L’ultima manovra propagandistica x salvare Guaidò

…E FAR PRESSIONE SULLA BACHELET

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Questo martedì 18 giugno la Polizia Metropolitana di Cucuta ha riportato di aver avuto informazioni su un presunto violento scontro tra le bande paramilitari de Los Urabenos e Los Rastrojos nella località di Boca de Grita, nello stato di Tachira, zona frontaliera con la Colombia.

Sia Los Urabenos come Los Rastrojos sono forze irregolari di origine colombiana che hanno aumentato la presenza negli stati di Tachira, Merida, Zulia e Apure, dall’inizio del 2000. Le loro reti hanno penetrato il territorio per garantire il controllo economico degli affari illegali, favoriti, negli ultimi anni, dalle mafie del dollaro parallelo.

Le autorità colombiane non gestiscono dati ufficiali sul numero di morti e feriti, tuttavia, i media regionali colombiani hanno cominciato a divulgare cifre e dati che non corrispondevano ai fatti esposti dalle persone coinvolte. Da 12 a 20 morti e tra 10 e 39 feriti sono i numeri diffusi sui portali di notizie, descrivendo l’evento come un massacro.

Il colonnello Jose Luis Palomino Lopez, comandante della polizia di Cucuta, ha riferito che sono stati arrestati due dei coinvolti, membri de Los Rastrojos, dopo essere fuggiti in Colombia attraverso scorciatoie illegali del Rio Táchira utilizzando uniformi militari colombiane. Si tratta di Gerson Gregorio Rosario Aquino, alias “Torombolo” e Jhon Jairo Duran Contreras, alias “El Costeño”.

Finora l’unica fonte affidabile che si hanno dello scontro sono i due paramilitari catturati e la presunta conferma da parte del colonnello Palomino Lopez che ci sarebbero corpi senza vita dall’altro lato del fiume.

Da questo evento, ha preso rapidamente posizione il portavoce politico dell’antichavismo, per usarlo come un’altra risorsa che alimenta la storia propagandistica del presunto collegamento tra il governo di Nicolas Maduro ed il paramilitarismo in Colombia. Questa strategia ha preso forza all’interno dei media internazionali dall’inizio del mese, con il falso positivo di una presunta collaborazione tra lo Stato venezuelano e la guerriglia dell’ELN.

Franklyn Duarte, deputato dell’Assemblea Nazionale in oltraggio, ha incriminato attraverso le sue reti sociali, e senza ulteriori prove, le FARC e l’ELN, oltre ai “collettivi” ed all’esercito venezuelano come i detonanti dello scontro a Boca de Grita. Ha approfittato del sostegno mediatico per convocare l’Alta Commissaria per i Diritti Umani dell’ONU, Michelle Bachelet, affinché visiti le città di frontiera del paese e si faccia eco delle vessazioni commesse da gruppi irregolari che, presumibilmente, si verificherebbero con la complicità del governo del governo del Venezuela.

La commissaria ONU sta realizzando una visita ufficiale che si estende fino al 21 giugno, su invito del presidente Nicolás Maduro nel quadro di uno sforzo internazionale per denunciare gli effetti disastrosi del blocco finanziario su aspetti fondamentali come l’acquisizione di cibo e medicine nel mercato internazionale. In sintesi, aspetti nevralgici dei diritti umani nel paese.

Prima del suo arrivo, è stata invitata una delegazione dell’ufficio dei Diritti Umani dell’ONU al fine di preparare le condizioni per la visita.

L’agenda prevede un incontro con il presidente venezuelano, nonché incontri con il presidente della Corte Suprema di Giustizia, Maikel Moreno, ed il Procuratore Generale, Tarek William Saab. Nonostante la pressione degli USA e degli attori dell’opposizione, la visita di Bachelet è stata fatta su invito di Nicolás Maduro.

IL PARAMILITARISMO ALLA FRONTERA SORGE DAL VENEZUELA?

 

Non è la prima volta che si ricorre alla propaganda di eventi con fonti torbide per fabbricare legami del governo venezuelano con bande criminali. La realtà è che le cellule paramilitari e le organizzazioni criminali si sono espanse in Venezuela come tacito braccio militare dell’antichavismo.

Dopo la firma degli accordi di pace con le FARC, lo Stato colombiano ha ottenuto che l’abbandono, da parte della guerriglia, di località significative per il traffico di droga si traducesse nell’installazione di cartelli che ora gestiscono liberamente le colture e le rotte della droga, colpendo direttamente i paesi confinanti.

Ma la presenza delle bande residuali de Los Rastrojos, Los Urabeños e Las Águilas Negras nello stato di Táchira, non risponde solo al traffico di droga, ma al contrabbando di estrazione, principalmente di benzina e di altri input come medicine, cibo e carta moneta. Processi poco rigorosi in materia di politiche monetarie, azioni contro il contrabbando ed il controllo migratorio adottati dalla Colombia, negli ultimi anni, hanno influito su questa complessa realtà.

