima di cadere nelle mani del nemico
Santiago de Cuba – Carlos Manuel de Céspedes, padre di straordinarie dimensioni, perché moltiplicò l’amore per suo figlio Oscar in tutti i cubani di fronte all’indegna proposta degli spagnoli di liberarlo, a patto che lui deponesse le armi, e perché, come disse Martí «ci spinse tutti a vivere», nel giorno dei Padri ha ricevuto l’omaggio del popolo.
Questo omaggio è risaltato nell’appuntamento con la dedica che ha accompagnato l’offerta dei fiori posti nella terza domenica del mese di giugno in una solenne cerimonia da un distaccamento dell’Unità della Guardia d’Onore delle FAR davanti all’imponente monumento funerario dell’eterno Padre della Patria nella zona dei fondatori della Patria, nel cimitero patrimoniale Santa Ifigenia.
Padrone dei nostri cuori da quel sublime atto di rinuncia delle sue ricchezze, liberando gli schiavi e invitandoli alla lotta indipendentista, convinto che ogni cubano avrebbe seguito la sua voce a La Demajagua, il patrizio ci inculcò anche la determinazione di morire prima di cadere nelle mani del nemico e che l’unione il patriottismo sono baluardi che ci rendono invincibili.
Questa filosofia giunge sino ai nostri giorni come il suo lemma «Indipendenza o morte», reso concreto da un altro grande padre di questo popolo, Fidel Castro Ruz, che ci ha condotto alla vittoria e ha pronunciato l’irrinunciabile consegna di «Patria o Morte».
Il membro del Comitato Centrale del Partito e primo segretario nella provincia, Lázaro Expósito Canto, ha guidato l’offerta di rose ai piedi dei monumenti di Céspedes e Fidel, al termine dell’emozionante giornata.