Più di recente, i compiti operativi delle bande criminali hanno cercato di avventurarsi negli omicidi politici, puntando come obiettivo lo sterminio di dirigenti regionali e nazionali del chavismo, in particolare quelli che dirigono le misure adottate dal governo venezuelano per contrastare la presenza del paramilitarismo.

Con l’apparizione di Juan Guaidó nello spettro politico, è stato messo in moto il piano di cambio di regime inquadrato nell’ “Operazione Libertà” che includeva le azioni terroristiche. A marzo, il suo capo ufficio, Roberto Marrero, è stato arrestato dal Servizio Bolivariano di Intelligence (SEBIN) dopo aver guidato un gruppo che intendeva assassinare figure di alto profilo dello Stato venezuelano.

Tra gli articolatori di questo piano è stato catturato Wilfrido Torres Gómez, alias Neco, capo dei gruppi di assassini e capo de Los Rastrojos.

USO POLITICO PER SVIARE L’ATTENZIONE DAL FURTO DI “AIUTO UMANITARIO”

Il trambusto mediatico che ha causato lo scontro tra bande, apparentemente in territorio venezuelano, sembra essere destinato a far abbastanza rumore per attenuare il danno alla reputazione che ha implicato, per Guaidó, la rivelazione dell‘appropriazione indebita dell’ “aiuto umanitario”. Le prove sono state divulgate, giorni prima, nel media antichavista PanAm Post, dal suo redattore capo, Orlando Avendaño.

Questa rete di malversazione di fondi include somme esorbitanti che ammontano a mille dollari al giorno in cibo e bevande, così come spese alberghiere per 3 milioni di pesos al giorno. D’altra parte, il 60% delle forniture somministrate dall’USAID e da donazioni private sono perite prima di essere consegnate alla loro destinazione.

Lo scandalo non è riuscito a spostarsi dai media, ciò che ha generato una immediata risposta da parte della dirigenza politica venezuelana per tentare di svincolarsi. Pertanto, si è dato un uso politico a questo evento al confine con il duplice obiettivo di attaccare il governo venezuelano a causa della visita dell’Alta Commissaria Bachelet e sviare l’attenzione mediatica dallo scandalo di Guaidó.

Che un focolaio di violenza (reale o inventato) appaia dopo il vuoto politico lasciato, dopo mesi di azioni fallite da Juan Guaidó e dal suo ufficio per soddisfare l’agenda del golpe continuo, è un momento di ossigenazione che cercherà essere propagandato per il maggior tempo possibile

Va aggiunto che l’arrivo dell’Alta Commissaria per i Diritti Umani dell’ONU ha luogo in un contesto politico in cui l’opzione del dialogo promosso negli incontri a Oslo è salito dal lato di Guaidó, a scapito del discorso belligerante.


LA ÚLTIMA MANIOBRA DE PROPAGANDA PARA SALVAR A GUAIDÓ Y PRESIONAR A BACHELET

Este martes 18 de junio, la Policía Metropolitana de Cúcuta reportó tener informaciones sobre un presunto enfrentamiento violento entre las bandas paramilitares de Los Urabeños y Los Rastrojos en la localidad de Boca de Grita en el estado Táchira, zona fronteriza con el territorio colombiano.

Tanto Los Urabeños como Los Rastrojos son fuerzas irregulares de origen colombiano que aumentaron la presencia en los estados de Táchira, Mérida, Zulia y Apure, desde principios del año 2000. Sus redes han penetrado el territorio para asegurar el control económico de negocios ilícitos, favorecidos en años recientes con las mafias del dólar paralelo.

Las autoridades colombianas no manejan datos oficiales sobre el número de fallecidos y heridos, sin embargo, medios regionales colombianos comenzaron a divulgar cifras y datos que no coincidían con los hechos relatados por los involucrados. De 12 a 20 víctimas mortales y entre 10 y 39 heridos son los números difundidos en los portales de noticias, calificando el suceso como una masacre.

El coronel José Luis Palomino López, comandante de la policía de Cúcuta, informó que fueron apresados dos de los implicados integrantes de Los Rastrojos, luego de que huyeran hacia Colombia a través de una de las trochas ilegales del Río Táchira utilizando uniforme militar colombiano. Se trata de Gerson Gregorio Rosario Aquino, alias “Torombolo” y Jhon Jairo Durán Contreras, alias “El Costeño”.

Hasta el momento la única fuente fiable que tienen del conflicto son los dos paramilitares capturados y la presunta confirmación por parte del coronel Palomino López de que habría cuerpos sin vida del otro lado del río.

De este suceso, fijó rápidamente posición la vocería política del antichavismo, para utilizarlo como otro recurso que nutre el relato propagandístico de la supuesta conexión entre el gobierno de Nicolás Maduro y el paramilitarismo en Colombia. Esta estrategia ha tomado fuerza dentro de los medios internacionales desde principios de mes, con el falso positivo de una supuesta colaboración entre el Estado venezolano y la guerrilla del ELN.

Franklyn Duarte, diputado de la Asamblea Nacional en desacato, incriminó a través de sus redes sociales y sin mayores pruebas, a las FARC y el ELN, además de los “colectivos” y al ejército venezolano como los detonantes del enfrentamiento en Boca de Grita. Aprovechó el impulso mediático para convocar a la Alta Comisionada para los Derechos Humanos de la ONU, Michelle Bachelet, a que visite los municipios fronterizos del país y se haga eco de las vejaciones cometidas por grupos irregulares que supuestamente ocurrirían con la complacencia del gobierno de Venezuela.

La comisionada de la ONU está realizando una visita oficial que se extiende hasta el 21 de junio, por invitación del presidente Nicolás Maduro en el marco de un esfuerzo internacional para denunciar los efectos desastroso que tiene el bloqueo financiero en aspectos fundamentales como la adquisición de alimentos y medicamentos en el mercado internacional. En resumen, aspectos neurálgicos de los derechos humanos en el país.

Anterior a su llegada, fue enviada una delegación de la oficina de Derechos Humanos de la ONU con el fin de preparar las condiciones de la visita.

La agenda incluye una reunión con el presidente venezolano, además de encuentros con el presidente del Tribunal Supremo de Justicia, Maikel Moreno, y el Fiscal General, Tarek William Saab. A pesar de la presión ejercida desde Estados Unidos y actores de la oposición, la visita de Bachelet se dio por invitación de Nicolás Maduro.

AHORA LA OPOSICIÓN QUIERE DESVIAR LA ATENCIÓN MEDIÁTICA DEL ESCÁNDALO CORRUPTIVO DE GUAIDÓ

¿EL PARAMILITARISMO EN LA FRONTERA SURGE DE VENEZUELA?

No es la primera vez que se recurre a la propagandización de eventos con fuentes turbias para fabricar nexos del gobierno venezolano con bandas criminales. La realidad es que las células paramilitares y organizaciones criminales se han expandido en Venezuela como el brazo militar tácito del antichavismo.

Tras la firma de los acuerdos de paz con las FARC, el Estado colombiano logró que el abandono de la guerrilla de localidades significativas para el negocio del narcotráfico, se tradujera en la instalación de carteles que ahora manejan libremente los sembradíos y rutas de la droga, afectando directamente a los países fronterizos.

Pero la presencia de las bandas residuales de Los Rastrojos, Los Urabeños y Las Águilas Negras en el estado Táchira, no responde sólo al narcotráfico sino al contrabando de extracción, principalmente de gasolina y de otros insumos como medicamentos, alimentos y papel moneda. Procesos poco rigurosos en materia de políticas monetarias, de acción contra el contrabando y control migratorio adoptados por Colombia en los últimos años, han influido en esta compleja realidad.

Más reciente, las tareas operativas de las bandas criminales han buscado incursionar en el sicariato político, tomando como objetivo el exterminio de líderes regionales y nacionales del chavismo, sobre todo a los que dirigen las medidas tomadas por el gobierno venezolano para contrarrestar la presencia del paramilitarismo.

Con la aparición de Juan Guaidó en el espectro político, se puso en marcha el plan de cambio de régimen enmarcado en la “Operación Libertad” que incluía las acciones terroristas. En marzo, su jefe de despacho Roberto Marrero fue detenido por el Servicio Bolivariano de Inteligencia (SEBIN) tras liderar un grupo que planeaba asesinar a figuras de alto perfil del Estado venezolano.

Entre los articuladores de este plan fue capturado Wilfrido Torres Gómez, alias Neco, cabecilla de los grupos de sicariato y jefe de Los Rastrojos.

USO POLÍTICO PARA DESVIAR LA ATENCIÓN DEL ROBO DE LA “AYUDA HUMANITARIA”

El revuelo mediático que originó el enfrentamiento entre bandas, aparentemente, en territorio venezolano parece estar destinado a hacer suficiente ruido como para mitigar el daño reputacional que implicó para Guaidó la revelación del desfalco de la “ayuda humanitaria”. Las pruebas fueron divulgadas días antes en el medio antichavista PanAm Post, por su editor en jefe, Orlando Avendaño.

Esta red de malversación de fondos incluye sumas exorbitantes que ascienden a los mil dólares diarios en comidas y bebidas, también gastos hoteleros de 3 millones de pesos por día. Por otro lado, el 60% de los insumos facilitados por la USAID y por donaciones particulares perecieron antes de ser entregados a su destino.

El escándalo no ha podido desplazarse de los medios, lo que generó la respuesta inmediata de parte de la dirigencia política venezolana para intentar desvincularse. Por ende, se ha dado un uso político a este evento en la frontera con el doble objetivo de atacar al gobierno venezolano a razón de la visita de la alta comisionada Bachelet y desviar la atención mediática del escándalo de Guaidó.

Que un foco de violencia (real o fabricado) aparezca tras el vacío político que queda, luego de meses de acciones fallidas de Juan Guaidó y su despacho para cumplir con la agenda de golpe continuado, es un momento de oxigenación que intentará ser propagandizado el mayor tiempo posible.

Hay que añadir que el arribo de la Alta Comisionada para los Derechos Humanos de la ONU ocurre en un contexto político en el que la opción del diálogo promovido por los encuentros en Oslo ha escalado en el bando de Guaidó, en detrimento del discurso beligerante.

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